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DATA: 23 Jan 2025
OGGETTO: Tolfa Teatro Claudio ... domenica 9 febbraio 2025 ore 21 ... Serata musicale dedicata a Fabrizio de Andree con Piergiuse
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2025-01-23 ore 18.10.30_8acd7723.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Buona sera Signori Camminatori,
Vi invito ad intervenire alla serata musicale dedicata a Fabrizio de Andrè, che il complesso bandistico di Piergiuseppe Agozzino terrà dalla ore 21 in poi, presso il Teatro Claudio di Tolfa Viale d'Italia 102.
Per l'occasione vi invio la locandina predisposta onde, se interessati, potrete prenotare il biglietto per la serata ai numeri di telefono indicati. Costo di ingresso euro 10.
Un caro saluto Ivano
Civitavecchia, 23/01/2025
DATA: 22 Oct 2024
OGGETTO: Venerdi 8 novembre 2024 ... ore 18.00 Incontro sul tema orientamento Terrestre ... preso RI.ME Via Cialdi 20. Civitavec
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
“ORIENTAMENTO TERRESTRE”
Incontro per
EX
GRUPPO TREKK TIBURZI
…….
GRUPPO TREKK FRA’ DIAVOLO DI CIVITAVECCHIA
A CURA DI
ROMITI IVANO
Tecnici Video
Alessio Dominici
Luca Romiti
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Caro Camminatore …
se interessato all’argomento sarai gradito ospite nella giornata di confronto, che si terrà in data e luogo sotto indicati.
“ACCENNI DI ORIENTAMENTO TERRESTRE”
Venerdì 8 novembre 2024 - ore 18.00
Presso l’Associazione RI.ME – Via Cialdi nr. 20 Civitavecchia
Necessaria comunicazione di partecipazione
Tel. 388 6958494
Oppure
P.E. vanivani@alice.it
*********
E’ richiesta comunicazione di partecipazione all’incontro per la capienza della sala che può contenere max soltanto 30 persone
O.d.g.
- Cosa è l’orientamento spaziale? Un valido aiuto dai moderni sistemi di localizzazione satellitare. Coordinate … geografiche e di proiezione UTM. Nozioni elementari.
- Come mi oriento io!
- Cartografia conosciuta nel mondo, antica e moderna. Tavole di argilla, pergamene, carte topografiche, geografiche. Moderne digitali ortofoto.
- Strumenti utili costruiti dall’uomo antico e moderno per orientarsi.
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NOTE
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COME NASCE LA “SCIENZA” DELL’ORIENTAMENTO
Varie ragioni hanno indotto, nel tempo, l’uomo a spostamenti da una zona all’altra nei vasti territori del pianeta. Spinto dalle più disparate motivazioni … di sopravvivenza, economiche, commerciali, politiche, religiose, culturali, belliche, calamitose, che hanno dato vita, indirettamente, a tutta una serie utile di scambi socio culturali, che hanno contribuito alla sua evoluzione. Così nasce il nostro orientamento spaziale.
Uomini particolari, superando mille ostacoli, infinite avversità, hanno guidato passati e memorabili esodi epocali nelle vastità terrestri. Pianure, deserti, mare, attraverso impenetrabili boscaglie, seguendo il cammino del sole o dall’osservazione delle stesse fisse in cielo, i primi colonizzatori della Terra, serviti da primordiali strumenti di orientamento quali il “quadrante”, si sono spostati ovunque!
Gli strumenti di orientamento con il tempo sono stati sempre più migliorati e, mediante applicazioni elettroniche, hanno raggiunto una notevole sofisticazione tecnica. Oggi, ci “prendono letteralmente per mano” e ci guidano, ci indirizzano continuamente senza che neanche più ce ne rendiamo conto, talmente soft è il loro funzionamento, cui tra poco non potremmo più farne a meno. Si pensi al satellitare della nostra auto.
L’orientamento “terrestre” … il Trekking
Questa “scienza”, un poco ostica nella sua comprensione, ma notevolmente utile per muoversi in tutta sicurezza sul territorio.
Oggi notevoli apparati fissi e mobili, attivi in tutto il Mondo per scopi commerciali, bellici ed altro, entrano dalla “porta principale” nella nostra attività di trekking.
La pratica del nostro sano sport, oggi molto in voga, comporta un’attività sana, a contato con la perduta “natura” ma, peregrinamente, può comportare la perdita del controllo del territorio che può verificarsi per vari motivi, i più disparati.
Ciascun escursionista avrà di certo provato, almeno una volta, le apprensioni suscitate da certe incresciose situazioni che si possono verificare nel traversare un bosco! I dubbi che sorgono nel decidere quale sentiero prendere in prossimità di un bivio. Le difficoltà più impensabili incontrate per completare un giro ad anello e tornare al punto di partenza!
Tranquilli, se siamo sinceri, l’orientamento, andando per boschi e campagne, l’abbiamo perduto un po’ tutti nella vita, “almeno una volta!
Avvenne anche al nostro Vate più grande … che si perse, anch’egli, anche se in senso “metaforico” in una Selva Oscura che la diritta via era “smarrita ”. Come lui in perfetta lingua “volgare Fiorentina” si espresse nel primo Canto della Divina Commedia! Ma il suo sbigottimento, il disagio provato dal Sommo Poeta in un “brutto momento circostanziale della sua vita”, di accuse di “baratteria”, con conseguente esilio, che lui paragona al perdersi entro una fitta boscaglia! Accuse che secondo me trovano giusto riscontro nel riconoscere di aver “perso” la diritta via!
Ma! … è forse grazie a questo suo smarrimento non tanto “fortuito” che possiamo oggi vantare, e nel mondo, un’opera “si grande”, frutto della mente del genio umano italico e, soprattutto, un documento storico importante, allegorico, didascalico!
Il Poeta, comunque, a giudizio di alcuni, nella sua Opera allude, “metaforicamente”, allo smarrirsi entro la Selva del Lamone, luogo del tutto Nostrano!
… la disavventura orientativa di Annibal Caro
Testo redatto il 13 ottobre 1537 e riferito ad un episodio del tempo!
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“Il deserto” nominato Ammone.
“Questo “deserto” dista circa 15 miglia, e tutto il sito è coperto di pezzi di pietre lisce di varie grossezze fra le quali sono cresciuti arboreti di elci e sorbi; niuno ci pratica perché alcuni che ci sono entrati cercando bestiami spersi, non sono più tornati, credo che questa Selva fosse anticamente consacrata al Dio Ammone, non già che un re Ammone vi si potesse perdere dentro e ci morisse”. Si legge in una anonima cronaca senza data.
Nella sua “Informazione e cronica della città di Castro”, Benedetto Zucchi così scriveva il 10 novembre 1630 :
… una macchia chiamata il Lamone quasi tutta di elci e cerque , tutta sassosa con pietre spezzate una sopra l’altra, che si puol dire per esempio sia come un mucchio di sassi, la quale macchia è impenetrabile, e se uno vi entra, ancorché sia del Paese, con difficoltà vi può trovare la strada d’aver da uscire; luogo più di capre che da altri animali, per il che una delle due si va congetturando, non essendovi altra memoria in contrario, o che sia stato quel luogo un monte fracassato dal terremoto, o che al tempo del Diluvio i detti sassi si sieno radunati insieme in tanta quantità in questo luogo”.
Il deserto, il luogo d’orrore, l’incredibile caos è sempre pronto ad accogliere lo spaurito viaggiatore che, suo malgrado vi si addentra, portandolo ad esperienze traumatiche che riempiranno, nei racconti, le sue lunghe serate attorno al camino. Viaggiatori spesso di rango, di cui dopo secoli si parla ancora come Annibal Caro, il famoso traduttore dell’Eneide di Virgilio. E lui che vive l’esperienza, in prima persona, di una drammatica traversata, oppresso da una terribile sensazione di smarrimento in un labirinto oscuro, che come quello dedalico di Creta, non lascia speranza di uscita. Alla fine, “come per ciarbottana” appare uno spiraglio di salvezza. Per fortuna!
Altrimenti, col Caro, avremmo perso la sua bella relazione scritta il 13 ottobre 1537 da Castro ai familiari di Mons. Gaddi:
“Entrammo poi in una foresta tale, che ci smarrimmo; tempo fu ch’io credetti di non avere mai più a capitare in paese abitato, trovandone rinchiusi e aggirati per lochi dove l’astrolabio e ‘l quadrante vostro non arebbono calcolato il sito de’ burroni e gli abissi de’ catrafossi in che ci eravamo ridotti. E se avesse veduta la nostra guida. Vi sarebbe parsa la smarrigione e ‘l baloccamento di naturale. Pensate che Vittorio la botò a Santa Drianna, la quale, dice egli, ch’era una fata che con un gomitolo di spago trasse dal larbrinto un certo Tisero figliolo di Manosso. O quivi avrei voluto io voi, messer Giorgio, con la vostra colèra acuta e co ‘l vostro stomaco impaziente, a vedervi strascicar dietro da un balordo per quelle catapecchie, senza sapere dove vi foste. Né dove, né quando, né che v’avreste a magnare. O come vi sarebbe venuta la senapa al naso! E che strani visi areste veduti fare a noi altri! Io per me mi condussi a tanto di fame, che le peruzze e le nespole m’ebbero a strangolare. Ma tanto ci avvoltacchiammo a la fine che vedemmo, come per ciarbottana, un poco di piano. E tirando a quella volta, meravigliosamente si presentarono alcuni morbisciatti, che ne diedero lingua e indirizzo per venire dove siamo”.
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Oggi chi va per boschi, può disporre di una miriade di sentieri, ben segnalati, ed anche il trekkista più incauto ci si può muovere dentro con una certa tranquillità. Comunque è sempre raccomandabile, nel fare trekking, di camminare in sicurezza senza mai osare oltre, per la propria “sopravvivenza”, e per la tutela di chi dovesse accompagnarci.
Ma a volte non è soltanto sufficiente esser preparati tecnicamente per spostarsi nel territorio! Il problema che si può porre al trekkista, ad esempio, che vuole visitare i nostri luoghi magnifici delle nostre Tuscia e Maremma, è dato da vari fattori non commensurabili … la sua “natura mossa” … la precarietà orografica, in continue mutazioni, da agenti atmosferici, da fenomeni idrogeologici!
Il fascino e la bellezza che sprigionano queste escursioni sono pari alle malaugurabili sorprese che possono riservare. Visioni degli sfondi sempre diverse, ed a volte, ove siamo sempre passati, sembra che i sentieri si chiudano o si dirigano inevitabilmente contro il dirupo di una forra. Corsi d’acqua a carattere “torrentizio”, il più delle volte in secca, ma talvolta inguadabili che sbarrano la strada per chilometri e chilometri! Ed altro ancora!
Aspetti paesaggistici indubbiamente belli, quanto selvaggi, che le varie manifestazioni vulcaniche, si sono dilettate a disegnare! Il vento, le piogge ed i torrenti a scolpire.
C’è poi la rapida crescita della bassa vegetazione, che muta aspetto stagionale di continuo ai sentieri del bosco. Forteti invalicabili cresciuti nel giro di alcuni mesi. Di tutto … frane, smottamenti caduta di alberi imponenti, che sbarrano il cammino inavvertitamente per i sempre più frequenti dissesti idrogeologici da grandi piogge.
In taluni casi, di fronte a certi impedimenti obiettivi riscontrati nel corso di una escursione, è più prudente tornare indietro sui nostri passi!
Che fare poi se invece ci si è proprio perduti entro un bosco? Indispensabile in questi casi disporre di strumenti che “raddrizzino” l’orientamento smarrito, quali bussole, carte topografiche ed in ortofoto. Molto utili i GPS ed i telefonini con particolari programmi che consentano una visione ampia del territorio circostante e che possano dare indicazioni certe. Importante è farsi poi un’idea di dove ci si trova e di non abbandonare mai sentieri o carrarecce posti sul nostro cammino, per dirigersi in un luogo che sembra portarci fuori dai guai!
Nel malaugurato caso non sia proprio possibile risolvere da soli, di fatto, lo “smarrimento”, è opportuno fermarsi e, se in possesso di GPS, rilevare le coordinate geografiche, per segnalarle agli organi di tutela e soccorso, che andranno subito avvertite, senza tema di gogna. Quindi utili anche carta e matita! In alternativa i nostri telefonini con la funzione Google maps ci mostrano la carta del luogo, e se poi si clicca la freccia in basso a destra … si ottiene sulla stessa l’indicazione del punto dove ci si è fermati, fornendo altresì le relative coordinate geografiche per possibili soluzioni!
Agli eventuali soccorritori, per favorire di raggiungerci, si devono riferire le particolarità del luogo ove ci si è fermati, le caratteristiche osservate lungo il tratto sentieristico già affrontato (torrenti, ponti, casali, zone alberate)!
Indispensabile dunque avere il telefonino con carica sufficiente ed una batteria tampone. Anche aver memorizzato sul cellulare i numeri telefonici della Forestale, CAI, Carabinieri del luogo, eviteremo il panico di una affannata ricerca di certi recapiti telefonici!
Cosa comunicare ai soccorritori:
-
Eventuali coordinate geografiche rilevate da apparecchi GPS o da telefonino.
-
La descrizione del tratto sentieristico già effettuato e certi riferimenti notati sul percorso.
Consigliabile disporre, nel proprio zaino di fiammiferi ed accendini per poter accendere un fuoco, forbici decespugliatrici e segacci, qualche corda ed un telo di plastica, per approntare un veloce riparo qualora lo stop costringa a passare la notte all’addiaccio.
Quanto premesso rimando alle persone interessate, l’argomento, per una trattazione più tecnica.
Saluti … Vanì
Civitavecchia, 30 settembre 2024
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: Saluto di commiato
ALLEGATO:
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TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“S’ CARPE DIEM”
da Ivano … per un addio del Gruppo
Caro amico,
ti invio, in questo momento, un caro e caldo saluto … per quanto mi riguarda è ormai giunto il tempo del mio commiato dal trekking attivo! “Il mio orologio ha battuto la sua ora” … lascio ormai, dopo una infinità di anni, la mia attività escursionistica!
Ti ringrazio infinitamente per l’affetto a me sempre mostrato nel seguirmi tra i miei sentieri per tanto tempo, nelle mie elucubrazioni, forse un po’ troppo dilungate, in racconti e storie sul folclore della nostra Terra, sul suo passato!
Questo distacco non è affatto piacevole per me!
Ti giunga un abbraccio fraterno, mentre rivolgo un pensiero ai boschi, ai torrenti, al Popolo Rasenna, ed alla Tuscia mia, tutta!
Una viva raccomandazione “ascolta sempre e solo musica vera ….”
Vanì 16 Settembre 2024
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Copia.mp4
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MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: 2.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Copia.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Copia.mp4
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MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Video WhatsApp 2024-09-16 ore 08.24.32_2ba6360c.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: 2.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 19 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Clideo.mp4
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MAIL DI PROVA
DATA: 18 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Video WhatsApp 2024-09-16 ore 08.24.32_2ba6360c.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 18 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Video WhatsApp 2024-09-16 ore 08.24.32_2ba6360c.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 18 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: IMG_0769.jpg
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mail di prova
DATA: 18 Sep 2024
OGGETTO: MAIL DI PROVA
ALLEGATO: Video WhatsApp 2024-09-16 ore 08.24.32_2ba6360c.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
Mail di prova
DATA: 17 Sep 2024
OGGETTO: gggggggg
ALLEGATO: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.zip
- TESTO: (leggi tutto)
gggggggggggggg
DATA: 17 Sep 2024
OGGETTO: fffffffffff
ALLEGATO: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.zip
- TESTO: (leggi tutto)
fffffffffffffffffff
DATA: 17 Sep 2024
OGGETTO: gggggggggg
ALLEGATO: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.zip
- TESTO: (leggi tutto)
ggggggggggggggggggggggg
DATA: 09 Sep 2024
OGGETTO: Sabato 14 settembre 2024 ... il Cammino di S.Agostino Terza edizione
ALLEGATO: S.AGOSTINO .jpg
- TESTO: (leggi tutto)
La
Parrocchia di Santa Maria della Consolazione e Sant'Agostino Vescovo ... "Madonnina Civitavecchia"
in viaggio
all'Eremo della SS. Trinità di Allumiere
Sabato 14 settembre 2024
Partenza ore 8.00
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Gentili Signori Camminatori,
dal nostro Carissimo amico Carraffa Franco ricevo la nota alla Terza edizione del Cammino di S. Agostino, che Don Giuseppe Tamborrini, Parroco della Chiesa di Pantano ed i suoi Parrocchiani, intendono onorare nella giornata indicata. Il percorso nel ricordo del cammino che il Santo fece per raggiungere l'Eremo della Trinità di Allumiere, dal Convento posto sul litorale omonimo, intorno al 400 d.C.! Chi volesse partecipare vorrà prendere oppotuni accordi con gli organizzatori, direttamente presso la Parrocchia, per quanto riguarda il trasferimento con pulmini da Pantano ad inizio escursione ed il pranzo previsto presso il Ristorante il Rischio della Bianca, al termine della passeggiata e della messa eucaristica.
Un caro saluto a Voi tutti.
Ivanor - 9/9/2024
DATA: 18 Aug 2024
OGGETTO: Civitavecchia ... Arena Pincio Marted́ 20 agosto ore 21 Si balla .... gente we should be dancing
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-08-18 ore 15.33.29_4157a014.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA' DIAVOLO CIVITAVECCHIA
INFO URGENTE BRUCIANTE
Martedì 20 agosto all'Arena Pincio di Civitavecchia ... "si balla gente, we should be dancing", Così esordisce il nostro "Peppe", Piergiuseppe Agozzino all'anagrafe, inviandomi la locandina che riceverete in allegato.
Quindi con un saluto, rinfrescato dalla incipiente pioggia, rivolgo l'invito agli amanti del ballo
IVANOR, 18 AGOSTO 2024
DATA: 17 Aug 2024
OGGETTO: Iniziative artistiche e culturali 30.8 ... 1 .9:24
ALLEGATO: Brochure festival teatro di paglia.pdf
- TESTO: (leggi tutto)
Iniziative Culturali del Territorio- Civitavecchia 30/8 – 1/9/2024
T E A T R O D I P A G L I A
Cittadella della Musica
Ricevo da alcuni amici l’invito ad assistere alle iniziative culturali di cui all’oggetto, specificate nella “brochure” allegata. Un programma teatrale proposto, molto variegato ove, in particolare, segnalo uno spazio riservato a possibili iniziative dilettantistiche a libero tema di ciascuno, secondo quanto indicato nel programma “Coincidenza scenica – Teatro per tutti”. Come riportato “La partecipazione ai laboratori e l'ingresso agli spettacoli sono a titolo gratuito - le iscrizioni sono disponibili fino ad esaurimento posti - Consigliata la prenotazione - Per informazioni contattare la compagnia Quint&ssenza” ai numeri telefonici riportati!
Prego, se qualcuno di Voi decidesse, nelle giornate indicate, di esibirsi in esperienze artistiche, di informarmi onde rendere noto al Gruppo tale iniziativa.
(Che ne dici Marcello?)
Ribadisco ingresso gratuito, utile prenotazione posti
Saluti IVANOR – 17/8/2024
DATA: 19 Jul 2024
OGGETTO: Rappresentazioni teatrali nel territorio
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-07-19 ore 18.15.40_63d8dac8.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA DIAVOLO CIVITAVECCHIA
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Gentili Signori Camminatori,
opportunamente segnalo e mi sento di poter raccomandare, per gli amanti delle rappresentazioni teatrali, un allestimento della Lisistrata di Aristofane, che la compagnia "Anta & Go ! APS di Civitavecchia, ampliando per la prima volta il suo repertorio al genere "commedia", porta in scena! Ho personalmente assistito in quel di Tarquinia giovedì scorso a quella rappresentazione, che verrà appunto replicata nella cittadina di S. Marinella, su invito di due interpreti del lavoro, di vostra conoscenza, Pier Giuseppe Agozzino e Simomnetta Stella! Cameraman Sini Mauro!
Avevo partecipato alla rappresentazione così, per dirla in maniera franca, per obblighi di rappresentanza e su richiamo di amici! Cosa che poi ho veramente gradito! Gli "attori"' ? Dei veri professionisti della scena, tanto che al termine dello spettacolo, andando a congratularmi con loro, ho sentito qualche stimolo di commozione!
Ingresso libero!
In caro saluto. Ivano 19/07/2024
DATA: 12 Jul 2024
OGGETTO: Iniziative culturali Comune di Tarquinia
ALLEGATO: PREMIO CITTA DI TARQUINIA .jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori
Vi trasmetto in allegato il programma delle iniziative culturali del periodo "Luglio - Agosto" c.a., promosse dal Comune di Tarquinia, che possano interessarVi, onde trascorrere una piacevole serata, in compagnia dell'arte teatrale nostrana! Per poter intervenire agli eventi indicati si rende necessaria una prenotazione come riportato nella locandina.
Un saluto .... accaldato! Ivano
DATA: 20 Jun 2024
OGGETTO: Soiree da Masimo e Massimiliana ... 21 giugno 2024 con apertura cancelli dalle ore 18.30
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
CONVIVIALE SERALE DEL
21 GIUGNO 2024
Gentili Signori Camminatori interessati all'evento, confermo la data di esplicazione del convivio per il giorno di
VENERDI' 21 GIUGNO 2024
questo perchè il sistema informatico del sito ha richiamato una nota precedente, per DEFAULT, con riferimento poi variato.
Spero che non si ingeneri qualche equivoco mentre vi salutio Vanì
DATA: 20 Jun 2024
OGGETTO: Soiree da Masimo e Massimiliana ... 23 giugno 2024 con apertura cancelli dalle ore 18.30
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Trek Fra' Diavolo - Civitavecchia
Conviviale serale di
Venerdì 21 giugno 2024
ore 20.00 circa
Signori Camminatori ... di seguito a precedenti comunico che ad oggi ben 15 di Voi hanno dato adesione all'iniziativa in argomento.
Saluti Vanì - 20/6/2024
DATA: 13 Jun 2024
OGGETTO: Soiree da Masimo e Massimiliana ... 21 giugno 2024 con apertura cancelli dalle ore 18.30
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA' DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
Venerdì
21 Giugno 2024
da ore 18.30 a termine serata
NOTA PER I PARTECIPANTI ALLA CONVIVIALE
......
Trasmetto, per fini logistici, l'elenco delle persone che a tutt'oggi hanno inviato la loro adesione all'iniziativa in argomento! Conoscere approssimativamente l'entità degli aderenti si rende utile, al fine di poter provvedere, in quanto possibile, alla sistemazione dei posti "a sedere" per la cena. Utili, eventuali, tavoli da pic-nic con sedie, torce e luci da camping (o candele di cera ... più suggestive):
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PROTOCOLLO ELENCO |
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|
NR |
NOMINATIVO |
NR PERS |
(SPECIFICARE IL TIPO DI SECONDO AL SEGUITO) |
DOLCI |
1 |
AGOZZINO P.GIUSEPPE |
2 |
NON RIFERITO |
|
2 |
AIELLO SANTO TATIANA |
2 |
INSALATA RUSSA |
NN |
3 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
VERDURE GRIGLIATE |
NN |
4 |
LAMBERTUCCI TASSELLI |
2 |
NON RIFERITO |
NN |
5 |
MARSILI MARIA GRAZIA |
2 |
POMODORI CON RISO |
NN |
6 |
MASSIMO E MASSIMILIANA |
2 |
CASALE DI ROTA |
NN |
7 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
TORTA RUSTICA |
NN |
8 |
ROMITI IVANO |
1 |
TORTA RUSTICA |
NN |
9 |
SACCO MASSIMO |
2 |
NON RIFERITO |
NN |
|
|
|
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15 |
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Un arrivederci "solstizioso estivo" ... (quest'anno il sole più lungo si avrà il giorno 20/6 alle ore 22.250) ... Vanì 13/6
DATA: 11 Jun 2024
OGGETTO: Soiree da Masimo e Massimiliana ... 21 giugno 2024 con apertura cancelli dalle ore 18.30
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
"CASALE DI MASSIMO E MASSIMILIANA"
MONTI DELLA TOLFA
DEVIAZIONE DA STRADA BRACCIANESE
(C.D. ROTA)
VENERDI' 21 GIUGNO 2024 - CON ACCESSO AL CASALE A PARTIRE DLLA ORE 18.30
Gentili Signori Camminatori interessati all'iniziativa,
rilevo ad oggi una limitata adesione all'iniziativa proposta o scarsa comunicazione, che,comunque, verrà svolta secondo quanto indicato nelle due precedenti indicazioni inviatevi. Ad ogni buon fine vi trascrivo le attuali presenze segnalate con le note richieste. Giungavi il mio caro saluto Vanì 11 giugno 2024
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PROTOCOLLO ELENCO |
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NR |
NOMINATIVO |
NR PERS |
(SPECIFICARE IL TIPO DI SECONDO AL SEGUITO) |
DOLCI |
1 |
ROMITI IVANO |
1 |
TORTA RUSTICA |
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2 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
VERDURE GRIGLIATE |
|
3 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
TORTA RUSTICA |
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4 |
MASSIMO E MASSIMILIANA |
2 |
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5 |
LAMBERTUCCI TASSELLI |
2 |
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6 |
MARSILI MARIA GRAZIA |
2 |
POMODORI CON RISO |
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7 |
AIELLO SANTO TATIANA |
2 |
INSALATA RUSSA |
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8 |
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21 |
|
11 |
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DATA: 04 Jun 2024
OGGETTO: Comunicazione di anticipo giornata conviviale presso il Casale di Massimo e Massimiliana
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASALE DI MASSIMILIANA E MASSIMO - TOLFA
……………………..
GENTILI SIGNORI CAMMINATORI
PRENDETE NOTA CHE
LA “SOIRE'E” CONVIVIALE INDICATA
PER SOPRAVVENUTI IMPEGNI DEGLI ORGANIZZATORI
E’ STATA ANTICIPATA AL GIORNO DEL SOLSTIZIO D’ESTATE
OVVERO A
VENERDI’ 21 GIUGNO 2024
FERMO RESTANDO TUTTE LE ALTRE INDICAZIONI E PRESCRIZIONI DIRAMATE
VANI’ 4 GIUGNO 2024
DATA: 03 Jun 2024
OGGETTO: Soiree da Masimo e Massimiliana ... 23 giugno 2024 con apertura cancelli dalle ore 18.30
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASALE DI MASSIMILIANA E MASSIMO
TOLFA
Sera del 23 giugno 2024 - apertura cancelli ore 18.30
Importante indicazione, non volutamente o freudianamente, omessa,
Dolci, liquori e caffé da portare eventualmente al seguito
- Dolci ... crostate, ciambelloni ripieni al cioccolato, pastiere napoletane varie ..., frittelle di San Giuseppe, dolci al cioccolato, babà, frappe e castagnole, zeppole, paste varie, biscotti, ed altro non specificato, frutto della fantasia e creazione delle nostre massaie!
- Liquori ... graditi un po' tutti, in particolare grappe varie "casalinghe" (Polacche!)
- Macchinette del caffè (moka) con fornelletto a gas, con relativa correzione tradizionale civitavecchiese alla sambuca e mosca
Con tante anticipate scuse per i peccatori probabili futuri (ma futuri) inquililini del III Cerchio dell'Inferno Dantesco
Vanì, 3 giugno 2024
DATA: 02 Jun 2024
OGGETTO: Tutti al Casale di Massimo e Massimiliana domenica 23 giugno dalle ore 18.30
ALLEGATO: Screenshot 2024-06-02 210058.png
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DOMENICA 23 GIUGNO 2024
CON INGRESSO DALLE ORE 18.30
Inizio cena ore 19.30-20.00
TUTTI INVITATI DA
…. Massimiliana e Massimo che saranno lieti di ospitarVi nell’ormai noto loro casale sui Monti della Tolfa! Per trascorrere un fine settimana sereno, spensierato, tra amici, all’insegna della migliore cucina gastronomica del mondo! Quella Vostra!!!
PER CHI NON CI FOSSE MAI STATO IL CASALE SI TROVA DOPO TOLFA, SULLA COSI’ DETTA STRADA DI ROTA (STRADA PROVINCIALE 3/A). DOPO IL BIVIO PER PIANTANGELI, POCO DOPO UN BEL FONTANILE SULLA SINISTRA, BISOGNA GIRARE A SINISTRA E SCENDERE PER UNA STRADA ASFALTATA ESATTAMENTE PER PER MT. 354,96 .
CON UN PO’ DI FORTUNA LA SERATA POTREBBE ESSERE ALLIETATA DALLA PRESENZA DELLE LUCCIOLE CON IL LORO PIACEVOLE SFARFALLIO. MA CHI LE HA VISTE PIU’ … PER L’OCCASIONE POTREI INTRATTENERVI PER QUALCHE MINUTO SU UNA CERTA STORIA LEGENDA CHE CIRCOLA SUI MONTI, ACCADUTA POCO PIU’ AVANTI, IN LOCALITA’ POGGIO FINOCCHIO! (TE PAREVA!)
LEGGERE ATTENTAMENTE LE INDICAZIONI PARTICOLARI
Logistica … premesso che ciascuno porterà al suo seguito, per la consumazione della cena, quanto segue, con porzioni un po’ più abbondanti atte a soddisfare il suo nucleo familiare, onde poter disporre uno scambio organico di vivande ed attuare un simpatico self-service, che allestiremo su un apposito tavolo. Fino ad esaurimento portate, ognuno potrà servirsi a suo piacimento con scelte estemporanee.
In confezioni di fiamminghe in alluminio usa e getta e posate in plastica per servirsi:
-
Pomodori ripieni di riso al forno
-
Melanzane al forno
-
Melanzane grigliate
-
Patate al forno
-
Zucchini ripieni
-
Verdure lesse (patate, zucchini, cipolle etc)
-
Carciofi a funghetto od alla giudia
-
Torte rustiche
-
Insalata russa
-
Insalata di riso
-
Lasagne al forno
-
Frittate varie
-
Gnocchi al sugo
-
Trippa al sugo
-
Fagioli con cotiche
-
Porchetta
-
Formaggi vari
-
Quant’altro … fosse sfuggito al redattore non professionale!
-
E da ultimo …. (vedremo chi ci riuscirà a portare la più richiesta e di certo specialità di giugno) … lumache al sugo con mentuccia e peperoncino!
Ciascuno provvederà per proprio conto per l’acqua, il vino, i piatti, i bicchieri, il pane, le posate ed i tovaglioli!
Occorrerà però comunicare all’organizzazione, con email vanivani@alice.it, la presenza indicando il nr delle persone al seguito e, per quanto possibile, la/le pietanze che intenderà portare, onde poter orientare il gruppo a “farsi seguito” con vivande diverse! Il numero orientativo delle persone … necessita tanto per stabilire la disposizione dei tavoli. A propostito, saranno graditi tavoli da pic-nic o da campo, come per la precedente giornata del 17 marzo ultimo scorso . E’ comunque anche importante fornirsi di lampade portatili e da campo per illuminare gli eventuali tavoli al seguito! Infine … qualora le condizioni meteo fossero proibitive la “soirèe” verrebbe rinviata
Un caro saluto a tutti voi che state in ferie ….Vanì
DATA: 27 May 2024
OGGETTO: Immortalità di Claudia
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-05-27 ore 07.12.39_84234388.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
... de "l'Immortalità di Claudia" ...
Gentili Signori Camminatori,
prossima, l'estate, allontanerà inesorabilmente la nostra gioiosa amicizia e, salvo sporadici ed estemporanei nostri momenti di incontro - per quello che ormai sarà la ristretta e residua attività del Gruppo - che comunque vi verranno comunicati sempre attraverso questo social, vengo a segnalarVi - senza commento alcuno, pena perdita della parola ... - di seguito un messaggio di "invito" laconico, di poche parole, lanciato, mi ripeto, senza giunta alcuna, giacché così come dettato non potrà mai essere più eloquente di quanto espresso da un profondo legittimo immortale affetto:
"Il giorno 31 Maggio alle ore 11,00 sarà intitolata la palestra
della scuola Ennio Galice in via Toscana 2 – Civitavecchia,
alla nostra Claudia ..... Amalia e Massimo Sacco.
Gradita la Vostra calorosa ed amorevole presenza"
Vanì, 27 maggio 2024
DATA: 14 May 2024
OGGETTO: Iniziative socio.artristico.culturali
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-05-14 ore 13.41.11_8a4e74bf.jpg
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GRUPPO TREKK FRA' DIAVOLO - SERATE PRIMAVERILI-ESTIVE
*******************************************
Signori Camminatori,
Vi segnalo ed invito a partecipare all'interessante serata musicale che si terrà in Tolfa venerdì 7 giugno p.v. - ore 21,00 - presso il Teatro Claudio Viale Italia 102, dal tema
"Il racconto del tour che ha cambiato per sempre la musica italiana - Lucio Dalla & Francesco De Gregori"
Narratore Matteo Agozzino, musicisti .... vari, tra cui il nostro Piergiuseppe Agozzino.
Un caro saluto Ivano
---------------------
all. Locandina
DATA: 08 May 2024
OGGETTO: ADICIV E 730
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-05-08 ore 08.56.37_9b674a6d.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentile Camminatore,
raccomando vive premure nel destinare il 5/''' della quota corrisposta ai fini irpef, della tua denuncia redditi, alle associazioni di volontariato, all'ADICIV, che tanto prodiga a favore della popolazione del comprensorio per la cura e prevenzione di una patologia oggi così tanto insidiosa.
Saluti Vanì
DATA: 04 May 2024
OGGETTO: Parco Naturalistico dell Uccellina .... Alberese 5 maggio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Nota importante per i partecipanti all'escursione entro il Parco dell'Uccellina - 5 maggio 2024 - partenza da CV ore 8,00- ritrovo 7.45
Buon giorno signori Camminatori
riguardo l'uscita di domani entro il Parco Naturalistico di Alberese, mi corre d'obbligo fare alcune precisazioni utili:
- una volta raggiunto il punto di ingresso al Parco (Centro Visite ove si paga per l'accesso alle escursioni, ed ove sono presenti i servizi igienici) bisogna prepararsi con una certa sollecitudine per la giornata di escursione. Ovvero parcheggiare bene l'auto secondo le indicazioni di seguito fornite, prendere zaino bacchette od altro. Ciascuno provvederà poi per proprio conto al pagamento dei biglietti che dovranno essere conservati fino al termine della giornata per eventuali ispezioni. Occorre cercare di mantenere contatto con il gruppo di persone al seguito, e raggiungere il punto (prossimo) tutti insieme ove il pulmann di servizio raccoglie i visitatori per trasportarli nel luogo ove iniziano le escursioni. Tale pullman è attivo dalle ore 8,00 alle 18,30 e transita ogni 30 minuti.
- il parcheggio è possibile nell'area posta avanti il Centro visite, ma è a pagamento. Si può anche tentare di sostare entro Alberese, ma si perde del tempo utile!
- costo accesso al parco euro 10,00 cad (salvo ultime variazioni) non ci sono sconti per over 60.
- il costo "trasporto pullman" è incluso nel prezzo del biglietto di accesso. Detto pullman porta i visitatori nel luogo ove iniziano le escursioni (Pinottolai) e fa, come già anticipato, continua spola con Alberese.
- la giornata di domani si presenta serena con giusta temperatura, quindi ideale per visitare il Parco. Ma sarà possibile trovare qualche tratto di fango, quindi occorrono doppie scarpe da calzare al ritorno in auto. Ognuno dovrà portare per le proprie esigenze idriche almeno 1 litro di acqua. Consiglio di non indossare pantaloncini corti o camicie a manica corta per la probabile presenza di zanzare, utile uno spray del tipo Autan.
L'Escursione:
- il percorso A 2 Le Torri si articola nel modo seguente: dal punto di partenza (luogo Pinottolai) si traversa la Pineta Granducale fino a raggiungere il Ponte delle tartarughe. Si traversa detto ponte per seguire il tratto di costa alta (Falesia ove sono presenti le grotte preistoriche) fin sotto la Torre di Castel Marino. Qui una parte di noi salirà sul poggio per godere del bel panorama. Altri proseguiranno per raggiungere la spiaggia di Colle Lungo, sotto l'omonima Torre e le dune preistoriche. Consumeremo quindi sulla spiaggia il pranzo (al sacco) ove, dopo una sosta di un ora e mezzo - al massimo due, si ripartirà per una sterrata seguendo le indicazioni "ingresso Pinottolai" od altro. Detta sterrata (sufficientemente indicata) è parallela a quella effettuata all'andata, ma passa completamente entro la parte centrale della Pineta e si ricongiunge più o meno al punto di ritrovo.
- non sono a conoscenza, ma lo chiariremo domani, se il pullman effettua un percorso circolare (Alberese - Marina di Alberese) giungendo quindi nel punto uscita escursioni evitandoci un tratto di strada asfaltata.
- utile ritirare la carta parco gratuita presso il centro visite.
Eventuali altre contingenze che dovessero insorgere, verranno affrontate, con soluzioni di gruppo, direttamente domani sul territorio.
Un salutro Ivano.
DATA: 03 May 2024
OGGETTO: Conviviale 11 maggio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CONVIVIALE 11 MAGGIO
Ristorante da Vitale - Civitavecchia
Viale Garibaldi nn. 26 28
Ore 18,30
Nota per i soli Signori partecipanti al convivio.
Gentili signori a breve vi invierò un'ulteriore nota informativa. Tranquilli, niente di trascendentale! Questo verrà fatto, lunedì 6 maggio, con singoli messaggi personali indirizzati a ciascuno di Voi tramite whatsapp. Ciò per motivi tecnici e per attendere alle indicazioni sulla normativa della Privacy! Qualora chi di voi si fosse iscritto all'evento e non dovesse ricevere la predetta comunicazione, vorrà prontamente informarmi.
Saluti Ivano
DATA: 01 May 2024
OGGETTO: Parco Naturalistico dell Uccellina .... Alberese
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PARCO DELL'UCCELLINA
5 MAGGIO 2024
PARTENZA ORE 8
LARGO DE DOMINICIS S.N.C.N
CIVITAVECCHIA
************************
Buon giorno Signori Camminatori,
rammento, per chi ci seguirà domenica 5/5/2024. nella visita delle Colline e Costa del Parco dell'Uccellina, che l'orario di partenza auto da Civitavecchia è stato anticipato alle ore 8, ritrovo ore 7.45 (Repetita iuvant). Il motivo dell'anticipo della partenza è motivato dal lungo percorso (circa 90 Km) per raggiungerera Alberese. Occorre transitare per l'A 12 e la Consolare Aurelia, fino a raggiungere la deviazione a destra per raggiungere il Centro Direttivo del luogo. E' raccomandabile il rispetto dei limiti di velocità sul percorso, ove in alcuni punti sono presenti dispositivi (velox) di controllo fissi, oltre ad altri "volanti" peraltro non sempre ben preannunciati.
Chi volesse evitare di raggiungere il punto partenza auto della Città, può benissimo saltare questo punto per dirigersi verso Alberese. In questo caso potrebbe essere utile inviarmene comunicazione. vanivani@alice.it
Un caro saluto .... Ivano 1/5/2024
DATA: 24 Apr 2024
OGGETTO: Iniziative culturali del comprensorio ... Luned́ 29 aprile 2024 presso AUSER Civitavecchia
ALLEGATO: CONF SU FAUNA MONTI TOLFA .jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Trekk Fra' Diavolo Civitavecchia
Luned' 29 aprile 2024
ore 16,30
nei locali dell'AUSER di Civitavecchia
Via Santa Barbara, 5
Conferenza sulla fauna dei Monti della Tolfa
Ingresso libero
........................................................................
Gentili Signori Camminatori,
con piacere vi invio l'invito rivoltoci dal Dr. Sergio Gianluca Muratore, a partecipare alla interessante iniziativa in oggetto. Laureato per passione in Scienze Forestali, Gianluca, non per questo molto attento, esperto e conoscitore della fauna presente sui Monti della Tolfa.
Iscritto nel nostro Gruppo, anche se non sempre presente alle nostre uscite come avrei voluto, Avrebbe certamente potuto meglio qualificare ed arricchire con la sua, a me, nota conoscenza delle molteplici diversità forestali e faunistiche presenti nel nostro territorio, la nostra modesta cultura. Gianluca più volte mi ha invitato in "notturni" incontri con famiglie di lupi nostrani e, sicuramente, ci documenterà e descriverà queste sue particolari esperienze!
Un saluto Ivano.
DATA: 24 Apr 2024
OGGETTO: Conviviale 11 maggio 2024
ALLEGATO: PROTOCOLLO CONVIVIO 11 MAGGIO 2024.xlsx
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKK FRA' DIAVOLO CIVITAVECCHIA
11 MAGGIO 2024
CENA SOCIALE
**********************************
Nota per i soli iscritti
Persone per le quali risulta pervenuta la prenotazione alla data odierna (vanivani@alice.it)
Prego comunicare discordanze od omissioni
Termine iscrizione 5 maggio 2024 - Ristorante da "Vitale" Viale Garibaldi 216/28 - Civitavecchia
Saluti Vanì
CONVIVIO |
DA VITALE 11 MAGGIO 2024 ORE 20.30 |
|
POSTI DISP DA 30 A 40 |
25 euro cad. 2 mezzi primi pesce /risotto marinara - vongole. Secondo fritto misto |
insalata. Vino 1/4 1/2 minerale |
|
|
NR |
NOMINATIVI |
PERS |
PRESCR |
|
|
|
|
1 |
BANDELLA DOMENICO |
3 |
|
2 |
DOMINICI FABIO |
3 |
|
3 |
LA ROCCA DANIELE |
2 |
|
4 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
|
5 |
NAPOLITANO MARIA GRAZIA |
1 |
|
6 |
PODENZANA DANTE |
4 |
|
7 |
ROMITI IVANO |
1 |
|
8 |
TASSELLI - LAMBERTUCCI |
2 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
DATA: 20 Apr 2024
OGGETTO: Conviviale 11 maggio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Conviviale sabato
11 maggio 2024
ore 20.30
...
Ristorante da Vitale - Civitavecchia
Vle G. Garibaldi 26/28
Gentili Signori Camminatori,
Vi trascrivo di seguito la nota delle prenotazioni pervenute per la partecipazione alla conviviale indicata pregandovi di comunicare eventuali discordanze riscontrate.
Grazie Ivano
CONVIVIO
|
DA VITALE 11 MAGGIO 2024 ORE 20.30
|
|
POSTI DISP DA 30 A 40
|
NR
|
NOMINATIVI
|
PERS
|
PRESCR
|
1
|
CACACE ANTONIO
|
4
|
|
2
|
DI BIANCO CENZINA
|
1
|
|
3
|
DOMINICI FABIO
|
4
|
|
4
|
MORGAGNI MARCO
|
2
|
|
5
|
PODENZANA DANTE
|
4
|
|
6
|
ROMITI IVANO
|
1
|
|
7
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
16
|
|
DATA: 18 Apr 2024
OGGETTO: Conviviale 11 maggio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
11 Maggio 2024
Cena sociale di fine attività trekkistica
2023 – 2024
Gentili Signori Camminatori,
come ormai è consuetudine per il Gruppo, al termine dell’attività stagionale, ci ritroveremo tutti insieme (spero) per una simpatica conviviale, nel corso della quale scambiare i saluti per l’imminente distacco estivo, con l’auspicio di una nuova prossima stagione trekkistica! Per questi “nobili” fini ho organizzato l’evento che segue:
11 maggio 2024
Presso il Ristorante “Da Vitale”
Ore 20.30
Civitavecchia – Viale Garibaldi 26/28
MENU’
Primi:
½ risotto alla “pescatora”
½ spaghetti alla vongole (lupini)
Secondo:
fritto calamari e gamberi
insalata
acqua ½ - vino ¼
EURO 25 PERSONA
********************
Inviare le prenotazioni al mio indirizzo di posta elettronica vanivani@alice.it. Entro e non oltre il 5 maggio 2024.
Vanì, 16/04/2024
DATA: 16 Apr 2024
OGGETTO: VARIAZIONE LUOGO DI DESTINAZIONE DELL ESCURSIONE DI DOMENICA 21 APRILE 2024
ALLEGATO: TANA DI LUPO.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
VARIAZIONE LUOGO DI DESTINAZIONE
DELL’USCITA DI DOMENICA 21 APRILE 2024
NOTA IMPORTANTE
Gentili Signori Camminatori …
Domenica p.v. avremmo dovuto percorrere un breve tratto della strada provinciale S.Severa-Tolfa (da S.Severa in poi) per raggiungere i Prati dello Stazzalone, luogo partenza escursione. Ma ho accertato che il percorso di detta strada è stato del tutto interdetto per lavori, malgrado interessanti l’ultimo tratto verso Tolfa. In sostituzione di quell’uscita ne propongo un’altra, alquanto bella, posta nelle nostre vicinanze.
Pertanto …
Domenica 21 aprile 2024 … escursione da Poggio Paradiso, verso il punto più panoramico su Civitavecchia, attraversando poi la bella macchia delle Forcelle ed i prati fioriti verso il Fontanile della Vecchia, fin verso le “Carbonare” ed il Marangone per risalire e raggiungere le auto lasciate in sosta.
Invariate le altre indicazioni, ovvero
Ritrovo, in Civitavecchia Largo de Dominicis s.n.c., ore 8.15 partenza ore 8,30
Percorso auto Km. 10 (A.R.) per raggiungere Poggio Paradiso
Escursione su sentieri di Km. 5 circa. Difficoltà media. No guadi od attraversamento tratti di macchia.
Nei prati del Fontanile della Vecchia verrà acceso un focolare (munirsi del necessario) per una braciata di Gruppo, nel ricordo conviviale del nostro “panonto”!
Rientro intorno alle ore 15,00
Per farvi cosa grata Vi allego una foto in cui ho ripreso l'accesso della tana di una famiglia di lupi! Sono animali tranquilli, molto più pericolosi gli uomini, credetemi
DATA: 07 Apr 2024
OGGETTO: Programma di fine stagione escursionistica 2023.. 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
l'attività escursionistica del Gruppo va volgendo ormai al termine, di seguito, perché ne prendiate opportuna nota se interessati, riporto il programma residuo che, di massima, intendo proporVi:
- 21 aprile escursione in zona S.Severa ... "dallo Stazzalone ai prati della montagna e ritorno" di Km. 7 circa difficoltà media.
- 5 maggio il Parco dell'Uccellina (Marina di Alberese) percorso nr. 2 le Torri e la Spiaggia di Collelungo.
- 11 maggio pranzo sociale presso un ristorante di Civitavecchia.
- resta in via di definizione la data per ... una braciata notturna presso il Casale di Massimo e Massimiliana (Monti della Tolfa).
Quanto prima riceverete il dettaglio delle proposte indicate, mentre Vi invio i miei saluti "primaverili" .... Ivano 2024
DATA: 05 Apr 2024
OGGETTO: Iniziative Territoriali per la Misericordia 30 aprile 2024 Civitavecchia Teatro Traiano ore 21
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-04-05 ore 15.31.45_17b096ed.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
nell'inviare la nota trasmessami da Anna e Salvatore Pisano - unitamente alla relativa locandina - la cui fattiva attività è volta decisamente ad utilità "sociali" ormai note. Documenti che compendiano una gaia serata teatrale per il 30 aprile p.v. ore 21 "Teatro Traiano . Civitavecchia.
Per gli scopi sociali per cui è finalizzata l'iniziativa Vi invito ed esorto ad intervenire attivamente.
Arrivederci ... Ivano
"Aiutare la Misericordia passando una serata prefestiva divertente. Sono in vendita al costo di €15 i biglietti per questa esilarante commedia. Una parte del ricavato tolte le spese sarà devoluto alla Misericordia di Santa Marinella. Contattateci, grazie. Anna & Salvatore"
DATA: 03 Apr 2024
OGGETTO: Martignano s Lake
ALLEGATO: IMG_0769.jpeg
- TESTO: (leggi tutto)
Nella fantasia un ricambio augurale ... ivano olio su tela 70 x 50
DATA: 31 Mar 2024
OGGETTO: Polino 31 93 2924
ALLEGATO: IMG_0659.jpeg
- TESTO: (leggi tutto)
S.Pasqya '24
Dai Monti Subillini
Un particolare augurio a Voi tutti... un Gruppo estempiraneo
DATA: 20 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole
ALLEGATO: 1 Screenshot 2024-03-20 081400.png
- TESTO: (leggi tutto)
24 Marzo 2024 Bolsena ...
Ultima immagine ... Ivano
(mi scuso ma non posso inviare più di un allegato alla volta)
DATA: 20 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole
ALLEGATO: Screenshot 2024-03-20 091427.png
- TESTO: (leggi tutto)
24 marzo Bolsena ....
Invio ulteriore allegato con indicazioni stradali ... Ivano
DATA: 20 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole
ALLEGATO: Screenshot 2024-03-20 091355.png
- TESTO: (leggi tutto)
24 marzo 2024 ... Bolsena
(purtroppo non si può spedire, con il programma, più di un allegato)
Di seguito a precedente ... saluti Ivano
DATA: 20 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole
ALLEGATO: Screenshot 2024-03-20 081709.png
- TESTO: (leggi tutto)
24 Marzo 2024 Giro Lago Bolsena
Nota per i soli iscritti
Di seguito a precedente ... invio ulteriore immagine ortofoto percorso x parcheggio in Bolsena.
Ivano
DATA: 20 Mar 2024
OGGETTO: Giro Lago Bolsena ... 24 marzo 2024
ALLEGATO: Screenshot 2024-03-20 081515.png
- TESTO: (leggi tutto)
NOTA INFORMATIVA UTILI PER I PARTECIPANTI AL PERIPLO ISOLE LAGO DI BOLSENA
24 Marzo 2024
Partenza ore 7.30 (precise) dal Park di Largo de Dominicis snc Civitavecchia. Pervenire all’appuntamento con auto con carburante sufficiente!!!
ELENCO ISCRITTI
1 |
AGOZZINO PIER GIUSEPPE |
2 |
2 |
AIELLO TATIANA |
1 |
3 |
BALBI PAOLO |
2 |
4 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
5 |
DOMINICI ROMITI |
2 |
6 |
FRACASSA ROLANDO |
2 |
7 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
8 |
NUNZI FRANCO |
2 |
9 |
PANICO ANSELMO |
4 |
10 |
PAPPONETTI PAOLA |
2 |
11 |
PIRAS ROBERTO |
2 |
12 |
PODENZANA FEDERICA |
6 |
13 |
ROMITI IVANO |
2 |
14 |
SINI MAURO |
2 |
15 |
LAMBERTUCCI FABIO |
1 |
16 |
ZANELLA GIUSEPPE |
2 |
17 |
PERRONI DARIO |
5 |
|
|
|
|
|
40 |
|
|
|
Il pagamento del biglietto di euro 15 a persona, per il sevizio di navigazione, può essere fatto sia con contante che con POS prima di accedere nel battello!
La giornata del 24, da uno scrupoloso controllo dei bollettini meteo, dovrebbe presentarsi accettabile. E’ previsto, ad oggi, cielo coperto ed ampie schiarite, Ad ogni buon conto raccomando di premunirsi di ombrellini e Kway. Il battello ha la parte bassa centrale chiusa e quindi, per ogni evenienza, al riparo da ogni perturbazione, mentre la parte alta, con posti a sedere, aperta, consente ampia vista, più adatta per fotografare.
Rammento ancora che in caso di condizioni meteo pessime (ad oggi non previste) il giro Lago non verrebbe effettuato d’ufficio, ed a noi resterebbe la consolazione di una giornata di shopping per la cittadina, che comunque offre spunti di rilievo. E, per chi avesse prenotato il pranzo in un ristorante, un buon menù con prodotti di Lago.
Percorso stradale: … si prende la superstrada per Viterbo ed allo svincolo Viterbo Nord si prende per la seconda uscita, ovvero “Cassia Nord Siena … Montefiascone”. La prima uscita porta a Viterbo nord direzione “Viterbo Cassia”, se uno prende per sbaglio quella direzione alla prima rotonda che incontra deve girare e tornare indietro verso Montefiascone.
Giunti nel suburbio della cittadina di Montefiascone si devia a sinistra per Via Cassia nuova direzione Lago (vedere indicazioni stradali). Si percorre quindi la strada Regionale n. 2 Cassia fino a Bolsena centro ed in prossimità di un semaforo si gira a sinistra per “Via Colesanti,” per Lungolago Porto … e zona parcheggio. Dopo un centinaio di metri si raggiunge una rotonda prospiciente il Lago, si gira a destra imboccando la litoranea e poi poco più avanti si raggiunge lo spazio sosta, posto sulla destra.
Lo spazio dedicato alla sosta, a pagamento, viene 5 euro a vettura per un’intera giornata, (cosa che consiglio). Fermo restando che lì intorno ci sono anche parcheggi consentiti senza pagamento di ticket! Le auto elettriche od ibride non sono esentate dal pagamento del parcheggio linee blu.
Eventuali prescrizioni estemporanee di traffico, in Bolsena, con deviazioni stradali diverse da quelle indicate dovranno essere superate cercando di accedere, comunque, alle aree parcheggio e raggiungere il porticciolo del Lago tra le 9.30 … 9.45. Ad oggi, su indicazioni del Comando Vigili Urbani locale, il percorso indicato risulta libero!
Qualsiasi problema che dovesse sorgere e frapporsi ai partecipanti, durante lo spostamento auto, mi dovrà essere comunicato (388 6958494), perché il battello partirà dal porticciolo, comunque, non più tardi di ore 10! Quindi per quell’ora “chi è dentro l’imbarcazione è dentro, chi è fuori è fuori”, purtroppo eventuali ritardatari salterebbero il giro Lago! Non ho facoltà di spostare io l’orario di partenza, semmai di poterlo ritardare per poco!
Raccomando una guida auto regolare e tranquilla a tutti (nel tratto Montefiascone Bolsena sono presenti apparecchi controllo velocità), nel termine di un ora e mezza dovremmo giungere tranquillamente a Bolsena sul molo imbarchi.
Su indicazioni del Pilota dell’imbarcazione segnalo - per chi volesse pranzare (ore 12 circa) e non consumare un pranzo al sacco, al termine del giro barca - due discrete trattorie poste proprio vicino al punto di imbarco. Giuste per luogo, con una buona ristorazione, e per prezzi (ovviamente consumando un primo ed un secondo non si dovrebbe spendere tanto, chiedere pertanto il menù sempre a scanso di sorprese!!!) . Non assicuro a priori la disponibilità di posti negli esercizi indicati, per cui occorrerà singolarmente prendere contatti, per tempo, con i gestori.
Nota di Massimiliano (il pilota imbarcazione) su mia richiesta:
“”Buonasera Ivano le suggerisco Ristorante il Moro e Trattoria da Guido che si trovano adiacenti al punto d'imbarco e sono entrambi validi
Saluti
Massimiliano””
(documentarsi su internet)
Trattoria da Guido - Viale A. Diaz 1 Bolsena - (prossima al porto di imbarco)
0761799106 – 339 8747364
Email: info@trattoriadaguido.it
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Trattoria del Moro - Piazza Dante Alighieri Bolsena (prossima al porto di imbarco)
0761 798810
Email: info@trattoriadelmoro.it
Dettagli
FASCIA PREZZO 14 € - 37 € Diete speciali
Per vegetariani, Opzioni vegane, Opzioni senza glutine
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Porgendo un arrivederci a domenica mattina … per quanto, alle condizioni meteo del giorno, incrocio le dita ...Ivano
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All. vari
verranno spediti per motivi tecnici in più riprese
DATA: 16 Mar 2024
OGGETTO: Iniziative umanitarie e sociali nel Territorio
ALLEGATO: 8 Immagine WhatsApp 2024-03-16 ore 09.52.16_a341db71.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Camminatori,
così esordisce l'appello inviatomi da Salvatore Pisano ed Anna Wapercoska, da tempo impegnati nel sociale ....
""Questo magnifico uovo di Pasqua con sorpresa, pesa 4 kg e sarà sorteggiato con il primo numero estratto sulla ruota di Roma Sabato 30 di Pasqua. Il costo del biglietto è di 5 Euro ed il ricavato sarà utilizzato per comprare generi alimentari che la Misericordia distribuisce tutti i Mercoledi alle famiglie in difficoltà. Per i biglietti contattare Peperoni o Pisano 338 9814875.""
°°°°°°°°°°°°°°°°°
Signori,
la Pasqua a grandi passi si va avvicinando. Festa della natura che si rigenera dal torpore e dalla stasi dei freddi invernali e che si rinnova nella incipiente dolce ed ammiccante primavera, (la triste metafora di un uomo che viene sacrificato su una croce, che risorge a vita, forse vuol dire proprio questo).
Le cose nel mondo non vanno affatto bene ed il nostro destino purtroppo è nelle mani di organismi egemoni che tra le mille cattiverie umane, ne stanno rispolverare la peggiore ... la guerra!
Nato in periodo bellico, ho vissuto tutti i postumi di una seconda guerra mondiale! Ho compartecipato con altri connazionali, miei coetanei, alla ricostruzione fisica e psichica di una nazione ridotta allo stremo da eventi bellici, da lotte sociali. Ora quando sento parlare di conflitto tra popoli, i ricordi riaffiorano in me e mi sopravviene tristezza e dolore.
Volentieri accetto iniziative tendenti ad alleviare, seppur non solutive, lo stato delle persone che vengono involontariamente coinvolte in conflitti, dettati solo dagli egoismi e dall' interesse di qualcuno. Un mondo che, per alcuni, dall'oggi al domani finisce in cumuli di macerie, corpi straziati, case famiglie cancellate per sempre dalla faccia della Terra ... per volere di chi, ed in forza di quale legge umana, poi!
Queste poche scarse frasi smozzicate raccolgono il mio mesto pensiero di questi giorni ....
Peranto auguro al mio Grande pianeta ... un domani di amore tra popoli, la fine del tempo dei soprusi, della violenza e della cattiveria!
Buona Pasqua a tutti Voi Camminatori .... Ivano
DATA: 14 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con circumnavigazione delle isole
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PERIPLO LAGO BOLSENA CON CIRCUMNAVIGAZIONE ISOLE
BOLSENA 24 MARZO 2024
NOTA PER I SOLI PARTECIPANTI
(Partenza ta Civitavecchia ore 7.30 largo de Dominicis s.n.c.)
Gentili Signori,
invio la nota iscritti alla iniziativa in argomento per dare conferma di quanti di Voi hanno datola loro adesione. Vorrete comunicarmi eventuali discordanze od inesattezze! Colgo l'occasione per informarVi che in caso di maltempo verrete informati prontamente sull'eventuale rinvio.
1 |
AGOZZINO PIER GIUSEPPE |
2 |
2 |
AIELLO TATIANA |
1 |
3 |
BALBI PAOLO |
2 |
4 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
5 |
DOMINICI ROMITI |
3 |
6 |
FRACASSA ROLANDO |
2 |
7 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
8 |
NUNZI FRANCO |
2 |
9 |
PANICO ANSELMO |
1 |
10 |
PAPPONETTI PAOLA |
2 |
11 |
PIRAS ROBERTO |
2 |
12 |
PODENZANA FEDERICA |
6 |
13 |
ROMITI IVANO |
2 |
14 |
SINI MAURO |
2 |
15 |
TASSELLI LAMBERTUCCI |
2 |
16 |
ZANELLA GIUSEPPE |
2 |
Saluti ... Ivano
DATA: 06 Mar 2024
OGGETTO: Giro Lago Bolsena ... 24 marzo 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GIROLAGO BOLSENA
24 Marzo 2024
Signori Camminatori
... nel'inviarvi l'elenco degli iscritti all'iniziativa a margine (con preghiera di controllo per eventuali omissioni od inesattezze), di seguito "incollo" il testo con alcuni cenni storici inerenti il Lago di Bolsena e le sue isole ...
1 |
AGOZZINO PIER GIUSEPPE |
2 |
2 |
BALBI PAOLO |
2 |
3 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
4 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
5 |
NUNZI FRANCO |
2 |
6 |
PANICO ANSELMO |
1 |
7 |
PIRAS ROBERTO |
2 |
8 |
ROMITI IVANO |
1 |
9 |
TASSELLI LAMBERTUCCI |
2 |
Il Gran Vulcano, il suo lago e le isole.
(IL “Girolago” proposto al Gruppo denominato della “Regina Amalassunta.”)
Bolsena, uno dei diversi laghi vulcanici presenti nella Regione. Esteso per circa 114 kmq, posto a 305 metri di quota è il più grande lago vulcanico d’Europa. 151 metri la sua massima profondità, per una media di metri 81.
Circa 360 mila anni fa l’imponente vulcano presente collassa, presumibilmente, per completo svuotamento della camera magmatica, e cede su se stesso mentre fa posto, nella sua depressione, al nostro Lago!
Nel suo lungo passato il complesso Bisentino ha compartecipato con la sua attività mista (fuoriuscita di lava viscosa, lava fluida o piroclasti) a creare e modellare l’orografia della regione circostante.
Tufi, trachiti e tefriti vengono “sparati” durante le sue frequenti eruzioni, di cui non si conoscono i tempi. Ma possiamo attribuire, senza dubbio, la particolare conformazione di alcune zone conosciute al nostro vulcano. Rupe di Orvieto, Civita di Bagnoregio, i Roggi della Selva del Lamone. Anche se, per la creazione della nostra magnifica e cara Selva, possa esser anche intervenuto il modesto e prossimo vulcano di Latera (anch’esso finito in un omonimo laghetto). Che, pur da profano, mi sento di poter affermare … propagine vulcanica ovest del maggior “Bisentino”!
C’è chi afferma che i due laghi siano in comunicazione, anzi che lo specchio d’acqua di Latera sia lo sfogo artesiano del maggiore lago di Bolsena! In proposito si racconta qualche storia agghiacciante!
Ma la bellezza del territorio “mosso” della nostra Tuscia (la disparità delle nostre forre) è dovuta senz’altro (anche) a quelle attività vulcanica!
Dobbiamo soltanto socchiudere gli occhi ed immaginare il momento in cui, molti e molti anni, fa migliaia di tonnellate di roccia del gran monte vulcanico, alto forse un migliaio di metri e più, con grande, immenso tuono, sono venute giù per disequilibrio statico. il rombo sicuramente udito a svariati km di distanza.
A ricordare questo cataclisma … le due isole presenti nel centro del Lago. La Martana e la Bisentina che rappresentano frazioni superstiti dell’alto cono vulcanico.
ISOLA BISENTINA
Si sviluppa su una superficie di circa 17 ettari e la sua altezza media è di 360 mt, sul livello del mare, se si accentua l’elevato del Monte Tabor, ove si troverebbe il misterioso accesso al Mondo di Agharti (cfr. internet se interessati al riguardo)!
Presenti la Chiesa rinascimentale dei Santi Giacomo e Cristoforo, il tempietto di Santa Caterina a pianta ottagonale di Antonio da Sangallo, che è costruito su un colombario di origine etrusca, e la Cappella del Crocifisso.
Numerose altre emergenze etrusche lasciano intuire che il luogo costituiva, per il popolo Rasenna, una cospicua parte cultuale e magica ove vi si svolgevano sacri riti! Del resto tutta l’isola, a questo si presta, data la sacralità ovunque sprigionata.
Uno stretto ed interessante cunicolo verticale, simile ad un pozzo profondo 30 metri, dal Monte Tabor (accesso al citato Mondo di Agharti), raggiunge il livello medio base dell’isola. Si tratta di un opera etrusca reimpiegata da religiosi (come del resto l’area tutta), in epoca altomedioevale, storicamente citata come la “Malta dei Papi”. Utilizzata dai religiosi quale carcere a vita per eretici e per monaci che avevano “rotto con il loro mondo”!
Ricordo che, nel corso di una mia lontana passata escursione con il gruppo, la guida postaci a disposizione, ci riferì la triste fine di accusati di eretismo che nel cunicolo venivano gettati!
La Bisentina lungo un suo percorso sentieristico circolare, presenta ben sette chiese. Nella progettazione e costruzione intervenne il Vignola per la volontà di Ranuccio Farnese il vecchio.
Vi risultano sepolti nella Chiesa rinascimentale Ranuccio Farnese il vecchio, Pier Luigi Farnese, la duchessa Gerolama Orsini ed il cardinale Ranuccio Farnese.
L’isola costituì rifugio, degli abitanti dei paesi rivieraschi, quando giunsero Longobardi e saraceni, questi attraverso il Fiume Marta, unico emissario del Lago.
Nel tempo, passata di proprietà in proprietà, la Bisentina dal 2017 risulta appartenere alla Famiglia Rovati, Luca e Sofia. Per poterla visitare occorre prenotarsi.
ISOLA MARTANA
L'Isola Martana ha un'altezza massima di 375 m s.l.m. ed una superficie di circa 10 ettari. Al suo interno si trovano i resti di un convento, ove “si dice” che vi fossero custodite le spoglie di S. Cristina, per evitare che cadessero preda dei barbari. Presenti i resti di un castello (ormai fatiscente) ma la sua nobiltà è dovuta alla Regina Amalassunta, che qui vi fu esiliata.
Il brano che segue è tratto da: "Marta, guida alla scoperta" di Maria Irene Fedeli
Rielaborazione testi a cura di Luca Viviani
. Amalasunta (in gotico Amalaswintha) fu regina dei Goti e l'unica figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti.
Nata a Ravenna nel 494 d.C. e cresciuta nella cultura romana, era una donna di grande intelligenza, dottissima, di carattere virile, vedova del nobile Eutarico Cillica da cui aveva avuto due figli: Matasunta e Atalarico, quest'ultimo designato dall'avo quale erede al trono.
Morto Teodorico nel 526 d.C., data la minore età del figlio, Amalasunta assunse la reggenza che segnò un ritorno alla politica dei migliori anni del regno di Teodorico.
Tuttavia i Goti, che riconoscevano solo il diritto delle armi e mal tolleravano il governo di una donna, avversavano la politica di Amalasunta che mirava a mantenere in equilibrio le due componenti etniche del regno, differenti per civiltà e fede: quella barbara e quella romana
I Goti si opposero all'educazione romana data ad Atalarico e reclamarono la formazione e la cura del giovinetto.
Spinto ad una vita sregolata, l'adolescente, già costituzionalmente debole, ne ebbe la salute immediatamente compromessa. Il 2 ottobre 534 Atalarico morì, lasciando la madre priva di qualsiasi diritto a quel governo che teneva in sua vece e che Amalasunta cercò di mantenere nelle sue mani associando al trono, dopo averlo sposato, il cugino Teodato, figlio di Amalafrida sorella di Teodorico.
Ma dopo il matrimonio Teodato assunse pieni poteri e con l'appoggio degli Ostrogoti mirò a sbarazzarsi di Amalasunta. Propose così all'infelice regina un viaggio "politico" attraverso la Toscana fino a Roma ma mentre percorrevano la Cassia, tra Bolsena e Montefiascone nel viterbese, Amalasunta cadde in un agguato organizzato dal marito.
Fu rapita e, con una barca, trasportata all'isola Martana nel lago di Bolsena dove restò relegata fino al 30 aprile 535, quando dei sicari la uccisero. Non è dato sapere come: strangolata mentre faceva il bagno, pugnalata, affogata, precipitata dall'alto della rupe dell'isola.
La sua fine offrirà il pretesto a Giustiniano (ultimo imperatore romano) per scatenare la guerra contro i Goti. Teodato tentò inutilmente di contrastare la reazione di Giustiniano ma, dopo la conquista di Napoli da parte del generale bizantino Belisario nel 536, Teodato fu rovesciato dagli stessi Goti, che elessero Vitige come suo successore.
Fuggito precipitosamente verso Ravenna con l'intenzione d'imbarcarsi successivamente verso Costantinopoli, venne fatto inseguire dall'appena eletto Vitige che non poteva permettersi di lasciare Teodato libero di agire. Raggiunto dai sicari del nuovo re e prima che potesse rifugiarsi a Ravenna, fu scannato sul posto.
Procopio di Cesarea, storico bizantino del 500, ci ha lasciato un ritratto di Teodato profondamente negativo. Esso viene descritto come un uomo avido e codardo, e che era impopolare sia tra l'elemento romano che tra quello gotico.
Fonti storiche, comunque, non precisano in modo chiaro il luogo dell'uccisione di Amalasunta; Procopio di Cesarea ne “La guerra gotica” così narra: "V'ha un lago in Toscana, chiamato Vulsinio, dentro a cui sorge un'isola assai piccola invero, ma munita di un forte castello. Colà Teodato teneva racchiusa Amalasunta". Quell'isola potrebbe anche essere la vicina Bisentina sulla quale, all'epoca, sorgeva una fortificazione, ma una consolidata tradizione, che trova più sostenitori, vuole che sia proprio la Martana l'isola fatale alla regina ostrogota.
La sua morte, carica di mistero, ha alimentato da sempre leggende a fosche tinte tra le popolazioni intorno al lago di Bolsena. Gli anziani del posto raccontano che dopo la sua morte il corpo di Amalasunta fu messo in una carrozza d'oro e seppellito sulla terraferma in uno dei sette colli posti davanti all'isola e che nelle notti di luna piena il suo fantasma aleggi attorno alle rocce e alle acque dell'isola Martana.
Inoltre molti pescatori di Marta (VT) affermano che durante le giornate di forte tramontana, vicino l'isola Martana, sia possibile ancora udire le urla strazianti della regina dei Goti.
Si narra anche di una strada che collegava anticamente l'isola Martana alla terraferma e che era solita essere percorsa dalla regina. A questa strada, probabilmente esistita viste le conferme degli ultimi rilevamenti subacquei, è stato dato il nome di "strada di Amalasunta" proprio in onore alla regina.
Nell'agosto 1994 a Marta (VT) fu ricordata la regina Amalasunta per il 1500° anniversario dalla sua nascita con il corpo bandistico del paese, tante imbarcazioni sul lago di Bolsena (comprese alcune gondole veneziane) e una targa commemorativa affissa su una parete rocciosa dell'isola Martana.
Inoltre, sempre in questo stesso anno, in occasione dell'anno Amalasuntiano, le barche etrusche del lago di Bolsena parteciparono alla Regata Storica a Venezia e un modello delle stesse, completo in tutti i dettagli, è stato donato al Museo Storico Navale dove è attualmente esposto.
Presso il numero civico 106 di via Amalasunta, nel centro storico di Marta, la tradizione individua in questo edificio la "Casa di Tomao", ossia la casa del leggendario pescatore che portò Amalasunta sull'isola Martana e che tenne i contatti tra la regina dei Goti e la popolazione martana. A questo leggendario pescatore martano è dedicata una piccola piazza conosciuta dai martani come "Laco (lago) Tomao".
Vanì, 6 marzo 2024
DATA: 03 Mar 2024
OGGETTO: Pasqua sui Monti Sibillini 30 ... 1 aprile 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
30 31 marzo – primo aprile 2024
(Ponte pasquale)
Prenotazioni ad iniziativa personale
Le Marmore - I Monti Sibillini – Polino – La Pelosa – l’Eremo di Sant’Antonio - Spoleto . Il lago di Piediluco
Per partecipare occorre contattare la Direzione dell’Albergo Don Bosco SERENA 0744 789120 - 320 1147268. In linea di massima il costo della pensione completa per persona euro 150 dalla cena del Sabato al pranzo del lunedì. Se interessati affrettarsi aa prenotare l’Hotel si riempie rapidamente. Ad oggi mi risultano prenotate, di noi, circa 12 persone!
Un caro saluto sui Monti Sibillini ... Vanì
DATA: 03 Mar 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole domenica 24 marzo 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PERIPLO LAGO BOLSENA CON CIRCUMNAVIGAZIONE ISOLE
PROGRAMMA DI MASSIMA DELLA GIORNATA
24 Marzo 2024
Lago di Bolsena in motonave – partenza dal Porticciolo lacustre giro delle isole rientro
(PRENOTAZIONI 388 6958494 …. IVANO con mail vanivani@alice.it o con whatsapp)
Pranzo al sacco sul battello – ovvero ad iniziativa di ciascuno presso pizzerie o ristoranti sul Lungolago post minicrociera
Costo biglietto battello euro 15 persona – no trattamenti particolari –
Partenza con motonave da Bolsena ore 9.30 – 10 – ore 11.30 12 rientro nella Cittadina
Partenza da Civitavecchia Largo De Dominicis snc (avanti Sport Garden Zona San Liborio) ore 7.30 – ritrovo ore 7.15
Percorso auto A 12 uscita x Monteromano ingresso superstrada, uscita viterbo nord Via Cassia Montefiascone. Si raggiunge Bolsena (fare attenzione alla velocità consentita ... presenti dispositivi controllo)
Parcheggio auto nella cittadina in luogo a pagamento o libero
(per il 10/3 o 17/3 altra iniziativa in fase di programmazione)
Qualche nota storica sui luoghi dell’escursione (in allestimento)
Frattanto riporto le iscrizioni ad oggi con preghiera di verifica di omissioni
1 |
ROMITI IVANO |
1 |
|
2 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
|
3 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
|
4 |
PANICO ANSELMO |
1 |
|
5 |
CACACE ANTONIO |
1 |
|
6 |
CALIUMI GUALTIERO |
1 |
|
7 |
LUCIONI ALFIO |
1 |
|
8 |
NUNZI FRANCO |
2 |
|
9 |
PIRAS ROBERTO |
2 |
|
Saluti vanì
Documenti sul sito
DATA: 03 Mar 2024
OGGETTO: Tutti al Casale di Massimo e Massimiliana ... Tolfa 17 marzo 2024
ALLEGATO: S Screenshot 2024-03-03 125203.png
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Trek Fra’ Diavolo!
“Tutti
al
Casale di Massimo e Massimiliana”
Domenica 17 Marzo 2024
******
Ho accettato con piacere la proposta di Massimiliana e Massimo di trascorrere, con il Gruppo, una giornata “conviviale” presso il loro Casale. E ciò ancor più volentieri, dopo aver visitato il luogo ove sorge questo loro rustico ben conservato nella sua struttura architettonica agreste di un tempo! Dimora storica di vite passate ove ancor si percepiscono, dalla cura del luogo, presenze positive di chi veramente l’ha onorata vissuta ed amata!
Immerso in un bosco secolare di querce, faggi ed aceri “tolfetani”, il Casale, per quel poco tempo che lì sono stato in visita, mi ha fatto viaggiare nel tempo, dove quel fattore della relatività “Einsteiniana” è annullata da forze fisiche inspiegabili, ancora poco conosciute!
Varcato il cancello di accesso, fissando gli occhi dei miei due interlocutori, la mia meraviglia e stupore per la bellezza ed amenità del luogo, ha cercato di suscitare, con lo sguardo risposte, per il gesto di condivisione voluto, con noi, del casale e suoi dintorni, seppur per il giro di una manciata di ore!
Quel loro stupendo mondo familiare, così intimo ed ospitale, sacro pastorale ed idillico … ci verrà aperto dai nostri amici come uno scrigno di perle, … perché questo? Il piacere di condividere qualcosa per il puro senso della nostra amicizia!
Ma … nella fretta ho trascurato l’onomastica ed i suoi i significati che, a volte “ci prendono” e calzano gli uomini alla perfezione, … già Massimo … “nome d’uomo Superlativo di Grande”, Massimiliana … “Persona Grandissima, Somma, Eccelsa”!
IL PROGRAMMA
17/03/2024
Ritrovo auto partecipanti Largo de Dominicis Snc Civitavecchia ore 10.15 – partenza ore 10.30,
Pranzo … grigliata comune, fuoco a cura dei nostri amici Massimo e Massimiliana che ci precederanno.
Raccomando di onorare la tradizione pasquale con pizza di Pasqua Civitavecchiese, uova sode, vino rosso e salame!
Il Casale è fornito di “patio” con tavolo ove possono pranzare una ventina di persone! Per questo prego i possessori di tavoli da “Pic-Nic” di portarli al seguito per poterci sistemare un po’ tutti a sedere comodamente!
PERCORSO STRADALE
Si raggiunge il casale designato superando Tolfa, procedendo verso Manziana per quella che viene definita strada di Rota. Dopo poco (circa un km dalla cittadina collinare) si raggiunge e supera il bel fontanile sulla sinistra, poco dopo si gira a sinistra per una strada asfaltata che si dipana verso il Mignone e dopo un centinaio di metri, sempre sulla sinistra, si entra in un cancello, al cui ingresso sono presenti due colonne e cipressi. Il parcheggio entro la proprietà o fuori sulla strada!
Informo che non è necessario comunicarmi la vostra presenza, per quanto e comunque, se lo doveste fare, ciò non guasterebbe!
Un caro saluto a tutti …
NOTA ULTIMA …
Nel caso di condizioni di tempo proibitive provvederemmo a rinviare la giornata conviviale!
Vanì, 2 marzo 2024
DATA: 20 Feb 2024
OGGETTO: RINVIO PERIPLOLAGO DI BOLSENA 3 MARZO 2024 PROPOSTA ALTERNATIVA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
RINVIO PERIPLO LAGO DI BOLSENA
Buona sera Camminatori,
proprio ora, in fase interlocutoria, vengo informato, dalla società di navigazione, che il servizio iniziale sul lago di Bolsena è stato spostato dal 1* di marzo al 20 marzo 2024, contrariamente con quanto con me convenuto non più di una decina di giorni fa, pertanto sono costretto a sostituire tale iniziativa con una escursione tradizionale, che presto comunicherò,
Pertanto ringrazio le 16 persone che mi avevano già inviato la loro prenotazione. Se interessati potranno reiterarla per la nuova data che designerò.
Trascrivo di seguito i colloqui mediatici intercorsi in proposito:
Buonasera Ivano, mi dispiace ma i nostri servizi riprenderanno il 20 marzo
Saluti
Massimiliano
Da vanivani@alice.it
A info@navigazionealtolazio.it
Cc
Data Mon, 19 Feb 2024 10:39:01 +0100 (CET)
Oggetto R: Re:Messaggio dal sito web Navigazione Alto Lazio
Buon giorno Massimiliano,
di seguito ai colloqui odierni, Le confermo che sto organizzando per domenica 3 marzo prossimo venturo, un "giro lago" completo (periplo isole - euro 15 persona). Prevedo di pervenire intorno alle ore 9.30 - 10.00 al Porto di Bolsena, non ho idea di quanto tempo si impieghi per il viaggio auto Civitavecchia-Bolsena, noi partiremo verso ore 7.30. Poi tenuto conto del parcheggio ed il tratto a piedi nella sua città. Le chiedo quindi di considerare questa mia nota di prenotazione che confermerò con il nr dei partecipanti nella giornata di marted' 27 febbraio 2024.
Saluti Ivano
DATA: 19 Feb 2024
OGGETTO: Periplo Lago di Bolsena con isole
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Trek Fra' Diavolo
Civitavecchia
............................................................
PERIPLO LAGO BOLSENA
Domenica 3 Marzo 2024
Signori Camminatori,
mi riferisco alla nota "programma" inviatavi di recente per fornirvi indicazioni pIù dettagliate per ben partecipare alla iniziativa indicata:
- partenza auto da Civitavecchia ore 7.30 ... presumibile ora di arrivo nella cittadina di Bolsena ore 9.00. Parcheggio pubblico in area comunale con pagamento ticket.
-partenza battello dal porticciolo di Bolsena ore 9.30
-orario di rientro 11.45
-pranzo al sacco ovvero a cura di ciascuno presso i locali lungolago
-il biglietto si effettua all'atto dell'accesso sul battello (euro 15 persona) non occorre anticipare nulla!
-per partecipare inviare richiesta entro il 26/2/2024 (indirizzo sotto indicato)
-possibilità di prenotazione successiva alla data utile indicata, compatibilmente con le prenotazioni che la società di navivazione dovesse ricevere dopo tale data.
.pomerigio libera visita al centro storico di Bolsena
Termine utile per le prenotazioni
LUNEDI' 26 FEBBRAIO 2024
contattare
TEL 388 6958494 (Ivano) od inviare MAIL vanivani@alice.it
PROTOGIROLAGO
1 |
ROMITI IVANO |
1 |
|
2 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
|
3 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
|
4 |
PANICO ANSELMO |
1 |
|
5 |
CACACE ANTONIO |
3 |
|
6 |
CALIUMI GUALTIERO |
2 |
|
7 |
LUCIONI ALFIO |
2 |
|
8 |
|
|
|
9 |
|
|
|
Comunicare eventuali discordanze ... grazie SALUTI IVANO
DATA: 18 Feb 2024
OGGETTO: Programma di massima Gruppo febbraio ... marzo ... aprile 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Fra’ Diavolo Civitavecchia
Prossimo Programma a venire
3 Marzo 2024
Periplo Lago di Bolsena con motonave – partenza dal Porticciolo lacustre giro delle isole rientro
(PRENOTAZIONI 388 6958494 …. IVANO)
Pranzo al sacco sul battello – ovvero ad iniziativa di ciascuno presso pizzerie o ristoranti sul Lungolago
Costo biglietto battello euro 15 persona – no trattamenti particolari –
Partenza con motonave da Bolsena ore 9.30 – 10 – ore 11.30 12 rientro nella Cittadina
17 marzo 2024
“entourage” Luni Sul Mignone
Il Fiume ... il Guado millenario ... La Tomba delle Cariatidi i suoi aspetti architettonici ed il suo probabile utilizzo nel tempo delle persecuzioni “cristiane” e nell’alto medioevo!
24 marzo 2024
AL CASALE DELLA MASSIMILIANA
(Tolfa discesa di Rota)
Menù tassativo a cura personale di ciascuno
Pizza di Pasqua Civitavecchiese , uova sode, salame e vino rosso toscano
(poi anche grigliata di gruppo)
30 31 marzo – primo aprile 2024
(Ponte pasquale)
Le Marmore - I Monti Sibillini – Polino – La Pelosa – l’Eremo di Sant’Antonio - Spoleto . Il lago di Piediluco
Per prenotare occorre contattare la Direzione dell’Albergo Don Bosco SERENA 0744 789120 - 320 1147268. In linea di massima il costo della pensione completa per persona euro 150 dalla cena del Sabato al pranzo del lunedì. Se interessati affrettarsi aa prenotare l’Hotel si riempie rapidamente di altre persone.
Un caro saluto ... Vanì
DATA: 16 Feb 2024
OGGETTO: 18 Febbraio 2024 ... Dallo Stazzalone al ... Mondo di Peppuiccio l .Eremita
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
18 FEBBRAIO 2024
DALLO STAZZALONE ALLE TUFARELLE
:::::::::::::::::::::::::::::::::::
Buon giorno Signori Camminatori,
con molto piacere comunico che i bollettini meteo dei principali siti Internet attendibili indicano, nella giornata di domenica 18 febbraio, cielo sereno e temperatura tra i 12 e 15 gradi Celsius.
Questo ci permetterà di trascorrere una piacevole escursione in un luogo, dall'aspetto naturalistico, veramente particolare ... prati ameni che si perdono a vista d'occhio, ove primavera è già dolcemente adagiata. Roveri giganteschi che primeggiano boschi secolari, scampati alla furia distruttrice dell'uomo.
Accenderemo un bel fuoco, in luogo sicuro, per gradire carni aromatizzate dal profumo di sana legna, che nelle "vecchie generazioni" risveglierà il ricordo di un tempo passato.
Rammento:
- il nuovo punto di ritrovo presso lo Sport Garden di Civitavecchia, ore 8.15 ... partenza 8.20
- munirsi di occorrente per la brace...
- per la camminata ... bacchette da trekking, buste o stivali per superare lievi guadi (a titolo precauzionale) credo che comunque non ce ne debba essere bisogno!
- nel momento della sosta caffé presso l'Eurospin di S.Severa ridurre, in quanto possibile, il numero delle vetture, che opportunamente potranno essere lasciate in quel parcheggio senza oggetti sui sedili in vista! Questo per i limitati posti di sosta nei pressi del punto partenza escursioni!
Altro "nin so!" come apostrofava Martufello ...
Saluti Vanì ... venerdì 16 febbraio 2024
DATA: 16 Feb 2024
OGGETTO: Iniziative culturali del comprensorio --- il Prof. Livio Spinelli ... conferenza sulla nascita della Marina Ebraica a Ci
ALLEGATO: Screenshot 2024-02-15 235931.png
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
Vi allego l'invito del nostro associato, prof. Spinelli, ad intervenire alla importante conferenza che lo stesso terrà presso il Circolo Culturtale il Conservatorio di Civitavecchia, Via A. Lesen n. 10, sabato 17 febbraio alle ore 18.30, dal titolo
"Un itinerario nei luoghi della memoria dove nacque l'attuale Marina d'Israele"!
Un caro saluto, Vanì
Cv16/02/24
DATA: 14 Feb 2024
OGGETTO: Dallo Stazzalone alle Tufarelle di Peppuccio l eremità ,,, Monti della Tolfa
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PEPPUCCIO COLPISCE ANCORA
DALLO STAZZALONE ALLE TUFARELLE
18 FEBBRAIO 2024
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Buon giorno Camminatori,
rilevo nuovamente, all'orizzonte temporale della giornata del 18/2/24, problemi meteo ( piogge dalla prima mattina fino alle ore 16 almeno)! Tranquilli ... sempre in guardia, le uscite con sospetti ed evidenti minacce di pioggia verranno da me opportunamente evitate con preavviso dalla giornata di venerdì p.v.
Riguardo i messaggi che alcuni ricevono nella cartella SPAM, abbiamo il sospetto che il relativo account di ciascuno sia responsabile di questo disservizio! Mi spiego meglio, per giungere a determinate conclusioni personalmente ho caricato due miei indirizzi di posta elettronica sul sito. Mentre uno funziona, l'altro no! ed in questo caso la mail che mi sono, all'uopo, inviato finisce nella famigerata cartella SPAM di uno di questi due indirizzi! L'origine di tale termine vado a sotto indicare, tanto per intrattenerVi un po' ...
"Il vocabolo “spam”, di fatto, è l'acronimo ottenuto dalla contrazione dei termini in lingua inglese “spiced” e “ham” (prosciutto speziato); con tale parola si indicava, originariamente, un marchio di carne in scatola condita con spezie, dal costo contenuto, prodotta utilizzando in particolar modo carne di maiale, (dal saporte particolare e da tenere sotto controllo!)"!
Saluti Vanì (14/02/2024)
DATA: 10 Feb 2024
OGGETTO: Dallo Stazzalone alle Tufarelle di Peppuccio l eremità ... Monti della Tolfa 11 febbraio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
DALLO STAZZALONE ALLE TUFARELLE
11 FEBBRAIO 2024
2^ Comunicazione cautelativa
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Gentili Signori Camminatori,
rilevo che alcuni di voi non hanno ricevuto la mia mail di rinvio dell'uscita di domani. Il problema chiarito con il gestore del sito, risiede in un malfunzionamento di certi PC, che convogliano messaggi nella cartella SPAM dei rispettivi Account. Pertanto provvedo a trasmettere un'ulteriore nota sperando in una spedizione pi fortunata.
Saluti Vanì - 10/2/2024
DATA: 09 Feb 2024
OGGETTO: Dallo Stazzalone alle Tufarelle di Peppuccio l eremità ... Monti della Tolfa 11 febbraio 2024
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Buona sera Camminatori,
con decisione un po' sofferta, maturata dalle previsioni diramate da alcuni siti meteo particolarmente attendibili, rinvio l'uscita di domenica 11/2/2024, senz'altro avviso!
La stessa verrà riproposta domenica 18 febbraio 2024.
Per i soli civitavecchiesi .... Buon "Faro Carnevale 2024" .... IVANO
___________________
PS
Ma io mi terrò dalle dovute distanze, ammesso che il comitato della manifestazione decida di sfidare "Giove Pluvio".
Rammento per domenica prossima, per chi si fosse messo da poco in contatto, la variazione del luogo di ritrovo, posto a Largo De Dominicis "sport Garden" Zona Faro - Civitavecchia.
Controllate la cartella SPAM del Vs/ PC quando ritenete che non vi sia pervenuta quyalche mia comunicazione
DATA: 06 Feb 2024
OGGETTO: Dallo Stazzalone alle Tufarelle di Peppuccio l eremità ,,, Monti della Tolfa
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
TUFARELLE - DIMORA DI PEPPUCCIO L'EREMITA
Domenica 11 Febbraio 2024
Buon Giorno Signori,
preannuncio un possibile rinvio dell'uscita alle Tufarelle per certe previsioni meteo poco raccomandabili apparse sui principali siti Internet. Nella giornata di venerdi p.v. mi riservo di comunicare con certezza le mie decisioni.
Mentre Vi saluto .... Vanì
CV 6/02/2024
DATA: 01 Feb 2024
OGGETTO: Dallo Stazzalone alle Tufarelle di Peppuccio l eremità ,,, Monti della Tolfa
ALLEGATO: Video WhatsApp 2024-01-31 ore 10.48.40_f99bbc47.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
DALLO “STAZZALONE” ALLE TUFARELLE – LUNGO IL FOSSO DI MONTEJANNI
NEI MONTI DELLA TOLFA
11 Febbraio 2024
************
Partenza ore 8,30 dal Park dello Sport Garden - ore 8,15 ritrovo
Escursione di Km. 5
Di media difficoltà
Guadi superabili con scarpe da trekking
No traversamento di macchie con rovi
Pranzo … grigliata comune previo fuoco sociale od al sacco
Utili bacchette da trek
Sosta caffè Bar sulla Provinciale S.Severa Tolfa ove è posto l’Eurospin
Percorso auto : dal parcheggio di Civitavecchia Largo G. De Dominicis snc (San Liborio – zona Faro avanti Sport Garden) si entra nell’A 12 … uscita Santa Severa-Santa Marinella. Per sosta caffè si scende verso l’Aurelia Bar presso il centro commerciale citato. Dopo il ristoro si riparte per la Provinciale S.Severa Tolfa. Parcheggio in località Stazzalone. Punto di Partenza escursione presso il Ponticello sul Torrente.
Il percorso della escursione ci porta a transitare meravigliosi rilievi collinari dei Monti della Tolfa che, quanto a bellezze naturalistiche, non ho mai trovato comparabili con nessun altro luogo da me conosciuto. Il sentiero percorribile, agevole, è ovunque accompagnato da aceri e querceti che, di quando in quando, lasciano ampi spazi ad imponenti e maestosi austeri roveri finché si dispiegano dolci rilievi, in ampi ed estesi prati fioriti di primule, bucaneve, crocus vernus ed etruschi asfodeli.
Qui regna, allo stato brado, la bianca mucca podolica dalle grandi corna lunari che riesce a sopravvivere e superare tutte le ingiurie del tempo. Siccità, scarso pascolo, ove se non di proprietà e quindi non foraggiate, la portano a nutrirsi anche di arbusti di sottobosco spinosi che sopravvivono nei periodi siccitosi. Imperterrite queste bestie, superano inverni gelidi, ed estati torride, costrette a volte a percorrere chilometri per raggiungere rare pozze d’acqua per placare la sete. In questi ultimi tempi poi si è aggiunta un'altra insidia… la presenza di lupi, introdotti per contrastare le migliaia di cinghiali che i cacciatori dicono qui presenti in gran quantità per aggiustare il loro tiro le loro carte. Come se non bastassero le organizzate “cacciarelle”!
Ma io, che frequento assiduamente queste “lande” selvagge, posso asserire che raramente incontro cinghiali nei sentieri. Sono costretti, questi animali, ormai per sopravvivere, a frequentare i margini delle città, ove trovano sicurezza dai loro spietati predatori e nutrimento dai notevoli rifiuti organici dell’uomo.
I boschi rendono ormai scarsa ghianda, i prati stentano a germogliare piante spontanee eduli. Tra l’altro non sono più presenti rettili od altri piccoli mammiferi di cui i cinghiali potevano nutrirsi. Gli uccelli poi … ormai le loro immagini sono presenti soltanto sulle enciclopedie di ciascuno!
Tornando alle nostre Podoliche, sono queste, a volte predate da branchi di lupi che si sono moltiplicati. Questi canidi riescono anche ad abbattere imponenti animali in salute, seppure poi preferiscono attaccare individui vecchi e malati o giovani, che vengono abbattuti più facilmente.
Le “Tufarelle”, termine forse utilizzato in loco per significare alberi di quercia o spazi del bosco ove affiora tale roccia, già abitate nel neolitico dall’uomo primitivo, hanno dato di che vivere al popolo etrusco, qui attratto dalla presenza di minerali, per l’agricoltura e l’allevamento del bestiame.
Sono qui evidenti, ovunque, emergenze etrusche, seppur in stato di abbandono, sopraffatte dalla vegetazione spontanea. Ma è qui che un bel giorno, un uomo nativo di Allumiere, decise di ritirarsi a vivere sbarcando il “lunario” con frutti di bosco, animali selvatici, forte delle esperienze di vita e della sopravvivenza maturate nel proprio paese. Così nasce un mito, una storia, quella di “Peppuccio l’eremita”, amico di tutti, boscaioli, cacciatori ed escursionisti della prima ora!
Quale persona particolare, carismatica io ne rinnovo il ricordo! Onde il suo passato non scompaia con quanti, della mia generazione, hanno avuto l’opportunità di conoscere!
Per questo fine sul sito pubblicherò una bella “pagina” del prof. Spinelli dedicata a quest’uomo, che è venuta a mancare una quindicina di anni fa. Mentre racconterò la vicenda di una domenica, una delle tante, che dedicai alle “Tufarelle” ed a Peppuccio, a spunti particolari della sua vita ed al racconto dei ultimi momenti in cui l’eremita, al secolo, Giuseppe Fabbi, lasciò questo mondo di lacrime!
“A Ivà, lasceme qui quella bella Signora. Qui se sta bene, c’ho casa, cucina, bagno e camera da letto! Je fo fa la vita da regina, credeme!”
Così esordì Peppuccio, quando con un Gruppo di circa 80 “Tiburziani” giunsi alla “Tufarelle” era allora domenica 13 aprile del 2008. E lui, ancora attivo malgrado in età veneranda, aveva messo gli occhi su una bella vedova, rossa di capelli, con belli ed evidenti attributi femminili corporali! Sulla “novantina”, alto, robusto, una bella carnagione rosa, occhi cerulei, nessuna ruga sul viso! Viveva così allo stato “brado”, l’eremita, conservando un bell’aspetto ed una salute invidiabile. Aveva impalmato ben tre mogli che, ad una ad una, aveva accompagnato al cimitero!
Ovviamente quella bella signora, seppur ebbe molto gradito il complimento, quell’adulazione, se ne guardò bene dal restare alle Tufarelle, se tornò a casa con noi! Si sa come son fatte le donne!
La signora, in seconde nozze, aveva contratto matrimonio con un pezzo grosso, avanti d’età, dirigente di un importante scalo aeroportuale! Per giunta l’uomo pieno di soldi e proprietà, molto presto, lasciò questo mondo e la Signora fruì di una reversibilità pensionistica da capogiro, di appartamenti in città a Londra e Parigi.
Ricordo ancora il vino “fragolino” di Peppuccio, che una volta riuscii a bere con giri e forze di stomaco. Servito in un bicchiere di vetro non più trasparente. Le sue mani contadine poi …!
Una volta poi mi confidò il suo pitigris familiare (di tutto rispetto …) Giuseppe Fabbi discendeva dalla importante ed antica famiglia dei Fabii che tanto lottò contro i Veienti….
““I trecento Fabii… Veio contro Roma
Trecento e trecentosei uomini componenti la gens fabia, furono, secondo quanto tramandato da autori latini, sterminati dagli etruschi, nella battaglia del Cremera. 477 a.C. Dalla strage scampò soltanto un fanciullo che, per l’età, era rimasto a Roma, Quinto Fabio Vibulano.””
Da queste parti archeologiche si fanno sempre straordinarie scoperte ….
Vanì 1°/02/2024
DATA: 23 Jan 2024
OGGETTO: VISITA PARCO ARCHEOLOGICO VULCI DOMENICA 28 GENNAIO 2024
ALLEGATO: img20240120_13110003 - Copia.jpg
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GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
PRO MEMORIA
NUOVO LUOGO PARTENZA ESCURSIONI DA CIVITAVECCHIA
LARGO G. DE DOMINICIS SNC
AVANTI SPORT GARDEN SAN LIBORIO ZONA FARO
Rinnovo informativa
Domenica 28 gennaio 2024
Ore 8.15 ritrovo - partenza ore 8.30 - Vetture proprie
Pranzo al sacco
Si raggiunge biglietteria Parco Vulci prendendo A 12
Saluti Ivano. 23/1/24
DATA: 21 Jan 2024
OGGETTO: Requiem per le mozzarelle di Bufala e delle relative produttrici
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2024-01-21 ore 07.54.59_838a8cdb.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
... dal Prof Livio Spinelli
"REQUIEM PER LA MOZZARELLA DI BUFALA E ... DELLE POVERE FATTRICI"
Grazie Livio … purtroppo, per noi "laziali" partecipare alla importante manifestazione in Campania, ritengo risultare difficoltoso, dato il luogo di svolgimento. Comunque non condividendo appieno lo sterminio "organizzato" nei confronti di animali così pacifici, emblema del nostro Centro Sud, e delle gustosissime mozzarelle prodotte, su disposizioni poi incomprensibili (vorrei tanto conoscerne le motivazioni ... vuolsi così colà dove si puote??? sempre attuale), invierò informativa al Gruppo per eventuali interessati! Saluti Ivano
DATA: 13 Dec 2023
OGGETTO: Momenti Culturali Prof. Livio Spinelli .... Sabato 16 dicembre presso il Circolo del Conservatorio Via A. Lesen 10, Civi
ALLEGATO: PROF SPINELLI.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
nell'inviare la locandina relativa alla presentazione del libro "Mosca terza Roma - da Giulio Cesare a Putin" il sistema informatico ha allegato una foto relativa ad una manifestazione folcloristica della Città di Tolfa, diversa da quella della manifestazione del Prof. Spinelli. Provvedo ad inoltrare l'immagine giusta.
Un nuovo saluto. Vanì
DATA: 13 Dec 2023
OGGETTO: Prof Livio Spinelli ... Momenti culturali Sabato 16 dicembre ore 18 presso il Conservatorio Via A. Lesen, 10 Civitavecc
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2023-08-21 ore 15.40.36.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
vi trasmetto l'invito a partecipare alla presentazione del volume realizzato dal nostro caro Prof. Spinelli "Mosca terza Roma - da Giulio Cesare a Putin", che si terrà presso il Circolo Culturale il Conservatorio Via A. Lesen 10 Civitavecchia "Sabato 16 dicembre - ore 18".
Saluti Vanì
All.
DATA: 12 Dec 2023
OGGETTO: CONVIVIALE NATALIZIA 16 DICEMBRE 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
NOTA PER GLI ISCRITTI
Al pensiero e nel piacere di incontrarVi SABATO 16 dic 2023 nella nota giornata conviviale, vi trasmetto, per pura e sincera burocrazia, elenco delle iscrizioni con preghiera di segnalare eventuali discordanze ... saluti a Voi .... Vanì
1 |
BANDELLA DOMENICO |
3 |
2 |
AIELLO TATIANA |
2 |
3 |
BIANCHINI LIVIANA |
1 |
4 |
CASTALDO MARIO |
3 |
5 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
6 |
FRACASSA ROLANDO |
2 |
7 |
LA ROCCA DANIELE |
2 |
8 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
9 |
NAPOLITANO M GRAZIA |
1 |
10 |
PANICO ANSELMO |
2 |
11 |
PIERUCCI EMILIA |
1 |
12 |
PIR0LI MARCELLO |
3 |
13 |
ROMITI IVANO |
1 |
14 |
TASSELLI LAMBERTUCCI |
2 |
15 |
TUVERI MASSIMO |
3 |
DATA: 12 Dec 2023
OGGETTO: Feliz Navidad
ALLEGATO: noel.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
a grandi passi Natale si avvicina, sempre dolce e cara questa ricorrenza, che passa così fuggente che nel pensiero è già nel suo ricordo! Come nel ricordo dei momenti di vita comune di gioia, di luoghi e di persone passati, sfumati nella mente, ed è in questo vago pensiero che rivolgo a Voi tutti i miei più sinceri e fervidi voti augurali che la vita possa riservarVi momenti sempre migliori ....
Vanì dic 2023
DATA: 07 Dec 2023
OGGETTO: Infvormative medico scientifiche a cura del Comune di Santa Marinella
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2023-12-07 ore 15.22.34_ce45cbd9.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
MARTEDI' 12 DICEMBRE
AULA CONSILIARE - PALAZZO DEL MUNICIPIO
DEL
COMUNE DI SANTA MARINELLA
Via Cicerone, 25
(dalle ore 15 a seguire)
************************
Signori Camminatori,
porto alla Vostra attenzione l'invito rivolto al Gruppo dal Dottor Paolo di Vito (escursionista a tempo libero), ad intervenire alla interessante riunione medico scientifica che si terrà in Santa Marinella in data e luogo indicati, sulla eventuale ed ipotetica relazione tra "Diabete ed Alzheimer, effetti invalidanti".
Conferenza patrocinata dall'ADI.CIV, dal Comune e dalla Croce Rossa di S.Marinella-S.Severa.
Dettaglio "o.d.g." specificato nella nota informativa allegata.
Saluti .... Vani'
DATA: 05 Dec 2023
OGGETTO: CONVIVIALE NATALIZIA 16 DICEMBRE 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CONVIVIALE NATALIZIA SABATO 16 DICEMBRE 2023
AGRITURISMO MORANI S.SEVERA
**************
Nota iscritti al pranzo natalizio
1
|
BANDELLA DOMENICO
|
3
|
2
|
BIANCHINI LIVIANA
|
1
|
3
|
CASTALDO MARIO
|
3
|
4
|
DI BIANCO CENZINA
|
1
|
5
|
FRACASSA ROLANDO
|
2
|
6
|
LA ROCCA DANIELE
|
2
|
7
|
MORGAGNI MARCO
|
1
|
8
|
NAPOLITANO M GRAZIA
|
1
|
9
|
PIR0LI MARCELLO
|
3
|
10
|
ROMITI IVANO
|
1
|
11
|
TASSELLI LAMBERTUCCI
|
2
|
12
|
TUVERI MASSIMO
|
3
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Prego comunicare eventuali omissioni o discordanze, grazie arrivederci ... Ivano
DATA: 29 Nov 2023
OGGETTO: CONVIVIALE NATALIZIA 16 DICEMBRE 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CONVIVIALE NATALIZIA 16 DICEMBRE 2023
Agriturismo Morani Guendalina
Termine max iscrizione 10/12
...............
Comunico che alla data odierna risultano iscritti alla conviviale di cui trattasi i segg. escursionisti, prego comunicare eventuali inesattezze :
1
|
BANDELLA DOMENICO
|
3
|
|
2
|
BIANCHINI LIVIANA
|
1
|
|
3
|
DI BIANCO CENZINA
|
1
|
|
4
|
FRACASSA ROLANDO
|
2
|
|
5
|
MORGAGNI MARCO
|
1
|
|
6
|
NAPOLITANO M GRAZIA
|
1
|
|
7
|
ROMITI IVANO
|
1
|
|
8
|
TASSELLI LAMBERTUCCI
|
2
|
|
Saluti ... Vanì
DATA: 24 Nov 2023
OGGETTO: CONVIVIALE NATALIZIA 16 DICEMBRE 2023
ALLEGATO: MORANI G.png
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA DIAVOLO
CONVIVIALE “NATALIZIA”
SABATO
16 DICEMBRE 2023
ORE 13 AGRITURISMO MORANI GUENDALINA
****************
Buon giorno Signori,
come già anticipato la tradizionale conviviale, per saluti ed auguri per le imminenti festività Natalizie, è stata fissata per la giornata di sabato 16 dicembre p.v. Ci riuniremo in un luogo già noto a molti di Voi, posto sulla Strada Provinciale Santa Severa Tolfa, in località amena.
AGRITURISMO DI GUENDALINA MORANI
COLLINE DI SANTA SEVERA NORD
LOCALITA’ LA SCAGLIA
Via della Scaglia senza numero civico - località “La Scaglia”,
***********************
Per iscriversi non è necessario, inviare danaro in anticipo, basta comunicare, non oltre la data del 10 dicembre 2023, la prenotazione al mio indirizzo di posta elettronica vanivani@alice.it.
Per raggiungere il Ristorante
Il luogo di ritrovo del Gruppo solito Park Trib. Civitavecchia, per le ore 11.45 con partenza per le ore 12,00. Chi volesse recarsi per proprio conto al Ristorante vorrà darmene comunicazione.
Percorso stradale
Si raggiunge l’A12, CVecchia Nord. Accesso direzione Roma. Uscita Santa Marinella-S.Severa. Si imbocca la S.Severa-Tolfa e poco dopo aver superato il ponte dell’Autostrada si gira subito a destra, per seguire i cartelli indicatori dell’Agriturismo. Si percorre una strada sterrata per circa 2 Km per arrivare al Ristorante, che è posto in fondo alla sterrata, in alto sulla sinistra. (ved. ortofoto).
-
-
ORE 13,00 PRANZO
-
-
MENU' PREFISSATO
Antipasto misto
Casarecce al ragù bianco di “maremmana”
Zuppa di erbe selvatiche
Brasato con patate
Dolce della casa
Bevande incluse (acqua e vino!)
Caffè
Il prezzo convenuto, dati certi buoni rapporti e conoscenze di un nostro iscritto con i proprietari, è stato fissato in euro 27 a persona, il menù è preparato con prodotti genuini frutto dell’azienda omonima.
Il gestore si raccomanda di non pubblicizzare il trattamento riservato.
Aggiungo che ciascuno potrà pagare la propria quota con il POS del Ristorante o con danaro contante.
Le rinunce prima della data termine del 10/12 non vincolano gli iscritti, idem successivamente, nell’ordine di due o tre persone, in più o in meno.
PS.
Presso l’Agriturismo è presente uno spaccio di carni, formaggi ed altro, prodotti diretti dell’annessa azienda agricola e zootecnica.
Un saluto … Ivano
DATA: 22 Nov 2023
OGGETTO: LE TOMBE RUPESTRI DI NORCHIA ED ALTRE EMERGENZE DI RILIEVO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
**********
TOMBE RUPESTRI ED ALTRE EMERGENZE NORCHIA
10 Dicembre 2023
Note
Luogo di ritrovo, ora di partenza soliti.
Con l'auto si procede in direzione Monteromano (ved percorso auto)
Pranzo al sacco.
Difficoltà media. Qualche salita breve. Presenza di un guado, necessarie 2 buste edili o stivali fino al ginocchio.
Impegno fino ore 16 c.a.
Il percorso auto... dal Park del Tribunale di Cv si raggiunge l'A12 Cvecchia Nord per direzione Grosseto. Si esce x Monteromano Aurelia Bis. Dopo la cittadina presso una rotonda (2 uscita) si prende direzione località Cinelli. Sì gira a sinistra x indicazioni Norchia, percorrendo la strada fino al Park apposito dove termina. Zaini in spalla ed inizio escursione.
Qualche riferimento storico
Norchia
(Orcla)
La Dea etrusca Nortia, presumo, particolarmente venerata nel luogo, le ha dato il nome! La divinità, tanto cara al popolo Rasenna, le cui peculiarità cultuali furono il destino e la fortuna (la sorte).
Appare abbastanza certo, che fosse una dea prettamente etrusca non trovando riscontro con altre divinità di popolazioni italiche e greche coeve.
Nel suo tempio, presso l’etrusca Volsinii, venivano infissi dei chiodi sul muro, che servivano a tenere il computo del tempo (un chiodo ad anno), per monitorare il suo lento, ma inesorabile, passare.
Era comunque associata, a volte, ad Atropo, la moira greca. Divinità minore, che recideva il “filo” della vita degli uomini, decretandone la sua durata ed … “il sopraggiungere della morte”.
EMERGENZE DI RILIEVO
La Via Clodia.
Via di collegamento prettamente etrusca, si dipartiva dal sud dell’Etruria, ora suburbio”romano”, quando un piccolo centro provinciale rasenna, posto sulla Riva destra del Tevere, appena noto con il nome di Ruma, dal presumibile significato, in lingua etrusca, di “mammella”, non aveva ancora velleità particolari di conquista e mire espansionistiche note.
Collegava questa, in direzione sud-nord, i vari Centri dell’Etruria interna, con il suo tracciato principale e le varie diramazioni. Dal citato suburbio raggiungeva la Tuscia Centro Settentrionale e, forse, si spingeva ancora molto più avanti.
Careia, Tarcna, Cortuosa, Contenebra, Orcla, Statonia, Tuscania e Sovana, per citare le più note poste sulla sua direttiva, erano collegate da questa importante Via di comunicazione.
Norchia era attraversata dalla Clodia e questa via, anche se non è certo, deve il suo nome all’Imperatore Claudio, che amava molto il popolo Rasenna disponendone, nella fase di “romanizzazione” (corrispondendo ad un abbandono della VII Regio) lavori di manutenzione.
La lucumonia era attraversata da questa importante arteria che, provenendo da Blera per la Grotta Porcina, transitava nel centro del pianoro, per scendere poi verso il Torrente Biedano e superarlo, attraverso un Ponte, non più visibile, perché travolto dalle viotente piene del Corso d’acqua. Continuava poi il cammino, inoltrandosi entro la c.d. Cava Buia e, raggiunto l’altopiano dello Sferracavallo, scendeva di nuovo verso il Biedano-Traponzo, superandolo grazie ad un Ponte, restaurato intorno al 1600 da “Fra’ Cirillo Zabaldani”. Poco più avanti, la Via raggiungeva il centro di Tuscania!
Le necropoli rupestri del Fosso Pile, del Torrente dell’Acqualta e del Biedano.
Imponenti, maestose, con gran effetto scenico, le tombe furono realizzate sugli alti costoni di roccia tufacea, anche su più ordini di file, da ricche famiglie appartenenti ad una aristocrazia agraria che si era particolarmente arricchita, forse, nel momento in cui l’attività commerciale marittima etrusca iniziò a scemare. Dei relativi committenti poco si sa, tranne che per alcune monumentali tombe quali quelle delle Famiglie Smurinas, dei Veie e di Vel Ziluse. Altre portano soltanto i nomi di alcuni archeologi “scopritori” … Tomba (o Tempio) Lattanzi, Ciarlanti. Mentre in altri casi le particolari caratteristiche architettoniche ne hanno determinato la denominazione … Le Tombe a Tempio, la Tomba a Casetta, la Prostila, del Camino, delle Tre Teste. Qualche altra, poi, deve il nome a personaggi mitologici implicati, la Tomba di Charun, il traghettarore Caronte, scolpito in bassorilievo sulla facciata tufacea.
Il luogo, che presenta ampie e profonde forre erose nel tufo dai suoi fossi e torrenti, è disseminato ovunque di tombe monumentali a tutta vista. Molte ancora in piedi, altre in bilico, sovrapposte o precipite. E ce ne sono a centinaia, anonime, a tal punto, da non richiamare più la nostra iniziale attenzione visiva.
Il Centro Etrusco, il Castello Medievale e le due Chiese.
Dell’abitato etrusco, in superficie, non appare alcuna evidente traccia. Ma si sa che i nostri antenati, non riservavano case monumentali per la gente comune. Costruivano le loro abitazioni con un basso elevato di pietre, pavimento con ciottoli di fosso ed argilla battuta, mentre le pareti erano realizzate con fascine di erica, ginestra od altro (tetti straminei), poggianti su pali convergenti a cono nell’alto dell’abitazione, alias “capanna”.
Il Centro etrusco fu molto attivo fino al II secolo a.C., poi man mano fu abbandonato ed intorno all’anno mille fu quasi dimenticato. Gli abitanti si erano a poco a poco trasferiti in luogo più interno della Tuscia - forse per motivi imposti da famiglie egemoni, economici, tattici o di sicurezza - ove avevano edificato il paese di Vitorchiano (donde il none Vicus Orclanus … luogo molto bello da visitare!).
Soltanto nell’undicesimo secolo sul pianoro di Norchia fu rifondato un borgo con un castello (i cui ruderi sono ancora visibili), forse per ragioni strategiche e prestigio, ad iniziativa di Papa Adriano IV, e per motivazioni “religioso-territoriali”.
Il feudo, infine, passò nelle proprietà della potente, avida e malvagia famiglia dei Di Vico (prefetti di Roma, di origine germanica), per poi essere abbandonato nel XV secolo.
Sul pianoro ancora spicca un “tre quarti” della Chiesa di San Pietro del XII secolo, molto suggestivo, con sottostante cripta particolare, la cui architettura a volerla così ricostruire, come si presenta oggi, risulterebbe molto difficile. Ma è ciò che resta di una bella opera architettonica. Eretta su opera preesistente (tempio etrusco) e sprigiona un fascino tutto particolare, con i suoi tufi rosso scuro, specialmente al tramonto.
Questa qui, ovunque, è la mia Tuscia, che più di ogni altra cosa io amo!!! Come del resto ogni altro “paesino” che vi si incontra, abbandonato da una incontrollata globalizzazione iniziata già dal II secolo a.C., da madre Roma ingrata! E, quando cadde l’impero romano di occidente, i piccoli centri etruschi sopravvissero grazie ad economie agricole, ad uomini che amavano il loro territorio, che ne hanno mantenuto “ l’amore”, per i loro borghi, curando le loro abitazioni, i loro templi.
Un riscatto del “popolo” etrusco, che tanto meritava, che riempie di gioia il mio cuore!
Le immagini che si incontrano vagando in auto per l’Alto Lazio, sono ancora spiccatamente medievali e suggestive. I grandi registi cinematografici e teatrali avevano già scoperto questa enorme ricchezza naturale. Ed ora, grazie al trekking, e ad altre attività, questi meravigliosi luoghi sono stati “scoperti”, e si cominciano a vederne scorci in TV!
Della Chiesa di San Giovanni non se ne scorgono più le tracce, giace sepolta dai detriti e soffocata da rovi! Aspetta solo di essere riscoperta!
La Cava Buia
Di una bellezza indescrivibile, cui auguro ancora lunga vita! Dalla difficile localizzazione, giusto premio a chi riesce a raggiungerla! Di lei sprecherò qualche parola in più, giustamente meritata!
Completamente intagliata nel tufo, maestosa nei suoi 400 metri di lunghezza, 2,50 mt. di larghezza e 10 mt. circa di altezza media, vita. Teme soltanto l’invadente bacolaro che infiltra le sue radici nelle pareti di tufo, le fesa, le spacca, lasciandole in bilico per poi farle precipitare giù. Ma è sempre una bella ed affascinante “anziana signora” che porta bene i suoi duemilaquattrocento anni ed io le sono molto affezionato … da considerarmi coetaneo, avremo forse vissuto insieme un’altra vita.
I suoi scorci, le lunghe panoramiche, le elevate pareti a strapiombo … di storie ce ne potrebbero raccontare “mai tante”. Molta gente ha calpestato la sua carreggiata, dalla sua etrusca concezione fino al 1400, quando la città di Norchia fu abbandonata forse per una grave forma malarica, quando già aveva subìto un notevole calo demografico.
Fu utile ai longobardi invasori, alle Sante Crociate per raggiungere il medioriente, all’inizio del primo millennio. Una miriade di pellegrini l’hanno percorsa in viaggio verso Roma, dopo che fu Perduta la Patria Celeste. Ed ora, utile anche a noi, per rinfrancarci lo spirito e per bearci della sua bellezza e proprio da ultimo, per completare l’anello della nostra escursione!
L’opera è sempre viva, soltanto alcune significative iscrizioni incise sulle sue sponde sembrano scomparse per lenta abrasione dalle acque piovane “Ti. Terentius” e “C.Clodius Thalpius”, nomi dei consoli romani che ne hanno fatto manutenzione. Altre o simbolismi religiosi, riferibili al medioevo, sono ancora visibili ed appaiono improvvisamente alla vista, occupata al controllo di “dove” si mettono i piedi. Ma occorre più attenzione, per colpire questi aspetti inusitati, mentre si sale verso lo Sferracavallo, già stanchi, perché questa opera veramente lo merita, poi “perché” … non si sa mai quando ci si possa tornare...
Un tempo, secondo particolari studi effettuati, si è capito che buona parte della Cava era coperta. Una sorta di lunga galleria, e quando il viandante usciva sul vasto pianoro soprastante, la forte luce bianca del giorno doveva abbagliare i suoi occhi adattati alla penombra.
La vasta pianura dello Sferracavallo, stranamente adibita a vasto poligono militare, malgrado infarcita di emergenze archeologiche, che molti ha arricchito con scavi clandestini, una volta poteva rappresentare il granaio e l’area di allevamento di bovini ed equini della Lucumonia.
Nel IV sec. A.C, sicuramente il pianoro rese parte delle fortune e ricchezze accumulate ai suoi abitanti legittimi, donde l’agiatezza del popolo e la magnificenza ostentata dagli spettacolari rilievi archeologici.
E la Via Clodia attraversava tutto il piano per raggiungere Tuscania. Grande ed anche ricco di acque, per tre lati confinante con vari torrenti, a sud ed est c’è il Biedano, alla sua estremità nord-est i fossi Leia e Rigonero, mentre a nord ovest il torrente Traponzo, che nasce per la confluenza dei tre corsi d’acqua (tre ponti). Il torrente si immette più avanti, verso ovest, nel fiume Marta.
Vanì, 21 novembre 2023
DATA: 21 Nov 2023
OGGETTO: Prossimi appuntamenti variazioni su quanto precedentemente comunicato
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Buon giorno Signori Camminatori,
Comunico date e note dei prossimi impegni del nostro Gruppo, che hanno subito sostanziali variazioni rispetto a note precedenti e che Vi invito a prenderne visione:
- uscita alla necropoli di Norchia, Domenica 10 dicembre 2023.
- pranzo natalizio Sabato 16 dicembre 2023, presso Agriturismo Guendalina della Famiglia Morani - Via della Scaglia Santa Severa Nord. Ove grazie all'interessamento del nostro Domenico, abbiamo ottenuto, in via del tutto eccezionale, un prezzo pers ragionevole (27 euro pers). Siamo in attesa di ricevere il menù che presto Vi invierò. Presso quel bel ristorante ci siamo già stati ed il trattamento prezzo-menù' e' stato molto soddisfacente. Vi invierò quanto prima indicazioni più dettagliat, mentre le iscrizioni potrete inviarle sul mio cellulare 388 6958494. Ho ancora la linea Internet bloccata,
mentre Vi saluto ... Vani
DATA: 17 Nov 2023
OGGETTO: Programma residuo anno 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Trek Fra' Diavolo Civitavecchia
.....,,,,
Buona sera Camminatori
a gentile richiesta riporto il programma residuo di questo scorcio di anno "2023":
- 19/11/23 Anello percorso Parco Marturanum.
- 3/12/23 Norchia ... le due necropoli rupestri, l'etrusco 'Biedano', la Cava Buia.
- 9/12/23 o 16/22:23 (un sabato da stabilire). Solo pranzo al Casale dell'Acqua Bianca di Tolfa, per saluti ed auguri di Gruppo per un Buon Natale 2023 tra i presenti ed ovunque tu sia. Sono in corso contatti per il menù ed altro.
Comunque riceverete i relativi programmi dettagliati. Il mio Internet è bloccato dal 1' di novembre, senza che io abbia potuto avere valide giustificazioni dal gestore per l'inconveniente, pur avendo già anticipato il canone corrente. Costretto ad operare co le lettere piccole piccole ed i numerini, a volte scrivo qualche castroneria. Il nuovo gestore si è preso tutte le riserve ed i tempi tecnici di allaccio!
le indicazioni delle uscite sono riportate in "linea di massima", così poste "al volo", dietro richiesta di una Signora del Gruppo, che vuole armonizzare i suoi impegni con le escursioni di fine anno.
le date e le località indicate potrebbero eccezionalmente, subire variazioni, (solo in base alle condizioni meteo che ci aspettano.
un caro saluto Ivano
DATA: 12 Nov 2023
OGGETTO: Parco Marturanum 19 nov 2023 anello Poggio Caiolo Greppe Cenale tombe principesche Poggio Caiolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Anello Poggio Caiolo - Grepoe Cenale - Tombe Principesche - Poggio Caiolo
Signori camminatori,
Il 19 novembre P.V. tenteremo , spero, di effettuare l'uscita al Parco Marturanum. Rammento che l'escursione sarà breve, circa 5 km. Per le ore 13 circa torneremo su Poggio Caiolo, ove lasceremo le vetture. A voi la scelta se prenotare mio tramite 388 6958494, presso il punto di ristoro un posto nell'area attrezzata. La scelta del menù verrà fatta al momento. In alternativa il pranzo al sacco o grigliate carni nelle apposite attrezzature presenti. Quindi un arrivederci ... al giorno 19/11 ... ore 8.20 con partenza x le ire 8.30.
Saluti ivano
DATA: 11 Nov 2023
OGGETTO: Escursione 12 11 2023 Parco Marturanum
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Escursione Parco Marturanum
12/11/2023
Nota di rinvio
........
Gentili Signori,
Navigando ancora nel campo delle incertezze meteorologiche rinvio a data da destinare l'uscita di domani, comunque sarà resa nota quanto prima la prossima designazione.
un saluto ... Ivano
DATA: 10 Nov 2023
OGGETTO: Parco Marturanum 12 Nov. 2023 - Caiolo - Greppe Cenale - Tombe Principesche - Caiolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
ANELLO DI BARBARANO ROMANO - POGGIO CAIOLO - GREPPE CENALE - TOMBE PRINCIPI - POGGIO CAIOLO
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GENTILI SIGNORI
non sono in grado ancora di valutare le condizioni meteo di domenica 12/11, pertanto mi riservo di decidere entro le ore 12 di domani sabato 11/11 la eventuale fattibilità della escursione in argomento. Avendo rilevato un generale andamento migliorativo in tal senso.
Un saluto .... Ivano
DATA: 09 Nov 2023
OGGETTO: Parco Marturanum 12 Nov. 2023 - Caiolo - Greppe Cenale - Tombe Principesche - Caiolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Escursione al Parco di Marturanum
Domenica 12 Novembre 2023
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INFORMATIVA
Gentili Signori Iscritti al Gruppo,
rilevo nella Zona di Barbarano Romano, luogo di destinazione dell'uscita programmata, possibilità di tempo perturbato nella giornata del 12/11. Ove dette previsioni meteo dovessero confermarsi o meno, entro la giornata di venerdi, vi comunicherò le determinazioni assunte.
Un caro saluto a Voi, mentre di seguito riporto i nominativi che hanno chiesto, per quel giorno, un posto riservato al pranzo previsto nel punto di ristoro. Ovviamente nel caso di rinvio dell'escursione, tali prenotazioni non verranno comunicate al ristorante e, per poter ottenere di nuovo "un posto a tavola", occorrerà che comunichiate una nuova adesione.
Saluti Vanì .. 9/11/2023
AIELLO TATIANA 1, DI BIANCO VINCENZA 1, CACACE ANTONIO 1, FRACASSA ROLANDO 1, MORGAGNI MARCO 1, ROMITI IVANO 1.
DATA: 30 Oct 2023
OGGETTO: Iniziative umanitarie
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2023-10-30 ore 14.55.31_f638a7c1.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Civitavecchia 9 novembre 2023 ore 18 Cinema Teatro Buonarroti
Signori Camminatori ....
ricevo dal "collega" Massimo Sacco l'invito a diramare un'iniziativa meritoria di generale diffusione, che verrà posta alla nostra attenzione nel corso di una particolare serata ad hoc, dedicata al tema delllo spreco alimentare nel mondo.
Più eloquenti del mio preambolo sicuramente la nota di Massimo e la locandina preposta, che avrete modo di consultare. Un caro saluto a Voi tutti ... vanì
......
Carissimi il 9 novembre alle 18 presso il Cinema Buonarroti verrà proiettato un bel Film sullo spreco alimentare promosso da Noi in collaborazione con Cri e Comune di Civitavecchia ingresso è libero, a seguire ci sarà un buffet.
Vi chiedo di partecipare e di invitare vostri amici
Il ritrovo è da intendersi un po' prima 17.30
Allego locandina da diffondere alle vostre amicizie
A presto … Massimo Sacco
DATA: 29 Oct 2023
OGGETTO: NUOVA DATA ESCURSIONE AL PARCO MARTURANUM 12 NOV 2 023
ALLEGATO: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAABBBBBBBBBBBBBBBB.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
IL
GRUPPO TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
Domenica 12 Novembre 2023
Ripropone l'escursione al
PARCO MARTURANUM
"Anello Caiolo Gole Neme Greppe Cenale"
***********
Buon Giorno Signori Camminatori,
il 12/11 per un ritorno ai “vecchi amori”, propongo un’escursione tra le meraviglie archeologiche uniche nella nostra fantastica Etruria, con sfondi naturalistici particolari... il Parco di Marturanum!
Ferme restando le altre indicazioni note (di default) che in parte riporto qui sotto, la lunghezza del percorso è stimata intorno ai 5 Km. L’escursione si presenta con media difficoltà. Percorso “mosso”, con salite e discese, a volte su tratti tufacei.
Luogo di ritrovo Park Tribunale di Civitavecchia, per le ore 8.15, partenza con vetture proprie ore 8.30.
Altro ....
Attraversamento di tratti di macchia mediterranea entro sentieri puliti. No guadi. Utili bacchette da trek.
GIRO AD ANELLO
Inizio escursione ore 10.00 c.a., dal Punto di Ristoro Casina del Caiolo
termine escursione ore 12,15 circa, con ritorno al punto di partenza.
Sosta caffè direttamente sul Colle Caiolo!
Pranzo: al sacco o presso area attrezzata punto di Ristoro Caiolo (previa richiesta scritta con mail da indirizzare a vanivani@alice.it, ovvero con whatsapp al nr 388 6958494 indicando il nr esatto persone (il menù a scelta verrà fornito alle persone interessate). Nel luogo parcheggio è anche presente un area attrezzata per grigliare carni, previa accensione del fuoco.
Percorso stradale:
Area Park Tribunale – A 12 uscita bivio Aurelia Bis x Monteromano – superata la cittadina si gira a destra per Blera – al bivio per Barbarano Romano si gira sempre a destra. Superata Barbarano si gira a sinistra per area archeologica, fino a giungere in prossimità di Poggio Caiolo (area attrezzata) ove si gira a sinistra per accedere al luogo.
Qui si parcheggia tenendo presente che una parte del parcheggio è riservata per chi prenota il pranzo.
Come Vi è noto l’escursione si farà in condizioni meteo accettabili, mentre per chi avesse prenotato, mio tramite, il pranzo, resta, l’obbligo del rispetto dell’impegno preso. Comunque, come mi è consueto, informerò man mano gli interessati degli sviluppi del caso.
Un caro saluto a Voi mentre inviandoVi un'immagine di una "Casa Appenninica" nostrana, rimando, agli eventuali interessati di notizie storiche sul luogo, una volontaria lettura sul nostro sito.
Vanì, 29/10/2023
DATA: 16 Oct 2023
OGGETTO: Rinvio giornata di escursione del 22 ottobre 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
positivo, seppur in forma lieve, al Covid, rinvio a data da destinare l’escursione del 22/10. Mentre vi dispenso dai convenevoli del caso, Vi porgo un caro saluto a Voi tutti.
Vanì, 16/10/2023
DATA: 12 Oct 2023
OGGETTO: PARCO REGIONALE DI MARTURANUM
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PARCO REGIONALE
DI
MARTURANUM
Istituito con Legge Regionale n. 41 del 17 luglio 1984. Occupa una superficie di c.a. 1.240 ha, ricadente nel territorio della provincia di Viterbo.
Il Parco, un universo tutto da scoprire, deve il suo nomead un’epigrafe apposta su un phitos (grossa giara), forse ex voto, rinvenuto ai piedi del Colle di San Giuliano …
Turuce Larth Manthureie
(Donato da Larth di Mantura)
ove nel lontano passato, forse per “grazia ricevuta”, Larth fece dono del coccio al santuario di San Giuliano, posto sopra il Colle, nel punto ove ora sorge la omonima piccola chiesa.
Mantura nome di un centro etrusco, non identificabile, dedicato alla divinità dell’oltretomba Mantus, associabile alla città etrusca di Mantua (odierna Mantova), perché ha mantenuto con il passare dei secoli la radice “Mant”. Pertanto si può ipotizzare che Larth fosse originario di quella città o di altro centro etrusco dal nome similare e che si trovasse a sostare, per una ragione qualsiasi, nel luogo oggi detto di San Giuliano.
Non ci è dato comunque modo di conoscere, con certezza, il nome del luogo, anche se qualcuno tenta di identificarlo con uno dei due centri, di Cortuosa o Contenebra, che Livio ricorda conquistati dai romani nel IV secolo a.C.
Il centro etrusco, presumo, sorgesse sullo sperone tufaceo ove è ubicato Barbarano Romano, circondato da piccoli “pagi” satelliti posti sul pianoro del Caiolo e di San Giuliano. Il Torrente Biedano fungeva da collegamento, fluviale e sentieristico ripariale, con l’altro centro rasenna di Blera. Dal basso, ed incassato greto, che segue le gole del Torrente si dipartono numerose tagliate che portano sull’alto pianoro, quali deviazioni possibili del percorso.
LE TOMBE DEI PRINCIPI THANSINAS
Il bel sentiero che da Caiolo, sfiora la provinciale, porta al punto panoramico dell’ameno Colle di Greppe Cenale, alle sue eccezionali emergenze necropolari, e ne percorre i tratti più salienti.
Gli anonimi fossi che cingono il colle, sono adornati da una foresta da cui spiccano, in questo periodo, tutti i variegati colori autunnali, … già, ma è ottobre, il tempo del “foliage”!
Scendendo, e rimirando verso valle, prepotentemente ci si para davanti la Tomba del Guardiano. Fedele al suo compito di controllo (?), il motivo della sua missione mi sfugge, forse perché per la sua posizione di avamposto dà l’impressione di tutelare l’ingresso dell’intera Necropoli del Cenale.
Appannaggio della Famiglia dei Principi Thansinas! Al suo interno è sempre presente un fedele pipistrello!
Poco più avanti, su una bella e scoscesa rupe traversa di Tufo si presenta, sulla costa alta, la lineare disposizione delle tombe principesche. Il personaggio di spicco e più importante esponente conosciuto della Famiglia Thansinas, è forse Aule Velus, che fu sepolto nell’ultima e particolare tomba raggiungibile. Ma volendo proseguire il cammino oltre, secondo la logica disposizione necropolare, non risulta possibile. Il crollo della parete rocciosa, ed una impertinente vegetazione hanno, di fatto, isolato e separato la teoria delle successive emergenze presenti.
Noto, perché il suo nome è riportato nella iscrizione all’interno della tomba, Aule Velus Thansinas, forse con lui la Famiglia raggiunse l’apice della scala sociale nella lucumonia. Il suo prenome (Aule?) rivela che Velus (nome?), il nobile etrusco, aveva la passione del flauto (aulos). Quello strumento etrusco a due canne, visibile in alcuni dipinti delle tombe tarquiniesi.
E’ suggestivo pensare di udire le soavi note della musica del principe, leggere e penetranti, spandersi nella sua vallata ed estendersi ben oltre.
THANSANAS E NON THANSINAS
è scritto sulla facciata interna dell’ingresso della tomba regale di Famiglia. Per l’esattezza Avles Velus Thansanas, a prescindere che il “cognomen” Thansinas risulta attestato nella lucumonia etrusca di Tarquinia.
Proseguendo per un ideale sentiero ad intercettare il Fosso Neme, si sfiorano due portali di accesso di una tomba (o di un tempio’), che appena sporgono dal terreno. Finemente realizzate le sue modanature, non risultano effettuati recenti scavi dell’opera, forse sarà già stata visitata da tombaroli nel lontano passato. Ma questa ora risulta inaccessibile, interrata, per l’enorme deposito alluvionale. Per poterla liberare dal fango accumulato al suo interno, ed all’esterno occorrerebbero mesi di lavoro.
Il Fosso Neme, da molti ritenuto erroneamente tratto iniziale del Torrente Biedano, quanto a bellezze naturali non si discosta tanto da questo. Ma il Biedano, molto più conosciuto dal mondo archeologico, non può che invidiare la notevole presenza dei meravigliosi complessi tombali presenti sul modesto Neme. Opere imponenti, per varietà e bellezza!
A partire da numerose tombe anonime di un sorprendente “suggestivo” … per poi sfoggiare tutta una serie di eleganti ed unici capolavori di tutta l’intera Tuscia. Tomba del Cervo con il suo bassorilievo icona del Parco, Tomba della Regina, Le Palazzine, la Tagliata Fosso-pianoro. Sul Caiolo la tomba dei Carri, dei Letti, l’imponente tumulo della Cuccumella e del Caiolo. E per ultimo la strada che dalla Lucumonia di Cerveteri conduceva alla lontana Orvieto, seppure risulta rilevata soltanto la traccia superficile.
Sull’adiacente colle di San Simone troviamo il tumulo del Tesoro e l’oratorio medioevale con affreschi, ricavato entro una tomba etrusca.
In località Chiusa Cima il monumentale Tumulo Cima, le tombe Rosi e Costa, la Gemini e di rilievo altre innumerevoli anonime dalla diversa tipologia.
Sul Pianoro di San Giuliano, ciò che resta di un pagus etrusco, nelle cui fondamenta è stato identificato un sofisticato sistema di recupero delle acqua piovane. La suggestiva omonima Chiesetta Medievale e per finire con le cose più suggestive e strane, il bagno di un romano, che realizzò entro una particolare tomba etrusca una grande vasca, con affacci sul fosso di Chiusa Cima, raggiungibile da un lungo dromos.
Vanì 12/10/2023
DATA: 12 Oct 2023
OGGETTO: PARCO REGIONALE DI MARTURANUM
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PARCO REGIONALE
DI
MARTURANUM
Istituito con Legge Regionale n. 41 del 17 luglio 1984. Occupa una superficie di c.a. 1.240 ha, ricadente nel territorio della provincia di Viterbo.
Il Parco, un universo tutto da scoprire, deve il suo nomead un’epigrafe apposta su un phitos (grossa giara), forse ex voto, rinvenuto ai piedi del Colle di San Giuliano …
Turuce Larth Manthureie
(Donato da Larth di Mantura)
ove nel lontano passato, forse per “grazia ricevuta”, Larth fece dono del coccio al santuario di San Giuliano, posto sopra il Colle, nel punto ove ora sorge la omonima piccola chiesa.
Mantura nome di un centro etrusco, non identificabile, dedicato alla divinità dell’oltretomba Mantus, associabile alla città etrusca di Mantua (odierna Mantova), perché ha mantenuto con il passare dei secoli la radice “Mant”. Pertanto si può ipotizzare che Larth fosse originario di quella città o di altro centro etrusco dal nome similare e che si trovasse a sostare, per una ragione qualsiasi, nel luogo oggi detto di San Giuliano.
Non ci è dato comunque modo di conoscere, con certezza, il nome del luogo, anche se qualcuno tenta di identificarlo con uno dei due centri, di Cortuosa o Contenebra, che Livio ricorda conquistati dai romani nel IV secolo a.C.
Il centro etrusco, presumo, sorgesse sullo sperone tufaceo ove è ubicato Barbarano Romano, circondato da piccoli “pagi” satelliti posti sul pianoro del Caiolo e di San Giuliano. Il Torrente Biedano fungeva da collegamento, fluviale e sentieristico ripariale, con l’altro centro rasenna di Blera. Dal basso, ed incassato greto, che segue le gole del Torrente si dipartono numerose tagliate che portano sull’alto pianoro, quali deviazioni possibili del percorso.
LE TOMBE DEI PRINCIPI THANSINAS
Il bel sentiero che da Caiolo, sfiora la provinciale, porta al punto panoramico dell’ameno Colle di Greppe Cenale, alle sue eccezionali emergenze necropolari, e ne percorre i tratti più salienti.
Gli anonimi fossi che cingono il colle, sono adornati da una foresta da cui spiccano, in questo periodo, tutti i variegati colori autunnali, … già, ma è ottobre, il tempo del “foliage”!
Scendendo, e rimirando verso valle, prepotentemente ci si para davanti la Tomba del Guardiano. Fedele al suo compito di controllo (?), il motivo della sua missione mi sfugge, forse perché per la sua posizione di avamposto dà l’impressione di tutelare l’ingresso dell’intera Necropoli del Cenale.
Appannaggio della Famiglia dei Principi Thansinas! Al suo interno è sempre presente un fedele pipistrello!
Poco più avanti, su una bella e scoscesa rupe traversa di Tufo si presenta, sulla costa alta, la lineare disposizione delle tombe principesche. Il personaggio di spicco e più importante esponente conosciuto della Famiglia Thansinas, è forse Aule Velus, che fu sepolto nell’ultima e particolare tomba raggiungibile. Ma volendo proseguire il cammino oltre, secondo la logica disposizione necropolare, non risulta possibile. Il crollo della parete rocciosa, ed una impertinente vegetazione hanno, di fatto, isolato e separato la teoria delle successive emergenze presenti.
Noto, perché il suo nome è riportato nella iscrizione all’interno della tomba, Aule Velus Thansinas, forse con lui la Famiglia raggiunse l’apice della scala sociale nella lucumonia. Il suo prenome (Aule?) rivela che Velus (nome?), il nobile etrusco, aveva la passione del flauto (aulos). Quello strumento etrusco a due canne, visibile in alcuni dipinti delle tombe tarquiniesi.
E’ suggestivo pensare di udire le soavi note della musica del principe, leggere e penetranti, spandersi nella sua vallata ed estendersi ben oltre.
THANSANAS E NON THANSINAS
è scritto sulla facciata interna dell’ingresso della tomba regale di Famiglia. Per l’esattezza Avles Velus Thansanas, a prescindere che il “cognomen” Thansinas risulta attestato nella lucumonia etrusca di Tarquinia.
Proseguendo per un ideale sentiero ad intercettare il Fosso Neme, si sfiorano due portali di accesso di una tomba (o di un tempio’), che appena sporgono dal terreno. Finemente realizzate le sue modanature, non risultano effettuati recenti scavi dell’opera, forse sarà già stata visitata da tombaroli nel lontano passato. Ma questa ora risulta inaccessibile, interrata, per l’enorme deposito alluvionale. Per poterla liberare dal fango accumulato al suo interno, ed all’esterno occorrerebbero mesi di lavoro.
Il Fosso Neme, da molti ritenuto erroneamente tratto iniziale del Torrente Biedano, quanto a bellezze naturali non si discosta tanto da questo. Ma il Biedano, molto più conosciuto dal mondo archeologico, non può che invidiare la notevole presenza dei meravigliosi complessi tombali presenti sul modesto Neme. Opere imponenti, per varietà e bellezza!
A partire da numerose tombe anonime di un sorprendente “suggestivo” … per poi sfoggiare tutta una serie di eleganti ed unici capolavori di tutta l’intera Tuscia. Tomba del Cervo con il suo bassorilievo icona del Parco, Tomba della Regina, Le Palazzine, la Tagliata Fosso-pianoro. Sul Caiolo la tomba dei Carri, dei Letti, l’imponente tumulo della Cuccumella e del Caiolo. E per ultimo la strada che dalla Lucumonia di Cerveteri conduceva alla lontana Orvieto, seppure risulta rilevata soltanto la traccia superficile.
Sull’adiacente colle di San Simone troviamo il tumulo del Tesoro e l’oratorio medioevale con affreschi, ricavato entro una tomba etrusca.
In località Chiusa Cima il monumentale Tumulo Cima, le tombe Rosi e Costa, la Gemini e di rilievo altre innumerevoli anonime dalla diversa tipologia.
Sul Pianoro di San Giuliano, ciò che resta di un pagus etrusco, nelle cui fondamenta è stato identificato un sofisticato sistema di recupero delle acqua piovane. La suggestiva omonima Chiesetta Medievale e per finire con le cose più suggestive e strane, il bagno di un romano, che realizzò entro una particolare tomba etrusca una grande vasca, con affacci sul fosso di Chiusa Cima, raggiungibile da un lungo dromos.
Vanì 12/10/2023
DATA: 02 Oct 2023
OGGETTO: Domenica 8 ottobre 2023 Screening gratuito
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2023-10-02 ore 15.26.31_f324a565.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signore Camminatrici …
ricevo da un Dirigente dell’A.DI.CIV l’invito ad informare le componenti del nostro Gruppo, dell’importante iniziativa dell’A.N.D.O.S. ODV, tendente alla salvaguardia della comune salute. Per sommi capi trascrivo le note più significative:
CAMMINA PER LA PREVENZIONE
Domenica 8 Ottobre 2023
Dalle ore 9.OO a seguire
presso
Il circolo sportivo “Alfio Flores”
Largo Marco Galli, 8
Civitavecchia
Screening gratuito fasce di età 50/74 anni, per la prevenzione dei problemi femminili al seno, previa prenotazione al numero verde
800 539 762
Dalle ore 9.00 alle ore 13.00
Un caro saluto a Voi … Vanì 2/10/2023
All. volantino
DATA: 01 Oct 2023
OGGETTO: Anello di Palano
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
(rif. precedente nota al riguardo)
Gentili Signori Camminatori,
comunico la nuova data prefissata per l’escursione di Palano
domenica 8 ottobre p.v.,
questa per rispondere a determinate condizioni contingenti, tempo meteo ed altro, invariate le altre
indicazioni a Voi già note,
mentre Vi saluto ….
Vanì, Primo ottobre 2023
DATA: 29 Sep 2023
OGGETTO: Tra i sentieri di Palano
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
mi rincresce comunicare il rinvio dell’escursione di Palano di domenica 2 ottobre p.v., ma ho contratto un influenza virale gastrointestinale che non mi consentirebbe il pieno delle forze per affrontare il percorso a piedi. Presto riceverete la nuova data di rinvio …
mentre Vi saluto ….
Vanì, 29 settembre 2023
DATA: 21 Sep 2023
OGGETTO: Sentieri di Palano
ALLEGATO: Quercus_suber ccc.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
…..
INIZIO PROGRAMMA 2023/24
…..
Domenica
Primo ottobre 2023
“Tra i sentieri di Monte Palano”
Aspetti
naturalistici, storici, preistorici.
°°°°°°°°°
Note
Percorso auto a/r km. 35 c.a. Escursione di circa 6 Km. Difficoltà media, presente qualche salita. No guadi od attraversamenti di macchia mediterranea impervi. No sosta caffè! Pranzo al sacco.
Ritrovo … Park Tribunale di Civitavecchia ore 8.15, partenza ore 8.30. Percorso … Nuova Braccianese Claudia per raggiungere Allumiere. Strada Farnesiana, deviazione a sinistra, dopo il Cimitero del luogo, poco prima di un fontanile, su una carrareccia, che si percorre tutta per circa 2 Km., inizio escursione. Pranzo sotto le Rocce di “Ripa Maiale”. Presumibile ritorno in Città, ore 15.30. L’uscita non avrà luogo in condizioni meteo sfavorevoli. avviso via mail!
Saluti … Vani 19 settembre 2023
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Qualche cenno sul territorio.
Palano, sui Monti della Tolfa, è da molti conosciuto soltanto per le cacciate dei suoi funghi che, a stagione propizia, dispensa veramente in grande abbondanza e per la notevole diversità delle specie. Ma andare per i suoi intrigati boschi, fuori pista, non è tanto consigliabile, anche per i più abili. Tanti episodi di “fungaroli” amici che, inspiegabilmente, una volta dentro, ci hanno perso l’orientamento, ritrovandosi su dirupi e sentieri sbarrati, impossibili, senza poter procedere oltre.
Raccomando a Voi, se voleste tornare per vostro conto entro quel bosco, la massima attenzione. Soprattutto, eventualmente, di seguire sentieri marcati, evitando di addentrarVici, senza attenzioni ed accorgimenti, nel suo fitto denso ed impervio.
Rammento sempre ciò che mi raccontò, al riguardo, Marcoaldi Alfiero - Allumierasco doc (dunque!) - al secolo “Filippetto”. Fu così che il Marcoaldi, gran fungarolo, passò una notte nel bosco di Palano, all’addiaccio.
… a Ivà, “nun anna mai a Palano de pomeriggio a funghe”, mi disse, una volta a mezza voce. “Si lo fae portite le furminante dietro, perché si segue le bollate de funghe te perde ner fitto de la macchia, senza potè più annà avante e ‘ndietro. La notte te se fa presto e see costretto a fermatte e durmì sotto ‘na pianta! Ma se c’hae le furminante dietro è “nantra” cosa, poe accenne er foco, te ce scalle, nun more dar freddo, e te difenne da le lupe e da le cinghiale. Poe riparte er giorno dopo!”
Per non fare gran torto ad un altro Grande amico fraterno … un certo Mauro, ne ricordo pure di lui la confidenza di una sua simile “disavventura”, entro quel bosco, ove lui finì solo per amore dell’escursionismo!
Fu così che dopo vari “giri”di perlustrazione, un giorno, là dentro, ci perse la bussola. Ma si salvò, dopo una grande strizza, solo grazie al rumore di un trattore che aveva notato prima di entrare e che seguendone il rombo del motore si guidò verso l’ingresso della impervia macchia, dove era entrato.
PALANO
Questa estrema propaggine montuosa, la cui costituzione geologica riporta all’oligocene. Epoca geologica che si estese da 33,9 a 0,1 milioni di anni fa, di cose ne ha viste tante! Prescindendo dalle sue storie non tanto recenti, è ancora un’isola botanica felice. Conserva al suo interno piante di ceraso marino, di mirto bianco e nero, di sorbe aspre e mele selvatiche, e della rara quercia da sughero. Ovunque presenta la più ampia varietà di arbusti della macchia mediterranea di mezza “costa”, che non sto qui ad elencare perché so, a voi nota. Ma spero e gli auguro che continui così a sopravvivere. Anche se, nel corso di una mia recente breve introduzione fisica, ho trovato evidenti segni di sporca ed incivile frequentazione umana. Nulla si può contro i maleducati seriali che, per la sopravvivenza di Palano ed altri sacri luoghi, ormai rimasti, farebbero meglio a girare alla larga!
Qui, su questo Monte, un tempo, traevano “di che vivere”, carbonari stagionali “transumanti” provenienti dalle Marche e dall’Umbria, onde i vari toponimi “sentiero dei ….”. E non sono pochi i locali che possono vantare una certa loro discendenza.
Qui affiora, ovunque, “trachite fossile”, roccia molto dura, rara sul territorio quindi, per la sua preservazione, protetta da Leggi. Tanto che ora tale pietra non si può più cavare.
Formatasi questa dalla lenta risalita di magma (lavico), venne alla luce solidificando rapidamente attraverso crepe della crosta terrestre basaltica. Ampiamente utilizzata per la costruzione di macine per cereali, per selciare fondi stradali, permise l’edificazione di borghi e villaggi dall’uomo preistorico, etrusco e medievale, e fu ancora utile fino alla meta del secolo scorso.
Ma è anche la particolare ed importante presenza di strati di selce rossa, pietra utile per la costruzione di utensili dell’uomo antico, che attirò la “vita” sul nostro roccioso monte. Ma sarebbe soltanto riduttivo pensare alle frequentazioni umane soltanto per questo motivo. E’ accertato, l’uomo delle età della Pietra abitò qui, tra le crepe delle sue falesie. Ha nascosto la sua famiglia, negli anfratti per proteggerla da animali feroci, dalle periodiche intemperie climatiche, da tribù nemiche.
Le varie ere geologiche hanno alternato climi tropicali a climi glaciali con conseguenti presenze di flora e fauna specifiche. Già perché questo sperone di roccia, che venne alla luce pressappoco 33 milioni di anni fa, come già accennato, vide alternarsi per lunghi tempi il “freddo” al “caldo” a periodi intermedi più temperati!
Convenzionalmente, in Europa, vennero classificati quattro periodi glaciali, denominati dal più antico al più recente di “Günz”* (da circa 680 000 a 620 000 anni fa), di “Mindel”* (da circa 455 000 a 300 000 anni fa), di “Riss”° (da circa 200 000 a 130 000 anni fa) e di “Würm”*(da circa 110 000 a 12 000 anni fa), separati da tre fasi interglaciali! La Terra in questo momento si sta godendo un “ tranquillo Interglaciale di “Würm” *, per l’esattezza!
(°) Affluenti del Danubio
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Strumenti “litici” lavorati, rinvenuti, tradiscono la presenza sul nostro Monte, dell’uomo di Neanderthal (da 200.000 a 40.000 anni a.C.). Considerato l’autore dell'industria musteriana, caratterizzata da numerosi strumenti di pietra selce o simile, spessi, come raschiatoi, punte, limaces e denticolati.
Purtroppo non sono (ancora) emersi resti umani nel luogo che, suppongo, sepolti sotto notevoli sedimenti fluviali.
Il materiale principe delle prime industrie litiche nel mondo è qui particolarmente presente copioso, e non è difficile scorgere, sul territorio, tra le numerose schegge di selce rossa affioranti dal terreno, strumenti abbozzati per “tagliare”, per raschiare le pelli animali, punte di frecce per uccidere animali e difendersi dai nemici! Basta avere “occhio” ed un po’ di fortuna ed un incontro felice! Perché qui vissero e convissero i due principali nostri antenati, il Neardenthalensis ed il Sapiens Sapiens. Il primo, indigeno, passò il testimone al secondo circa 40 mila anni fa, per poi scomparire fisicamente dalla faccia della Terra. Sembra senza una motivazione logica o fisica, al riguardo sono state formulate soltanto ipotesi. Ma tanti di noi, nel proprio patrimonio genetico, hanno tracce neandertaliane, giacché le due specie avevano compatibilità cromosomica e si “unirono”.
Un’opinione personale? Le notevoli migrazioni di massa nel continente temperato, per i più svariati motivi, dal medioriente e dall’Africa dell’Homo Sapiens Sapiens, hanno fatto prevalere quest’ultimo sull’altro, sicuramente presente in numero inferiore sul territorio. Nel giro di mille anni, almeno, l’uomo di Neanderthal fu soppiantato completamente dal nuovo dominante. Ma la genetica ha rilevato la presenza dei suoi cromosoni nel DNA degli uomini “sapiens sapiens”, cui noi tutti apparteniamo.
LA SELCE
Questa meravigliosa e sorprendente roccia tagliente, ha accompagnato l’evoluzione del genere umano, favorendone, nel corso del tempo, il dominio sulle altre creature animali. Tale pietra è formata da sedimenti di organismi marini a guscio o scheletro o da accumuli di silice, emersi dal mare nel corso delle ere geologiche.
°°°°°°°°°°
Un breve tratto del sentiero in quota presenta chiare tracce di un industria litica con scarti di lavorazione, mentre termina a strapiombo su rocce ove noi, per evitare eventuali altri pericolosi toponimi, non ci porteremo.
Il luogo, così detto di “Ripa maiale”, sembra che debba il suo nome ad un certo episodio … un tempo, una povera bestia curiosa, smettendo per un momento di nutrirsi di ghiande, si affacciò tra le alte rocce per vedere il bel panorama circostante, affascinata da tanta luce e dalla bellezza del lontano lido. Ma perse l’equilibrio e volò giù, rovinando al suolo. Negli occhi cerulei, le immagini del suo ultimo desiderio.
La grande falesia sottostante è frequentata spesso dai freeclimber’s. Scalatori di piccoli tratti petrosi. Belli e coreografici, con i loro disegni sulla roccia rosso grigia … tra cordami multicolori, scrocchi metallici, e fisici muscolari.
Ma la loro presenza ha allontanato i rapaci che qui nidificavano (bianconi, poiane, gheppi). Inoltre, sembra, che la frequenza degli scalatori su queste rocce sia stata contingentata e limitata nel tempo. Qualcuno ha forse mai reso operativa questa ordinanza?
Nel fianco sinistro di questo nostro Monte, corre il sentiero che Sant’Agostino ed i suoi monaci, nel 380 a.C. circa, avrebbero percorso per raggiungere il Monastero della SS.Trinità, provenienti dalla spiaggia della Frasca, ove era il piccolo porto di “Giano”. Qui sorgeva, in prossimità del mare, una fonte di fresca acqua con accanto un monastero di frati (Agostiniani) scomparso! E’ proprio su questo nostro mare, che ne porta ancora il nome, che il Santo ha reso al mondo cattolico, simbolicamente, il concetto enigmatico della Santa Trinità.
DATA: 18 Sep 2023
OGGETTO: Notiziario
ALLEGATO: P1280183.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Apprendo con un certo dispiacere della dipartita del Signor Bordicchia Franco, che ottimo sindaco del Comune di Santa Marinella, mi incaricò, una decina di anni fa, con altri elementi della sua Giunta Comunale di presentare loro, per futuri scopi promozionali del territorio, la nota ed affascinante Castellina sul Marangone.
Per quanti lo conobbero e stimarono .... Vanì
Santa Marinella, addio a Franco Bordicchia
S. MARINELLA – E’ deceduto questa mattina l’ex sindaco di Santa Marinella Franco Bordicchia. Esponente di spicco della Democrazia Cristiana, Bordicchia aveva 81 anni ed era stato alla guida della città dal 2000 al 2005 per poi lasciare il posto all’attuale sindaco Pietro Tidei.
Un personaggio molto noto e stimato a Santa Marinella tanto che lo stesso Tidei, aveva deciso di inserirlo nella consulta degli ex sindaci, della quale facevano parte anche Manfredo Ballarini, Alfio Vergati, Ugo Gentili, Marco Maggi, Antonietta Urbani e Giancarlo Silveri.
La sua figura è stata poi associata alla Multiservizi in particolare con il sindaco Roberto Bacheca, che lo aveva nominato presidente della partecipata.
Persona molto seria e gentile con tutti, Bordicchia si era conquistato la fiducia di tanti politici, anche di parte avversa.
Il sindaco Pietro Tidei, saputa la notizia, ha rilasciato una breve dichiarazione. “Una morte che ci coglie di sorpresa – commenta il primo cittadino – lo conoscevo personalmente da tanti anni e sinceramente c’era una stima reciproca. Una persona perbene e devo dire che è stato un ottimo sindaco, molto abile a gestire le risorse comunali, tanto che al termine della sua legislatura aveva lasciato un cospicuo attivo di casa. Ci lascia dunque un grande uomo e colgo l’occasione, da parte mia e di tutta l’amministrazione comunale, di inviare vive condoglianze ai suoi famigliari”.
Ai famigliari, ed in particolare alla figlia Barbara e al genero Ciro, giornalisti per diversi anni colleghi a Civonline.it e alla Provincia, quando nacque il giornale, le più sentite condoglianze da parte di Massimiliano Grasso, della redazione e di tutto il personale del quotidiano La Provincia.
DATA: 13 Sep 2023
OGGETTO: Notte del 9 settembre 2023 - VIDEO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Buon giorno.
Vi invio il link dello "slide" che ho composto per ricordare la notte del 9 settembre 2023 sui Colli di Poggio Paradiso. La serata è risultata nel complesso soddisfacente e piacevole ed è stata apprezzata da tutti i convenuti. Ottima l'osservazione di Civitavecchia "illuminata" da un punto panoramico, anche se questa, oltre all'immenso alone di luce della Città di Roma, posto ad est sud-est (di almeno 20° - pensate che in linea d'aria la nostra Capitale dista da noi appena 46 chilometri!!!), hanno impedito una visione più definita della volta celeste e dell'Universo visibile.
Per vedere il VIDEO clicca su questa riga
Un caro saluto ..... Vanì
DATA: 13 Sep 2023
OGGETTO: Notte del 9 settembre 2023 - VIDEO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Buon giorno.
Vi invio il link dello "slide" che ho composto per ricordare la notte del 9 settembre 2023 sui Colli di Poggio Paradiso. La serata è risultata nel complesso soddisfacente e piacevole ed è stata apprezzata da tutti i convenuti. Ottima l'osservazione di Civitavecchia "illuminata" da un punto panoramico, anche se questa, oltre all'immenso alone di luce della Città di Roma, posto ad est sud-est (di almeno 20° - pensate che in linea d'aria la nostra Capitale dista da noi appena 46 chilometri!!!), hanno impedito una visione più definita della volta celeste e dell'Universo visibile.
Per vedere il VIDEO clicca su questa riga
Un caro saluto ..... Vanì
DATA: 11 Sep 2023
OGGETTO: Camminare sotto le stelle
ALLEGATO: VAGANDO SOTTO LE STELLE 9 SETTEMBRE 2023.mp4
- TESTO: (leggi tutto)
Buon giorno.
Vi invio in allegato il link dello "slide" che ho composto per ricordare la notte del 9 settembre 2023 sui Colli di Poggio Paradiso. La serata è risultata nel complesso soddisfacente e piacevole ed è stata apprezzata da tutti i convenuti. Ottima l'osservazione di Civitavecchia "illuminata" da un punto panoramico, anche se questa, oltre all'immenso alone di luce della Città di Roma, posto ad est sud-est (di almeno 20° - pensate che in linea d'aria la nostra Capitale dista da noi appena 46 chilometri!!!), hanno impedito una visione più definita della volta celeste e dell'Universo visibile.
Un caro saluto ..... Vanì
DATA: 02 Sep 2023
OGGETTO: Camminare sotto le stelle
ALLEGATO: PLANI OVEST.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Trek Fra' Diavolo
9 settembre 2023
.......
Invio secoinda immagine, cielo stellato settore ovest
DATA: 02 Sep 2023
OGGETTO: Camminare sotto le Stelle
ALLEGATO: PLANI EST.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Trek Fra' Diavolo
9 settembre 2023
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Rif. a note precedenti
Signori .... la notte designata, per la nostra esperienza notturna, si va avvicinando! E sembrerebbe presentarsi con cielo sereno. Inizieremo il percorso intorno alle 20.45, allora il cielo sarà completamente rabbuiato, tramontando, il nostro Astro Maggiore, alle 19.37. La visione dei sistemi stellari apparirà comunque non eccessivamente chiara e definita (per questo dovremmo proiettarci nel tempo-spazio di qualche mese più avanti). Saranno comunque evidenti le costellazioni più incisive e, l'occhio più attento ed esperto, potrà sicuramente identificarle. Settembre è un ottimo mese per osservare le stelle cadenti, con le notti che iniziano ad allungarsi, il clima più mite e il numero delle meteore sporadiche, che si assommano ai vari sciami e raggiunge nel nostro emisfero, al suo massimo annuale. Queste manifestazioni saranno osservabili fino a 10-20 ogni ora, soprattutto nella prima decade di questo mese. Ritengo utile, comunque, inviarvi due immagini del cielo stellato di questo mese, diviso in settori ovest ed est. La traiettoria della maggior parte delle stelle cadenti si verificherà iniziare nel settore est.
Con i favori del cielo auguro ai partecipanti una buona cattura di immagini e, comunque vada! ... un buon ricordo!
Nel mentre Vi saluto .... Vanì (SABATO 2 settembre 2023
DATA: 28 Aug 2023
OGGETTO: Il Cammino di Sant Agostino
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
IMPORTANTE - URGENTE
Parrocchia di Santa Maria della Consolazione e Sant'Agostino Vescovo
Sabato 2 Settembre 2023
****************
Buona Sera Signori,
il Comitato organizzatore del Cammino di Sant'Agostino mi chiede di comunicargli, entro Giovedì 31 agosto, quanti del nostro Gruppo parteciperanno all'iniziativa cui trattasi. Se qualcuno avesse già provveduto per proprio conto ad interessare detto organismo della propria partecipazione, non tenga conto della presente, altrimenti gli eventuali interessati potranno entro tale data rivolgere le iscrizioni scrivendomi sulla posta elettronica vanivani@alice.it, aggiungo che oltre alla soluzione del problema di spola auto, il comitato ha anche previsto un pasto veloce per tutti, panini con hamburger ed hot dog con acqua, offerti dal Parroco Dion Giuseppe.
Attendo le vostre comunicazione. Saluti Vanì 26/8/2023
DATA: 24 Aug 2023
OGGETTO: Il Cammino di S. Agostino
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
2 SETTEMBRE 2023
Parrocchia di Santa Maria della Consolazione e Sant'Agostino Vescovo
ritrovo
Località Pantano - Civitavecchia
Buon giorno Signori,
ricevo dagli organizzatori della seconda edizione del "Cammino di Sant'Agostino" - il link contenente il programma, che riporto di seguito. Dopo averlo aperto, per prendere visione delle indicazioni generali ivi indicate, se interessati al noto pellegrinaggio, vorrete prendere gli opportuni contatti con il Parroco, Don Giuseppe Tamborrini, per consentire l'organizzazione della necesaria spola auto "Chiesa di Pantano - Cipresseta - Eremo della SS.Trinità e ritorno"
Detto Cammino ricalca il sentiero che il Santo percorse ben oltre 1600 anni fa, dalla spiaggia della "Frasca" all'Eremo della SS.Trinità di Allumiere. Che dire di questo Santo ... anche un trekkista "Ante Litteram".
Vanì .... un saluto a Voi tutti
Civitavecchia, 24/8/2023
DATA: 15 Aug 2023
OGGETTO: Camminare sotto le stelle
ALLEGATO: IMG_20230812_213502 siiii - Copia (2) OKKKKKKK.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“CAMMINARE SOTTO LE STELLE”
**********
CIVITAVECCHIA
Località Poggio Paradiso – Colline dell’Argento
(Note utili in fondo al testo)
Buon giorno Signori,
Vi propongo ora una particolare novità … una passeggiata sotto le stelle!
Sabato 9 Settembre p.v.
sperimenteremo un trekking, in “notturna”, sulle colline di nord-est della nostra Città, per trascorrere un paio di ore, sotto un suggestivo cielo stellato, sul tracciato di una visibile sterrata dell’uomo della notte dei tempi! Con un po’ di fortuna, e con le grazie del tempo, potremmo incappare nella improvvisa visione di qualche stella cadente (“perseide”), attraversare fugacemente il cielo.
Queste “meteore” si formano tra le costellazioni circumpolari di Cassiopea, del Grande Carro (Orsa Maggiore), di Perseo e delle Pleiadi.
Intorno al Sole, entro l’orbita delle Grandi Stelle Comete, questi corpi celesti hanno lasciato, dietro di sé, una miriade di detriti cosmici. In questo periodo, la Terra, appunto, si trova a transitare quello “spazio”, così detto, dalla Mitologia Greca, delle Costellazione di Perseo.
La forza di gravità terrestre, nel passaggio, attrae una certa quantità di quei frammenti che entrano nel nostro cielo a forte velocità (200.000 km/h), disintegrandosi in una scia incandescente che illumina la notte per il forte attrito con l’atmosfera terrestre.
Purtroppo queste “fiammate stellari” pur partendo sempre da una precisa porzione di cielo lasciano, nel tempo di un solo attimo, una traccia brillante del loro cammino. Ma si manifestano in momenti del tutto inaspettati, e per direzioni non prevedibili. Per catturarle con l’obiettivo fotografico occorre innanzitutto una certa fortuna e poi prevedere una significativa apertura del diaframma, con l’uso di pellicole con particolari I.S.O., per lunghe esposizioni. Sono anche reperibili apposite “APP” per scattare, in automatico, queste foto con il telefonino!
******
Tanto bramate da sognatori, innamorati, o da chi aspetta qualche dono dal cielo per esprimere il suo recondito desiderio, nel momento della fortuita vista della scia luminosa, perché questo sembra sia di buon auspicio!
Nella notte, quando una stella cade dal cielo, si dice che un angelo si è avvicinato alla Terra per ascoltare i desideri delle persone. Questi angeli, durante le loro visite, raccoglierebbero i sogni dai cuori umani e li porterebbero in cielo, dove verrebbero esauditi.
L’unico problema, per chi di noi volesse esprimere qualche desiderio, è che la nostra passeggiata si svolgerà tra le ore 21 e 22.30 – 23,00, orario in cui non sono molto frequenti queste felici e benauguranti visioni! Mentre il momento più propizio, per incappare in questi fenomeni, è compreso, nel periodo, tra le ore 24,00 e le 3.00, tra un giorno e l’altro.
Alle ore 3.30 c.a., del 10 settembre, sorgerà da est la Luna purtroppo all’ultimo quarto, con gobba a Levante … “Luna Calante”, come diceva nonno Augusto!.
La Luna piena in Agosto, quest’anno si presenta per ben due volte (1/8 - 31/8). Nell’ultimo giorno del mese in corso, intorno alle ore 3,30 di mattina, la Luna che si trova ad una distanza relativamente vicina alla Terra, volgerà una bella ed enorme immagine blu di se stessa.
*******
Verso le ore 22.00 raggiungeremo un punto panoramico con vista su Civitavecchia iper … illuminata!
In questi ultimi tempi la Città sembra “dilagare”, dal Torrente Marangone alle luci del porto con le sue navi, in parallelo alla costa marina.
L’escursione si concluderà, verso le ore 22.30, in località Poggio Capriolo, posto poco più avanti, lasciando in ciascuno, ricordi, immagini e visioni delle lunghe ombre!
******************
Attrezzatura consigliata
-
Bacchette e scarpe da trekking.
-
Lampada frontale e pila manuale, oltre a riserva di pile nuove. Cose acquistabili al Decathlon o in negozio di materiale elettrico (forse anche in vendita presso qualche rivendita “cinese” ben fornita)
-
Camicia a manica lunga e Kway. Pantaloni lunghi, meglio se corredati da “ghette” o fissati alla caviglia con un elastico!
-
Qualche bottiglia d’acqua
Ritrovo ore 20.30 presso il parcheggio scoperto della Coop di Civitavecchia, Località Strada Boccelle, con partenza, per la prevista spola auto, alle ore 20.35. Inizio escursione, non prima delle ore 20.45.
Percorso a piedi circa 3 km, con presenza di qualche salita non eccessivamente impegnativa. Tempo di percorrenza previsto circa 3 ore.
L’iniziativa verrà effettuata solo con condizioni meteo favorevoli, in caso contrario verrebbe rimandata a data da destinare.
Un caro saluto, comunque, a tutti gli associati ….. Vanì 15 agosto 2023
DATA: 15 Aug 2023
OGGETTO: Camminare sotto le Stelle
ALLEGATO: PANO_20230812_213525.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“CAMMINARE SOTTO LE STELLE”
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CIVITAVECCHIA
Località Poggio Paradiso – Colline dell’Argento
Buon giorno Signori,
Vi propongo ora una particolare novità … una passeggiata sotto le stelle!
Sabato 9 Settembre p.v.
sperimenteremo un trekking, in “notturna”, sulle colline di nord-est della nostra Città, per trascorrere un paio di ore, sotto un suggestivo cielo stellato, sul tracciato di una visibile sterrata dell’uomo della notte dei tempi! Con un po’ di fortuna, e con le grazie del tempo, potremmo incappare nella improvvisa visione di qualche stella cadente (“perseide”), attraversare fugacemente il cielo.
Queste “meteore” si formano tra le costellazioni circumpolari di Cassiopea, del Grande Carro (Orsa Maggiore), di Perseo e delle Pleiadi.
Intorno al Sole, entro l’orbita delle Grandi Stelle Comete, questi corpi celesti hanno lasciato, dietro di sé, una miriade di detriti cosmici. In questo periodo, la Terra, appunto, si trova a transitare quello “spazio”, così detto, dalla Mitologia Greca, delle Costellazione di Perseo.
La forza di gravità terrestre, nel passaggio, attrae una certa quantità di quei frammenti che entrano nel nostro cielo a forte velocità (200.000 km/h), disintegrandosi in una scia incandescente che illumina la notte per il forte attrito con l’atmosfera terrestre.
Purtroppo queste “fiammate stellari” pur partendo sempre da una precisa porzione di cielo lasciano, nel tempo di un solo attimo, una traccia brillante del loro cammino. Ma si manifestano in momenti del tutto inaspettati, e per direzioni non prevedibili. Per catturarle con l’obiettivo fotografico occorre innanzitutto una certa fortuna e poi prevedere una significativa apertura del diaframma, con l’uso di pellicole con particolari I.S.O., per lunghe esposizioni. Sono anche reperibili apposite “APP” per scattare, in automatico, queste foto con il telefonino!
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Tanto bramate da sognatori, innamorati, o da chi aspetta qualche dono dal cielo per esprimere il suo recondito desiderio, nel momento della fortuita vista della scia luminosa, perché questo sembra sia di buon auspicio!
Nella notte, quando una stella cade dal cielo, si dice che un angelo si è avvicinato alla Terra per ascoltare i desideri delle persone. Questi angeli, durante le loro visite, raccoglierebbero i sogni dai cuori umani e li porterebbero in cielo, dove verrebbero esauditi.
L’unico problema, per chi di noi volesse esprimere qualche desiderio, è che la nostra passeggiata si svolgerà tra le ore 21 e 22.30 – 23,00, orario in cui non sono molto frequenti queste felici e benauguranti visioni! Mentre il momento più propizio, per incappare in questi fenomeni, è compreso, nel periodo, tra le ore 24,00 e le 3.00, tra un giorno e l’altro.
Alle ore 3.30 c.a., del 10 settembre, sorgerà da est la Luna purtroppo all’ultimo quarto, con gobba a Levante … “Luna Calante”, come diceva nonno Augusto!.
La Luna piena in Agosto, quest’anno si presenta per ben due volte (1/8 - 31/8). Nell’ultimo giorno del mese in corso, intorno alle ore 3,30 di mattina, la Luna che si trova ad una distanza relativamente vicina alla Terra, volgerà una bella ed enorme immagine blu di se stessa.
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Verso le ore 22.00 raggiungeremo un punto panoramico con vista su Civitavecchia iper … illuminata!
In questi ultimi tempi la Città sembra “dilagare”, dal Torrente Marangone alle luci del porto con le sue navi, in parallelo alla costa marina.
L’escursione si concluderà, verso le ore 22.30, in località Poggio Capriolo, posto poco più avanti, lasciando in ciascuno, ricordi, immagini e visioni delle lunghe ombre!
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Attrezzatura consigliata
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Bacchette e scarpe da trekking.
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Lampada frontale e pila manuale, oltre a riserva di pile nuove. Cose acquistabili al Decathlon o in negozio di materiale elettrico (forse anche in vendita presso qualche rivendita “cinese” ben fornita)
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Camicia a manica lunga e Kway. Pantaloni lunghi, meglio se corredati da “ghette” o fissati alla caviglia con un elastico!
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Qualche bottiglia d’acqua
Ritrovo ore 20.30 presso il parcheggio scoperto della Coop di Civitavecchia, Località Strada Boccelle, con partenza, per la prevista spola auto, alle ore 20.35. Inizio escursione, non prima delle ore 20.45.
Percorso a piedi circa 3 km, con presenza di qualche salita non eccessivamente impegnativa. Tempo di percorrenza previsto circa 3 ore.
L’iniziativa verrà effettuata solo con condizioni meteo favorevoli, in caso contrario verrebbe rimandata a data da destinare.
Un caro saluto, comunque, a tutti gli associati ….. Vanì 15 agosto 2023
DATA: 30 Jul 2023
OGGETTO: Iniziative Territoriali
ALLEGATO: Immagine WhatsApp 2023-07-29 ore 20.58.06.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Ripeto, di seguito, l'invio del testo dell'allegato a comunicazione precedente che il sistema, malgrado la richiesta effettuata, non ha provveduto a trasmettervi. Di nuovo Vanì
DATA: 30 Jul 2023
OGGETTO: Iniziative Territoriali
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori camminatori,
su segnalazione del nostro caro associato Livio Spinelli, Vi trasmetto, accaldato, la nota di invito, del Nostro Vescoco S.E. Gianrico Ruzza, ad intervenire nella giornata di giovedì 28 settembre p.v. - dalle ore 17.30 in poi - ad un interessante conferenza-dialogo, su temi di importanza vitale per il nostro pianeta, che si terrà presso il Castello di Santa Severa.
Approfitto dell'occasione per rivolgere a Voi tutti un caro saluto ed i miei più spontanei auguri di ...
"BUON FERRAGOSTO 2023"
Vanì
CVECCHIA 30/07/2023, ore 23.33
Allegato
DATA: 10 Jul 2023
OGGETTO: Orvieto ed il Gruppo fra Diavolo ... 16 luglio 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori partecipanti alla iniziativa Orvietana ..
in base alle vostre prenotazioni ho provveduto a confermare il pranzo presso il Ristorante "Il Labirinto di Adriano" di Orvieto. La giornata si presenterà (sic!!!) con una punta massima di 36° centigradi per le ore 13, raccomando quindi di indossare indumenti leggeri, anche se il luogo del pranzo è "coperto" da impianto di aria condizionata. Per scendere nel "Labirinto" poi occorre munirsi di indumento protettivo (Kway). Con l'occasione ribadisco di segnalare eventuali discordanze di trascrizione, desumibili dal prospetto-partecipanti sotto indicato. L'appuntamento è fissato come da "default", qualora qualcuno volesse raggiungere il Ristorante designato seguendo un percorso proprio, diverso da quello segnalato, gradirei una specifica comunicazione.
Un caro saluto a Voi , a domenica quindi ....
Vanì, 10/07/2023
PROTOCOLLO VISITA ORVIETO 16 luglio 2023
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PROGR
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NOMINATIVI
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NR PERS
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1
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AIELLO SANTO
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2
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2
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BANDELLA DOMENICO
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3
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3
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BIONDI GIANFRANCO
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2
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4
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CACACE ANTONIO
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2
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5
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DI BIANCO VINCENZA
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1
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6
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JOVINE LUIGI
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3
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7
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LAMBERTUCCI FABIO
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1
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8
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MORGAGNI MARCO
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1
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9
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NUNZI FRANCO
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2
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10
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PAPPONETTI PAOLA
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1
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11
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ROMITI IVANO
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1
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12
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RUSSOMANNO GIORGIO
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2
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13
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SPINELLI LIVIO
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2
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14
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VITALI AGOSTINO
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2
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25
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DATA: 05 Jul 2023
OGGETTO: Orvieto ed il Gruppo fra Diavolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
ORVIETO ... DOMENICA 16 LUGLIO 2023
NOTE PER L'INIZIATIVA
*********
Signori iscritti ... rammento quanto segue
Partenza dal Park del Tribunale di Civitavecchia ore 9.00
Presumibile ora di arrivo al Park della Stazione di Orviato Scalo ore 11.00. Presenti sul percorso strumenti di controllo velocità!
Sosta Caffè
La giornata si presenterà soleggiata con temperaturea iontorno ai 34*
Utile qualche bottiglia di acqua minerale entro borsa frigo!
..... prego di voler controllare se la vostra registrazione risulta ben riportata nell'elenco sotto indicato, ed eventualmente comunicare, vie brevi, le eventuali discordanze:
PROTOCOLLO VISITA ORVIETO |
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PROGR |
NOMINATIVI |
NR PERS |
1 |
AIELLO SANTO |
2 |
2 |
BANDELLA DOMENICO |
3 |
3 |
BIONDI GIANFRANCO |
2 |
4 |
DI BIANCO VINCENZA |
1 |
5 |
LAMBERTUCCI FABIO |
1 |
6 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
7 |
NUNZI FRANCO |
2 |
8 |
PAPPONETTI PAOLA |
1 |
9 |
ROMITI IVANO |
1 |
10 |
RUSSOMANNO GIORGIO |
2 |
11 |
SPINELLI LIVIO |
2 |
12 |
VITALI AGOSTINO |
2 |
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20 |
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TERMINE X COMUNICARE PARTECIPANTI AL RISTORANTE |
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09-lug-23 |
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Saluti ... Vanì 5/7/2023
DATA: 01 Jul 2023
OGGETTO: Orvieto ed il Gruppo fra Diavolo
ALLEGATO: PERCORSO FINALE X ORVIETO SCALO.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
NOTE PER GLI ISCRITTI
Buon giorno Signori,
Vi invio le sottostanti note, recanti più dettagliate informazioni utili per la giornata Orvietana, che ho raccolto da Internet, facendo fede, spero, alla loro aggiornata attendibilità! Trascrivo anche il link del Labirinto di Adriano, che potrete aprire per farvi un'idea di quell'insediamento ipogeo.
https://www.labirintodiadriano.com/labirintodiadriano/wp-content/uploads/2015/11/labirinto-di-adriano-carving.jpg
Arrivederci alla prossima giornata del 16 Luglio .... Vani'
Cv/1/7/2023
O R V I E T O
Cellulare Ivano 388 6958494
……………………………….
Consiglio di stampare queste indicazioni utili per orientarsi nella giornata o di salvarle sulla memoria del telefonino.
Per raggiungere il parcheggio della Stazione Ferroviaria di Orvieto Scalo :
SI PERCORRE L’A12 DIREZIONE TARQUINIA – SI DEVIA PER MONTE ROMANO - SI PROSEGUE POI SULLA SUPERSTRADA PER RAGGIUNGERE VITERBO PER USCIRE SUBITO AL BIVIO PER “MONTEFIASCONE CASSIA” – SI PERCORRE LA CONSOLARE FIN SOTTO MONTEFIASCONE PER PROSEGUIRE PER LA S.R. 71, GIUNGENDO IN VISTA DELLA RUPE DI ORVIETO, AL BIVIO IN LOCALITA’ GABELLETTA SI GIRA A DESTRA PER LA STRADA DELLA GABELLETTA. POCO DOPO SI GIRA A DESTRA PER LA STRADA DELL’ARCONE E SI SEGUONO LE INDICAZIONI PER IL PARK DELLA STAZIONE FERROVIARIA . VEDERE IMMAGINE ORTOFOTO.
LA STAZIONE FERROVIARIA DI ORVIETO SCALO E’ ANCHE RAGGIUNGIBILE PERCORRENDO L’ANELLO CHE CIRCONDA LA RUPE DI ORVIETO, OVVERO PROSEGUENDO DIRITTI IN LOCALITA’ GABELLETTA AGGIRANDO LA RUPE DA SINISTRA.
Utile impostare il satellitare!
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PARCHEGGIO GRATUITO PRESSO LA STAZIONE FERROVIARIA DI ORVIETO SCALO
Piazza della Pace
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STAZIONE FERROVIARIA ORVIETO SCALO
Piazza Matteotti
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STAZIONE FUNICOLARE ORVIETO SCALO
Piazza Matteotti di fronte alla Stazione Ferroviaria
Biglietteria interna (si consiglia di acquistare anche i biglietti per il ritorno) euro 1,30 a tratta
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STAZIONE FUNICOLARE ORVIETO CITTA
Piazza Cahen
Biglietteria interna
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RISTORANTE IL LABIRINTO DI ADRIANO – ORVIETO CITTA’ Via della Pace 26 –
tel 340 7864292 Maurizio – Alessandra
il Labirinto di Adriano (è posto all’interno del ristorante) luogo ipogeo, tra i migliori della Orvieto sotterranea, che ne conta oltre mille. Detto sotterraneo è censito con il nr. 258.
Euro 35 pers. Pranzo + ingresso e guida al Labirinto.
********
DUOMO – Piazza Duomo 26 – tel 0763 341167
Orario chiusura ore 17.30 (qualcuno dice 19,30?) – Biglietteria palazzo di fronte al portale di ingresso
Ingresso euro 5 – bambini 0 – 10 anni dis gratuito.
********
TORRE DEL MORO – Corso Cavour 87 – tel 0763 344567
Luogo molto panoramico … risalita 236 gradini
Orario chiusura ore 20 – Biglietteria posta all’ingresso della torre
Ingresso euro 3,80 – gratuito bambini 0 – 10 anni
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MUSEO CLAUDIO FAINA - Piazza Duomo 29 – tel 0763 341216
Orario chiusura ore 18 – biglietteria posta all’ingresso
Ingresso Euro 6 – ridotto euro 4
********
POZZO SAN PATRIZIO – Piazza Cahen 5/b – tel 0763 343768
Per scendere 248 gradini
Orario chiusura 19.30 – Biglietteria posta nella stazione di uscita della funicolare
Ingresso euro 3,5 – bambini sotto anni 6 gratuito
PS: S.E.&.O
DATA: 26 Jun 2023
OGGETTO: Orvieto ed il Gruppo fra Diavolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
COMUNICAZIONE PER GLI ISCRITTI ALLA GIORNATA ORVIETANA
Signori,
trasmetto l'elenco delle persone che hanno comunicato l'adesione alla visita della Città di Orvieto ... 16/7/2023, pregando di comunicare eventuali registrazioni errate. Prego altresì, qualora qualcuno di Voi avesse inoltrato la propria iscrizione e non risultasse nell'elenco, di interessarmi telefonicamente 388 695 8494.
Saluti ..... Vanì
PROTOCOLLO VISITA ORVIETO |
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PROGR |
NOMINATIVI |
NR PERS |
NOTE |
1 |
AIELLO SANTO |
2 |
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2 |
BIONDI GIANFRANCO |
2 |
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3 |
DI BIANCO VINCENZA |
1 |
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4 |
MILO LINO |
3 |
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5 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
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6 |
ROMITI IVANO |
1 |
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7 |
SPINELLI LIVIO |
2 |
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8 |
VITALI AGOSTINO |
4 |
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DATA: 19 Jun 2023
OGGETTO: Manifestazione del Corpo di Ballo degli Argonaiti
ALLEGATO: OMBQ0607.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori,
ho il piacere di parteciparVi l'esibizione artistica che il Corpo di Ballo degli Argonauti di Roma ha organizzato, nel ricordo di
Claudia Sacco
ormai, per tutti noi "Claudietta", figlia dei nostri cari amici Massimo ed Amelia,
Sabato 24 giugno 2023
alle ore 20
Piazza degli Eventi di Civitavecchia
Ingresso gratuito.
E' opportuno l'incontro per salutare tutti Voi ..... Vani 1/96/2023
DATA: 18 Apr 2023
OGGETTO: Pasqua sui Monti Umbri 8 9 10 aprile 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Camminatori,
nel pensiero di far cosa grata, Vi invio alcune note da me prodotte riguardo Ferentillo ed il suo museo particolare. A parte trasmetterò uno slide "ad acta" della visita ivi effettuata.
PASQUA SUI MONTI SIBILLINI
POLINO E DINTORNI
8 – 10 APRILE U.S.
******
LE MUMMIE DI FERENTILLO
Nel corso dell’ultima uscita, tra le varie iniziative offerte dal luogo, una parte del Gruppo ha fatto visita alla Cittadina di Ferentillo, per ammirarne le particolarità più amene. I due Castelli opposti sui monti, il Museo delle Mummie, la Grande Falesia, Il fiume Nera. Non è mancata per alcuni la visita al Museo nei locali della Chiesa di Santo Stefano. Sono lì esposti i corpi di persone mummificate, rinvenuti casualmente entro la cripta sepolcrale in sede di lavori di restauro. Luogo, fino al 18 maggio 1871, deputato (sic) per la deposizione dei morti di Ferentillo
Colpiscono i visitatori gli aspetti insoliti di questi defunti, con volto e corpo, in parte conservati, da cui trapelano espressione di dolore nell’attimo della dipartita del loro ultimo viaggio.
Indagini scientifiche di università italiane e straniere, hanno permesso di comprendere il particolare fenomeno di conservazione di queste mummie, mentre il supporto di cultori locali ha consentito la ricostruzione della vita di alcuni personaggi, a volte, interessante!
Le storie …
L’IMPICCATO
Corpi di due soldati napoleonici scesi in Italia durante la campagna degli anni 1796–1797. Entrambi mostrano segni di tortura, uno di essi venne impiccato, tanto che mostra ancora il capo reclinato su un lato per la frattura cervicale (classica frattura dell'impiccato) per la stretta del cappio di forca. Resta ignota la causa della loro esecuzione, sicuramente di una certa gravità, omicidio comune o stupro di qualche giovinetta.
SPOSI CINESI SFORTUNATI
Ciò che resta di due sposi di origine cinese in viaggio di nozze in Italia, in occasione del Giubileo Cristiano del XVIII secolo. I quali purtroppo giunti da Roma nei pressi di Ferentillo, per la via Flaminia, caddero preda del colera, finendo per essere seppelliti nella cripta della Chiesa di Santo Stefano. Sono riconoscibili grazie alla fisiognomica del volto dai caratteristici tratti orientali. La loro storia tramandata oralmente nella cittadina narra di un ricco uomo e della sua sposa, in viaggio di nozze, arrivati per l'anno giubilare. Di lui è rimasta soltanto la testa appoggiata sopra un cuscino, mentre il corpo della donna, posto al suo fianco in posizione di preghiera, si è conservato interamente. Tra le mani, la donna, reggeva la sua lunghissima coda di capelli, purtroppo andata persa.
L’AGIATA SIGNORA
I resti ben conservati di un’anziana donna che, a differenza di tanti altri sepolti, indossa dei vestiti. Probabilmente apparteneva ad una famiglia agiata. I benestanti, al tempo, venivano deposti vestiti od in una bara di legno come gli appartenenti al clero. Tutti gli altri, invece, finivano nella cripta nudi, avvolti nel loro sudario.
IL CORPO DI UN UOMO ANONIMO DAL VOLTO BEN COSERVATO
Mummia di un uomo che ha conservato parte della barba (rossiccia), del naso, delle orecchie e tutti i denti. Sul corpo si posso vedere attraverso le pieghe della pelle l’intestino, il fegato e l’ombelico.
UN BAMBINO FORSE IDROCEFALO
Il corpo completamente mummificato di un bambino, diagnosticata la sua patologia a giudicare dalla conformazione della sua testa.
L'epilettica
Una giovane donna, dal viso non molto regolare, il labbro superiore deforme e la lingua ingrossata tra i denti. Molto probabilmente soffriva di epilessia. Presenta la lingua fuori dalla bocca e segni di un'autopsia sul torace. La leggenda vuole che invece fosse il corpo di un campanaro caduto dal campanile mentre osservava la sua fidanzata ???
IL RICCO MANGIONE AVARO
Messere Francesco, un personaggio fantastico e “birbo”. Era perennemente affamato! Mangiava di tutto, e andava pazzo per le ciambelle che si distribuivano in Ferentillo ai popolani nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate. Il nostro messere era l’organizzatore della festa, figuriamoci! Non era sposato, aveva al suo servizio un garzone, due stalliere, una cameriera e un damerino di compagnia.
Una sera, a cena dal Priore del castello, Messer Francesco dette spettacolo della sua capacità “mangereccia”: in men che non si dica divorò un maialino intero e tracannò due grandi brocche di vino. Era diventato la “favola del paese”. Lo sbeffeggiavano tutti ma non in sua presenza perché ne temevano l’ira. Ricco assai, poteva permettersi qualsiasi stravaganza e vendetta.
Faceva freddo quel giorno, ed a sera, mentre “messere” era intento a “sgranocchiare” un bel coscio di tacchino, qualcuno bussò ripetutamente al suo portone. Era una vecchia, ricoperta di pochi stracci che supplicava per avere un pezzo di pane. La carestia non aveva risparmiato la contea di Precetto. Messer Francesco urlò ai servi di cacciarla. La donna disperata e umiliata, con tutto l’odio inveì contro lui: – nulla ti manca, sei il più ricco di tutti, qui nella Contea. Verrà il giorno che il tuo corpo non reggerà al peso del pane che hai mangiato, che la tua bocca stessa non riuscirà più a mangiarne – . L’ anatema dovette sortire il suo effetto, dato che Messer Francesco, fu colpito da un male incurabile che gli deformo la bocca e, impedendogli di nutrirsi, di lì a poco lo condusse alla morte.
IL GIGANTE
Una teca in legno, posta negli anni ’30, conteneva i resti di un uomo molto alto per la sua epoca. Probabilmente si trattava di un uomo affetto da gigantismo, in cui è tipica la condizione di gambe e braccia molto lunghe rispetto al tronco.
L’AVVOCATO
Altra curiosità riguarda una bara in legno, ancora chiusa, presente nella cripta, ora posta nei locali del museo. Custodisce il corpo di un avvocato del luogo, ucciso con numerose pugnalate la cui mummia non viene estumulata per rispetto dei suoi discendenti ancora viventi, residenti in Ferentillo.
Fu pugnalato durante la colluttazione con due balordi del luogo, mentre uno di questi rimase ucciso nello scontro. Evidentemente il legale girava sempre armato di coltello!
Il corpo del balordo ucciso è riconoscibile perché porta una mano sull’addome nel punto in cui è stato colpito.
Sulla cassa dell’avvocato si può leggere la data di morte “18 Maggio 1871”, che è anche la data dell'ultima sepoltura avvenuta nella cripta.
Ricordo comunque la storia che mi narrò il Sacerdote della Chiesa anni fa in merito a questo fatto. I due assalitori, due balordi del contado, avevano chiesto la tutela legale dell’avvocato, in un determinato processo in cui erano stati coinvolti. Ma tutto finì con la condanna degli imputati che, prima di finire al “fresco”, si vendicarono assalendo il legale in una via del paese.
Due volatili mummificati
Presumibilmente due falchi!
Nella rassegna fotografica che invierò, raccomandando di visionarla qualora non particolarmente sensibili alla vista di certe immagini, sono riconoscibili i personaggi descritti.
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Qualche cenno storico sui cimiteri ante 1804 e post ….
Il fenomeno della mummificazione di Ferentillo è forse dovuta alla presenza entro la Cripta di un particolare micete (fungo), che si diffuse sui corpi dei sepolti, consentendo la particolare conservazione, oltre anche ad un certo grado di umidità e temperatura costanti del luogo.
E’ forse interessante ricordare che prima del 1804, (prima dell’editto Napoleonico di Saint Cloud), in Europa, le tombe dei morti potevano essere poste anche entro le mura cittadine. In Italia i defunti comuni venivano deposti entro cripte sepolcrali delle chiese. Enormi vani ipogei, che potevano contenere centinaia di corpi, ove con una certa rotazione ed entro un arco temporale venivano conservate intere le spoglie dei morti fino al loro disfacimento. I resti di alcuni di essi, che per qualsivoglia principio fisico-chimico, si conservavano oltre un certo periodo di tempo, venivano poi accatastati e depositati in altri appositi luoghi sotterranei.
Fu la cosiddetta legge di Saint Cloud, emanata da Napoleone il 12 giugno 1804, che determino la creazione di appositi luoghi ove deporre i defunti, i cimiteri fuori delle mura cittadine in Francia e nei paesi dell'orbita napoleonica, tra cui l'Italia. Fu forse uno dei pochi giusti provvedimenti dell’imperatore!
La legge stabiliva che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine in luoghi soleggiati e arieggiati, e che, per una certa “egalitè”, per dirlo alla francese del tempo, dette tombe fossero tutte uguali (la livella), presentando le generalità del defunto con la data di morte, e null’altro. Si volevano così evitare discriminazioni (almeno) tra i morti. Ma qualche deroga trapela … Per i defunti illustri, invece, c'era una commissione di magistrati a decidere se far scolpire sulla tomba un epitaffio. Questo editto aveva quindi due motivazioni alla base: una igienico-sanitaria e l'altra sociologica. La gestione di questi nuovi luoghi di sepoltura veniva ovunque assegnata alla pubblica amministrazione ove il provvedimento prese vigore, e non più alla Chiesa.
Ferentillo
E’un comune italiano di 1813 abitanti della provincia di Terni, diviso in due borghi distinti, separati dal fiume Nera, Matterella e Precetto, posto tra le quinte di meravigliose montagne rocciose.
Nel 740 il re dei Longobardi, Liutprando, lasciata l'antica città di Ferento, giunse in Valnerina, colonizzò questi territori disabitati, circondati da malsane paludi. Fondò qui il nuovo paese che venne chiamato Ferentillo (dal latino Ferenti Illum ovvero "quelli di Ferento") in ricordo della patria abbandonata.
Il caratteristico paese presenta palazzetti gentilizi, artistiche chiese e vicoli a ventaglio, e due imponenti rocche del 1100 che, insieme alla quella di Umbriano, dominano e controllano dall’alto il passaggio sulla Valnerina.
Nella cittadina, come in ogni altra della Regione Umbra, vengono conservate intatte le caratteristiche architettoniche del passato, che, in ogni modo, raccontano le loro tradizioni e cultura.
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Sul nostro Sito Internet … Gruppo Trek Fra’ Diavolo, ho appostato uno slide sul Museo delle Tombe di Ferentillo, consultabile, raccomandando ancora una volta di evitarne la visione qualora sensibili a certe immagini.
Vanì, 16/04/2023
DATA: 16 Apr 2023
OGGETTO: Notiziario Trek Frà Diavolo
ALLEGATO: XJGP9677.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Camminatori,
i nostri cari amici Salvatore Pisano ed Anna Wapercoska, da tempo impegnati per il "sociale", mi pregano di informarVi della encomiabile niziativa organizzata dalla loro Asssociazione "Misericordia" di Santa Marinella ... spettacolo teatrale al Teatro Traiano di Civitavecchia 6 maggio p.v., i cui proventi verranno interamente devoluti a favore di famiglie in difficoltà economiche, giacché tra noi, purtroppo sopravvivono persone che per "dignità" caratteriale non manifestano il loro stato di indigenza, le loro difficoltà per l'acquisto dei soli generi alimentari. E noi neanche ce ne accorgiamo, perché certe persone non manifestano questo loro stato, mi ripeto, per dignità personale, ciò provoca un certo "dolore" al solo pensiero di questo!
Sappiamo come neanche il nostro "Sistema Centrale", cui sarebbe devoluto tale compito, “se ne renda conto” e quanto tira di lungo per altri sentieri! Queste realtà soffolte vengono parzialmente risolte da Organismi Umanitari che ne sono a conoscenza, iniziative non solutive certo, ma già le loro attività che svolgono è qualcosa di importante.
Quindi, cari amici miei, spero di vederVi numerosi il 6 maggio al Teatro Traiano.
Allegato Vanì del Trek Fra' Diavolo. 16/04/2023
DATA: 03 Apr 2023
OGGETTO: Monte Soratte pranzo Sociale e Bunker antiatomico 23 aprile 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
Civitavecchia
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Monte Soratte, pranzo Sociale e visita al Bunker antiatomico
Domenica 23 aprile 2023
***********
Gentili Camminatori,
le adesioni all'uscita indicata sono quasi completate. Restano un paio di posti liberi ancora. Semmai qualcuno avesse intenzione di unirsi al Gruppo, potrà farlo - via brevi - utilizzando il telefono per chiamarmi (388 6958494). Una richiesta oltre giovedì prossimo verrà accolta da me con riserva, da rivolgere all'Ente organizzatore del Bunker.
Con l'occasione ricolgo i miei saluti ed auguri, a Voi ed ai Vostri cari Familiari, per le prossime festività Pasquali.
Vanì/ 3/04/2023
DATA: 31 Mar 2023
OGGETTO: IL MONTE SORATTE ... PRANZO SOCIALE DI FINE ATTIVITA STAGIONALE ... IL BUNKER ANTIATOMICO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
°°°°°°
Domenica 23 aprile 2023
VARIAZIONE ORARIO DI PARTENZA
ORE 8,00
*****
IL MONTE SORATTE
PRANZO SOCIALE DI FINE ESCURSIONE
IL BUNKER ANTIATOMICO
*****
Signori Camminatori,
con riferimento a precedente nota indico di seguito il programma per partecipare all’uscita su specificata del 23/4/2023.
Ritrovo Parcheggio Tribunale di Civitavecchia ore 7.50, partenza con auto proprie ore 8,00
Percorso stradale Km. 200 A/R – c.a., sintesi …
Civitavecchia – Monte - Romano - Barbarano Romano – Vico Matrino – Capranica – Sutri – Nepi – Castel Sant’Elia – Civita Castellana – Consolare Flaminia direz. Roma – Sant’Oreste - Parcheggio Via Riccioni 35, avanti Pub – Ristorante Cruscioff. (arrivo previsto per ore 10 c.a.).
Ore 10.30, dal park del Ristorante partenza escursione sul Monte 691 mt. s.l.m. (di Km. 4,5 c.a.). Si percorre il sentiero asfaltato che sale e raggiunge i punti più panoramici (ex Romitorio S.Maria delle Grazie – poi sentiero non asfaltato per l’Eremo di S. Silvestro ex Tempio di Apollo Sorano).
La risalita, presenta una certa difficoltà e verrà affrontata con passo tranquillo e lento. Raggiunto l’Eremo di S.Silvestro, dopo le consuete foto, si ritorna al Ristorante (ore 12.30 c.a.) per il pranzo sociale. La comunicazione del costo che dovrebbe aggirarsi tra i 20 ed i 30 euro, ed il menù relativo non mi sono ancora noti e sono in attesa di comunicazione, malgrado il mio sollecito interessamento. Per questo cercherò di informare prima possibile coloro che si iscriveranno (al momento ho registrato 16 persone).
Il pranzo al Ristorante è stato prefissato con inizio tra le ore 12.30 e le 13.
Per le ore 15, dopo il pranzo, ci trasferiremo in auto in Viale Europa ove è presente il parcheggio del Bunker. Alle ore 15.30 ritireremo i biglietti di accesso. Raggiungeremo a piedi l’ingresso inizio visite. Per tutto il giro del luogo ipogeo, con guida, occorrono circa 2 ore. Entro il Bunker potrebbe essere utile una giacca a vento! Si percorrono gallerie scavate entro le rocce del monte e si visitano le sale disposte per la protezione antiatomica, oltre ad un interessante museo storico di mezzi ed armi della II^ guerra mondiale.
Al termine, verso le ore 18.00, rientro in Civitavecchia.
Il 2 aprile nel corso della prevista uscita, potrete prenotarvi, provvedendo all’obbligo del pagamento anticipato del biglietto di ingresso (richiesto). Chi volesse prender parte dell’uscita al Soratte, e non lo potesse fare di persona, dovrà interessarmi telefonicamente 388 6958494 o per mail vanivani@alice.it. Per il pagamento di cui sopra ho previsto la possibilità di fare un bonifico bancario
IBAN personale IT 22 E 03069 390311 000000 90004
Nel qual caso si renderà opportuno poi notificarmi il versamento effettuato.
Quote ingresso: biglietto intero 12 euro pers.. Ridotto euro 8 ragazzi dai 7 ai 17 anni.
Un caro saluto … Vanì 31/03/2023
Note storiche del luogo …
STORIA E CULTURA LOCALE
Il Monte Soratte
questo fossile vivente, ben lungi dalla dorsale appenninica posta più ad est, si eleva di appena a 690 mt. sul l. del mare, è un’enorme scheggia calcarea che domina il territorio pianeggiante dell’Alto Lazio, e che spicca in cielo molto più della sua reale altitudine.
Il Monte è emerso dal profondo del mare, lentamente, in un lungo periodo compreso tra 200 e 65 milioni di anni fa, per effetto di certi movimenti tettonici della litosfera (o crosta terrestre). E’ quindi nel periodo compreso tra il Giurassico e l’Eocene che il Soratte assume l’aspetto più o meno attuale. (Il Giurassico va da 200 a 145 milioni di anni fa, ed è seguito dal Cretaceo, compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa, e dall’Eocene tra 58 e 27 milioni di anni fa).
E’ quindi testimone di ere geologiche primordiali, quando l’uomo nelle sembianze attuali, non si era ancora trasformato. Il Monte ha assistito a significativi e vari sconvolgimenti terrestri importanti che hanno coinvolto e modificato l’evoluzione terrestre, tra cui ben due “importanti” estinzioni di massa. La quarta in ordine alle 5 conosciute, quella del Triassico-Giurassico (circa 201 milioni di anni fa), che spazzò via la maggior parte degli archeosauri e aprì la strada a dinosauri ed uccelli. A causarla sarebbe stata una gran quantità di biossido di carbonio rilasciata dai vulcani nell’atmosfera. E la quinta che fu responsabile dell’estinzione più famosa, quella avvenuta 66 milioni di anni fa tra le ere del Cretaceo e del Paleogene. Quanto a quest’ultima estinzione quasi tutti gli indizi scientifici trovati sulla Terra (livelli molto elevati di iridio, metallo estremamente raro sulla crosta terrestre) portano a credere che nel periodo, un gigantesco asteroide, ricco di tale pesantissimo elemento (iridio), dal diametro stimato tra 10 ed 81 km., si sia schiantato nel Golfo del Messico, spazzando via gran parte della vita sulla Terra, compresi naturalmente i dinosauri. L’immane impatto avrebbe provocato uno tsunami gigantesco che si sarebbe propagato a cerchi concentrici in ogni direzione, colpendo specialmente l'isola caraibica di Cuba. L'emissione di polvere e particelle nell’atmosfera, conseguente, sarebbe responsabile di immediati cambiamenti climatici. La Terra si ricoprì di una nube di polvere che per molti anni oscurò il sole, di conseguenza la flora presente scomparve come gli animali erbivori (dinosauri) ed anche predatori di quest’ultimi (Tirannosauri) si estinsero.
I Particolari pinnacoli carbonatici del Soratte, raccontano la sua natura “marina”. Numerosi fori, chiari indizi sulle formazioni rocciose sedimentarie emerse, che ovunque i datteri di mare hanno lasciato. Le sue millenarie gallerie sotterranee scavate dalle piogge acide nelle rocce carbonatiche (i meri), di cui non se ne conosce la profondità. Per quanto il Monte presenta anche effetti di manifestazioni vulcaniche recenti riconducibili al complesso Sabatino-Vicano.
Gli aspetti preistorici e storici del luogo, in rapporto alla presenza umana, molto articolati e complessi, in alcuni casi sono avvolti da mistero per manifestazioni e rappresentazioni culturali, riscontrabili e presenti tra popolazioni del Mare Egeo. Chiari i suoi stretti legami, da toponimi e mitologia Sabina, Sannita, Falisca e Romana.
Antichi reperti litici, ceramiche, attestano la presenza dell’uomo dalla fase della “pietra” all’età del Bronzo, con continuità che va ben oltre. In particolare sono le popolazioni etrusco-falische che hanno lasciato le loro tracce significativamente sul luogo. Il Tempio sulla vetta del Monte, eretto al culto della divinità di Apollo Sorano (Aplu), a significarci quanto quella Divinità fosse tanto presente ed importante in questa Provincia.
Apprendiamo da autori latini che in Etruria Apollo ricopriva un ruolo religioso veramente importante. A Veio gli era stato eretto un maestoso tempio, in luogo c.d. Portonaccio, ove una meravigliosa statua posta nel suo acroterio lo ricorda. Bella opera in ceramica, a dimensione umana, realizzata da Vulca, artista etrusco eccezionale.
Le Fonti Termali presso Stigliano, portano la denominazione di “Fonti Apollinari. E lo stesso “nostro” Monte, che assume la denominazione di Soratte, dall’epiteto apollineo “Sorano”.
Nell’antica Roma esisteva il tempio di Apollo “Sosiano” o più correttamente detto tempio di Apollo in Circo, che sorgeva nella zona indicata come in Circo Flaminio, presso il Teatro di Marcello.
Nella cittadina di Sant’Oreste, nell’ultima domenica di maggio, mese dedicato alla Madonna, si celebra la “Fiaccolata” in processione, festa che si conclude con un immenso incendio di fascine e fuochi pirotecnici alle pendici del Monte. La montagna che brucia e che lancia chiari messaggi al vasto mondo circostante. Manifestazione con chiari riferimenti alla civiltà contadina.
Sempre dalla letteratura romana apprendiamo la storia degli “Hirpi Sorani”, legata ad una cerimonia pastorale locale del Soratte. Nel corso di sacrifici di animali alcuni lupi affamati si appropriarono delle carni sacrificali. Gli animali, inseguiti dai pastori si rifugiarono entro una spelonca (forse cavità c.d. “meri”). Ma un inspiegabile “fiato” pestilenziale fuoriuscì dalla grotta, pervadendo l’aria. Chiunque vi entro vi rimase ucciso. In seguito sul Monte si diffuse una grave pestilenza che, per debellarla, si rese opportuno interpellare un oracolo (forse apollineo). Ne venne fuori una certa lettura secondo la quale la pestilenza si sarebbe placata se i pastori avessero periodicamente imitato il gesto dei lupi. Così fu fatto ed allora quei pastori vennero chiamati lupi sorani “Hirpi Sorani”. Questa manifestazione pian piano venne trasfigurata ed assunta da una certa classe sacerdotale cristiana, perdendo lentamente i suoi valori originali. Non più furto di carni arrostite da uomini travestiti da lupi ma, nel solstizio d’estate grandi fuochi liberatori ed apotropaici. Rimase poi, ancora per poco, il cammino sui carboni ardenti a piedi scalzi, come cerimonia pagana.
Hirpi Sorani, 'Soractis lupi', sacerdotes qui in Soracte monte supra candentes carbones salierunt. De origine huius sodalitatis fabula est: dum Soractis incolae Diti Patri sacrificium dicauerunt, lupi, qui ab igne hostiarum carnis partes abstulerunt. Sacris operantes lupos persecuti sunt, sed illi in cauerna se receperunt; a hac cauerna odor pestifer, qui cum operantes tum montis incolas occidit, exiit. Lues in ciuitate se manauit sic ut aliqui legati sortes interrogauerint: responsio similes lupis esse debere fuit: id uiuere raptis est.”
PAPA SILVESTRO I … COSTANTINO I … ED IL SORATTE.
Nella parte più alta del Monte si erge la maestosa chiesa di S. Silvestro. Già Tempio di Apollo, al tempo dell’avvento del cristianesimo, come gli altri templi, fu trasformato in santuario cristiano. E’ in una grotta intorno al tempio che papa Silvestro nel IV secolo d.C. si rifugiò per sfuggire alla cattura di Costantino. E furono gli infusi di erbe di questo monte che curarono la lebbra a Costantino che compensò il Papa graziandolo, evitò così di fare il bagno nel sangue di fanciulli innocenti che lo avrebbe guarito per sconfiggere quel male.
QUANTO AL BUNKER ANTIATOMICO ED ALL’OCCUPAZIONE TEDESCA AL TERMINE DELLA II GUERRA MONDIALE
Nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale il nostro Soratte, con le sue profonde gallerie, scavate dal Genio Militare di Roma nel 1937, entra nella Storia. I bunker scavati con funzioni di ultimo rifugio in caso di guerra, del Comando supremo dell’esercito italiano, vengono occupati ed utilizzati dalle truppe della X Armata Tedesca. Secondo storie locali i soldati dell’esercito tedesco in ritirata, seppellirono entro le gallerie del Monte Soratte ben 68 casse piene zeppe d’oro, sottratto alla comunità ebraica romana ed alla Banca d’Italia. In seguito, malgrado ispezioni accurate nelle varie sale del Bunker e nei paesi limitrofi, compresa Allumiere, di quella immensa fortuna non si è saputo più niente. Nel nostro paese collinare circolano molte voci. Il tesoro non venne mai più ritrovato! Una cosa è certa. Se l’avessi rinvenuto io non l’avrei di certo raccontato in giro!
Vanì, 31/03/2023
DATA: 31 Mar 2023
OGGETTO: Dalla Macchia dell Infernaccio alla Macchia delle Forcelle, attraverso le Colline dell Argento
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Trek Fra' Diavolo
Civitavecchia
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Escursione attraverso la macchie dell'Infernaccio e delle Forcelle per le Colline dell'Argento.
Domenica 2 Aprile 2023
Signori Camminatori,
di seguito a nota analoga, sciolgo le riserve formulate per l'escursione della giornata di domenica 2 aprile 2023, ove tra le ore 16 e le 18 sono previsti lievi piovaschi, che verranno comunque schivati, pertanto l'escursione si farà, salvo successive diverse decisioni, ma escludo la grigliata da quel programma giornaliero, per poter completare l'uscita verso le ore 15.
Un appuntamento quindi al Park del Tribunale di Civitavecchia, per le ore 8.20 con partenza alle ore 8.30, per l'inizio immediato della prevista spola auto.
Saluti Vanì. 31/03/2023
DATA: 29 Mar 2023
OGGETTO: Dalla Macchia dell Infernaccio alla Macchia delle Forcelle, attraverso le Colline dell Argento
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
DALLA MACCHIA DELL'INFERNACCIO ALLA MACCHIA DELLE FORCELLE, ATTRAVERSO LE COLLINE DELL'ARGENTO
Domenica 2 aprile 2023
Signori Camminatori,
nella giornata di domenica 2 aprile, i bollettini meteorologici segnalano una modesta perturbazione nella zona di escursione e, comunque, significativa per quel luogo. Ove fosse confermata o meno, verrete senz'altro avvisati con una apposita mail, venerdì prossimo, delle decisioni del Gruppo.
Un caro saluto,
Vanì, 29/03/2023.
DATA: 26 Mar 2023
OGGETTO: Dalla Macchia dell Infernaccio alla Macchia delle Forcelle, attraverso le Colline dell Argento
ALLEGATO: ORTOFOTO X USCITA INFERNACCIO.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
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NEW ENTRY
Le rare escursioni in aree Civitavecchiesi
Dalla Macchia dell’Infernaccio alla Macchia delle Forcelle, attraverso le
Colline dell’Argento
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Domenica 2 Aprile 2023
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- Ritrovo … Park del Tribunale di Civitavecchia, ore 8.15, partenza ore 8.30.
- Spola auto, prestarsi per ridurre i tempi di collegamento.
- Lunghezza escursione Km. 7 c.a. Presenza salite, utili bacchette per
alcuni tratti del sentiero sconnessi.
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Utile telo per distendersi sul prato.
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Percorso auto, compresa la spola, c.a. 15 km.
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Inizio escursione, Zona San Liborio, Viale Francesco Navone, di fronte ad ingresso supermercato EMI.
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E’ prevista una grigliata collettiva. Verrà quindi predisposto un bel fuoco di gruppo, Attrezzarsi con carni, accendini e diavolina.
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No rovi sui sentieri, né guadi.
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Rientro previsto … ore 16.30
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Signori trekkisti,
domenica 2 Aprile effettueremo un’interessante ricognizione alle Macchie dell’Infernaccio e delle Forcelle, sulle Colline del nostro circondario, ove ancora è presente una intensa, eterogenea ed anacronistica macchia mediterranea, superstite di un “glorioso” passato.
Le caratteristiche di questa boscaglia sono la particolare composizione di biodiversità vegetali presenti, piante proprie del clima mediterraneo.
Meraviglia la sua sopravvivenza, inusitata, malgrado un attuale decadimento della qualità dei componenti dell’atmosfera e l’inquinamento dei corsi d’acqua, dovuti agli insediamenti industriali ed all’uso indiscriminato di pesticidi in agricoltura. Le piante si sono adattate a tutto questo partecipando anche a migliorare la salubrità dell’aria che respiriamo.
Lungo i sentieri, con soluzione di continuità si susseguono querce, Ilatri, corbezzoli, spinosi peri selvatici, alloro e ginepro. Il sottobosco sassoso è conteso da lentischi, marruche, ginestre, rose canine, profumati cisti, e l’ormai raro mirto, delle qualità bianco e nero. Mentre “primavera” ci regala, nei prati, distese di ridenti primule, euforbie, ciclamini ed asfodeli con le caratteristiche infiorescenze rosee.
La macchia dell’Infernaccio è circondata da spoglie e brulle colline, frutto del disboscamento selvaggio, a vantaggio di un’attività agricola mai decollata, posta sotto controllo e tutela di fantomatiche associazioni, dalla discutibile attività.
Su questi rilievi, tra arbusti spinosi, mimetizzati dal colore delle pietre utilizzate, si perdono alla vista alcuni fortini militari. Eretti nel corso dell’ultima guerra, sono orientati verso il prospiciente mare, posti a controllo delle navi nemiche e delle Vie di comunicazione sottostanti. Mantengono vivo il ricordo, seppur spiacevole, del decorso periodo bellico combattuto dai nostri Padri.
Il sentiero di risalita punta dritto verso le Colline dell’Argento, sconosciuto il motivo di questo toponimo per quanto, oggi, qualcuno quel metallo, lì, sembra avercelo veramente trovato!
Penetreremo poi la superstite e bella Macchia delle Forcelle, già meta delle escursioni della mia infanzia, e di varie monellerie giovanili, alla caccia dei nidi di merli, corvi e falchi.
Il sentiero, qui, si dispiega in parallelo al selvatico Fosso di Pietraliscia, affluente di destra del Marangone. Il corso d’acqua strascica a stento tra le sue balze e grosse pietre in dissesto, la scarsa acqua meteorica caduta. Ma se il Pietraliscia piange, il Marangone certamente non ride! La sua vista mi ripaga, malgrado tutto il tempo scorso mantiene sempre … ancora tutto il suo fascino, non sembra affatto invecchiato più di quanto invece lo sia io.
Nei pressi del “Fontanile della Vecchia”, su un prato tutto nostro, accenderemo un bel fuoco per “l’ultima grigliata” della stagione trekkistica 2022/23. Quindi il ritorno, passando dal Fontanile delle Forcelle per risalire sull’ormai noto poggio capriolo.
Vanì 26/03/2023.
DATA: 25 Mar 2023
OGGETTO: IMPORTANTE COMUNICAZIONE
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
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C o m u n i c a t o i m p o r t a n t e
Signori Trekkisti,
la nostra attività va volgendo ormai al suo termine. Le ultime uscite stagionali residue previste ed una particolare nota per l’escursione sul Monte Soratte, sono di seguito tracciate.
Quest'ultima uscita, da alcuni particolarmente richiesta, ed il pranzo sociale, di fine attività (credo e spero temporanea), concluderanno il ciclo dei miei interventi entro il territorio “Tusco” e delle mie soverchie comunicazioni.
USCITE RESIDUE
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Il 2 aprile 2023 Macchia dell’Infernaccio di Civitavecchia (programma in fase di invio).
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l’8/9/10 aprile 2023 Pasqua sui Sibillini, iscritti circa 20, con risalita del Monte della Pelosa, percorso a raggiungere l’eremo di San Francesco, ed in macchina il passo del Salto del Cieco, fino al Paese di Ferentillo, quello delle mummie medievali.
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Il 23 aprile 2023 sarà Il Monte Soratte, ultima meta - per buona pace del nostro Domenico - ed il suo Bunker antiatomico, con pranzo sociale.
PER PARTECIPARE QUEST’ULTIMA GIORNATA ED I SUOI EVENTI OCCORRE LEGGERE ATTENTAMENTE LA SEGUENTE ANNOTAZIONE
Il Monte Soratte ed il suo interessante Bunker antiatomico, concluderanno il nostro programma 2023. Ma comunico che per parteciparvi si rende opportuno prendere con sollecitudine contatti con il sottoscritto (tel. 388 6958494 on inviare una mail a vanivani@alice.it). I motivi sono dovuti alla difficile ed anticipata prenotazione necessaria per l’accesso al Bunker, causa innumerevoli richieste di visita. Ho preso accordi con gli organizzatori che mi hanno lasciato un’opzione da confermare prima possibile. Occorre però anticipare 12 euro a persona per il biglietto di ingresso. Mentre per il previsto pranzo al ristorante, di fine attività, ho contattato il Pub “Cruscioff” sic!!!, posto entro il Parco del Monte Soratte stesso, dove abbiamo già mangiato bene in precedenza. Sto prefissando al prezzo di 25 euro a persona un certo menù “Falisco” completo. Per partecipare a questa iniziativa è soltanto necessario comunicare la propria adesione, il pranzo si pagherà poi .
Per l’accesso al Bunker occorre, come anzi detto, anticipare euro 12 a persona prendendo contatti con me. Domenica 2 aprile, in occasione dell’uscita all’Infernaccio si potrà regolare l’iscrizione.
Vanì, 25/03/2023
DATA: 17 Mar 2023
OGGETTO: SULLE TRACCE DEL CAMMINO DI SANT AGOSTINO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO CIVITAVECCHIA
DOMENICA 19 MARZO 2023
Sulle Tracce del Cammino di Sant'Agostino
La Cipresseta - Eremo della SS, Trinità di Allumiere
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Buona serata Signori Trekkisti,
sembra che nella giornata del 19/3 non si verifichino più piovaschi nella zona di Allumiere come precedentemente ipotizzato dai vari bollettini meteorologici esaminati. Pertanto ai partecipanti un arrivederci a domenica, consigliando, comunque, di munirsi di un Kway od ombrellino pieghevole per eventuali imprevisti,
Vani', 17/03/2023
DATA: 16 Mar 2023
OGGETTO: SULLE TRACCE DEL CAMMINO DI SANT AGOSTINO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA' DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
SULLE TRACCE DEL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
Domenica 19 marzo 2023
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Signori trekkisti,
date le avverse condizioni meteo prospettate dai principali siti, ipotizzo un'eventuale rinvio dell'escursione indicata. Entro la sera di venerdì invierò, in ogni caso, le mie determinazioni!
Un saluto a Voi ... Vanì 16/03/2023. ore 8.00
DATA: 13 Mar 2023
OGGETTO: SULLE TRACCE DEL CAMMINO DI SANT AGOSTINO
ALLEGATO: EREMO SS TRINITA ALLUMIERE (2).jpg
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“Escursioni in territorio Etrusco-Falisco”
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Domenica 19 Marzo 2023
SULLE TRACCE DEL CAMMINO DI S.AGOSTINO
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UTILI NOTE PRELIMINARI
Escursione di 8 Km c.a., di difficoltà media. Ritrovo ore 8.15 presso il Park Tribunale di Civitavecchia, con partenza ore 8.30. No attraversamento macchia mediterranea, né guadi. Pranzo al sacco.
Il “Cammino” prende le mosse dalla Cipresseta posta a nord-ovest di Civitavecchia, che si raggiunge con le vetture, per proseguire (a piedi) su un breve tratto del percorso ferroviario “Civitavecchia-Orte”. Quindi si intercetta il Sentiero per Monte Palano, deviando poi per la Falesia di Ripa Maiala.
Qui, sotto le belle pendici rocciose dell’elevato (Monte Palano – Monte Pisano?) effettueremo il pranzo al sacco. Nel primo pomeriggio riprenderemo il percorso per raggiungere la prefissata destinazione … l’Eremo della SS. Trinità di Allumiere.
Presso l’Eremo alcune vetture, poste qui per l’occasione, effettueranno una spola auto. Ovvero gli autisti verranno riportati alla Cipresseta per recuperare le proprie auto.
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Salve Signori,
domenica prossima il Trek Fra’ Diavolo riparte per una bella e significativa avventura storico-religiosa, rilevante per il nostro Territorio, da molti tanto attesa.
Ricalcheremo un tratto del presumibile viaggio che Sant’Agostino, intorno all’anno 388 d.C., percorse dal Convento dei Frati Agostiniani posto sull’omonimo nostro Lido, fino ad arrivare al Monastero della Trinità di Allumiere, per poi ridiscendere.
Presumibilmente utilizzato dai religiosi per raggiungere il loro suggestivo Monastero immerso tra le boscose colline dei nostri Monti.
Il Monastero, forse posto nel luogo ove Traiano qui trasse il primo acquedotto “Centumcellensis”, consentiva ai Monaci, un sano ritiro per una profonda meditazione, data la sacralità che il luogo indiscutibilmente sprigiona. Presumibilmente eretto su antiche vestigia associate al culto pagano magico-sacrale delle acque, venerato da antiche genti.
Un sacro ritiro per i Monaci, al fresco dei Monti, quando, nel loro Convento posto sul lido, un caldo estivo opprimente, rendeva le giornate dei cenobiti insopportabili.
Il sentiero che percorreremo è stato da me pensato e ricostruito dietro richiesta del Sacerdote della Parrocchia di Pantano, Padre Giuseppe, e dei suoi collaboratori, tra cui Suor Claudia, la Signora Severini Teresa ed il Signor Franco Carraffa. Ho seguito devotamente questo richiamo, forte della conoscenza di antiche strade e sentieri, ancora a me noti, ancor prima che piani regolatori urbanistici hanno ed avranno ormai, definitivamente, cancellato.
Non nascondo l’orgoglio nel sapere che Padre Giuseppe della Parrocchia di Pantano, ha indetto questo percorso quale classico pellegrinaggio annuale, da espletare annualmente nel mese di agosto, in occasione dei locali festeggiamenti agresti-campagnoli, a memento del Viaggio che il Santo fece più volte, per raggiungere l’Eremo della SS.Trinità, partendo dal nostro Lido così detto, appunto, di Sant’Agostino!
Più avanti, per chi è appassionato di studi locali, sono riportate alcune testimonianze storiche, tratte dalla scarsa letteratura provinciale.
Vanì, 19/03/2023. Ore 23.21
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PER CHI VUOLE CONOSCERE QUALCOSA SUI LUOGHI CHE INTERESSERANNO L’ESCURSIONE…
Prefazione alla nuova edizione del Volume “Sant’Agostino alla Fontanella” di Ennio Brunori, voluta dal Parroco Don Giuseppe.
In occasione della festa patronale di Sant’Agostino (28 agosto 2017), abbiamo ritenuto di grande interesse ripubblicare il saggio scritto da Ennio Brunori, dal titolo “S. Agostino alla Fontanella”, con il quale l’autore si era proposto di presentare le testimonianze storiche ed archeologiche riguardanti il misterioso incontro di S. Agostino col bambino sulla spiaggia delle “Villette”, nel periodo in cui il Santo dottore indagava sul mistero della Santissima Trinità, opuscolo rivisto e approfondito per noi dal prof. Giovanni Insolera. “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo per possederlo”. Questa frase tratta dal “Faust” di Goethe comunica bene l’intenzione che ci ha mosso a ripubblicare lo scritto del Brunori, infatti, riprendere contatto con la Storia della Chiesa locale e le sue preziose fonti, ci permette di riguadagnarle, riscattandole dalla dimenticanza e così possederle. Una maggior consapevolezza delle nostre origini, della tradizione e la cultura da cui proveniamo, contribuiscono certamente in modo positivo alla conoscenza di noi stessi, rinnovando il nostro sguardo e la nostra creatività dentro il vissuto quotidiano. Desideriamo pertanto ringraziare la sig.ra Alida Brunori, che ci ha permesso di riprendere l’impagabile opera che il compianto marito ci ha lasciato in eredità, il prof. Giovanni Insolera, per la passione, la dedizione e la competenza con la quale si è impegnato in tale riedizione, il Sindaco di Tarquinia Pietro Mencarini, la tipografia Lamberti per il considerevole apporto tecnico e la precisione nel lavoro, la famiglia Fabbri che ci ha permesso di visionare il luogo della “Fontanella” presente nel loro giardino di casa e Alessio Natali per le foto inerenti la spiaggia ed il pozzo.
Don Giuseppe Tamborrini
SANT’AGOSTINO ALLA FONTANELLA
Di Ennio Brunori
(Note del compianto Ennio Brunori del 1994, che ricordo … condivise con me gli studi di Ragioneria all’istituto Baccelli di Civitavecchia. Sono tratte da una ristampa di un documento voluta da Padre Giuseppe Tamborrini della Chiesa di Pantano).
“” Alcuni storici, fin dal Medioevo, hanno sostenuto che Agostino, subito dopo il battesimo ricevuto in Milano dal vescovo Ambrogio nel 387 d.C. e prima di imbarcarsi per l’Africa nel 388, abbia voluto visitare i monasteri che erano sorti in Toscana e sul litorale etrusco, per osservarne il sistema di vita cenobitico. Tra questi vengono menzionate frequentemente il monastero di Lupocavo sul M. Pisano e quello di Centumcellae. Una diffusa leggenda popolare, riportata anche in scritti di antichi autori1), vuole che Agostino mentre era ospite nell’Eremo della SS. Trinità de Centumcellis presso Allumiere2), per ristorare il corpo e la mente, soleva a lungo passeggiare, raggiungendo talvolta il mare. Sarebbe avvenuta in una di queste peregrinazioni la famosa apparizione, nota alla letteratura ed all’arte come l’Incontro di S. Agostino e l’Angelo. Mentre Agostino passeggiava appunto sulla spiaggia vicino al Porto di Giano (poi di Bertaldo), meditando sul mistero della Trinità, gli apparve un Fanciullo che con il cavo della mano attingeva l’acqua del mare e la versava in una piccola fossa scavata nella sabbia. Alla richiesta del perché di tale azione, il Fanciullo rispose che voleva versare tutto il mare in quella piccola fossa. Agostino, meravigliato, fece notare l’umana impossibilità dell’impresa; ma il Celeste Fanciullo gli rispose con questo monito: “E’ più facile per me riuscire a versare tutta l’acqua del mare in questa piccola fossa, che per te spiegare l’imperscrutabile mistero della santissima Trinità!”. Detto ciò sparì. Questo prodigioso avvenimento è stato raffigurato in moltissime opere pittoriche da eccelsi artisti di diverse epoche, tra i quali spiccano il Botticelli, il Lippi e il Rubens. Il più antico documento, finora da noi ritrovato, che descrive l’incontro di Agostino con Gesù Cristo, nel Porto di Giano, risale al XII sec., epoca in cui fu scritta “La vita di Guglielmo” da parte del discepolo Alberto, pervenutaci in un manoscritto del XVI sec.3). 1) S. Alberto da Siena (+1181); Alberto di Padova (1269-1323); Pietro De’ Natali (1330-1406 c.); Vincent Ferrer (1350- 1419); Giacomo Gherardi detto il Volterrano (1434-1516); Martin Antonio Del Rio (1551-1608), oltre ai resoconti dei Registri dell’Ordine Agostiniano e delle visite pastorali dei Vescovi di Corneto. 2) Su questo Santuario posto tra i Monti di Allumiere a circa sette miglia dal mare, vedi: E. Brunori, Ricerche archeologiche all’Eremo della SS. Trinità di Allumiere, in Bollettino della Soc. Tarquiniense di Arte e Storia 1991: Catalogo Mostra Documentaria XVI Centenario del Battesimo di S. Agostino (387-1987), Allumiere 1987; Catalogo II Mostra documentaria “Risorge l’Eremo della Trinità”, Allumiere 1991. S. Alberto da Siena,, (+1181) Vita di Guglielmo, Ms. KVII 15, datato 1582, Biblioteca Comunale di Siena - sta in Roberto Ferretti, L’immaginario collettivo sui monti di Castiglione, Castiglion della Pescaia 1989. C’è da sottolineare che in questa prima descrizione dell’incontro non si fa cenno alla sorgente di acqua dolce che sarebbe scaturita nella buca scavata sulla spiaggia. All’incirca attribuibile alla stessa epoca (XII-XIII sec.) è un altro antico documento, venuto alla luce durante il pontificato di Clemente VIII (1593-1605), che descrive l’avvenimento riportandolo nello stesso luogo, cioè nel litorale del Porto di Giano o di Bertaldo. Si tratta di una lapide incisa con “caratteri antichissimi”, ritrovata dal Nobile cornetano Alessandro Degli Atti, proprietario del sito lungo il mare, chiamato in quell’epoca “la Fontanella di S. Agostino” dove era anticamente il Porto di Giano, poi chiamato di Bertaldo, tra la città di Corneto e Civitavecchia, mentre stava fabbricando in detto luogo, come ci attesta Mons. Ambrogio Landucci).
O M I S S I S””
DATA: 02 Mar 2023
OGGETTO: PARCO NATURALISTICO DELL UCCELLINA DI ALBERESE
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PARCO NATURALISTICO DELL'UCCELLINA
Domenica 5 Marzo 2023
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Signori Camminatori
Rammento, per coloro che vorranno partecipare domenica prossima all'escursione naturalistica entro il Parco dell'Uccellina, che il luogo di ritrovo è stato modificato. Si partirà avanti l'accesso dell'A 12 Civitavecchia Nord, in prossimità del Distributore di Benzina Tamoil.
Inoltre l'orario di ritrovo e stato anticipato alle ore 7.45 con partenza per le ore 8.00.
Con l'occasione comunico che il 5/3 si presenterà soleggiato, con temperature intorno ai 13 gradi.
Un caro saluto, Vanì
CV02/03/2023
DATA: 22 Feb 2023
OGGETTO: PARCO NATURALISTICO DELL UCCELLINA DI ALBERESE
ALLEGATO: ALBERESE E PERCOSO ESCURSIONE UCCELLINA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
°°°°°°°°°°°°
ESCURSIONE
DOMENICA 5 MARZO 2023
AL
PARCO NATURALISTICO DELL’UCCELLINA
ALBERESE (GR)
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ATTENZIONE
ALLE
VARIAZIONI
DELL’ORARIO
DI PARTENZA AUTO
ORE 8,00
E DEL LUOGO
DI RITROVO
PREVISTO
........
Civitavecchia
Distributore TAMOIL
AVANTI
L’Accesso A12 Civitavecchia Nord
Parco Naturalistico Uccellina di Alberese ... Gr
Distanza stradale A/R : KM. 180
Lunghezza escursione : KM. 9,5
Escursione facile di “bassa” difficoltà
Caratteristiche … percorso naturalistico-storico.
Pranzo: al sacco
Ora di rientro: a termine escursione
IMPORTANTE
NOTE PRESCRIZIONI ED INDICAZIONI
I cani, anche al guinzaglio, non sono ammessi all’interno del Parco
L’escursione, come a volte già accaduto, nel caso di avverse previsioni meteo rilevate “a breve”, verrà senz’altro rinviata a diversa data, previa comunicazione scritta al vostro indirizzo di posta elettronica, nelle 24 - 48 ore antecedenti l’uscita.
Raggiunto il Centro Visite di Alberese, Via Bersagliere 7/9, ove verrà ricompattato il gruppo, occorre provvedere al pagamento dei diritti di accesso al Parco. I biglietti che verranno rilasciati dovranno essere conservati per esibire nel caso di eventuali controlli.
I Gruppi di escursionisti, come il nostro, per accedere ai tracciati, sono ammessi previa assegnazione di guide-parco designate dalla Direzione/Parco.
Quindi per evitare di essere inquadrati e guidati da persone “assegnate” in Gruppi di formazione, non far trapelare di far parte del Trek Fra’ Diavolo. Ciascuno passi per visitatore individuale od al seguito della propria famiglia, poi, detto tra noi, subito ci compatteremo, ad inizio escursione. Come abbiamo sempre fatto.
Dal Centro Visite, con le vetture, si prosegue per via del Bersagliere per 1,9 Km, per poi girare a sinistra per la via del Mare. Via che si percorre per 4,8 Km. per raggiungere il parcheggio c.d. “Pinottolai” (posto sulla destra della strada). Qui si lasciano le vetture, ove dovrà essere apposta sul cruscotto, in maniera visibile, l’autorizzazione al parcheggio. Da qui inizia l’escursione. Nel tratto di strada percorsa, è stato eliminato lo sbarramento che veniva aperto previo inserimento di appositi gettoni.
L’accesso al Parco è consentito dalle ore 8.30 con obbligo di uscita delle vetture, dal luogo di parcheggio interno c.d. Pinottolai, per le ore 17.00 (ORARIO INDEROGABILE).
L’escursione di circa 9,5 Km si articola in due lassi di spazio e tempo ben definiti. Il primo prevede il percorso della Pineta Granducale, traversamento del Canale dello Scoglietto, attraverso il Ponte delle Tartarughe. Probabile risalita del sentiero della Torre di Castel Marino quando si raggiungono le pendici dello sperone roccioso ove insiste il manufatto. Dalla Torre si scopre un’ampia visione panoramica, verso il mare, sulle Isole dell’Arcipelago Toscano, l’Argentario e la costa Toscana fino a Punt’Ala. Chi decidesse invece di evitare la risalita del sentiero per la Torre, un poco impegnativo, attraverso lo stradone può raggiungere immediatamente la Spiaggia di Collelungo, meta poi di tutto il Gruppo. Mentre chi ha deciso di risalire per la Torre di Castel Marino raggiungerà detta Spiaggia seguendo un itinerario, ben segnalato, di circa un Km, che può portare alla visita della Torre di Collelungo.
Raggiunta comunque la Spiaggia di Collelungo, non più tardi di una ragionevole ora di rientro, si dovrà tornare al parcheggio di “Pinottolai” seguendo un altro sentiero, ben segnalato, entro la Pineta Granducale.
Comunque sto valutando un presumibile percorso che riduca la lunghezza dell’escursione, eluda la risalita della Torre di Castel Marino e porti direttamente ala Spiaggia di Collelungo. Mentre per chi volesse, raggiungere la Torre di Collelungo, lo potrà fare e sarà guidato personalmente da me.
A tal proposito ho predisposto una carta in ortofoto, per una visione d’insieme, di cui ciascuno prenderà visione del tragitto di escursione.
La flora del Parco comprende alcune piante a diversa biodiversità. A siscendere verso il mare osserveremo un bosco composto da piante classiche del ceduo. Una macchia mediterranea leggermente diversa da quella nostra (residua). Qui si incontrano ginestre, cisti, rosmarino ginepri ed altro. E superfluo ricordare il veto di raccolta di ogni tipo di vegetazione, compresi asparagi e tamari! Quando si raggiunge la spiaggia si attraversano elevate dune, alcune formatesi dai movimenti delle glaciazioni. Qui si incontrano caratteristiche piante dunali e predunali, adattate a suoli ed ambienti salini, aridi, con bassi potenziali idrici.
Discorso a parte per la immensa pineta Granducale costituita principalmente da pini domestici, che furono fatti impiantare in epoca settecentesca dai granduchi di Lorena, a seguito delle opere di bonifica e canalizzazione dell'area palustre che si estendeva tra la foce dell'Ombrone e i Monti dell'Uccellina, che originariamente costituiva il Lago di Alberese. I pini domestici della Pineta Granducale forniscono pinoli di elevata qualità.
All’interno del Parco non ci sono fonti di acqua potabile, fornirsene quindi a sufficienza.
PERCORSO ESCURSIONE A 2 - LE TORRI
Si tratta dell’escursione più classica del Parco, forse la più significativa di quelle possibili, di Km. 13 lineari. Dal Parcheggio di Pinottolai si attraversa un sentiero, entro la meravigliosa pineta Granducale, affiancato dalle straordinarie falesie infarcite di Grotte carsiche preistoriche. La costa e le rocce presenti, in lunghi periodi alterni - nei momenti di glaciazione e deglaciazione - sono finite sotto il livello del mare, per riaffiorare durante i periodi intermedi, offrendo, nei vari momenti ultramillenari protezione e ricovero ad uomini ed animali.
Abitate 40 50 mila anni fà dall'uomo di Neardenthal ed in precedenza frequentate da animali preistorici, di cui sono emerse tracce. Non sono comunque visitabili, ne è oggi interdetto l’accesso per studi universitari in corso.
Nel percorso si raggiungono a piedi i punti panoramici delle Torri di Castel Marino e Collelungo, poste qui per il controllo delle vie del mare, spesso percorse nei vari periodi di attività, da pirati e corsari.
Raggiunta la primordiale spiaggia di Collelungo, pranzo al sacco e poi ritorno al luogo di partenza.
Vanì 21/02/2023
Qualche riferimento storico …
“”Nel XV secolo la minaccia sempre crescente della potenza turca fu una delle maggiori preoccupazioni per i sovrani occidentali in quanto la pirateria faceva parte della politica marinara di queste popolazioni. I pirati infatti avevano l’obbligo di dividere il bottino con il loro governo, pertanto questa attività rappresentava per esso uno dei maggiori cespiti di guadagno; inoltre, va considerato che i pirati non si limitavano ad assalire le navi, ma facevano anche scorrerie e razzie sulla terraferma. Queste incursioni durarono, anche se con minore intensità, fino a tutto il XVIII secolo.
Abbiamo notizia di quanto accadeva da una lunghissima lettera a proposito di un assalto piratesco scritta nel 1536 da Ambrogio Colombani, capitano delle truppe a Grosseto. Il Colombani, avvertito del pericolo di incursioni da un soldato di stanza a Castelmarino, che aveva avvistato i nemici nella baia di Collelungo, organizzò l’inseguimento dei pirati fornendo tutti i particolari dell’azione e descrivendo le sofferenze patite da lui e dai suoi uomini per mancanza di cibo e per le febbri malariche sopravvenute a causa dei lunghi appostamenti nel fittissimo tombolo, probabilmente quello della Giannella.
Un altro esempio di scorreria è quello descritto da Flaminio Nelli, Governatore di Grosseto, in una lettera del 1560 al Granduca. In essa si parla di incursioni a Porto Ercole e a Orbetello durante le quali furono rapite alcune persone, episodi purtroppo assai frequenti.
Il principio difensivo più valido, adottato fin dall’epoca romana, continuava a essere quello delle torri di avvistamento, ma, durante la dominazione senese, in questa zona ne erano state costruite ben poche. In territorio spagnolo le prime iniziative di protezione dalla pirateria furono promosse fin dai tempi della guerra fra Carlo V e Francesco I.
Nel 1532 Don Pedro di Toledo, viceré di Napoli, decise di iniziare la costruzione di nuove torri d’avvistamento per la difesa delle coste ed emanò un’ordinanza in proposito, ma il progetto non ebbe un gran seguito.
Solo dopo la sconfitta della flotta spagnola in prossimità di Tunisi, avvenuta nel 1560, si pensò a un intervento su base territoriale. Nel 1563, infatti, sotto il viceré Don Perafan de Ribera, duca di Alcalà, fu emanato un editto con disposizioni ben precise in proposito.
Invece, nel territorio del Granducato le torri di avvistamento furono edificate quando Cosimo I, concordando con la linea di condotta spagnola, inviò in Maremma i suoi ingegneri militari.
Terminata l’epoca delle incursioni dei corsari, queste postazioni vennero utilizzate per il controllo anticontrabbando della costa.
Le torri, alte dai dieci ai quindici metri, venivano costruite a una distanza non superiore alle tre miglia l’una dall’altra ed erano di modeste dimensioni perché non avevano compiti difensivi e generalmente non venivano assalite. Di conseguenza la guarnigione era ridotta al minimo: spesso vi si trovavano solo un castellano e un soldato.
Come si può verificare nei singoli casi, la tipologia costruttiva di questo periodo è quasi sempre la stessa, salvo rare eccezioni, e cioè a pianta quadrata con struttura in pietrame, basamento a scarpa e copertura a tetto o a terrazza spesso aggettante su mensoloni in pietrame. La porta di ingresso, situata sopra il cordolo a toro che delimita il basamento, era rivolta verso la parte più protetta, ovvero verso terra; le uniche aperture erano piccole feritoie situate nei punti strategici. All’interno, semplici solai in legno dividevano l’alto vano. All’esterno, un recinto fortificato comprendeva il forno e le stalle.
Dopo la decadenza politica e militare degli ultimi anni di governo mediceo, nel 1737 la Toscana venne assegnata a Francesco Stefano di Lorena e quindi le fortezze, che poco tempo prima erano state occupate dai soldati spagnoli, vennero presidiate dai lorenesi. Iniziò allora la riorganizzazione dell’ormai inefficiente esercito secondo il modello austriaco. Nel periodo compreso tra il 1741 e il 1745, per fronteggiare i pericoli esterni, anche nella Maremma Senese venne dislocato un reggimento di Bande Nazionali. Nelle rocche litoranee più importanti il castellano era accompagnato da una dozzina di cannonieri, mentre in quelle più piccole si trovava un torriere con cinque o sei soldati.
Nel 1767 varie e angosciose sconfitte convinsero lo spirito illuminista e riformatore di Pietro Leopoldo a iniziare il disarmo e la vendita di tutte le fortezze che riteneva inutili ed eccessivamente dispendiose per il bilancio del Granducato, affidando il mantenimento dell’ordine pubblico alle normali forze di polizia.
Questa politica venne aspramente criticata nel 1793 quando Ferdinando III, successore di Pietro Leopoldo, effettuò una ricognizione durante la quale si rese conto che le 130 miglia di costa toscana erano incontrollabili perché appartenevano ad altri principi, oppure erano totalmente disarmate. Questo errore risultò fatale al Granduca che, nel 1799, fu costretto a rifugiarsi in Austria.
Ai lorenesi successero i Borbone di Parma e subito dopo la Toscana fu annessa all’Impero napoleonico come Regno d’Etruria. Per questo periodo esiste un’interessante documento, “Le brigantage dans le Departement de l’Ombrone 1808-1814”, che si riferisce alla corrispondenza fra il prefetto dell’Ombrone e le autorità centrali di Parigi. Tale documento è riportato nell’articolo di Vittoria Ardito del 1985.
Nella cartografia della zona compresa tra il Parco dell’Uccellina e i confini meridionali della Toscana sono elencate le principali torri costiere con l’esclusione di quelle ormai dirute.
Nel Comune di Grosseto, vicino alla foce dell’Ombrone, troviamo la torre della Trappola e il Ridotto di Bocca d’Ombrone e, scendendo verso sud, nella zona montuosa, le torri di Castelmarino, Collelungo e S. Rabano che fa parte del complesso monastico. Nel Comune di Magliano in Toscana le torri di Cala di Forno, Bella Marsilia e Torre Bassa che facevano parte dell’antica proprietà dei Marsili. La zona del Comune di Orbetello era difesa dalle torri di Poggio Raso, delle Cannelle, di Capo d’Uomo, di Mulinaccio e di Talamonaccio che, pur essendo fuori della zona del Parco, completa la difesa della baia di Talamone.
Nel comune di Monteargentario, percorrendo il promontorio, troviamo le torri della Peschiera, di S. Liberata, del Calvello, di Lividonia, della Cacciarella, di Cala Grande, di Cala Moresca, di Cala Piccola, di Capo d’Uomo, della Maddalena, delle Cannelle, della Ciana e dell’ Avvoltore.
Seguendo la costa si rientra nel comune di Orbetello dove, sul poggio di Ansedonia, ci si presentano le due torri di S. Pancrazio.
Infine nel comune di Capalbio sono situate la Torre Puccini vicino alla Tagliata Etrusca, la Torre di Buranaccio sul lago di Burano e la torre di Selva Nera.
La cartografia storica allegata arricchisce di antiche memorie l’ubicazione delle torri citate””
La partenza dell'itinerario presso la Casetta dei Pinottolai, è raggiungibile con la propria auto. Una volta acquistato il biglietto, il centro visite fornisce un'autorizzazione da apporre sul cruscotto per poter lasciare l'auto nella loc. Pinottolai.
Nel caso di acquisto online è obbligatorio di fare una doppia copia del voucher e una deve essere apposta sul cruscotto, mentre l'altra deve essere portate con sè.
Da questo punto l’itinerario prosegue lungo la strada esistente nella pineta Granducale, per una lunghezza di circa 1600 metri, fino a raggiungere il ponte in legno per il passaggio pedonale, dove un cartello segnala il percorso per l’itinerario A3.
Lecci maestosi si alternano a una macchia folta e ricca di aromi. Il piccolo stagno del “Precoriale” interrompe per un breve tratto la densa boscaglia prima di tuffarsi nuovamente nel verde. Un vecchio sentiero, di recente recuperato, accompagna in una delle zone più suggestive del Parco, dove le grotte che si aprono qua e là nelle antiche scogliere raccontano millenni di storia dalle prime frequentazioni umane risalenti al Paleolitico ai ricoveri dei pastori transumanti e delle loro greggi. Costeggiando un vecchio canale di bonifica, si seguono le indicazioni per il percorso di ritorno.
Il comprensorio dell'Uccellina presenta un discreto numero di piccole grotte e caverne, sia nella parte più interna del rilievo calcareo che lungo la costa rocciosa marina. Non tutte queste grotte sono di origine carsica, la maggior parte, e soprattutto quelle costiere o prossime al mare, sono attribuibili al fenomeno della incessante azione delle onde sulle pareti rocciose.
Lungo l'itinerario A3, denominato de Le Grotte, è possibile vedere l'ingresso de La Fabbrica, posta in parete verticale, a circa 9 mt di quota: nelle immediate vicinanze di questo ingresso, altri fori di accesso, molto più piccoli conferiscono alla parete rocciosa un singolare aspetto. La grotta è formata da due camere principali con il pavimento in sensibile pendenza e un basso soffitto; essa rappresenta il residuo di un'ampia cavità la cui imboccatura è anticamente crollata. La sua formazione è dovuta all'allargamento e fusione di varie fessure, che mettono in comunicazione il sistema carsico superficiale con una serie di cavità sottostanti situate a livello di pianura.
Gli scavi condotti dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell'Università di Pisa hanno permesso di accertare che lo strato più basso del riempimento conteneva resti di pasto e strumenti di selce del Paleolitico Medio abbandonati dall'Uomo di Neanderthal circa 50.000 - 40.000 anni fa.
DATA: 22 Feb 2023
OGGETTO: PARCO NATURALISTICO DELL UCCELLINA DI ALBERESE
ALLEGATO: ALBERESE E PERCOSO ESCURSIONE UCCELLINA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
°°°°°°°°°°°°
ESCURSIONE
DOMENICA 5 MARZO 2023
AL
PARCO NATURALISTICO DELL’UCCELLINA
ALBERESE (GR)
------------
ATTENZIONE
ALLE
VARIAZIONI
DELL’ORARIO
DI PARTENZA AUTO
ORE 8,00
E DEL LUOGO
DI RITROVO
PREVISTO
........
Civitavecchia
Distributore TAMOIL
AVANTI
L’Accesso A12 Civitavecchia Nord
Parco Naturalistico Uccellina di Alberese ... Gr
Distanza stradale A/R : KM. 180
Lunghezza escursione : KM. 9,5
Escursione facile di “bassa” difficoltà
Caratteristiche … percorso naturalistico-storico.
Pranzo: al sacco
Ora di rientro: a termine escursione
IMPORTANTE
NOTE PRESCRIZIONI ED INDICAZIONI
I cani, anche al guinzaglio, non sono ammessi all’interno del Parco
L’escursione, come a volte già accaduto, nel caso di avverse previsioni meteo rilevate “a breve”, verrà senz’altro rinviata a diversa data, previa comunicazione scritta al vostro indirizzo di posta elettronica, nelle 24 - 48 ore antecedenti l’uscita.
Raggiunto il Centro Visite di Alberese, Via Bersagliere 7/9, ove verrà ricompattato il gruppo, occorre provvedere al pagamento dei diritti di accesso al Parco. I biglietti che verranno rilasciati dovranno essere conservati per esibire nel caso di eventuali controlli.
I Gruppi di escursionisti, come il nostro, per accedere ai tracciati, sono ammessi previa assegnazione di guide-parco designate dalla Direzione/Parco.
Quindi per evitare di essere inquadrati e guidati da persone “assegnate” in Gruppi di formazione, non far trapelare di far parte del Trek Fra’ Diavolo. Ciascuno passi per visitatore individuale od al seguito della propria famiglia, poi, detto tra noi, subito ci compatteremo, ad inizio escursione. Come abbiamo sempre fatto.
Dal Centro Visite, con le vetture, si prosegue per via del Bersagliere per 1,9 Km, per poi girare a sinistra per la via del Mare. Via che si percorre per 4,8 Km. per raggiungere il parcheggio c.d. “Pinottolai” (posto sulla destra della strada). Qui si lasciano le vetture, ove dovrà essere apposta sul cruscotto, in maniera visibile, l’autorizzazione al parcheggio. Da qui inizia l’escursione. Nel tratto di strada percorsa, è stato eliminato lo sbarramento che veniva aperto previo inserimento di appositi gettoni.
L’accesso al Parco è consentito dalle ore 8.30 con obbligo di uscita delle vetture, dal luogo di parcheggio interno c.d. Pinottolai, per le ore 17.00 (ORARIO INDEROGABILE).
L’escursione di circa 9,5 Km si articola in due lassi di spazio e tempo ben definiti. Il primo prevede il percorso della Pineta Granducale, traversamento del Canale dello Scoglietto, attraverso il Ponte delle Tartarughe. Probabile risalita del sentiero della Torre di Castel Marino quando si raggiungono le pendici dello sperone roccioso ove insiste il manufatto. Dalla Torre si scopre un’ampia visione panoramica, verso il mare, sulle Isole dell’Arcipelago Toscano, l’Argentario e la costa Toscana fino a Punt’Ala. Chi decidesse invece di evitare la risalita del sentiero per la Torre, un poco impegnativo, attraverso lo stradone può raggiungere immediatamente la Spiaggia di Collelungo, meta poi di tutto il Gruppo. Mentre chi ha deciso di risalire per la Torre di Castel Marino raggiungerà detta Spiaggia seguendo un itinerario, ben segnalato, di circa un Km, che può portare alla visita della Torre di Collelungo.
Raggiunta comunque la Spiaggia di Collelungo, non più tardi di una ragionevole ora di rientro, si dovrà tornare al parcheggio di “Pinottolai” seguendo un altro sentiero, ben segnalato, entro la Pineta Granducale.
Comunque sto valutando un presumibile percorso che riduca la lunghezza dell’escursione, eluda la risalita della Torre di Castel Marino e porti direttamente ala Spiaggia di Collelungo. Mentre per chi volesse, raggiungere la Torre di Collelungo, lo potrà fare e sarà guidato personalmente da me.
A tal proposito ho predisposto una carta in ortofoto, per una visione d’insieme, di cui ciascuno prenderà visione del tragitto di escursione.
La flora del Parco comprende alcune piante a diversa biodiversità. A siscendere verso il mare osserveremo un bosco composto da piante classiche del ceduo. Una macchia mediterranea leggermente diversa da quella nostra (residua). Qui si incontrano ginestre, cisti, rosmarino ginepri ed altro. E superfluo ricordare il veto di raccolta di ogni tipo di vegetazione, compresi asparagi e tamari! Quando si raggiunge la spiaggia si attraversano elevate dune, alcune formatesi dai movimenti delle glaciazioni. Qui si incontrano caratteristiche piante dunali e predunali, adattate a suoli ed ambienti salini, aridi, con bassi potenziali idrici.
Discorso a parte per la immensa pineta Granducale costituita principalmente da pini domestici, che furono fatti impiantare in epoca settecentesca dai granduchi di Lorena, a seguito delle opere di bonifica e canalizzazione dell'area palustre che si estendeva tra la foce dell'Ombrone e i Monti dell'Uccellina, che originariamente costituiva il Lago di Alberese. I pini domestici della Pineta Granducale forniscono pinoli di elevata qualità.
All’interno del Parco non ci sono fonti di acqua potabile, fornirsene quindi a sufficienza.
PERCORSO ESCURSIONE A 2 - LE TORRI
Si tratta dell’escursione più classica del Parco, forse la più significativa di quelle possibili, di Km. 13 lineari. Dal Parcheggio di Pinottolai si attraversa un sentiero, entro la meravigliosa pineta Granducale, affiancato dalle straordinarie falesie infarcite di Grotte carsiche preistoriche. La costa e le rocce presenti, in lunghi periodi alterni - nei momenti di glaciazione e deglaciazione - sono finite sotto il livello del mare, per riaffiorare durante i periodi intermedi, offrendo, nei vari momenti ultramillenari protezione e ricovero ad uomini ed animali.
Abitate 40 50 mila anni fà dall'uomo di Neardenthal ed in precedenza frequentate da animali preistorici, di cui sono emerse tracce. Non sono comunque visitabili, ne è oggi interdetto l’accesso per studi universitari in corso.
Nel percorso si raggiungono a piedi i punti panoramici delle Torri di Castel Marino e Collelungo, poste qui per il controllo delle vie del mare, spesso percorse nei vari periodi di attività, da pirati e corsari.
Raggiunta la primordiale spiaggia di Collelungo, pranzo al sacco e poi ritorno al luogo di partenza.
Vanì 21/02/2023
Qualche riferimento storico …
“”Nel XV secolo la minaccia sempre crescente della potenza turca fu una delle maggiori preoccupazioni per i sovrani occidentali in quanto la pirateria faceva parte della politica marinara di queste popolazioni. I pirati infatti avevano l’obbligo di dividere il bottino con il loro governo, pertanto questa attività rappresentava per esso uno dei maggiori cespiti di guadagno; inoltre, va considerato che i pirati non si limitavano ad assalire le navi, ma facevano anche scorrerie e razzie sulla terraferma. Queste incursioni durarono, anche se con minore intensità, fino a tutto il XVIII secolo.
Abbiamo notizia di quanto accadeva da una lunghissima lettera a proposito di un assalto piratesco scritta nel 1536 da Ambrogio Colombani, capitano delle truppe a Grosseto. Il Colombani, avvertito del pericolo di incursioni da un soldato di stanza a Castelmarino, che aveva avvistato i nemici nella baia di Collelungo, organizzò l’inseguimento dei pirati fornendo tutti i particolari dell’azione e descrivendo le sofferenze patite da lui e dai suoi uomini per mancanza di cibo e per le febbri malariche sopravvenute a causa dei lunghi appostamenti nel fittissimo tombolo, probabilmente quello della Giannella.
Un altro esempio di scorreria è quello descritto da Flaminio Nelli, Governatore di Grosseto, in una lettera del 1560 al Granduca. In essa si parla di incursioni a Porto Ercole e a Orbetello durante le quali furono rapite alcune persone, episodi purtroppo assai frequenti.
Il principio difensivo più valido, adottato fin dall’epoca romana, continuava a essere quello delle torri di avvistamento, ma, durante la dominazione senese, in questa zona ne erano state costruite ben poche. In territorio spagnolo le prime iniziative di protezione dalla pirateria furono promosse fin dai tempi della guerra fra Carlo V e Francesco I.
Nel 1532 Don Pedro di Toledo, viceré di Napoli, decise di iniziare la costruzione di nuove torri d’avvistamento per la difesa delle coste ed emanò un’ordinanza in proposito, ma il progetto non ebbe un gran seguito.
Solo dopo la sconfitta della flotta spagnola in prossimità di Tunisi, avvenuta nel 1560, si pensò a un intervento su base territoriale. Nel 1563, infatti, sotto il viceré Don Perafan de Ribera, duca di Alcalà, fu emanato un editto con disposizioni ben precise in proposito.
Invece, nel territorio del Granducato le torri di avvistamento furono edificate quando Cosimo I, concordando con la linea di condotta spagnola, inviò in Maremma i suoi ingegneri militari.
Terminata l’epoca delle incursioni dei corsari, queste postazioni vennero utilizzate per il controllo anticontrabbando della costa.
Le torri, alte dai dieci ai quindici metri, venivano costruite a una distanza non superiore alle tre miglia l’una dall’altra ed erano di modeste dimensioni perché non avevano compiti difensivi e generalmente non venivano assalite. Di conseguenza la guarnigione era ridotta al minimo: spesso vi si trovavano solo un castellano e un soldato.
Come si può verificare nei singoli casi, la tipologia costruttiva di questo periodo è quasi sempre la stessa, salvo rare eccezioni, e cioè a pianta quadrata con struttura in pietrame, basamento a scarpa e copertura a tetto o a terrazza spesso aggettante su mensoloni in pietrame. La porta di ingresso, situata sopra il cordolo a toro che delimita il basamento, era rivolta verso la parte più protetta, ovvero verso terra; le uniche aperture erano piccole feritoie situate nei punti strategici. All’interno, semplici solai in legno dividevano l’alto vano. All’esterno, un recinto fortificato comprendeva il forno e le stalle.
Dopo la decadenza politica e militare degli ultimi anni di governo mediceo, nel 1737 la Toscana venne assegnata a Francesco Stefano di Lorena e quindi le fortezze, che poco tempo prima erano state occupate dai soldati spagnoli, vennero presidiate dai lorenesi. Iniziò allora la riorganizzazione dell’ormai inefficiente esercito secondo il modello austriaco. Nel periodo compreso tra il 1741 e il 1745, per fronteggiare i pericoli esterni, anche nella Maremma Senese venne dislocato un reggimento di Bande Nazionali. Nelle rocche litoranee più importanti il castellano era accompagnato da una dozzina di cannonieri, mentre in quelle più piccole si trovava un torriere con cinque o sei soldati.
Nel 1767 varie e angosciose sconfitte convinsero lo spirito illuminista e riformatore di Pietro Leopoldo a iniziare il disarmo e la vendita di tutte le fortezze che riteneva inutili ed eccessivamente dispendiose per il bilancio del Granducato, affidando il mantenimento dell’ordine pubblico alle normali forze di polizia.
Questa politica venne aspramente criticata nel 1793 quando Ferdinando III, successore di Pietro Leopoldo, effettuò una ricognizione durante la quale si rese conto che le 130 miglia di costa toscana erano incontrollabili perché appartenevano ad altri principi, oppure erano totalmente disarmate. Questo errore risultò fatale al Granduca che, nel 1799, fu costretto a rifugiarsi in Austria.
Ai lorenesi successero i Borbone di Parma e subito dopo la Toscana fu annessa all’Impero napoleonico come Regno d’Etruria. Per questo periodo esiste un’interessante documento, “Le brigantage dans le Departement de l’Ombrone 1808-1814”, che si riferisce alla corrispondenza fra il prefetto dell’Ombrone e le autorità centrali di Parigi. Tale documento è riportato nell’articolo di Vittoria Ardito del 1985.
Nella cartografia della zona compresa tra il Parco dell’Uccellina e i confini meridionali della Toscana sono elencate le principali torri costiere con l’esclusione di quelle ormai dirute.
Nel Comune di Grosseto, vicino alla foce dell’Ombrone, troviamo la torre della Trappola e il Ridotto di Bocca d’Ombrone e, scendendo verso sud, nella zona montuosa, le torri di Castelmarino, Collelungo e S. Rabano che fa parte del complesso monastico. Nel Comune di Magliano in Toscana le torri di Cala di Forno, Bella Marsilia e Torre Bassa che facevano parte dell’antica proprietà dei Marsili. La zona del Comune di Orbetello era difesa dalle torri di Poggio Raso, delle Cannelle, di Capo d’Uomo, di Mulinaccio e di Talamonaccio che, pur essendo fuori della zona del Parco, completa la difesa della baia di Talamone.
Nel comune di Monteargentario, percorrendo il promontorio, troviamo le torri della Peschiera, di S. Liberata, del Calvello, di Lividonia, della Cacciarella, di Cala Grande, di Cala Moresca, di Cala Piccola, di Capo d’Uomo, della Maddalena, delle Cannelle, della Ciana e dell’ Avvoltore.
Seguendo la costa si rientra nel comune di Orbetello dove, sul poggio di Ansedonia, ci si presentano le due torri di S. Pancrazio.
Infine nel comune di Capalbio sono situate la Torre Puccini vicino alla Tagliata Etrusca, la Torre di Buranaccio sul lago di Burano e la torre di Selva Nera.
La cartografia storica allegata arricchisce di antiche memorie l’ubicazione delle torri citate””
La partenza dell'itinerario presso la Casetta dei Pinottolai, è raggiungibile con la propria auto. Una volta acquistato il biglietto, il centro visite fornisce un'autorizzazione da apporre sul cruscotto per poter lasciare l'auto nella loc. Pinottolai.
Nel caso di acquisto online è obbligatorio di fare una doppia copia del voucher e una deve essere apposta sul cruscotto, mentre l'altra deve essere portate con sè.
Da questo punto l’itinerario prosegue lungo la strada esistente nella pineta Granducale, per una lunghezza di circa 1600 metri, fino a raggiungere il ponte in legno per il passaggio pedonale, dove un cartello segnala il percorso per l’itinerario A3.
Lecci maestosi si alternano a una macchia folta e ricca di aromi. Il piccolo stagno del “Precoriale” interrompe per un breve tratto la densa boscaglia prima di tuffarsi nuovamente nel verde. Un vecchio sentiero, di recente recuperato, accompagna in una delle zone più suggestive del Parco, dove le grotte che si aprono qua e là nelle antiche scogliere raccontano millenni di storia dalle prime frequentazioni umane risalenti al Paleolitico ai ricoveri dei pastori transumanti e delle loro greggi. Costeggiando un vecchio canale di bonifica, si seguono le indicazioni per il percorso di ritorno.
Il comprensorio dell'Uccellina presenta un discreto numero di piccole grotte e caverne, sia nella parte più interna del rilievo calcareo che lungo la costa rocciosa marina. Non tutte queste grotte sono di origine carsica, la maggior parte, e soprattutto quelle costiere o prossime al mare, sono attribuibili al fenomeno della incessante azione delle onde sulle pareti rocciose.
Lungo l'itinerario A3, denominato de Le Grotte, è possibile vedere l'ingresso de La Fabbrica, posta in parete verticale, a circa 9 mt di quota: nelle immediate vicinanze di questo ingresso, altri fori di accesso, molto più piccoli conferiscono alla parete rocciosa un singolare aspetto. La grotta è formata da due camere principali con il pavimento in sensibile pendenza e un basso soffitto; essa rappresenta il residuo di un'ampia cavità la cui imboccatura è anticamente crollata. La sua formazione è dovuta all'allargamento e fusione di varie fessure, che mettono in comunicazione il sistema carsico superficiale con una serie di cavità sottostanti situate a livello di pianura.
Gli scavi condotti dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell'Università di Pisa hanno permesso di accertare che lo strato più basso del riempimento conteneva resti di pasto e strumenti di selce del Paleolitico Medio abbandonati dall'Uomo di Neanderthal circa 50.000 - 40.000 anni fa.
DATA: 17 Feb 2023
OGGETTO: GIRO AD ANELLO DI MONTE CUCCO E MONTE CUCCHETTO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
*****
NOTA PER I PARTECIPANTI ALL’ESCURSIONE DI DOMENICA 19 FEBBRAIO 2023
Buon giorno Camminatori,
rilevo da vari siti meteorologici che nella giornata di domenica potrebbero cadere, nel tempo di escursione, che convenzionalmente pongo dalle ore 9 alle 15 (arco temporale di 6 ore), circa 0,330 millimetri di pioggia. Questo valore equivale a c.a. 330 centilitri di acqua per un metro quadrato nel giro di 6 ore. Detto valore risulta decisamente trascurabile ove si consideri che tale quantità rappresenta un terzo di litro di acqua, che equivale al contenuto di una lattina di coca cola od aranciata, sparsa nell’arco di 6 ore nello spazio di un metro quadro. Una ipotesi di piovigine del genere, in campagna, non si riuscirebbe neanche ad avvertire!
Raccomando comunque, per l’occasione, di munirsi, per scaramanzia, di un Kway od ombrellino pieghevole, mentre per gli accaniti delle grigliate, oltre a carni, carbonella ed accendini, anche un eventuale alternativa di pranzo veloce. Affettati vari e pane, da consumare nel caso in cui fosse difficile accendere un fuoco e predisporre le braci. Un ampio prato è il luogo ove penso di destinare l’escursione, utile, quindi, anche un telo per stendercisi sopra.
Un caro saluto a Voi …. Ivano
17/02/2023
DATA: 13 Feb 2023
OGGETTO: Giro di Monte Cucco e Monte Cucchetto 19 febbraio 2023
ALLEGATO: IMG_2983.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“GIRO DI MONTE CUCCO E MONTE CUCCHETTO”
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Signori Camminatori,
Vi comunico che il percorso di domenica 19/2/2023 è stato rivisto e ridimensionato in base ad impedimenti, ostacoli obiettivi accertati sul “cammino” stesso. Pertanto non percorreremo più 8,5 chilometri bensì 5,5, fermo restando, comunque, la presenza di qualche salita.
Approfitteremo per fare una bella grigliata nei prati, ove già sono presenti piacevoli distese di bianche margherite, una volta utilizzate per il noto gioco di origine francese (purtroppo), consistente nell’ effeuiller la marguerite, con il quale si tentava di capire di essere ancora ricambiati dalla persona amata. Sfogliando (appunto) i petali, uno ad uno, del malcapitato fiore! Vi voglio comunque dare una “dritta”, se siete innamorati ed ambite ad ottenere un successo dal gioco …, quel fiore, in genere, ha 21 petali! A buon intenditore ….
Griglieri … quindi munitevi dell’occorrente necessario, carbone accendino e carni!
Un saluto …. Vanì 13/2/2023
DATA: 13 Feb 2023
OGGETTO: GIRO AD ANELLO DI MONTE CUCCO E MONTE CUCCHETTO
ALLEGATO: IMG_2983.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO CIVITAVECCHIA
“GIRO DI MONTE CUCCO E MONTE CUCCHETTO”
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Signori Camminatori,
Vi comunico che il percorso di domenica 19/2/2023 è stato rivisto e ridimensionato in base ad impedimenti, ostacoli obiettivi accertati sul “cammino” stesso. Pertanto non percorreremo più 8,5 chilometri bensì 5,5, fermo restando, comunque, la presenza di qualche salita.
Approfitteremo per fare una bella grigliata nei prati, ove già sono presenti piacevoli distese di bianche margherite, una volta utilizzate per il noto gioco di origine francese (purtroppo!), consistente nell’ effeuiller la marguerite, con il quale si tentava di capire di essere ancora ricambiati dalla persona amata. Sfogliando (appunto) i petali, uno ad uno, del malcapitato fiore! Vi voglio comunque dare una “dritta”, se siete innamorati ed ambite ad ottenere un successo dal gioco …, quel fiore, in genere, ha 21 petali! A buon intenditore ….
Griglieri … quindi munitevi dell’occorrente necessario, carbone accendino e carni!
Un saluto …. Vanì 13/2/2023
DATA: 26 Jan 2023
OGGETTO: MAZZANO ROMANO ... IL TORRENTE TREJA .... CALCATA
ALLEGATO: PER ALLEGATO AI DIMONIOS SABATO 4 febbraio 2023 CALCATA MAZZANO.docx
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA' DIAVOLO CIVITAVECCHIA
SABATO 4 febbraio 2023
“DAL PITTORESCO BORGO DI MAZZANO ROMANO A CALCATA - ATTRAVERSO LA VALLE DEL TREJA”…
TRA NATURA ED ARCHEOLOGIA
ATTENZIONE
Alla variazione del giorno di escursione
NOTE
Partenza ore 8,30 dal parcheggio del Tribunale di Civitavecchia
No Guadi!
Pranzo al sacco!
Presumibile rientro ore 16.30 – 17.00
Percorso auto: Dal Park si raggiunge l’ingresso A12 Civitavecchia Nord. Si esce a S.Severa e si percorre l’Aurelia per deviare a sinistra verso il Sasso. Si raggiunge la Braccianese Claudia (s.p. 493) e si gira a destra verso Bracciano. Si supera la cittadina continuando sulla Braccianese per pi deviare a sinistra in direzione di Anguillara Sabazia (3 km esatti dopo la rotonda in prossimità di Bracciano). Raggiunto il Lungolago si entra in Anguillara, si supera girando a sinistra direzione Trevignano. Poco prima della cittadina si devia a destra direzione Mazzano Romano (SP. 4 Via Settevene Palo). Superato un cavalcavia si prosegue sempre diritti. Frattanto la nostra provinciale è divenuta n. 37. Di seguito poi diverrà 16 b. Giunti nella cittadina di Mazzano si percorre Via Romana per raggiungere un parcheggio in Piazza Ungheria od intorno. Qui si lasciano le vetture per iniziare l’escursione.
PERCORSO ESCURSIONE: Dal paese di Mazzano Nuova si raggiunge il suo centro medievale. Breve ricognizione per ripartire verso Calcata. Il percorso si snoda intorno all’alveo del Torrente Treja. Poi il sentiero del Fosso della Mola e si arriva sotto la Cittadina di Calcata. Si raggiunge il Centro, visita poi ritrovo per tornare a Mazzano. Impossibilitati ad effettuare il giro ad anello classico … (alcuni benpensanti hanno dato fuoco ad un ponticello in legno sul sentiero 013), siamo costretti a giungere a Calcata sul sentiero 001 per poi ripercorrere a ritroso il percorso di andata.
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Un arrivederci al giorno dell’escursione” Vanì 26/01/2023
All. mie note per chi vuol sapere qualcosa sul luogo
DATA: 08 Jan 2023
OGGETTO: IL MARANGONE A MODO MIO ... 15 GENNAIO 2023
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Buona Domenica camminatori,
rammento, per coloro che intendono partecipare all'uscita del 15/1, che il luogo di ritrovo è stato temporaneamente spostato al Parcheggio scoperto COOP di Civitavecchia, zona Boccelle. Idem per l'orario di ritrovo, fissato per le 8.45, con partenza diretta alle ore 9.00. Aggiungo che eventuali condizioni meteo avverse, previo avviso, potrebbero determinare il rinvio a data da determinare. Altre indicazioni ... già fornite in precedentemente.
Saluti Vanì, 8/1/2023
DATA: 28 Dec 2022
OGGETTO: LA CASTELLINA SL MARANGONE A MODO MIO ... 15 GENNAIO 2023
ALLEGATO: SEDE COOP CIVITAVECCHIA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Trek Fra’ Diavolo - Civitavecchia
LA CASTELLINA SUL MARANGONE A MODO MIO
Storia, cultura e natura.
Domenica 15 Gennaio 2023
VARIAZIONI PER QUESTA USCITA
Partenza ore 9.00
Luogo di Ritrovo: Parcheggio a cielo aperto Coop Civitavecchia Località Strada Boccelle (ved. Immagine ortofoto).
Km. escursione circa 8.00
Presente un guado facilmente superabile, salvo prossime consistenti piogge!
Escursione di media difficoltà (presente una salita ripida di 300 mt. circa). Attraversamento di un tratto di macchia mediterranea, no rovi!
Termine escursione ore 15.30 circa
Pranzo al sacco.
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Signori camminatori,
Domenica 15 gennaio 2023 riprende finalmente la nostra attività. Il luogo visitato, già noto a molti di Voi, risulta molto importante, rappresentando il passato storico etrusco di Civitavecchia, già centro a vocazione marinara ancor prima della realizzazione del Porto di Traiano (108 d.C.). Il percorso per raggiungere quello che fu la cittadella sul colle, è stato da me opportunamente modificato per alcune recenti acquisizioni terriere dell’area ex tenuta del Santo Spirito ove si transitava. Precluso il millenario accesso al luogo di destino … seguiremo quindi un altro sentiero.
Sembra che un uomo facoltoso della zona, avvezzo a certe megalomanie, abbia acquistato, a fini speculativi, tutta quella parte iniziale comprendente il vecchio ultramillenario cammino, per creare delle attività sportive.
Da informazioni raccolte da “Radio Fosso”, una non ben nota fantomatica associazione di Rally e Fuoristrada si è costituita, iniziando la sua attività nel luogo. Previo pagamento di un biglietto di accesso, permette di percorrere le sterrate presenti. Quello che più mi ha addolorato è stato sapere che delle vetture fuoristrada (un centinaio), hanno percorso, una di queste passate domeniche, un tratto del letto del Torrente Marangone per risalire su verso le Colline dissestando le pietre presenti. E queste cose non si fanno perché sono vietate, perche tutti i corsi d’acqua del nostro territorio appartengono al Demanio (ai sensi del 1° comma dell'art. 822 del Codice Civile). Soprattutto poi per i rischi, nei casi di piogge insistenti, della formazione di “bombe d’acqua” dalla forza inaudita, causate da innaturali sbarramenti di pietre e vegetazione. Questi fenomeni oggi molto frequenti, travolgono e distruggono tutto ciò che incontrano sul loro passo, con gravi danni a cose e persone.
Dunque arrivederci al 15 gennaio detto, mentre invito, chi fosse interessato a conoscere alcuni risvolti storici di cultura locale raccolti sul luogo escursione, a prenderne visione sul nostro sito.
Vanì, 28/12/2023. Ore 12.03
DATA: 14 Dec 2022
OGGETTO: Necrologio
ALLEGATO: eduardo-patti-necro.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Signori del Gruppo,
con profonda mestizia comunico, per quanti hanno avuto l'opportunità di conoscere ed apprezzare per la sue amichevoli qualità, la dipartita del Socio Patti Edoardo. Per questi accludo l'annuncio dei suoi funerali pubblicato sui comuni social. A Vostro nome ho rivolto le condoglianze alla Signora Marisa.
Ivano ... mesto ... 14/12/2022
DATA: 09 Dec 2022
OGGETTO: CONVIVIALE DI FINE ANNO 10 dicembre 2022
ALLEGATO: INDICAZIONI X AGRITURISMO MORANI.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
NOTA PER GLI ISCRITTI AL PRANZO DI DOMANI
10 DICEMBRE 2022
Gentili Signori,
qualora la giornata di domani, nella mattinata, si presentasse particolarmente piovosa, ritengo opportuno di ritrovarci direttamente presso l'Agriturismo Morani, posto sulla strada di Santa Severa-Tolfa, per le ore 13.00. Rammento che il luogo del pranzo risulta raggiungibile sia uscendo dall'A12 uscita S.Severa, ripiegando poi a destra, al bivio che si incontra per "direzione Tolfa", sia provenendo dall'Aurelia. La sterrata per raggiungere l'Agriturismo Morani si imbocca sulla destra della provinciale, appena superato il ponte dell'autostrada salendo per direzione Tolfa.
Un saluto Ivano
DATA: 04 Dec 2022
OGGETTO: Per i partecipanti alla Conviviale di sabato 10 dicembre
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
A tutti i camminatori che parteciperanno alla tradizionale Conviviale di sabato 10 dicembre.
Come previsto, il pranzo di sabato sarà preceduto dalla visita al Castello di Santa Severa.
Il castello, in quel giorno, sarà allietato da una serie di manifestazioni, stand gastronomici, laboratori artistici, mercatini di artigianato e molto altro ancora.
Sarà un modo piacevole di trascorrere qualche ora prima di sederci tutti insieme alla tavola dell'Agriturismo Morani.
Per approfondire inserisco qui sotto il link alla manifestazione, dove potrete trovare tutte le informazioni necessarie:
www.castellodisantasevera.it/il-villaggio-del-natale/villaggio-di-natale-2022
Un caro saluto a tutti
PS.
Le manifestazioni di cui sopra si protraggono dall'8 dicembre all'8 gennaio. Pertanto coloro i quali non saranno presenti alla nostra Conviviale avranno tutto il tempo di visitare il Castello entro quelle date.
DATA: 28 Nov 2022
OGGETTO: Sabato 10 dicembre 2022 CONVIVIALE DI FINE ANNO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CONFERMA PRENOTAZIONI ALLA CONVIVIALE
DEL 10 DICEMBRE 2022
NVIO NOTA ISCRITTI
Buon giorno Signori,
prossima ventura la giornata conviviale, ormai tradizione per noi, indetta per porci saluti ed auguri per le imminenti festività Natalizie, e dire che non ce ne fosse bisogno di questi scambi augurali di questi momenti sereni e distensivi, in questo clima mondiale di incertezze, che non sto qui a rammentare, equivarrebbe al porre il capo sotto la sabbia come fa il noto e caro animale africano, a suo pensare, per sfuggire alla realtà di un pericolo imminente!
Ci saluteremo con l'auspicio che il mondo cambi orientamenti e marcia, il mondo dei giusti, del rispetto dei popoli, dell'ambiente, della corretta e sensata amministrazione dei nostri rappresentanti politici mondiali, europei ed italiani!
Mentre invio personalmente saluti ed auguri ai "Dimonios del Fra' Diavolo (*)", impossibilitati per qualsivoglia motivo, che il 10 detto non ci onoreranno della loro presenza!
(*) Il termine é mutuato dall'Inno della Brigata Sassari, rivolta ai valorosi combattenti sardi di tutte le loro battaglie, fieri di chiamarsi così (demoni dimonios appunto).
Vanì
VORRETE COMUNICARMI CON CORETSE SOLLECITUDINE EVENTUALI OMISSIONI E/OD INESATTEZZE
NR |
NOMINATIVI |
NR PERS |
1 |
AIELLO SANTO |
2 |
2 |
BANDELLA DOMENICO |
3 |
3 |
BIANCHINI LIVIANA |
2 |
4 |
DI BIANCO CENZINA |
1 |
5 |
MANCINETTI ANTONIO |
1 |
6 |
MORGAGNI MARCO |
1 |
7 |
NUNZI FRANCO |
2 |
8 |
PANICO ANSELMO |
1 |
9 |
PIROLI MARCELLO |
3 |
10 |
PISANO SALVATORE |
2 |
11 |
PODENZANA DANTE |
6 |
12 |
ROMITI IVANO |
1 |
13 |
SACCO MASSIMO |
2 |
14 |
SINI MAURO |
2 |
15 |
TASSELLI AGOSTINO |
2 |
16 |
TUVERI MASSIMO |
3 |
17 |
ZANELLA GIUSEPPE |
2 |
|
|
|
DATA: 25 Nov 2022
OGGETTO: 27.11.2022 Gole del Biedano ... i Valloni ... le Mole
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
IMPORTANTE NOTA A SEGUITO ALCUNE
RICHIESTE DI CHIARIMENTO ….
L'ESCURSIONE DI DOMENICA 27/11/2022 VERRA' EFFETTUATA
Signori Camminatori del Fra' Diavolo
domenica finalmente ri-usciamo ... Vi comunico questo dopo aver ben valutato la quantità e l'impatto delle acque meteoriche cadute oggi e che cadranno questa notte, nel territorio oggetto di escursione, pari a 16 mm circa complessive. Sedici millimetri di pioggia corrispondono a 16 litri di acqua spruzzata su un metro quadro di terreno nell'arco temporale di 9 ore circa. Quantità veramente irrisoria ed assorbibile. Con questo non asserisco che non troveremo del fango. In alcuni punti sarà presente ma, in fin dei conti, è soltanto questione di infangare un po' gli scarponi!
Mentre raccomando di munirsi di buste di plastica "edili" o stivali in gomma, per affrontare qualche guado. Vedremo in compenso, finalmente, il torrente Biedano “viaggiare” con la sua acqua, le sue cascate e cascatelle i suoi pittoreschi botri e la vegetazione del luogo lussureggiante e rinvigorita!
Era qualche anno che il livello delle acque dell’Etrusco Torrente era condizionato nei suoi minimi storici!
Domani pomeriggio e la giornata di domenica si presenteranno soleggiati!
Rammento che giunti in Barbarano, domenica, verrà effettuata la ormai nota "spola auto" Barbarano-Blera. Necessaria per completare il giro che altrimenti terminerebbe nella cittadina di Blera! Per questo raccomando tutti, con cortese sollecitudine, di lasciare i propri passeggeri a Barbarano con zaini ed altro, e mentre questi si berranno un caffé alla nostra salute, noi andremo a depositare una consistente parte delle auto ad un parcheggio di Blera per tornare con un ristretto numero di vetture. Chi non rispettasse questa indicazione rimarrebbe nel pomeriggio con i propri passeggeri nella cittadina di Blera, arrecando un certo disagio alla buona riuscita della giornata, per poter tornare a Barbarano.
Imprevisti motivi contingenti del momento potrebbero spingermi a mutare il programma diramato, e testé ribadito. Nonostante ciò, assicurando un’ottima giornata "escursiva"!
Vani', mentre Vi invio i miei saluti. 25/11/2022 ... ore 19.21
DATA: 18 Nov 2022
OGGETTO: Rinviata uscita del 20 novembre 2022 Gole del Biedano ... i Valloni
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Rinvio escursione del 20/11/2022
Signori Camminatori,
come preannunciato, per i noti motivi riguardanti le condizioni meteo non favorevoli, Vi comunico il rinvio, a domenica 27/11/2022, dell'escursione per le Gole del Biedano. Riguardo la prenotazione alla Conviviale di sabato 10 dicembre, che alcuni si erano riservati di effettuare nell'incontro del giorno 20/11, questa risulta possibile in Civitavecchia presso la Sezione Bersaglieri in Congedo, come già comunicato. Come noto il termine di iscrizione resta fissato per il 3/12/2022, dati i tempi brucianti, qualora impossibilitati a raggiungerci di persona, risulta possibile iscriversi all'evento con mail indirizzata a vanivani@alice.it, specificando il numero delle persone che intendono parteciparVi, ed eventuali prescrizioni.
Presso il Ristorante, in linea di massima, sono stati riservati per il Gruppo 40 posti.
Un caro saluto,
Vanì 18/11/2022 . ore 18 circa
DATA: 17 Nov 2022
OGGETTO: 20 novenbre 2022 Gole del Biedano ... i Valloni
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Camminatori,
mi riferisco all'uscita del 20/11 per anticiparne un eventuale e possibile rinvio alla successiva domenica 27/11/22! Le previsioni meteo dei nostri siti informatori, nel luogo di destinazione, prevedono piogge questa notte ed anche nel pomeriggio di sabato, cielo sereno nella giornata di domenica! La naturale configurazione orografica delle Gole del Biedano non permette lo smaltimento delle acque meteoriche nel tempo normale necessario. La composizione delle sue rocce, principalmente tufacee trattengono oltremodo l'umidità, il cammino è reso difficoltoso con certe insidie per i camminatori, ispecie per alcuni tratti scoscesi, resi viscidi dalle piogge. Non sto qui ora ad allungare il "brodo" del mio discorso. Nel pomeriggio di domani (venerdì) dopo un ennesimo controllo dei siti meteo, comunicherò le mie decisioni. Cercherò soprattutto, come mi è solito, di mettervi in condizioni di sicurezza nel corso delle Vostre sane ed utili attività fisiche.
Un saluto ... Vanì
DATA: 14 Nov 2022
OGGETTO: Info Conviviale 10 dicembre 2022.
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori Camminatori,
ricevo da Fabio Lambertucci nostro assiduoTrekkista, bravo fotografo, di Santa Marinella, la precisazione che i residenti della Perla del Tirreno, non pagano l'ingresso presso il Museo del Mare di S.Severa (Comune di S,Marinella). Questo mi fa piacere, seppur con un pizzico di invidia. Sono di Civitavecchia e ci vivo, città che non ha mai attuato e previsto politiche in favore dei propri residenti. Che so io, sconto sulla bolletta della luce, dal momento che ha prodotto ed ancora produce energia elettrica per quasi tutta l'Italia Centrale, con pesanti e gravissime conseguenze, dei relativi impianti, sull'aria che si respira, sulla salute! Non so proprio cosa pensare, ma penso male!. Ho preso atto come i residenti del Comune di Piombino, dopo un braccio di ferro non tanto lungo, abbiano ottenuto dal Governo, per la realizzazione di una nave rigassificatrice nel loro Porto, sconti sulle bollette gas!!! Nello scusarmi per il tono polemico dal mio pulpito di questa mia nota, non consono alla mia persona, ma oggi mi sono destato all'alba con questo pensiero!
Ribadisco quindi ... i residenti di Santa Marinella, che si iscriveranno alla nostra conviviale, sembra che non dovranno pagare l'ingresso al Museo del Mare, quindi aggiungo con l'occasione che loro potranno aspettarci il 10/12, direttamente nel Piazzale Parcheggio del Castello di Pirgy, verso le ore 10.45.
Saluti ... Vanì
DATA: 13 Nov 2022
OGGETTO: CONVIVIALE DI FINE ANNO
ALLEGATO: INDICAZIONI X AGRITURISMO MORANI.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TREK FRA’ DIAVOLO
CIVITAVECCHIA
°°°°°°°°
Sabato 10 Dicembre 2022
NELLE IMMINENTI FESTIVITA’
Conviviale di Gruppo
PER
SCAMBIO
DI
Saluti ed auguri
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Signori Camminatori,
come preannunciato, provvedo ad indicare note logistiche ed indicazioni di massima, approntate per prendere parte alla giornata conviviale prevista per quest’ultimo scorcio di anno.
INIZIATIVE
VISITA AL MAESTOSO CASELLO DI PIRGY
DI SANTA SEVERA
A SEGUIRE
PRANZO SOCIALE
PRESSO
AGRITURISMO DI GUENDALINA MORANI
COLLINE DI SANTA SEVERA NORD
LOCALITA’ LA SCAGLIA
***********************
Ritrovo ore 10 al Park del Tribunale di Civitavecchia, partenza ore 10.15.
Destinazione parcheggio antistante il Castello di Pirgy.
- Giro panoramico all’interno del Castello e della terrazza che si affaccia sul Porto Etrusco sommerso.
- Eventuale accesso al Museo del Mare senza guida (biglietti euro 6 per persone fino a 16 anni – euro 8 oltre. Salvo successivi ritocchi lievi).
- Alle ore 12.30 si parte per l’Agriturismo di Guendalina Morani. Posto in Via della Scaglia - località “La Scaglia” sulla strada S.Severa-Tolfa. Il Ristorante si raggiunge poco dopo aver superato il Ponte dell’Autostrada girando subito a destra. Poi percorrere una strada sterrata per circa 1 Km per arrivare al Ristorante, che è posto sulla sinistra della strada. (vedi ortofoto)
- (Presso l’Agriturismo è presente uno spaccio di carni, formaggi ed altro, prodotti diretti dell’annessa azienda agricola e zootecnica.)
-
- ORE 13,0 PRANZO
-
- MENU' FISSATO
Antipasto di salumi e formaggi
Fettuccine al Ragù
Acquacotta della Tuscia
Stufato di Maremmana alle verdure
Patate
Dolce della casa
Bevande incluse (acqua e vino!)
Il prezzo convenuto, dati certi buoni rapporti e conoscenze con i proprietari-gestori è stato fissato in euro 25 a persona.
PER INTERVENIRE CIASCUNO DOVRA ANTICIPARE EURO 5 AGLI ORGANIZZAORI
L’ISCRIZIONE RISULTA POSSIBILE FINO AL 3/12
SECONDO QUANTO INDICATO
- DIRETTAMENTE AGLI INCARICATI NEL GIORNO
DELLA PROSSIMA ESCURSIONE DEL 20/11/2022
OPPURE
- DAL LUNEDI’ AL VENERDI’
-
- IN CIVITAVECCHIA CORSO CENTOCELLE 46 - DALLE ORE 17.30 ALLE 19
PRESSO IL
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- PRESIDIO MILITARE SEZIONE BERSAGLIERI IN CONGEDO
-
CONTATTANDO
IL TREKKISTA
PER L’OCCASIONE CASSIERE VOLANTE "MANCINETTI ANTONIO"
°°°°°°°°°°°°
PRENOTAZIONI AL RISTORANTE SINO A COPERTURA DEI POSTI DISPONIBILI
COME VI E’ GIA’ NOTO DISPENSO DAL PREDISPORMI, PER L’OCCASIONE, QUALSIVOGLIA OMAGGIO, PER I SERVIZI DI VOLONTARIATO RESI NEL CORSO DELLA STAGIONE TREKKISTICA. RISULTO AMPIAMENTE RIPAGATO DALLA VOSTRA PIACEVOLE PRESENZA, COMPAGNIA E STIMA!
Saluti … Vanì
DATA: 10 Nov 2022
OGGETTO: Screening gratuito per la valutazione del rischio diabete-
ALLEGATO: FCPJ8683.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Camminatori,
Vi trasmetto l'invito per un controllo gratuito sull'insorgenza della patologia diabetica che verrà effettuato Domenica 13 novembre p.v. in Civitavecchia Piazzale Coop Loc. Boccelle, ad iniziativa dell'ADICIV locale, presso strutture poste ad hoc.
Saluti Ivano
DATA: 07 Nov 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna Area Tuscanese e di seguito Castel d Asso
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
NECROPOLI ETRUSCA DI CASTEL D’ASSO
La Terra degli etruschi dai sarcofagi in nenfro con coperchi scolpiti
**************
Dopo una distensiva, serena e proficua mezza giornata dedicata alla visita di Castel Cardinale ed alle Tombe dei Principi della Famiglia Alethnas, a scappatempo, ho veicolato il Gruppo alla prossima Necropoli di Axa (Castel d'Asso). Premetto che la città di Viterbo nel periodo etrusco non esisteva od era, forse, ubicata sotto la città attuale, ma di questo non v'é certezza. Secondo alcune iscrizioni latine sappiano che una lucumonia rispondente al nome di Surrina si trovava nei pressi, forse sotto l'attuale città di Viterbo e forse presso il prossimo luogo, così detto Bulicame. Aggiungo che tra le Lucumonie di Musarna e di Castel d’Asso, così vicine tra loro, non corresse buon sangue. Questo secondo quanto riferiscono alcuni autori!
A X I A
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L’acropoli e la città sorgevano, elevate, intorno all’area occupata dal Castello medievale. Il pianoro, posto su uno sperone tufaceo isolato dai torrenti Caldano, Freddano e Rio Secco, é ben protetto da coste impervie a picco ove soltanto in alcuni punti è possibile l’accesso dal fondo valle, elementi naturali difensivi per la civita ed i suoi abitanti.
Non evidenti le emergenze dell’abitato etrusco (fondo di abitazioni e di capanne, canali di scolo acque etc.), sepolte dalla fitta vegetazione e dall’humus. Solo le torri e le fondamenta del castello, ancora presenti che, seppur rimaneggiate e modificate, hanno assolto ininterrottamente per oltre duemila anni, il loro compito di controllo della strada doganale, cambiando spesso vessillo, da un “Signore all’altro”, passando da una civiltà all’altra.
La vista che si gode dalla terrazza della torre maggiore, giusto premio alle fatiche della impervia risalita, ripaga …. Permetteva un ottima visione strategica sull’ampio panorama delle aree circostanti e la vista e controllo delle elevate pareti tufacee ove erano ubicate le tombe rupestri.
Città ed acropoli, gli etruschi, come uccelli rapaci, le ponevano su luoghi inaccessibili, dai particolari requisiti di sicurezza che il loro tempo esigeva. Al contrario, le necropoli, erano realizzate fuori dell’abitato, in luoghi impervi, ma abbastanza raggiungibili da chiunque attraverso le vie sepolcrali.
Non presidiate da alcuno, le tombe, erano concepite in modo da presentare obiettivi impedimenti per eventuali predatori.
Superstizione …
Raramente venivano profanati luoghi sacri di “eterno riposo” dei defunti, si correva il rischio di incorrere nelle ire delle divinità vendicative dell’Oltretomba, cui si attribuivano particolari poteri sovrannaturali…! La concezione dell’aldilà per gli etruschi resta comunque un mistero, come la loro lingua e la loro origine. Una cosa è ben certa, ponevano particolari attenzioni e rispetto per i defunti, suppongo che erano convinti che la vita terrena si perpetuasse finché il loro corpo avesse conservato sembianze umane ed al loro stato di conservazione ponevano speciale cura. Mentre è certo che avevano cognizione dell’anima, che sopravviveva quando il corpo si decomponeva del tutto, che il mondo onirico suggeriva.
Impedimenti fisici…
Per liberare un “dromos” da trenta o quaranta tonnellate di terriccio, in una sola notte, non era impresa possibile. Il pesante portale in pietra di varie tonnellate infine precludeva ogni operazione di accesso. Rimuoverlo richiedeva la collaborazione di più persone e di attrezzi (argani – cordami etc.).
Il lavoro dei “tombaroli” difficilmente passava inosservato e quindi veniva contrastato. Ma anche al tempo degli etruschi questi sacrileghi non mancavano! Buona parte delle necropoli antiche sono state profanate da gente dello stesso popolo, priva di scrupoli. I Romani poi, aprivano le tombe etrusche solo per portar via i metalli preziosi di cui erano particolarmente ricche.
Le tombe rupestri del luogo, a dado, semidado o falso dado, presentano sulla parete frontale una falsa porta in rilievo che rappresenta la soglia di passaggio dell’anima dal mondo dei vivi a quello dei morti. Il sotto facciata presenta a volte una tettoia “displuviante” mentre di lato, in genere, una scala a gradini ricavata nel tufo consentiva l’accesso ad una terrazza superiore del “dado”, ove prendevano posto i partecipanti al funerale al seguito del corteo funebre. Mentre le camere sepolcrali (soglie fisiche) trovano posto nello spazio sottostante, raggiungibili attraverso un dromos (lungo corridoio). Nella parte anteriore della facciata venivano a volte scolpiti bassorilievi rappresentanti divinità o scorci di fatti mitologici, mentre non sono rare le iscrizioni del nome dei proprietari.
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E’ ormai convinzione generale che Axia etrusca sorgesse in questo luogo, il suo nome sopravisse in quello del castello che ancora oggi ci onora della sua presenza! Cicerone, poi, nell’Orazione “Pro-Caecina” nel dirimere una controversia (Nota) qui localizza il “castellum Axiam”! Lo stesso Oratore ci informa che nella tarda età repubblicana Grandi famiglie Tarquiniesi quali i Fulcinii ed i Caesennii erano proprietarie di vasti latifondi in Axiam, (Agro Tarquiniense).
Il declino del Centro iniziò nell’Alto Medioevo con il decrescere di importanza delle vie di comunicazione che transitavano nei pressi da e per Viterbo (strade doganali).
Axia etrusca fu portata in luce nel secolo XIX da Padre Pio Semeria e da Francesco Orioli, mentre poco dopo, ad iniziativa privata da Giosafat Bazzichelli, che ampliò gli scavi, scoprendo anche la vicina Musarna.
Entrambe le necropoli dei due centri furono man mano abbandonate, dopo successive attenzioni non disinteressate di qualche università o centro studi straniero. Questi complessi monumentali giungono a noi sempre interessanti ma ormai spoliati. Mentre le città, dopo scavi piuttosto affrettati e mirati, sono state rinterrate
Ciò che oggi si può visitare di Axia è una piccola parte della necropoli, e quel poco che affiora dell’acropoli mentre, come già detto, la “civita” giace sepolta sotto una fitta vegetazione e terriccio.
Scendendo dal piano della Vaccareccia verso il corso del Freddano, attraversando una suggestiva tagliata, si incontrano alcune tombe monumentali a facciata, alquanto significative, poste anche su tre ordini sovrapposti. Mentre nelle vallette laterali, sul costone roccioso di sinistra, è presente una tomba “anonima”, c.d. Grande, al cui interno sono ancora visibili vari sarcofagi in nenfro scoperchiati, come fosse il frutto di un lavoro affrettato da parte di tombaroli senza scrupoli. Altra area necropolare è visitabile sul versante opposto, proprio sotto il Castello Medievale. Mentre le alte pareti tufacee rimanenti lasciano intravedere, qua e là, portali di “Dadi” seminterrati, imprigionati ormai da una fitta vegetazione, con dromos completamente interrato.
La Tomba Orioli - IV Sec. A.C.
FOTO ROLANDO FRACASSA
Posta sulla parete destra (per chi scende dalla tagliata del Piano della Vaccareccia)
Unico esemplare in Etruria nella sua concezione architettonica, la sua vasta sala può ospitare 62 fosse, 32 x parte (le prime destinate ai bambini), con andamento a “spina di pesce”, divise da un angusto corridoio centrale. Profonda oltre 17 metri lascia molti dubbi dietro di sé sul motivo della particolare costruzione. E’ opinione del sottoscritto che detta tomba servisse per la sepoltura di persone appartenenti a ceto meno abbiente, oppure per avvicendare i defunti da tempo sepolti nelle tombe gentilizie - il cui corpo era ormai ridotto al solo scheletro - man mano che occorreva seppellire le generazioni successive. Era forse questo il momento in cui l’anima si separava del “fardello” terreno per raggiungere un qualche paradiso.
Altra ipotesi di utilizzo … Di frequente utilizzazione, la Tomba Orioli, forse il portale non veniva mai chiuso, é inimmaginabile che le 62 fosse venissero utilizzate per defunti recenti, lo stato di decomposizione di quelli già deposti, avrebbe impedito o limitato l’accesso ai necrofori. Era un luogo sacro in cui ci si recava per onorare gli antenati, ove questi, ivi deposti in stato scheletrico, scontavano una sorta di limbo.
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Complesso tombale dei Tetnie. V Sec. A.C.
Prossimo alla precedente è composto da un gruppo di tre tombe contigue divise da scale laterali per raggiungere la sommità del dado. Nella cornice della prima tomba era riportata l’iscrizione del nome del suo proprietario: “eca suthi nesl …… Tetnie”- “io sono di …. Tetnie”!!! Tale iscrizione si è staccata dalla facciata ed è rotolata a valle. La famiglia dei Tetnies era originaria di Vulci.
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Tomba Degli Urinates - V Sec. A.C.
La terza tomba, come recita la scritta sulla cornice della falsa porta, apparteneva alla famiglia di Vel Urinates.
Gli urinatores, i primi subacquei della storia. Chissà che qui non sarebbe il caso di affrontare un altro discorso. Questa Famiglia abbiente aveva fatto fortuna da un antenato particolarmente abile di esplorazioni subacquee? Queste persone si immergevano in mare o lago, nelle loro profondità, e ad occhi nudi, svolgendo importanti recuperi o ricerche che il tempo imponeva!
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Tomba di Arnth Ceises - V Sec. A.C.
ISCRIZIONE DELLA TOMBA CEISES APPARTENENTE AD ARNTH CEISES
(Ipotesi del Vanì sulla radice dei nomi Ceises … Ceisennii … Caesennia)
Posta sulla parete di sinistra, di fronte alla tomba dei Tetnie, conserva il nome del suo proprietario sulla cornice della falsa porta. Questa emergenza merita qualche riflessione. La similitudine del cognome Ceises con quello dei Ceisennii ( o Caesennia) desta qualche sospetto! La famiglia Ceisennii, intorno alla tarda età repubblicana (I secolo a.C.), era proprietaria di latifondi in “Castellum Axiam”, come dice Cicerone. Forse che la Caesennia citata dal grande Oratore nella sua Oratio-Pro-Caecina era originaria di Axiam ed “Arnth Ceises” era un suo antenato? Quindi la tomba Ceises apparteneva alla sua famiglia? E’ questo il motivo che la spinge a comperare il Fondo Fulciniano in Axia, contiguo alle sue altre proprietà?
NOTA
Oratio Pro-Caecina di Marco Tullio Cicerone
(Arpino 3-01-106 a.C. – Formia 7-12-43 a.C., ucciso da avversari politici.)
L’oratore assunse la difesa dell’amico Aule Caecina, volterrano, in una vertenza contro le prepotenti pretese di un tal Ebuzio.
Il testo del manoscritto dell’orazione di Cicerone fu rinvenuto presso il Monastero Cluniacenze di Langres. Fu l’umanista Poggio Bracciolini che lo rinvenne e che fortunatamente, comprendendone il valore, lo trascrisse, correva allora l’anno 1417.
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Brevemente i fatti….
Cesennia sposa Marco Fulcinio, banchiere romano, intorno al 60 a.C., l’uomo morì presto lasciando i suoi beni a suo figlio e l’usufrutto alla moglie. Ma anche il figlio, in pochi anni, seguì la stessa sorte del padre onde Cesennia ereditò una consistente parte del patrimonio di questi.
La donna dette mandato a Sesto Ebuzio (sensale) di acquistare una tenuta in “fundus Fulciniano” in agro tarquiniensi, in Castel d’Asso, corrispondendogli la somma per la transazione richiesta.
Nel frattempo Cesennia sposò in seconde nozze Aulo Cecina e presto morì, lasciando al marito l’eredità dei suoi beni. A questo punto Sesto Ebuzio, fiutando il momento critico, occupò la tenuta affermando che era stata comprata con il suo nome e con i suoi danari e non con quelli di Cesennia moglie di Aule, asserendo inoltre che Cecina, in quanto cittadino volterrano, aveva perduto il diritto di “ereditare”. Avendo Roma conquistato la lucumonia di Volterra privando i suoi cittadini dei diritti civili.
Il Cecina, presumibilmente consigliato da Cicerone, che in seguito assunse la sua tutela giudiziaria, si presentò alla tenuta in Axiam con alcuni suoi amici affinché fosse cacciato da Ebuzio. Avrebbe potuto così chiedere al pretore l’acquisizione legale del bene. Ebuzio, come previsto, non intuì lo stratagemma, impedì l’accesso alla tenuta, facendo circondare Cecina ed i suoi amici da gente armata ma senza usare violenza.
Il Dibattimento.
A questo punto subentra Cicerone con il suo autorevole intervento, confutando ogni argomentazione di Ebuzio che asseriva di aver acquistato la tenuta con i suoi propri mezzi finanziari.
Cecina si lamentò davanti al pretore Dolabella ottenendo a suo favore un'ordinanza così detta dell’interdictum, che gli restituì la terra perché espulso violentemente da questa. Ebuzio sostenne che l'editto di interdizione non lo toccava poiché egli non aveva “cacciato” Cecina dal fondo usando violenza.
L’avvocato di Ebuzio, Gaio Calpurnio Pisone, asserì che non ci fu violenza tangibile, così come non ci furono feriti, ma Cicerone, compreso che la parte avversa aveva mostrato il fianco avendo spostato il dibattimento su argomenti a lui favorevoli, confutò l’intervento con un sofisma: “infondere paura è una violenza peggiore di quella fisica”!
Ulteriore nota per i Civitavecchiesi … rammento che Fermina, poi divenuta la nostra Santa, era la figlia di Calpurnio Pisone, anno 272 d.C. La Famiglia dei “Calpurnio Pisone” apparteneva alla borghesia romana, attiva nel territorio per vari secoli fin dal primo secolo avanti Cristo!
Intervento di Cicerone:
(L’oratore convinse il tutore della legge che la sola presenza di armi e uomini con intenzioni poco rispettevoli fosse già violenza concreta.)
Preambolo …
“”…. Caecina cum amicis ad diem venit in castellum Axiam, a quo loco fundus is de quo agitur non longe abest. Ibi certior fit a pluribus homines permultos liberos atque servos coegisse et armasse Aebutium…..””
“Traduzione di parte dell’intervento…”
''Confessate che (il Cecina ed i suoi amici) sono fuggiti nel terrore; si dia come ragione della fuga la stessa che tutti sappiamo: le armi, la folla di uomini, l'irruzione e l'attacco di persone armate. Ammettendo questi fatti, si negherà che vi è stata violenza? Considerate bene, per gli dei immortali! quale principio di diritto volete stabilire per noi, quale situazione per voi stessi, quale norma, infine, per tutta la collettività. In realtà, signori recuperatori, violenza non è solamente quella che ci colpisce nel corpo con grave pregiudizio della nostra vita, ma pure, e di molto più grave, quella che, minacciandoci di morte, riempie di terrore il nostro animo e ci fa spesso allontanare da un luogo e da una condizione sicura.”
Marco Tullio Cicerone, avvocato romano non ancora all’apice della sua prosperosa carriera, così ebbe la meglio su Sesto Ebuzio e su il suo leguleio Gaio Calpurnio Pisone, trascinando la causa su elementi di diritto privato a lui favorevoli.
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La Tomba Grande
Giunti in fondo alla Via sepolcrale, voltando a sinistra, dopo un centinaio di metri si incontra un gruppo di tombe per le quali occorre salire una ventina di metri per una non agevole scarpata. Raggiunto l’ingresso della prima tomba, la così detta “Grande”, si accede all’interno attraverso un lungo dromos di circa 21 mt. dalle pareti di un’altezza media di mt. 6. Nella grande camera sepolcrale sono ancora presenti alcuni sarcofaghi scoperchiati, in stato di generale dissesto. Anche le altre tombe prossime presentano condizioni analoghe. E’ una scena raccapricciante, non solo per chi ama gli etruschi, che raramente si riscontra in altre necropoli, anche se ovunque, i tutori del patrimonio storico e non, hanno portato via tutto ciò che poteva essere asportato, lasciando le tombe spoglie, per riempire musei e depositi od arricchire qualche collezione privata. In certi casi sono stati distaccati dalle pareti arredi scolpiti in bassorilievo e pitture. Ma c’è anche qualcuno che, in regime di tutta legalità, è riuscito a “trasferire” altrove intere tombe od ingenti parti dei bassorilievi di frontoni tombali.
I più bei sarcofaghi del nostro patrimonio archeologico sono raccolti nei vari musei italiani ed esteri.
In questi ultimi tempi le autorità governative italiane sembrano ben disposte a mostrare al pubblico i tesori raccolti nei vari musei. Ricordo ancora, con rammarico, quando tempo fa, in visita al Museo Etrusco di Villa Giulia mi fu negato l’accesso alla sala contenente oggetti d’oro rinvenuti nelle tombe, che io conoscevo per averne preso visione da un volume che mi impegnai di far stampare dalla mia Banca a titolo promozionale (Oro degli Etruschi – edizione De Agostini). Per accedere nella sala era necessaria una particolare autorizzazione motivata. Un noto orefice romano mi aveva preceduto, stava cercando spunti ed idee per creare i suoi nuovi gioielli… giusta motivazione!
Il Castello Medievale
I suggestivi resti del Castello medievale completano la visita al “Parco” di Axiam. Ristrutturato nel XII secolo sullo sperone occidentale, mentre a nord-est si trova il mastio a base quadrata. Ottimo punto di osservazione.
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Ivano, 7/11/2022
DATA: 03 Nov 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna Area Tuscanese
ALLEGATO: DSC05593.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
DOMENICA 6 NOVEMBRE TOMBE ALETHNAS – CASTEL CARDINALE
Gruppo Trek Frà Diavolo Civitavecchia
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Signori Camminatori,
comunico una piccola ma opportuna variazione alla parte terminale del percorso auto, nell’escursione di Domenica, reso noto nella mail ufficiale pervenutavi. Si tratta di percorrere la Via Macchia del Conte anziché la Chirichea. Posta 600 mt più avanti di quest’ultima. Questo per le previsioni del tempo previste per la giornata di domani 4 novembre, caratterizzata da piovaschi nell’area Tuscano-Viterbese e per le eventuale “pozzanghere” che potrebbero formarsi. La via Macchia del Conte risulta più drenata rispetto all’altra, avremmo così un fondo stradale meglio percorribile e senza problemi! Invariate le altre indicazioni. La Giornata di sabato si presenterà soleggiata così pure quella di domenica.
Pertanto …..
Nuove indicazioni
Si raggiunge Tuscania. Sosta Caffè con pacheggio lungo le mura, già noto a molti di Voi. Si prosegue avanti proseguendo sulla Tuscanese, primo bivio a sinistra, per poi girare a destra, dopo 8,5 km circa di percorrenza, per la Via Macchia del Conte, sterrata, che si percorre per circa 2 km e si parcheggia, per partire per l'escursione.
Aggiungo con l’occasione di munirvi di una torcia per visitare le tombe monumentali della Famiglia Etrusca degli Alethnas.
Saluti Vanì …
DATA: 29 Oct 2022
OGGETTO: INIZIATIVE UMANITARIE DI ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
ALLEGATO: VCIA4148.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Di seguito a precedente nota di pari oggetto ...
Allegato invito del Presidente Associazione Diabetici Civitavecchia ... Venerdì 4 Novembre ore 9 presso la Sala Conferenze Fondazione Cariciv, Via Risorgimento 8/12 Civitavecchia
DATA: 29 Oct 2022
OGGETTO: INIZIATIVE UMANITARIE DI ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO
ALLEGATO: JYDI8369.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
ADICIV
INTERESSANTE APPUNTAMENTO
IN
Civitavecchia 4 Novembre 2022
PRESSO
LA
Sala Conferenze
CARICIV
Signori Camminatori,
vi invio in allegato l'invito pervenutomi dall'ADICIV, con intese di divulgarlo, riguardo l'interessante conferenza che si terrà in merito alla encomiabile attività che svolge la nota Associazione civitavecchiese a titolo di volontariato, a salvaguardia della nostra salute, contro una delle più insidiose patologie che sempre più frequentemente, sorniona, insorge nel medio corso della nostra vita, ponendo a rischio di dannosi effetti collaterali.
Un caro saluto ................Vanì
DATA: 24 Oct 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna Area Tuscanese
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA DOMENICA 6 NOVEMBRE 2022
Area Tuscanese
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Altre indicazioni logistiche solite
Ovvero ci ritroviamo al Park del Tribunale di Civitavecchia alle ore 8.15 per partire alle 8,30
Camminatori salve,
ripropongo per il Gruppo … la visita a Castel Cardinale, rinviata per cattive condizioni del percorso stradale, di cui vi trascrivo di seguito le note raccolte, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
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– Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano
PERCORSO STRADALE:
Si raggiunge Tuscania. Sosta Caffè con pacheggio lungo le mura, gia noto a molti di Voi. Si prosegue avanti proseguendo sulla Tuscanese, primo bivio a sinistra, per poi girare a destra, dopo 8 km circa di percorrenza, per la Strada Chirichea, sterrata, che si percorre per circa 2 km e si parcheggia, per partire per l'escursione.
DATA: 13 Oct 2022
OGGETTO: CASTELLI DI RESPAMPANI DI TUSCANIA
ALLEGATO: TESTO RESPAMPANI 83.jfif
- TESTO: (leggi tutto)
Invio in allegato di una foto rappresentante parte del Camino vulcanico presente sulle rocce della Forra Tuscanese presso i Respampani.
DATA: 13 Oct 2022
OGGETTO: CASTELLI DI RESPAMPANI DI TUSCANIA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
IL GRUPPO
TREK FRA’ DIAVOLO
AI
CASTELLI DI RESPAMPANI
Domenica 23 ottobre 2022
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Signori …
nella giornata del 23 ottobre, tempo permettendo, è prevista la prima uscita dedicata ai castelli tusci in territorio Tuscanese. Cominceremo dai Respampani, per poi visitarne altri, purché visibili o che rivestano, per le comunità presenti sul territorio, un certo significato toponomastico.
Per raggiungere questi autentici pezzi di antiquariato occorre traversare la vasta ed omonima Tenuta, percorrendo una sterrata che ci porterà, “improvvisamente”, al cospetto, di una inusitato ed imponente castello, la cui vista, appena scollinata una forra, induce di certo uno stato di sudditanza.
Circondata dai suoi estesi cieli azzurri, di austero aspetto nessuno potrebbe mai supporre che quella Rocca, non sia relativamente antica e che non abbia mai avuto un degno passato medievale! Nonostante la sua imponenza, per una serie di sconcertanti concomitanze, non svolse mai le funzioni proprie per cui fu progettato e costruito.
Niente giostre a cavallo tra i suoi ampi spazi, né eclatanti rientri da caccia del signore. Niente sontuose feste con spari liberatori di spingarde al cielo. Mai nessuna Castellana si affacciò dal davanzale dell’imponente finestra, avvolta nei suoi preziosi e sottili veli, tantomeno corti di damigelle vestite di pizzo a strizzare gli occhi ad ardenti cavalieri! Nemmeno il consueto buon fantasma, assiduo animatore delle notti castellane, a correre e scorazzare entro gli immensi saloni e corridoi nel suo candido lenzuolo, sembra che non vi abbia mai fatto comparsa! Niente, proprio niente di tutto questo!
Tutto negato alla bella Rocca di Respampani. Ed oggi, abbandonato a se stesso, le restano fedeli soltanto centinaia di schiamazzanti taccole che incrociano, incontrastate, i suoi azzurri e profondi cieli, merlati dal volo intrecciato dalle torme schiamazzanti. Sono le ultime abitatrici, “de facto”, delle torri del vecchio maniero, dalla mattina alla sera.
Eppure la sua vista suscita pensieri che portano altrove l’immaginario collettivo! Belli i suoi interni, mentre il gran salone mostra un camino dalla bella e particolare struttura di sasso. Una vera cattedrale nel deserto!
La sua breve storia ci ricorda che Il castello fu quasi completamente edificato nel 1600, ma che la parte retrostante per sopravvenute difficoltà, che hanno determinato l’abbandono della costruzione, non fu più portata a termine.
Amaro destino cui parte della responsabilità si presume debba attribuirsi ad un certo personaggio infamante, posto a comando di quel contesto. Uno di quegli uomini che la vita pone davanti, a capo della fila, malgrado le sue incapacità, le carenze intellettive, i complessi di castrazione e le paradossali idee. Per questo il piacere e la tendenza a sottomettere, calpestare e annullare le persone subordinate! Personaggi del genere producono incalcolabili danni alla società!
Tutto questo fu un tal frà Cirillo Zabaldani, seppur appartenente ad un ordine religioso.
Dopo la completa vista dell’esterno del castello ci porteremo sul Ponte del Traponzo, bellissima opera in dura pietra … sempre in piedi nonostante i suoi 400 anni. L’opera permette di superare un torrente in continua piena, le sue spaventose e le periodiche esondazioni. Ma no l’incivile aggressività di alcune persone che hanno trovato “spassoso” rovesciare nel greto del Traponzo parti pesanti del parapetto protettivo. Pietre fatte di roccia sedimentaria, mentre il resto della struttura è stata realizzata con dura trachite magmatica, formatasi nel primo quaternario. Quest’opera ricalca precedenti costruzioni etrusche. La strada che transita sopra il ponte non è altri che la Clodia, regina delle vie di comunicazione di tutta l’Etruria. Percorre questa, da Norchia, attraverso la nota Cava Buia, l’enorme piana dello Sferracavallo, per proseguire per Saturnia, Sovana, Pitigliano e forse continuare il cammino molto più a nord, ma questo è sospettato e non accertato.
Il Ponte sul Traponzo è detto di Frà Cirillo ( Zabaldani), a ricordare che fu il frate ad interessarsi dei suoi restauri, ma è anche noto come Ponte del diavolo. La leggenda vuole che fosse stato costruito in una sola notte, nell’anno 1661, al termine della sfida fra il demonio ed il frate. Sulla sua sponda è ormai poco visibile un’edicola ove era rappresentata l’immagine delle Madonna con il figlio morente.
Da sempre l’immensa pianura dello Sferracavallo è dominio di un poligono militare, con periodiche esercitazioni, tempestata da bombe di artiglieria, fortemente dissestata e danneggiata dalle deflagrazioni. Quella continua attività ha prodotto danni incalcolabili al patrimonio archeologico presente, pur di elevato valore. Tutto il piano è costellato da tombe etrusche ed il margine poi e le sottostanti coste e le altre limitrofe, circostanti, che non sono altro che parti della vasta necropoli di una delle più affascinanti lucumonie che si conosca. E se del nostro più interessante passato, lingua storia provenienza, non ne sappiamo niente, questo lo dobbiamo alle folli decisioni di chi “dispone” in luoghi sacri anacronistiche postazioni militari, fucine di guerrafondai!
La Tomba Lattanzi è un lampante esempio di questo scempio a cielo aperto … posta sul margine roccioso della vasta pianura, ha subito notevoli dissesti per le forti vibrazioni delle deflagrazioni. Di questa restano ormai soltanto i lacerti delle sostruzioni sommersi dalle enormi parti portanti crollate della mastodontica e spettacolare opera. Lei la ricordo, una trentina di anni fa almeno, ancora in piedi, quando vagabondando alla ricerca della Cava Buia, incappai sotto di essa per sbaglio. Rimasi interdetto a rimirarla per un po’, cadendo senza saperlo in una sorte di sindrome di Stendhal.
Pochi giorni fa, proprio lì, prossima alla Lattanzi, una tomba etrusca insignificante, sfuggita miracolosamente all’occhio ed all’avidità dei tombaroli, ha sfornato una bella stipe votiva tra cui uno stamnos a figure rosse. Completamente integro, dall’inestimabile valore. E’ un grande vaso da banchetto aristocratico del cosiddetto “gruppo dell’Imbuto”. La particolarità è che a differenza di tutti gli altri suoi simili, che di solito hanno solo uno o due personaggi rappresentati sulla sua circonferenza, questo ne presenta ben cinque, tra cui identificati grazie ad iscrizioni etrusche sovraddipinte, Achille, Aiace, Troilo e una figura armata, femminile, a cavallo, forse Polissena. La scena sembra rappresentare l’uccisione di Troilo da parte di Achille, con due righe in etrusco a commentarla. Lo sfondo è a motivi vegetali.
Con i favori del giorno potremmo arrivare sotto l’originale castello dei Respampani, quello storico, percorrendo la sponda destra del Traponzo. Molto suggestivo ciò che resta di quell’antico complesso, e che sporge alla vista, avvolto da una fitta macchia mediterranea, di lui ben conosciamo tutta la sua storia. Per giungervi transiteremo sotto spettacolari rocce di un edificio vulcanico di cui nulla si sa! Il complesso doveva essere di una dimensione così vasta da abbracciare forse tutta la Piana di Sferracavallo. Impressionanti i solchi lasciati su queste rocce nei “condotti magmatici”, dalla lava sparata nel suo percorso da esplosioni sotterranee.
All. foto di parte dell’edificio vulcanico con vista dei solchi impressi dalla lava fuoriuscita.
Vanì 12 ottobre 2022
Partenza vetture ed orario ritrovo soliti, comunque 8.15 con partenza ore 8.30. Sosta caffé in Tuscania, pranzo al sacco, no guadi, escursione facile di km. 9,600, Percorso stradale a/r circa 110 km.
Percorso stradale per raggiungere il Borgo di Rio Secco, punto di inizio escursione.
Dal Park del Tribunale di Civitavecchia si raggiunge Tuscania. (A12 – a Tarquinia si esce). Breve sosta caffè sosta a fianco della strada che discende intorno alle mura protettive della cittadina. Si riprende il cammino voltando sulla destra al bivio che si incontra, per intercettare la strada Vetrallese (SP. 11), che si percorre per circa 5 km. Giunti al Piccolo Borgo di Rio Secco, ove è presente a fianco della strada una caratteristica chiesa in pietra si entra nel parcheggio per la partenza dell’escursione.
Per ulteriori dettagli culturali leggere le note che sono appostate sul sito vigente … Gruppo trek Frà diavolo Civitavecchia
DATA: 30 Sep 2022
OGGETTO: Rinvio escursione del 2 ottobre 2022 a data da destinare.
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
RINVIO USCITA DEL 2 OTTOBRE 2022 PER IMPRATICABILITA’ DEI CAMPI
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Per essere certo che questa informativa
sia visionata verrà replicata nella giornata di domani
Gentili Signori trekkisti,
l’evoluzione del maltempo nell’entroterra Tuscanese impone un rinvio dell’escursione di Castel Cardinale a data da destinare. Le piogge previste, che dovevano manifestarsi nella giornata di oggi, si presenteranno questa notte, con “appendice” anche nella giornata di domani. I percorsi stradali ed escursionistici non avranno tempo di drenarsi a sufficienza dalle acque meteoriche!
Il problema non è quello di incontrare il fango nel cammino a piedi, quanto di percorrere con le vetture una sterrata con tratti allagati e fangosi, resi difficoltosi per il transito da mezzi agricoli e bestiame.
Sarete informati quanto prima, sul nuovo giorno designato per questa escursione, mentre Vi porgo i miei saluti.
Vanì 30/09/2022 ore 17.00
DATA: 27 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO: PARK TUSCANIA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Ortofoto Tuscania ove sono indicati i riferimenti utili per la sosta parcheggio
DATA: 27 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna 2 Ottobre 2022
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
NOTA PER I PARTECIPANTI ALL’USCITA DI DOMENICA 2 OTTOBRE 2022-09-27
PER CONSENTIRVI DI RAGGIUNGERE TRANQUILLAMENTE SENZA PROBLEMI IL PUNTO INIZIO ESCURSIONE, CON SOSTA CAFFE’ E COMPATTAMENTO VETTURE AVANTI LA CITTADINA DI TUSCANIA, RISULTERA’ UTILE PER GLI AUTISTI VETTURE, PRENDERE BUONA VISIONE DELLA NOTA INDICATIVA PERCORSO SOTTORIPORTATA E DELLE DUE ORTOFOTO CHE VI PERVERRANO, UNA ALLEGATA ALLA PRESENTE COMUNICAZIONE, L’ALTRA A PARTE PER OBBLIGHI INFORMATICI. NON SI PUO’ SPEDIRE PIU’ DI UN ALLEGATO ALLA VOLTA. PENSO CHE UN BUON SISTEMA SATELLITARE AUTO CONTEPLI COME DESTINAZIONE LA STRADA CHIRICHEA SULLA TUSCANESE.
CONSIDERATE CHE ...
.... PER POTER FARE LA BRACE, DATE LE PIOGGE PREVISTE FINO A VENERDI’ PROSSIMO SARA’ MEGLIO PORTARSI DELLA CARBONELLA ED ALTRE VARIE DIAVOLERIE INCENDIARIE (LA DIAVOLINA E FOGLI DI GIORNALE).
.... PER VISITARE LA TOMBA DEGLI ALETNHAS E’ NECESSARIO PORTARSI UNA BUONA PILA. QUALCHE FORBICE PER DECESPUGLIARE IL DROMOS DI ACCESSO PERENNEMENTE INVASO DAI ROVI.
.... UN’OTTIMA PILA LA PORTO IO COME COSI’ PURE UNA FORBICE, MA RISULTEREBBE GRADITO UN AIUTINO IN TAL SENSO, NON FAREBBE POI COSI’ MALE!
PERCORSO STRADALE CIVITAVECCHIA – TUSCANIA
DAL PARK DEL TRIBUNALE SI RAGGIUNGE L’ENTRATA NORD A 12 … SI VA IN DIREZIONE TARQUINIA. DOVE SI ESCE E SI GIRA A DESTRA PER LA CITTA’ MA ALLA ROTONDA SOTTO TARQUINIA SI GIRA A SINISTRA PER TUSCANIA (VECCHIA AURELIA). GIUNTI NELLA VALLE DEL MARTA SI GIRA A DESTRA PER LA PROVINCIALE N. 3. SI PERCORRE TUTTA FINO A TUSCANIA ED ALLA ROTONDA (PIAZZALE TRIESTE) SI GIRA A DESTRA PER LA PROVINCIALE 2. QUI DOPO 150 METRI CIRCA PARCHEGGIAMO LE AUTO (SOSTA CAFFE’ E MARGHERITE!!) UTILIZZANDO DUE PARCHEGGI, QUELLO DI DESTRA SU STERRATA GRATUITO, L’ALTRO SULLA SINISTRA CON PARCHEGGI GRATIS ED A PAGAMENTO (VEDI ORTOFOTO). NON ATTARDARSI !!! I BAR SONO POSTI INTORNO ALLA ROTONDA E DENTRO LE MURA DELLA CITTADINA. SI RIPARTE DOPO CIRCA 15 MINUTI PERCORRENDO LA PROVINCIALE 2 (TUSCANESE) CHE E’ GIA’ INIZIATA DALLA ROTONDA. SI PERCORRE PER CIRCA 8 KM. POI SI GIRA A DESTRA PER LA STRADA CHIRICHEA, CHE SI PERCORRE PER 2,5 KM. PARCHEGGIO ED INIZIO ESCURSIONE. L’IMMAGINE DI QUESTA ULTIMA DEVIAZIONE VI PERVERRA’ CON ALTRA MAIL PER QUESTIONI TECNICHE INFORMATICHE.
DATA: 27 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO: BIVIO X CHIRICHEA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Nota per i partecipanti all'escursione di domenica 2 ottobre 2022
Segue Allegato Ortofoto inizio Strada Chirichea.
DATA: 27 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO: BIVIO X CHIRICHEA.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Nota per i partecipanti all'escursione di domenica 2 ottobre 2022
Segue Allegato Ortofoto inizio Strada Chirichea.
DATA: 23 Sep 2022
OGGETTO: Iniziative umanitarie parallele al Gruppo Escursionistico Frà Diavolo
ALLEGATO: PKIX7129.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Cari Amici,
ricevo dai Colleghi Camminatori Salvatore ed Anna di Santa Marinella, impegnati nel sociale, l'invito ad onorare alcune iniziative volte a dare seppur conforto, morale, ad un Popolo oggi affranto da guerre e soprusi!
Sono nato nel corso dell'ultima guerra mondiale (la seconda per non confondere!!!). La mia speranza ... non dover rivivere, il mondo, la tragicità di certi momenti. Dolorosi distacchi dai parenti ... esecuzioni ... fosse comuni ... bombardamenti ed altre atrocità che ho indirettamente vissuto! Poi ora, infine, lo spauracchio di un conflitto nucleare. Loschi interessi arrivano al punto di voler dire "fine" a questo miracolo che si è verificato sulla terra, lo sviluppo primordiale della vita, l'evoluzione ... i popoli e la loro comunanza, l'amore ... la vita! Si giacché un conflitto nuclerare potrebbe significare la fine di questo miracolo che si è verificato sulla nostra madre Terra!
Ho sempre odiato le guerre ... è cosi che la penso, ed il futuro che sogno per questo mondo, ormai io giunto all'apice dei miei mille anni ... è amore tra popoli, la scienza al servizio comune per la fine del male, del dolore e della fame nel mondo!
Un caro saluto a Voi tutti, l'invito porta un appuntamento bruciante (24/9/2022), ma pur sempre onorabile, l'altro per il 30 settembre! Mi scuso se non ho potuto informarvi prima, ma sto svolgendoun impegno importante in seno alla Mia Famiglia.
Vanì ... 23/09/2022
DATA: 19 Sep 2022
OGGETTO: INVIO ESITI QUESTIONARIO ESCURSIONI
ALLEGATO: ESITO QUESTIONARIO X GLI ESCURSIONISTI (5).xlsx
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Gentili Signori,
ringrazio chi ha provveduto a compilare il questionario "Escursioni programmabili" stagioni 2022-2023., mentre mi accingo a spedirvi le risultanze del sondaggio proposto!
Le Vostre indicazioni orienteranno il programma uscite in atto. Verranno valutate le relative dimensioni e difficoltà di ciascuna escursione onde creare un calendario che vada, progressivamente, a proporre inizialmente impegni con più bassa difficoltà!
Un saluto , Vanì
DATA: 14 Sep 2022
OGGETTO: PROVA REGOLARI FUNZIONI DEL SITO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
PROVE TECNICHE DI FUNZIONALITA'
CAMMINATORI SALVE, LA SPEDIZIONE DI QUESTA MAIL NECESSITA PER COMPRENDERE IL MOTIVO PER CUI LA INFORMATIVA DELL'USCITA DEL 2/10 SIA ARRIVATA AD ALCUNI BEN 16 VOLTE, AD ALTRI UNA SOLA VOLTA.
MI SCUSO PER IL DISTURBO, MA SI VUOLE ELIMINARE CASI SIMILI PER IL FUTURO,
Vanì
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
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Signori Camminatori,
purtroppo non ricevendo segnale di partenza della nota informativa a voi indirizzata, riguardo l'oggetto. ho cliccato più volte sul tasto invio continuando a non ricevere segnale di spedizione avvenuta. Al contrario, gli invii si sono verificati, ingiustamente multipli. Cancellate le mail sestuplicate mentre vado a segnalare l'anomalia di sistema alla società cui è stato richiestol il servizio. Ivano
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 13 Sep 2022
OGGETTO: Castel Cardinale e Musarna
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CASTEL CARDINALE E MUSARNA
DOMENICA
2 OTTOBRE 2022
Note Logistiche solite, ribadite sul sito, ritrovo ed altro.
Camminatori salve,
la seconda escursione del periodo, proposta per il Gruppo … una visita a Castel Cardinale, di cui vi trascrivo di seguito ciò che ho scritto e raccolto in merito alcuni anni fa, dalla scarsa letteratura, sul luogo. Questi si trova nell’esteso territorio della cittadina di Tuscania, cui “non le pende un capello” tale, per poter essere considerata una delle più belle ed affascinanti città d’Italia.
Prossimo al Castello, il sito di Musarna, una straordinaria lucumonia etrusca che ha subìto non solo una sorta di voluta “damnatio memoriae”…, perché le restano soltanto, “a vista”, una teoria di belle ed enormi tombe monumentali a facciata di cui, una, eccezionale, appartenuta alla Famiglia etrusca degli Alethnas. Aperta in un relativo recente passato, e risotterrata dopo criminali sottrazioni estere, le cui vicende successive allo scavo, parlano spudoratamente di spartizioni di sarcofagi e stipi votive, che mi hanno letteralmente indisposto!
CASTEL CARDINALE
Sperduto nel solenne paesaggio dell’entroterra della Maremma Laziale, Castel Cardinale è noto agli agricoltori della zona anche con il nome di “Castello del Marchese”, poiché ricadente in una vecchia tenuta nobiliare, oggi divenuta una grande azienda zootecnica, che assieme alla limitrofa tenuta di Respampani fa di questo angolo di Tuscia una delle aree più importanti del Centro Italia nell’allevamento brado e semibrado di bovini. Il castello si eleva a protezione di un piccolo fosso che corre quasi parallelo alla Strada Chirichea, la lunga sterrata che collega la Via Tuscanese e la Via Vetrallese sfiorando le rovine di Castel di Salce. La peculiarità di Castel Cardinale è tuttavia il fatto di non essere stato edificato sull’orlo di una rupe, come la maggior parte degli altri fortilizi della zona – quali ad esempio il vicino Castel d’Asso (v.) o il più distante Castello di San Giovenale (v.) -, bensì sulla sommità di una collinetta, che seppur ripida non offriva certo la protezione di un burrone. Misteriose e solitarie, le rovine di Castel Cardinale, in blocchi di tufo bruno su base arenacea, colpiscono immediatamente il visitatore sensibile per la loro bellezza enigmatica, conferitagli sia dalla posizione insolita dell’incastellamento sia dalle pittoresche forme architettoniche e dalla particolare situazione ambientale: il colle ove esse si stagliano, coronato da alti pini, si mostra circondato da verdi prati a loro volta bordati dai vasti boschi che avvolgono i fossi.
Castel Cardinale uno dei “manieri perduti” più curiosi, affascinanti e “segreti, suscitano sensazioni misteriose e proprie dell’ignoto, oltre modo avvalorate dalle pressoché inesistenti fonti documentarie, che ci costringono a fare mere supposizioni sulla sua storia.
La collina ove sorge l’edificio, con le sue grotticelle, lascia pensare ad un sito di origine etrusca (o addirittura villanoviana), e del resto in tutta la campagna circostante si vedono cavità più o meno ampie, oggi utilizzate come ripostigli o fienili. Il toponimo “cardinale” potrebbe invece lasciar pensare alla sua appartenenza ad una famiglia con un esponente di rango, oppure a quell’Egidio Albornoz che tanto peso ebbe nelle vicende trecentesche di Tuscania. A parte i dubbi sul nome, quel che è molto probabile è che si tratti del classico castrum longobardo di fondazione alto-medievale, rientrante nella rete di circa 60 fortilizi di cui Tuscania disponeva poi intorno all’anno mille. L’aspetto attuale del castello, a pianta irregolare con porzione semicircolare, sembra tuttavia il risultato di successivi rimaneggiamenti, che dal punto di vista architettonico lo accomunano a certe soluzioni di tipo tuscanese, databili fra il XII e il XIII secolo. All’interno, alti e massicci spezzoni di mura lasciano immaginare che vi fosse un possente e panoramico maschio centrale, mentre nulla rimane degli altri edifici. Meglio conservate le mura perimetrali, dalle quali spicca lo splendido torrione affianco alla porta d’accesso, che è l’elemento più caratteristico di Castel Cardinale. L’ampiezza dei volumi ricostruibili ipoteticamente osservando gli avanzi dei vani interni fa credere che il castello in un determinato periodo avesse anche una funzione residenziale forse di tipo addirittura signorile. Quanto infine all’abbandono, potremmo ragionevolmente datarlo ai primi decenni del XV secolo, sia perché non vi sono tracce di modifiche successive, sia per motivi storici, in quanto è ben noto come la Tuscia in epoca rinascimentale vide concentrarsi lo sviluppo architettonico soprattutto nei borghi e nelle città, ove sorsero ville e palazzi sontuosi (Viterbo, Bomarzo, Caprarola, Bagnaia, Vignanello, ecc.) oppure vennero riadattati i castelli già esistenti alle nuove tecniche belliche (Soriano, Gallese, Vejano, ecc.): viceversa, quasi tutti i fortilizi sparsi nelle campagne persero ogni utilità, e di conseguenza finirono presto per essere lasciati a se stessi. Quanto alle fonti, sappiamo comunque che a cavallo fra gli anni Dieci e Venti del Quattrocento Castel Cardinale ancora esisteva e che era proprietà del Conte di Toscanella (l’odierna Tuscania) Angelo Broglio da Lavello: detto “Tartaglia” perché balbuziente, egli fu uno spregiudicato condottiero di ventura che seppe ritagliarsi un’estesa signoria fra la Maremma ed il Tevere, giungendo a conquistare anche Tarquinia, Sutri ed Acquapendente (ed anche Civitavecchia), sino a quando non cadde sotto lo sguardo malevolo del papa e degli stessi Sforza, da cui fu fatto arrestare e decapitare ad Aversa nell’ottobre del 1421.
L’impatto visivo straordinario offerto dalla perfetta integrazione fra le antiche rovine ed il paesaggio agreste e naturale fa di Castel Cardinale un luogo non soltanto di profonda suggestione ma anche di enormi potenzialità turistiche: allo stato attuale, però, la mancanza totale di indicazioni stradali e di una cartellonistica didattica sono il segno di una mancata volontà di valorizzare il monumento in tal senso. Eppure, proprio tale solitudine permette ai pochi visitatori di immergersi in un’atmosfera “sospesa” e vagamente malinconica, ove il caos e le sciatterie del mondo contemporaneo appaiono, almeno per un po’, finalmente lontane ed aliene.
MUSARNA
La città etrusca VIII sec. A.C. (e poi etrusco-romana di Musarna III e IV sec. aC), ha una storia particolare. Scoperta nel XIX secolo, venne poi scavata a partire dagli anni '80 dalla Scuola Francese di Roma e da Università americane.
Gli scavi, continuati sino alla soglia del XXI secolo, hanno dato ottimi frutti, come dimostrano gli oggetti rinvenuti e ospitati nel museo archeologico di Viterbo (ma non solo). La città era piccola (4 ettari), ma perfettamente organizzata, con un ottimo sistema di smaltimento delle acque e, naturalmente, un efficiente modulo difensivo che prevedeva anche imponenti murature sul lato meno difeso dalla conformazione del pianoro (cioè quello opposto rispetto alla valle del torrente Leia). Tra i molti rinvenimenti, anche una notevole necropoli, con tombe ricchissime di sarcofagi in nenfro e suppellettili: grazie ad alcune iscrizioni sappiamo che i committenti furono i membri della famiglia Alethnas. Tutto bello e perfetto dunque? Purtroppo no. Terminati gli scavi, il sito venne abbandonato e addirittura utilizzato per creare la discarica di Viterbo ( 2 !!!), come dimostrano gli innumerevoli rifiuti che si rinvengono nei campi coltivati dei dintorni. Le tombe sono state invase dai rovi. L'idea è quella di un voluto degrado, nonostante l'importanza storica, archeologica e paesaggistica di questo sito straordinario.
(2) Come a dire: un'altra nostra occasione perduta... per poter smaltire i rifiuti, mentre io consiglierei, alla regia, la Località di Monna Felicita in Civitavecchia!!!!
- – Aggiungo che una quindicina di sarcofagi della lucumonia, ed altrettante stipi votive, sono partiti per l’America (Filadelfia) e per la Francia, avendo, come già detto, dette scuole partecipato gratuitamente allo scavo del sito.
Provaci tu a portar via un pezzetto di vaso etrusco ….
Detti reperti, in Filadelfia, sono stati posti in un sottoscala quasi abbandonati, forse perché non interessano nessuno! Quelli volati in Francia fanno bella mostra di sé in un museo transalpino, ove di antico c’è solo il nome e , di altre cose di antico interessanti, … un bel niente, per questo lo hanno cercato di arredare ed arricchire, perché no! con reperti nobili della vicina e stupida nazione!!!
Sulla lastra alta tombale di un sarcofago (in nenfro) sono rappresentati, in scultura, coniugi distesi ed affiancati in un ultimo gesto d’amore, in altri il defunto in un momento felice della sua vita terrena.
Queste note sono tratte da vari studi, di altrettanti maniaci ed amanti del popolo etrusco, proprio come me, aggiustate ed opportunamente corredate, qua e là, da considerazioni personali. Non dispongo di utili rifermenti bibliografici, utili per poter elogiare e risalire ai reali redattori, di cui al 90% condivido i pensieri!
Ciao Camminatore, ciao … Ivano 13 settembre 2022
DATA: 10 Sep 2022
OGGETTO: Questionario orientativo prossime uscite
ALLEGATO: QUESTIONARIO X GLI ESCURSIONISTI.xlsx
- TESTO: (leggi tutto)
Gentile Camminatore,
se lo ritieni utile, ai fini della compilazion di un calendario per le prossime uscite, compila l'allegato questionario e ritornamelo utilizzando i miei indirizzi di posta elettronica
vanivani@alice.it oppure ivanoromiti8@gmail.com
.... grazie, compatibilmente con la dimensione dei percorsi, da porre in atto rispettando un ordine di tempo in relazione al grado di preparazione fisica di gruppo, verrà tenuto conto delle tue opzioni. Vanì
DATA: 05 Sep 2022
OGGETTO: Uscita !! settembre 2022 Pranzo presso il Punto di ristoro
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
LA PRESENTE COMUNICAZIONE INTERESSA SOLTANTO I PARTECIPANTI AL PRANZO DELL'USCITA DELL'11 SETTEMBRE
NON RIGUARDA CHI INTERVERRA' ALL'ESCURSIONE CONSUMANDO IL PRANZO AL SACCO, CHE COME IN PASSATO, NON OCCORRERA' CHE QUESTI MI DIANO COMUNICAZIONE
Signori "mangiatori" presso il Punto di Ristoro del Parco di Marturanum
ho rilevato che alcuni di Voi hanno inviato la loro iscrizione al pranzo, di cui trattasi, utilizzando
l'indirizzo di servizio del sito (postmaster) e non già quello della mia posta elettronica personale ovvero vanivani@alice.it oppure sul mio telefono (388
6958494) tramite il social Watsapp.
Attraverso quel canale eventualmente utilizzato riceverei la comunicazione inviata con un certo ritardo, sicuramente fuori tempo massimo (7/9/2022),
per prenotarvi il posto a tavola ed il menù scelto!
Di seguito riporto i nominativi finora rilevati, mentre per "complemento" dallo stesso elenco, Vi prego di comunicarmi se non appare la vostra
prenotazione!
Romiti Ivano n.1 - Zanella Giuseppe 2 - Morgagni Marco 1 - Panico Anselmo 1 - Aiello Santo 1 - Giuliani Massimiliana 2 - DiBianco Vincenza 1 - Dominici Fabio 5
Saluti Vanì 5 settembre 2022
DATA: 04 Sep 2022
OGGETTO: Nuovo Gruppo Camminatori
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gentili Signori iscritti,
mi informano, alcuni degli iscritti al nuovo Gruppo, di non aver ricevuto alcuna mail da quando il sito è stato reistituito. Da allora ho spedito già tre mail e per questo Vi prego di darmi conferma di aver ben ricevuto le mie comunicazioni prrecedenti sul mio indirizzo di posta elettronica vanivani@alice.it. Solo così potrò individuare eventuali malfunzionamenti del gestore informatico utilizzato (Aruba .... battuta ... e speriamo proprio che nun a ruba) controllando chi non risponderà alla richiesta. Grazie Vanì
DATA: 04 Sep 2022
OGGETTO: Nuovo Gruppo Fra Diavolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Cari amici del neonato Gruppo Fra' Diavolo,
sono io che devo ringraziare il nostro Ivano.
Con quella sua carica inesauribile che tutti noi ben conosciamo, e che gli permette di avventurarsi sempre in nuove affascinanti iniziative, Ivano mi da l'occasione e lo stimolo per cimentarmi ancora nel campo in cui ho vissuto per anni, cioè la realizzazione di progetti informatici.
Un caloroso saluto a tutti e un augurio di passare ancora tante eccitanti giornate all'insegna della natura, della cultura dei nostri territori e dell'amicizia.
Gianfranco Sassu
DATA: 03 Sep 2022
OGGETTO: Nuovo Gruppo Frà Diavolo
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Cari amici Camminatori,
Vi intrattengo soltanto un solo attimo per porgere, pubblicamente ed ufficialmente, i miei ringraziamenti al Dott. Gianfranco Sassu ... questo nostro collega ha creato il nuovo sito, raggiungibile in internet componendo le solite credenziali trekking-tiburzi-2016.it. Il sito presenta una nuova veste tipografica ed una multimedialità eccezionale. Sulla sinistra in verticale le possibili opzioni cui potrete avere accesso, tranne qualcuna posta per gli addetti ai lavori. Una novità importante, che non riesco a capire propro come abbia potuto fare per realizzarla, la presenza, per ciascuna uscita, della cartina in versione Raster e/o Ortofoto (c.d. a volo di uccello). Molto utile questa novità affinche ciascuno si possa rendere conto del luogo di destinazione designato.
Il Dott. Sassu affianca la sua collaborazione a quella dell'Ing. Cacace Antonio, che curò per lunghi anni il sito storico del Tiburzi. Solo così ho potuto mantenere un folto Gruppo di escursionisti per più di 40 anni, sotto "l'egida" del più puro volontariato, e trovare la forza per poter andare avanti!
Doverosamente ..... Vani, 03/09/2022
DATA: 31 Aug 2022
OGGETTO: Parco Marturanum --- Uscita dell 11 settembre 2022
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Escursione “Fra’ Diavolo” – Civitavecchia
………………
Camminatori salve,
“Settembre andiamo è tempo di migrare”!
Domenica 11 settembre
… sarà il Parco di Marturanum (località prossima a Barbarano Romano), a dare il battesimo alle uscite del nuovo Gruppo, che visiteremo negli aspetti più classici ed interessanti del luogo. Percorso di circa 2,5 km. di difficoltà media, nel tempo stimato di circa 2 ore.
Sul percorso si incontra …
il Tumulo della Cuccumella, il Caiolo, la Tomba dei Carri ed altre lungo la costa. Entro il Fosso Verlungo le tombe del Cervo (simbolo iconico del Marturanum), della Regina ed altre anonime. Mentre in località Chiusa Cima le tombe Rosi, Costa e la imponente Tomba Cima. Saliremo sul pianoro dell’antica città di Marturanum, presso la Chiesuola di San Giuliano. Ove ammireremo la Tomba “vasca da bagno” di un antico nobile romano. E, sulla strada del ritorno, altri lacerti di tombe che appena si affacciano o sporgono sul sentiero. Poi le Tombe c.d. Palazzine, precorritrici delle nostre tombe a schiera o facciata. Che non ci si inganni, appartenevano già al ceto medio.
Programma
Ritrovo … (una tantum) ore 8.45 Park del Tribunale. Partenza ore 9.00 con auto proprie.
Si presume di giungere al Caiolo verso le 9.45. Ore 10.00 partenza escursione
Ore 12.30, ritorno al Caiolo ove si potrà consumare un “pranzo al sacco” nell’apposita area libera, oppure, nell’area attrezzata, fruire del Punto di ristoro. In questo caso dovrete comunicarmi preventivamente (entro il giorno 7 settembre) questa opzione, specificando nr. persone e pietanze. Di seguito vi ho indicato il menù. Consiglio di prenotare per ciascuna coppia (che non mangi tanto!) una sola grigliata mista di maiale ed un solo piatto di fettuccine al cinghiale (o similare), per dividerle opportunamente.
Aggiungo che l’invito è strettamente personale e che sono soltanto ammessi i familiari di ciascun iscritto. Estranei al Gruppo, potranno aggregarsi a Voi soltanto una tantum previa preventiva autorizzazione del sottoscritto. (no persone indesiderate)!
Nel caso di maltempo e rinvio dell’uscita, chi avrà prenotato il pranzo dovrà comunque raggiungere al mio seguito il Parco di Marturanum, per rispettare l’impegno, dove pranzeremo in luogo riparato!
Credo di non avere altro da comunicare se non un caldo arrivederci all’11 settembre 2022.
PS.
E’ importante curare l’abbigliamento per l’attività che si va a svolgere, ovvero scarponi (anche scarpe da ginnastica robuste). Pantaloni lunghi, le apposite DUE bacchette per tenersi in equilibrio sul percorso. Uno zaino medio ed opportuna riserva d’acqua. Un Kway, un ombrellino pieghevole, ed altro che di personale si rendesse utile.
Le norme comportamentali durante il cammino sono ampiamente riportate sul nostro sito trekking-tiburzi-2016.it, oltre che siano dettate da comune logica! Occorre rispettare quanto raccomandato, quindi non ci si deve attardare ma seguire chi ci precede. In caso di necessità di sosta occorre informare le guide al seguito per bloccare tutto il gruppo. Il sentiero designato, se non lo si conosce, presenta tratti devianti ed ambigui! Nessuno è autorizzato a precedere il Gruppo, pena la fuoriuscita dalla tutela delle Guide!
Infine per i neofiti informo che nulla c’è da pagare per il servizio reso, il tutto rientra in un’attività di volontariato!
MENU’
Pappardelle cinghiale euro 10
“ ragù “ 9
“ pomodoro “ 8
Grigliata maiale “ 11 (una salsiccia, pancetta, bistecca maiale)
Bistecca scottona “ 12
2 Salsicce “ 5
Bistecca maiale “ 6
Insalata “ 2
Fagioli “ 3
Caponata “ 3
Bruschetta “ 0,50
1 litro vino “ 5
½ litro vino “ 2,50
¼ “ 1,50
Birra grande “ 3
Birra piccola “ 1,50
Lattine coca cola, aranciata ecc. 2 euro
Acqua “ 1
Coperto “ 1,50
Dolci da 2 a 3 euro, caffè 1 euro, amari, grappa 2 euro-
Caldi saluti Vanì 31 agosto 2022
DATA: 13 Aug 2022
OGGETTO: Trek Frà Diavolo già Gruppo Tiburzi
ALLEGATO: URLW5724.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
Buon giorno Signori
anzitutto ... Buon Ferragosto a Voi tutti ovunque stiate! Per l'occasione Vi anticipo che sabato 3 settembre, il Parroco Don Giuseppe della Chiesa di Pantano, sta organizzando un escursione sul "Cammino di Sant'Agostino", su percorso da me ricostruito in base a supposizioni personali, conoscenze di antichi tratturi e passaggi transumantici, ormai cancellati dal nostro territorio per sovrapposizioni di opere urbanistiche, passaggi di proprietà, abusi edilizi ed altro.
Cercherò di farvi avere il programma della giornata. Personalmente, pur presente io quel giorno, non rappresenterò la guida ufficiale come generalmente siete abituati a considerarmi. L'iniziativa prettamente religiosa, partirà in sordina il 3/9 per poi divenire una classica, terminerà all'Eremo della Trinità ove il Sacerdote, che gestirà la giornata, impartirà una Santa Messa per i convenuti.
Rinnovo i miei auguri inviandovi in allegato la proposta di un Tiburziano, rappresentante di impianti di depurazione casalinghi di acque potabili. Ciò che offre il nostro amico è una proposta allettante, che prevede anche un certo bonus da scontare e rateizzazione del costo residuo. La mia è una segnalazione disinteressata, io possego già da due anni un impianto del genere, evitando così di ingerire particelle di plastica e tante altre cose collegate. Tra l'altro l'acqua che viene somministrata dai nostri rubinetti, trasporta arsenicali usati in agricoltura ed inusitati batteri fecali umani, seppur in proporzione non allarmante per la salute umana!
Vanì.... 13 agosto 2022 ... a presto per l'inizio della stagione trekkistica promessa!
DATA: 25 Apr 2022
OGGETTO: Reminiscenze
ALLEGATO:
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Ex “Tiburziani” ormai …
dalle numerose testimonianze ricevute, a seguito della mia nota rinuncia all’attività trekkistica, ne ho estrapolata una soltanto, perché emblematica, cui darò sicuramente seguito…, dati i fini propostimi,
Ii dom 24 apr 2022, 09:04 vanivani@alice.it ha scritto:
Buon giorno T,
sono Ivano Romiti. Si, è proprio così, con “Pasqua 2022”, ho chiuso l'attività classica del Tiburzi ma, ho lasciato la possibilità di fare escursioni istruttive, storiche, per piccoli Gruppi scolastici e pre-universitari, tra cui, se ti interessa, anche la tua “Agesci”, pur con un programma limitato e ridotto. Il tutto come, spero, indicato eloquentemente nelle motivazioni addotte nella mia nota di commiato!
Se ti interessa fare qualche uscita in luoghi che non conosci, sono a tua disposizione. Io per questo … ancora ci sono!
Ad esempio la Piramide etrusca di Bomarzo od altro, come mi dicevi, rilevabile dai miei siti. Fammi sapere ... un caro saluto Ivano
T.S. RISPONDE ….
“”Buongiorno Ivano, sono dispiaciuto per la decisione che hai preso di terminare l'attività trekkistica, sono stati almeno trent'anni e 20.000 kilometri di avventure da raccontare. Io non faccio più le attività direttamente con i ragazzi, ma girerò la proposta ai capi attuali.
Proprio l'altro ieri facevo il tuo nome ad una mia amica che sta realizzando una rete di sentieristica per un progetto universitario, sicuramente ti contatteranno. Spero ti faccia piacere. Considera che sei il massimo esponente relativamente all'archeo trekking. Mi sento infine di ringraziarti per tutte le volte che hai giocato con noi in particolare per la router nazionale.
Un abbraccio
T.S””
Reminescenze di un anziano ormai ...
In merito a quanto asserito e detto da T.S., proprio in questi giorni, guarda un po’, ricorre l’anniversario, del 25 aprile 2014, di una particolare ed impegnativa iniziativa cui venni contattato da lui e dal Direttivo dell’AGESCI cittadino, ed incaricato di organizzare, che si concluse nel migliore dei modi, dato il mio spirito, il mio senso di incoscienza, spregiudicatezza ed avventura …! Questo per chi mi conosce bene …
Si trattava di disegnare un percorso di 5 giorni nella nostra bella Tuscia, cui avrebbero partecipato tutti gli organismi AGESCI nazionali. L’anno 2014 era dedicato ai sentieri dell’Alto Lazio.
Immediatamente concentrai le mie attenzioni su un presumibile collegamento viario etrusco, legato ai Monti della Tolfa ed alle sue risorse minerarie, ambientalistiche, boschive ed archeologiche. Tracciata la sentieristica che si riassumeva nel complesso percorso sotto indicato ….
“da Blera alla cittadina di Tolfa…
Si raggiungeva Barbarano, con passaggi per la Bandita Grande, fino ad arrivare a Civitella. Quindi si doveva raggiungere San Giovenale attraverso il Vesca e di seguito proseguire per Luni sul Mignone fin sotto il Ponte di Ferro. Poi era la volta della Strada del Marano, per poi risalire un sentiero fino ad arrivare al Tecchio. Qui una grande sosta per poi ripartire per Tolfa, ove era previsto il clou per la manifestazione “nazionale” con migliaia di presenze al seguito. Proprio un bell’evento non c’è che dire!””
Convocai i dirigenti AGESCI locali per indicare loro il mio progetto! Ma a dir poco mi spaventai per la loro smisurata fiducia riposta in me e nel mio progetto!
L’escursione prendeva le mosse dal Ponte del Diavolo di Blera, risaliva le Gole del Biedano per il sentiero delle Mole ed i Valloni, per terminare a Barbarano ove è (ed era) presente un’area attrezzata, per ricevere le centinaia di ragazzi che sarebbero convenuti, ove avrebbero passato la notte. Una sosta notturna l’avevo prevista ogni 15 km percorsi che, nel giro di 4 o 5 giorni (km. 55 – 60) avrebbe portato il Gruppo sulla Piazza di Tolfa, seguendo pedissequamente il programma sopra indicato!
Per chi non conosce questi praticanti trekkisti debbo spendere nei loro confronti qualche meritato elogio. L’età media di questi ragazzi … dai 9 ai 15 anni, tutti meravigliosi, alcuni con gli apparecchi dentali. Smisurati zaini al seguito che dal fondo schiena superavano le loro bionde testoline. Sveglia all’alba … operazioni di personale pulizia generale. Colazione … smontaggio del campo base e … partenza per raggiungere la successiva meta per ricominciare da capo. Lunghe soste intorno al fuoco fino a tarda sera con canti e rituali loro propri!
Io accettai l’incarico, seguendo il gruppo con impegni giornalieri. Per l’occasione scelsi un “Tiburziano” per seguirmi in tutte le tappe tracciate. La scelta cadde su tal P.D.
Per non allungare troppo il mio intervento dirò che l’iniziativa andò felicemente in porto, per il piacere, dei ragazzi. Per aver fatto attività trekkistica di tutto rispetto, passando per luoghi inusitati, cui non facevo mancare i miei commenti e le mie conoscenze storico-geografiche. Il che mi procurò successivi impegni.
Nel mentre … mi sovviene un episodio ancora oggi fisso nella mia memoria, e che mi fece guadagnare, dal Gruppo, l’epiteto di “leggenda”. Parola piacevole ma un po’ troppo azzardata.
I ragazzi al seguito erano circa 350 di varie estrazioni regionali, molti lombardi, ricordo un sacerdote rampante, una bellissima ragazza incinta che non sapeva chi fosse il padre del proprio nascituro. A parte qualche mio sospetto!
Un bel gruppo di questi ragazzi, anticipatosi sul percorso, aveva raggiunto, verso Luni, uno sterminato gregge di pecore. Da qui erano partiti cinque o sei cani maremmani che si erano piazzati sul nostro sentiero in attesa che giungessimo noi, per assalirci. Trovai i miei “uomini” tutti bloccati, spauriti e sconfortati. Allora, con la calma che mi contraddistingue, mi misi davanti a guidarli pregandoli di non mostrare segni di timore o cedimento. Questi cani imperterriti abbaiavano con le fauci spalancate senza mollare od arretrare. Poi ce n’era uno che sembrava un leone. Proprio a questo parlai, tranquillamente, giunto nelle sue vicinanze. Dissi lui … stai fermo, perché io adesso passo e tu ti allontanerai da me! Così fece, mettendo la coda tra le gambe portandosi via il resto il drappello canino incanato! Per la meraviglia di tutti i ragazzi e di P.D.!
Vanì 25 aprile 2022.
DATA: 17 Apr 2022
OGGETTO: GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
Signori Tiburziani,
nel formulare a Voi tutti ed alle Vostre Famiglie, i miei più sinceri auguri pasquali, mi preme comunicare, in questa circostanza, la chiusura della mia ultracinquantennale attività di volontariato nel campo dell’escursionismo.
Con l’occasione Vi ringrazio per la Vostra stima, fiducia e sostegno morale, mai venuti meno nel corso del tempo nelle varie iniziative proposte.
Ho iniziato “anni fa” questa attività con miei coetanei che, a mano a mano, per motivi diversi, si sono defilati per trasformarsi da camminatori incalliti in lettori dei miei racconti. Collezionisti dei servizi fotografici conseguenti. I miei appunti facevano risvegliare in loro un passato spensierato … di una prolungata ed inusitata gioventù!
La mia offerta decisione promana da vari traguardi superati e concomitanze raggiunte! Non ultima quella notevole di riuscire a chiudere ancora in “gamba” questa mia longeva attività, nel corso della quale ho sempre cercato di fare del mio meglio, di diffondere e divulgare la conoscenza del nostro territorio, della storia del popolo etrusco-falisco. Credo, senza tema di dubbio, e con orgoglio, di essere riuscito nel mio “piccolo” proposito!
Quel che resta del mio futuro verrà dedicato ai miei Figli, ai miei diletti ed amati nipoti … autentiche mie teste di Ponte! Tra cui spero di eleggervi un mio probabile successore morale.
Mentre Vi abbraccio tutti, forte di un Vostro consapevole e ponderato consenso!
Vanì del Tiburzi
(Il Cinghiale)
Nel giorno di Pasqua 2022, alle ore 9.30
DATA: 01 Apr 2022
OGGETTO: WEEKEND PASQUALE A POLINO DAL 16 AL 18 APRILE PV
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
G R U P P O T I B U R Z I
WEEKEND PASQUALE A POLINO
HOTEL DON BOSCO
Dal 16 al 18 Aprile 2022
Gentili Signori Tiburziani,
ricevo l’incarico di diramare l’invito a passare i giorni della S. Pasqua presso l’Hotel Don Bosco di Polino (Terni). Soggiorno possibile anche con il green pass base, ottenibile con un tampone normalmente effettuato dalle Farmacie, per la durata di 48 h, secondo quanto previsto dalle ulteriori indicazioni del nuovo decreto emesso dalla presidenza del consiglio dei ministri.
Il trattamento di pensione completa dalla cena del sabato 16/4/2022 al pranzo del lunedì 18/4, è fissato in Euro 120 pers., con sistemazione in camera doppia – matrimoniale. Per la camera singola è previsto un supplemento di Euro 10 a pernottamento, ovvero Euro 140 pers complessivamente.
Noi tutti conosciamo le ottime qualità offerte dal servizio dell’Hotel Don Bosco di Polino, impeccabili sotto ogni punto di vista!
Per le prenotazioni occorre contattare la Sig.ra Serena tel. 320 1147268 … 0744 789120. Ognuno dovrà provvedere per proprio conto alle formalità necessarie per prenotare il soggiorno proposto, comunicando che si fa parte del Gruppo Tiburzi.
Nella mattinata del giorno di Pasqua o del lunedì verrà effettuata, condizioni meteo permettendo, la risalita del Monte c.d. della Pelosa, od altre iniziative possibili nel luogo.
Un caro saluto a voi, con riserva di eventuali indicazioni logistiche a richiesta.
Vanì CV 1/4/2022 388 6958494
DATA: 29 Mar 2022
OGGETTO: GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA ... MARTURANUM NEL RICORDO DEL
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI
Escursione al Parco di Marturanum
in memoria del caro amico
VITTORIO MARCHESI
Domenica 10 aprile 2022
Partenza per Il Parco (Barbarano Romano) ore 9.00. Altri riferimenti … i soliti.
Tiburziani,
come annunciato in quel di Luni, ho programmato, sotto “spinte e pressioni” affettive, etiche e morali, una giornata particolare, estrapolandola da quello che comunemente propino di settimana in settimana.
Escursione ed enogastronomia
Natura ed archeologia …
Tombe dei Carri, del Cervo, della Regina, Tombe delle Palazzine, Tumulo Cima, Tomba Costa, Tomba Rosi, la Chiesetta Medievale di San Giuliano e la tomba anonima riadattata, verso il II Secolo a.C. da un signore romano, ad uso di bagno personale.
Tratto suggestivo delle Gole del Biedano.
(escursione facile di Km. 2,500)
Al termine, verso le ore 12.30 potremmo approfittare del
PUNTO DI RISTORO
Chiunque potrà comunque consumare il proprio pasto “al sacco”
nell’apposita Area attrezzata adiacente i tavoli del “Resort”
PRENDETE NOTA CHE PER PARTECIPARE AL PROPOSTO PRANZO DI GRUPPO OCCORRE COMUNICARE AL MIO INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA PERSONALE vanivani@alice.it ... NOMINATIVI E PIETANZE DESIDERATE. LE PRENOTAZIONI SONO POSSIBILI FIN DA OGGI 29/3/2022 FINO AL 5/4/2022. INOLTRE SI RENDERA’ NECESSARIO VERSARE UNA QUOTA DI EURO 5.00 PER CIASCUN COMMENSALE A TITOLO DI IMPEGNO CHE OVVIAMENTE VERRA’ POI DEFALCATO DAL GESTORE, CUI IO INVIERO’ GLI ACCONTI.
DETTO ACCONTO POTRA’ ESSERE CONSEGNATO A MANCINETTI ANTONIO TIBURZIANO (347 3366215), CHE SARA’ DISPONIBILE PRESSO L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE BERSAGLIERI – CIVITAVECCHIA CORSO CENTOCELLE NR. 48 (PALAZZO GARGANA – VICINO ALLA SEDE DELLA EX CASSA DI RISPARMIO ORA BANCA INTESA)
ORARI DEL CENTRO MILITARE DALLE ORE 17.30 ALLE 19.00 NEI GIORNI DAL LUNEDI’ AL VENERDI’
PER QUANTO PRECEDE TENETE PRESENTE CHE
-
LA PRENOTAZIONE, DOPO LA GIORNATA DI MARTEDI’ 5/4/2022, SI INTENDERA’ CONSOLIDATA!
-
I PARTECIPANTI VERRANNO DISPOSTI AL TAVOLO IN BASE AL NUMERO DEI SINGOLI GRUPPI ED ALLA DIMENSIONE DEI TAVOLI DISPONIBILI.
-
NON SI ASSICURA L’EVENTUALE POSSIBILITA’ DI AGGIUNGERSI AL PRANZO NELLA MATTINATA DEL 10/4/22.
-
I RESIDENTI FUORI CIVITAVECCHIA, PER CONSEGNARE L'ACCONTO RICHIESTO, VORRANNO CONTATTARMI SUL MIO CELLULARE 388 6958494
-
E’ COMUNQUE POSSIBILE, COME GIA’ DETTO, CONSUMARE UN PRANZO AL SACCO NELL’AREA PUBBLICA ADIACENTE IL PUNTO DI RISTORO. NON E’ CERTA COMUNQUE L’EVENTUALE POSSIBILITA’ DI TROVARE I TAVOLI LIBERI!
- CAUSE DI FORZA MAGGIORE POTREBBERO INDIRRE A MODIFICARE IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
MENU’
COSTO DELLE PIETANZE ORDINABILI ANCHE SINGOLARMENTE
(Ognuno è libero di scegliere ciò che desidera al pranzo. Provvederò personalmente ad effettuare le ordinazioni)
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PRIMI PIATTI
Pappardelle al cinghiale Euro. 10.00
Penne funghi e piselli “ 9.00
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SECONDI
Grigliata di maiale
(Bistecca di maiale, salsiccia,
Pancetta) Euro. 11.00
Ordinazioni singole
Bistecca di maiale “ 6.00
Salsiccia “ 2,50
Pancetta “ 2,50
Spezzatino di cinghiale in umido con patate Euro. 9.00
Bistecca di scottona alla griglia “ 12.00
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CONTORNI
Insalata Euro 2.00
Fagioli conditi ad insalata “ 3.00
Verza ripassata in padella Euro 3.00
Una bruschetta “ 0,50
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BEVANDE
¼ di vino Euro 1,50
1 Litro di acqua “ 1,20
½ litro di acqua “ 1,00
..............................................................................................................
PANE E COPERTO “ 1,50
Caffè “ 1.00
Amari, limoncello, grappe “ 2.00
Dolcetti prezzo nn indicato, mi dicono dipende da quanti siamo!!!!??
CV 29/3/2022 Vanì
DATA: 25 Mar 2022
OGGETTO: Luni e dintorni
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Tiburzi Civitavecchia
Luni sul Mignone e dintorni
Gentili Signori,
dopo l'ennesima richiesta giunta da molti di Voi, ho posticipato di un'ora l'orario di partenza previsto per l'uscita di domenica, 27/03/2022, complice l'entrata indesiderata dell'ora legale...
pertando ci ritroveremo alle ore 9.15 - con partenza ore 9.30
(del nuovo orario)
Saluti Vanì
DATA: 24 Mar 2022
OGGETTO: Luni e dintorni
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
27 marzo 2022
Luni sul Mignone
Signori Tiburziani …
per chi vorrà seguirci nell’escursione, rammento l’entrata dell’ora legale tra
la notte di sabato 26/3 e la giornata di Domenica 27/3.
Quindi occorrerà spostare l’orologio avanti di un ora (in sostanza dormiremo un’ora di meno!).
Saluti Vanì
Note
Utile una torcia per la presenza di una galleria
Percorso stradale A/R Km. 70 c.a.
Percorso escursione Km. 8 c.a.
Grigliata o pranzo al sacco
Nella giornata seppur con cielo coperto non sono previste piogge.
Tramite l’A12 si giunge e supera Monte Romano per girare a destra in direzione “Blera – Barbarano” per la trada Provinciale nr. 42. Dopo circa 8 km, poco prima della stazioncina di Civitella Cesi, si gira a destra per una carrareccia - in prossimità di questo bivio si effettuerà una sosta per compattare le vetture - che si segue per circa Km. 2,500. La carrareccia verrà percorsa a bassa velocità perché in lieve dissesto.
Parcheggio comodo quindi e partenza per l’escursione.
DATA: 21 Mar 2022
OGGETTO: Note sull invio delle mail
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Tiburziani,
mi viene segnalato un prolificare indesiderato di email duplicate inviate dal sistema.
Sto indagando sulle cause del malfunzionamento, nel frattempo vi prego di scusare il Gruppo Tiburzi (peraltro incolpevole) del disagio.
Cordialmente
Gianfranco Sassu
DATA: 21 Mar 2022
OGGETTO: Luni sul Mignone
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Errata corrige
domenica 27 marzo 2022
DATA: 21 Mar 2022
OGGETTO: Luni sul Mignone
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Chiedo scusa ma il sistema utilizzato per le informazioni sull'uscita indicata ha tagliato il primo tratto della mail inviata che comunque vado ad indicare
Gruppo trekking TiburzI
Escursioni in territorio etrusco falisco
Luni sul Mignone ....
Domenica 27 Narxo 2023
DATA: 21 Mar 2022
OGGETTO: Luni sul Mignone
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Chiedo scusa ma il sistema utilizzato per le informazioni sull'uscita indicata ha tagliato il primo tratto della mail inviata che comunque vado ad indicare
Gruppo trekking TiburzI
Escursioni in territorio etrusco falisco
Luni sul Mignone ....
Domenica 27 Narxo 2023
DATA: 16 Mar 2022
OGGETTO: Nota triste per un doloroso Addio ...
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori,
"di seguito a nota", per chi volesse porgere l'ultimo saluto al caro Vittorio Marchesi potrà, previ accordi telefonici con il sottoscritto 3886958494, convenire un appuntamento per raggiungere il luogo ove il funerale verrà celebrato. Partenza auto da Civitavecchia ore 14.20.
Cerimonia in Barbarano Romano, Giovedì 17/03/2022, alle ore 15,30, nella Chiesa del Crocifisso adiacente il Palazzo Comunale - Piazza G. Marconi.
Un caro saluto,
Vanì 16/03/2022. ore 19.18
DATA: 16 Mar 2022
OGGETTO: Nota triste per un doloroso Addio ...
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Tiburziani,
apprendo con profondo dolore che l'amico, il fratello ideologico, Vittorio Marchesi questa notte, in Barbarano, a seguito di un maledetto infarto évolato in cielo. Uomo schietto, proprio come il suo Marturanum, la sua Terra i suoi boschi ed i suoi lupi, Vittorio e la sua dipartita ha lasciato in me un amaro che mi diminuisce e che non accenna a lasciami...
Per chi volesse unirsi per l'ultimo Saluto al caro Vittorio, farò seguito da questo social con indicazioni utili, non appena ne verrò informato e mentre Vi lascio mi sovviene la frase ""Per chi suona la campana ... E allora, non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona per te.””
Caro Vittorio presto verrò a cercarti tra le Gole del Biedano!
Vanì con sincera costernazione!
CVecchia, addì 16 marzo 2022
DATA: 06 Mar 2022
OGGETTO: PROVA con allegato
ALLEGATO: Badge Misericordia.png
- TESTO: (leggi tutto)
NON CONSIDERARE QUESTA MAIL
DATA: 06 Mar 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA - BUTTARE
DATA: 06 Mar 2022
OGGETTO: Buttare la mail precedente
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Per errore è partita una mail di prova.
Scusandomi, prego tutti di non considerarla, grazie
Gianfranco Sassu
DATA: 06 Mar 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Questo è il testo
DATA: 06 Mar 2022
OGGETTO: Norchia e le sue Tombe Rupestri
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo trekking Tiburzi Civitavecchia
Escursioni Etrusco-falische
DOMENICA 13 Marzo 2022
Visita
alla
LUCUMONIA ETRUSCA DI
“Norchia”
UBICATA NEI PRESSI DI
Monte Romano
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Note logistiche
Si tratta di una delle più belle escursioni nel territorio Etrusco.
Percorso auto a/r km. 50
Percorso a piedi Km. 5,5
Grado difficoltà … media:
- Presenza di due guadi superabili con stivali al ginocchio o buste di plastica robuste (edili in vendita presso ferramente ad euro 0,50 cad.).
- Presenza di tratti in discesa superabili ma con attenzione.
- Utili …. Bacchette da trekking
Pranzo al sacco
Luogo di ritrovo/orari partenza auto … sempre i soliti (Park Tribunale di Civitavecchia. Ritrovo ore 8.15 … partenza auto ore 8.30
No sosta caffè (premunirsi)
Termine orario presumibile, torneremo alle auto non prima delle ore 16.00
Per raggiungere il luogo partenza escursione :
A 12 direzione Monte Romano, si esce per l’Aurelia Bis. Superata Monte Romano, alla rotonda nei pressi del raccordo con la Superstrada si deve prendere direzione “Cinelli”, ma fare attenzione perché la località, dalla rotonda, si può raggiungere con due strade, ma occorre imboccare quella della seconda indicazione. La prima vi porterebbe più avanti della località Cinelli, nel qual caso poi dovreste tornare indietro. Se non erro bisogna imboccare la terza uscita.
Un caro saluto a Voi, mentre per i più curiosi riporto di seguito qualche nota di cultura spicciola …
Vanì 6/03/2022
LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE
LA VALLE DELL’ECO – LE STRAORDINARIE TOMBE RUPESTRI SUI TORRENTI PILE E BIEDANO - LA CAVA BUIA SULLA CLODIA – L’ACROPOLI - LA CHIESA DI SAN PIETRO. I CORSI D’ACQUA
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Origine del nome della Lucumonia
Dalla Divinità etrusca Nortia, - le cui peculiarità cultuali furono il destino e la fortuna - La Civitas etrusca cui fu tanto cara, trasse il nome!
Nel prossimo tempio di Volsinii, a lei dedicato, venivano infissi dei chiodi sul muro, che servivano a tenere il computo degli anni, una sorta di calendario. Per questo motivo la Dea venne associata ad Atropo della mitologia ellenica, tutrice della sorte dell’uomo e del suo destino.
Atropo, la più anziana delle tre Moire, svolgeva il delicato compito di recidere, con lucide cesoie, il filo che rappresentava la longevità della vita di ciascun uomo, decretandone il momento della morte.
PS
Anche nella cittadina Umbra di Norcia, pur essa Etrusca, la Dea era particolarmente onorata.
°°°°°
Il suo territorio.
Immense boscaglie, fertili e vaste pianure sullo Sferracavallo (Pian Morgano) e Piano del Casalone, ricchi di corsi d’acqua, determinarono l’agiatezza della lucumonia.
Le maestose tombe rupestri del V e del IV secolo a.C., fatte erigere dall’aristocrazia “agraria”, attestano il fecondo periodo di questa contea, mentre i centri etruschi posti sulla costa Tirrenica già subivano una certa crisi “economica” nel commercio via mare.
Genti elleniche in massa, si erano stanziate nel sud Italia, continuando a comprimere le attività marittime delle popolazioni italiche anche dopo la Battaglia del Mare Sardonio (540 – 535 a.C.), mossa per evitare una certa colonizzazione marginale. In questo conflitto gli etruschi, alleati dei Punici combatterono contro i Focei, il cui territorio era stato invaso da popolazioni iraniane.
Norchia, come già accennato, trasse un certo vantaggio da questa situazione, grazie allo sviluppo della pastorizia e dell’agricoltura, favorita anche dalla sua posizione geografica.
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Cose notevoli.
LE TOMBE RUPESTRI ED I TOMBAROLI
Quando si discendono le forre ci si imbatte in una lunga teoria di tombe realizzate sulle falesie, a volte disposte anche su più piani. Se ne incontrano di “ordinarie”, di belle e di notevoli, con strutture architettoniche di tutto rilievo.
Sono del tipo a dado, a semidado od a sola facciata (o falsa facciata). Molte si presentano in evidente stato di dissesto, soltanto alcune hanno subìto lievi danni e raccontato la loro storia.
Di alcune conosciamo il nome dei proprietari dal “gentilizio” familiare riportato sui sarcofagi, rendendo cospicue stipi votive.
Il susseguirsi dei predatori, nell’arco di 2700 anni, ha sottratto di ogni cosa di particolare interesse la maggior parte delle ricche necropoli.
I primi tombaroli furono i romani, che asportarono dai cimiteri etruschi soltanto i manufatti in oro ed argento.
Dopo un lungo periodo di relativa tranquillità le nostre necropoli furono rivisitate da ignari contadini che scoperchiarono, senza volontà, con il vomere dell’aratro le tombe, poste nei campi. I nostri innocenti tombaroli non compresero bene in cosa si fossero imbattuti. Le tombe venivano attribuite a defunti di un passato recente, non già appartenenti a genti vissute oltre 2000 anni prima.
Si dice che … i vasi di bucchero che venivano alla luce dalle deposizioni, a volte, venivano frantumati, ed i cocci utilizzati per scagliarli contro i buoi legati al giogo dell’aratro, onde più esortarli al lavoro nei campi.
Tanti vasi etruschi furono distrutti perché finirono come bersaglio per il tiro a segno dei ragazzi.
Venne poi di moda in Europa l’hobby per gli scavi archeologici generalizzati (Egitto docet), cui non si sottrasse neppure Henry Marie Beyle, al secolo Stendhal, il quale amava andare per tombe nel territorio tarquiniese, al seguito di altri notabili ed onorate persone. Non pochi si sono arricchiti con questo tipo di attività!
Ed ancor prima che fosse unificata l’Italia (1861), gli antiquari esercitarono un cospicuo commercio di antichi reperti, sottratti da scavi di città storiche e dalle rispettive necropoli. Notevole parte del ricco patrimonio archeologico fu disperso tra musei e collezionisti di tutta Europa. Questa incessante attività non cessò mai in Italia anche dopo che il commercio di antichi reperti fu dichiarato reato.
LE PRINCIPALI TOMBE
- Le immense Smurinas
- La Ciarlanti
- Quella a casetta
- La prostila
- Quella del camino
- La gemina di Vel Ziluse
- La Lattanzi
- Quelle doriche
Nella Valle di Norchia, ovunque si ponga l’occhio, è un bel susseguirsi di architettoniche immagini tombali! Queste importanti emergenze ormai note in tutto il mondo, ci fanno capire l’amore del popolo etrusco per i propri defunti.
MONUMENTI SULL’ACROPOLI
- La chiesa di San Pietro
- Il Castello dei di Vico
- La tomba adattata a “colombario”
- La porta est
- il tratto della Via Clodia
- la vista panoramica sul complesso tombale del tratto “Fosso Pile”-
Lungo i Fossi del Pile e dell’Acqualta troviamo la Tomba c.d. a casetta, di architettura unica e singolare e due tombe a tempio dorico, opere di rari esempi in Etruria.
Le facciate recanti immagini in bassorilievo, lise e mal ridotte dagli agenti atmosferici delle “Doriche”, sono rese comprensibili soltanto dal cartello esplicativo della Sovrintendenza.
Dei due timpani ne sopravvive intero uno soltanto, metà dell’altro si trova presso il museo archeologico di Firenze (Sic! uno scempio del genere non ce lo saremmo aspettato nemmeno da un tombarolo ignorante…). Questi, decorati alla base da un motivo a geison dentellato, sovrastano triglifi e metope. I primi ricordano le antiche costruzioni templari doriche ove erano realizzati con tre tronchi di legno ciascuno. Negli spazi vuoti delle metope potevano essere alloggiate tavolette di argilla con motivi in bassorilievo. I frontoni, mal conservati, presentavano delle divinità drappeggiate da una parte mentre dall’altra una teoria di guerrieri. Singolare è la presenza, ai due lati dei timpani, di due Gorgoneion, che non trovano riscontro nei templi dorici greci, ma poste sui tetti delle case etrusche con funzione di pluviali.
Mancando a queste opere tutti gli altri elementi sottostanti, perché “asportati”, non si può indicare altro, soltanto prendere atto della loro realizzazione a similitudine dell’ordine architettonico dorico.
I BEI SENTIERI DI FONDO VALLE
- Il tratto del Fosso Pile
- L’alberato “Torrente Biedano”
LA CAVA BUIA
Tratto viario interno dell’Etruria sulla Via Clodia completamente intagliato nel tufo, maestoso nei suoi 400 metri di lunghezza, 2,50 mt. di larghezza e 10 mt. circa di profondità media.
L’opera si presenta ancora in un discreto stato di conservazione, soltanto l’invadente bagolaro (spaccasassi) la può compromettere. Le sue radici si insinuano nelle pareti di tufo, lasciando in bilico grosse scaglie di roccia, di quando in quando, lasciate precipitare giù per effetto perverso della gravità.
Ma “l’anziana signora” è sempre bella ed affascinante, porta bene i suoi duemilaquattrocento anni … i suggestivi scorci delle pareti di tufo che virano, a seconda della luce del giorno che penetra dall’alto, tra i colori bruno rosso fulvo giallastro. I lunghi rettilinei.
Oggi la tagliata rimane completamente isolata dal bel contesto archeologico del luogo, grazie a madre natura.
La nostra “Cava”, si difende da sola! Ogni anno che passa diventa sempre più irraggiungibile, protetta dal continuo dissesto idrogeologico circostante, da una fitta e bassa vegetazione dalla crescita veloce che soffoca ogni sentiero od il suo nuovo insorgere. E poi ci sono le piene del Torrente Biedano, (alcune di portata impensabile) e gli unici guadi, plausibili, non sono segnalati.
Per raggiungere le pendici della Cava si debbono traversare ben due forre tra boschi intricati, ma una volta giunti, per tornare indietro si perde facilmente l’orientamento. Per questo è evitata a priori dalle “guide”. Oltretutto la zona non è servita da linee telefoniche mobili, e da sistemi GPS.
Molta gente ha calpestato la carreggiata della nostra Cava Buia, dalla sua etrusca concezione fino al 1400, quando la città di Norchia fu abbandonata, a seguito di una grave forma malarica sviluppatasi ed i suoi abitanti si spostarono più a nord, fondando il Paese di Vitorchiano, il cui nome risulta formato dalla fusione delle parole “Vicus Orclanus”.
Ma ancora oggi la Cava vive, ed anche se alcune significative iscrizioni, incise sulle sue sponde, sembrano scomparse per naturale abrasione temporale, è sempre uno dei più bei monumenti dell’Etruria Meridionale.
I nomi dei consoli romani che ne hanno fatto manutenzione, riportati sulle pareti: “Ti. Terentius” e “C.Clodius Thalpius”, sono ormai scomparsi. Ma simbolismi arcani e religiosi, riferibili al periodo paleocristiano ed al medioevo, sono ancora visibili.
Un tempo buona parte della Tagliata era coperta. Si presentava come una sorte di lunga galleria. Questo secondo quanto ci riferiscono i Dotti, a seguito di particolari osservazioni e studi effettuati, d’altro canto il suo nome riferisce proprio questo … “Cava Buia”.
LA VIA CLODIA
Consolare che congiungeva l’Etruria da Veio fino a Saturnia, fu anche utile ai longobardi invasori. Servì per le Sante Crociate, consentendo alle miriadi di pellegrini, di intraprendere parte del viaggio verso Roma, oggi ne sopravvivono soltanto alcuni tratti.
Ma questa è un’altra storia!
Vanì. 3/03/2022
DATA: 26 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: Cattura.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
MAIL DI PROVA
DATA: 25 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: Dischi.jpg
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PROVA PROVA
DATA: 25 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: 11357365_small.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TESTO DI PROVA
DATA: 25 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: GS.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
PROVA - BUTTARE
DATA: 25 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: IMG_1552.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TESTO DI PROVA - BUTTARE
DATA: 25 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: GS.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
TESTO DI PROVA - NON CONSIDERARE
DATA: 24 Feb 2022
OGGETTO: GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA ... SUL PERCORSO DI S.AGOSTINO
ALLEGATO: IMG_8116 - Copia (2).JPG
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING TIBURZI CIVITAVECCHIA
Escursioni in territorio etrusco-falisco
Domenica 27 febbraio 2022
Escursione storico-paesaggistica
dalla Cipresseta a Cencelle e ritorno sul
“Sentiero di Sant’Agostino”
*********
Signori Tiburziani,
faccio seguito alla precedente comunicazione per confermare, come ormai mi è consueto fare e ribadire, la fattibilità dell’escursione in argomento.
Ho esitato tanto ad inviare queste note fino ad essere quasi certo che la giornata di domenica 27/2 si presentasse soleggiata in modo tale da permetterci un’escursione serena, non “ombrellabile” e senza problema alcuno, malgrado previsioni avverse dei più accreditati siti meteorologici.
Le previsioni "meteo" si sa non sono certe. Dallo stesso termine se ne deduce la caducità, ma quando sono formulate più prossime all’evento tanto più sono giustamente ipotizzabili.
Raccomandazioni per ben partecipare all’uscita:
-
Doppie scarpe da cambiare al rientro dell’uscita per la presumibile presenza di fango residuo sul percorso.
-
Utile una torcia anche di media qualità per percorrere una galleria della vecchia ferrovia “Civitavecchia-Terni”, circa 500 metri.
Come già comunicato, non ci sono guadi fluviali da traversare, né tratti di macchia mediterranea. La giornata si dovrebbe presentare soleggiata (ci permetterà di godere di immagini meravigliose) ma con temperature “bassine”. Presenza di vento sui crinali, per quanto la maggior parte del percorso si svolge entro forre riparate.
Un caro saluto,
Vanì 24 febbraio 2022, alle ore 10.41
DATA: 21 Feb 2022
OGGETTO: GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA ... SUL PERCORSO DI S.AGOSTINO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING TIBURZI CIVITAVECCHIA
Escursioni in territorio etrusco-falisco
Domenica 27 febbraio 2022
Dalla Cipresseta a Cencelle e ritorno sul “Sentiero di Sant’Agostino”
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E’ necessario munirsi di una torcia per attraversare una galleria ferroviaria di 500 metri.
Escursione di 8,5 Km. Facile. No attraversamento macchia mediterranea, né guadi. Pranzo al sacco. Primo tratto … il percorso ferroviario Civitavecchia-Orte … Sentiero per Monte Palano che segui il Santo per giungere all’Eremo. Deviazione per Cencelle, ritorno dalla citata linea ferroviaria. Impegno forse fino alle ore 16.00.
Buona sera Signori,
domenica prossima il Tiburzi riparte, ricalcando un tratto del presumibile viaggio che Sant’Agostino, intorno all’anno 388 d.C., fece dal Convento dei Frati Agostiniani del nostro Lido, fino ad arrivare al Monastero della Trinità di Allumiere. Si tratta di un percorso che ho pensato in base ad antiche strade ed alla conoscenza del territorio che mi hanno permesso di immaginare e creare. Ho unito il dilettevole all’utile, avendo ricevuto l’invito, dal Parroco di San’Agostino, di ricostruire il sentiero che ha potuto percorrere il Santo, nel ricongiungere il Convento di Sant’Agostino all’Eremo della S.Trinità di Allumiere.
Non nascondo l’orgoglio ricevuto per tale incarico da Padre Giuseppe (un Parroco davvero “gagliardo e forte”), forse in base a segnalazioni di stima di persone amiche e di conoscenti. Non c’è miglior compenso per chi svolge attività di volontariato. Con unico “Obolo di Caronte” … la menzione del nome dell’autore del percorso che, spero proprio, sia prossimo a divenire una classica passeggiata “pastorale” dalla Chiesa di Pantano all’Eremo da qui all’eternità!
L’escursione ci porterà a traversare territori ameni, con vasti orizzonti verso luoghi addormentati entro una dolce solitudine. L’ampia valle del Mignone con le sue creature, i suoi fantasmi ed i mille fasti del suo nobile passato! Mammelloni collinari depositati qua e là, a seconda dell’ultramillenario corso fluviale, più volte variato, a seconda dell’entità del deposito calcareo, più duro o men duro, rilasciato lungo le piene stagionali.
Seguiremo quello che fu una bella Cipresseta, incancellabile ricordo della mia infanzia quando inseguivo i nidi di “rusignoli”. Nel mio immaginario sempre metaforicamente idealizzata, ed associata ai Cipressi di Bolgheri. Ma ormai quella bella opera, forse voluta dai Farnese o da Signorie più recenti, è stata abbandonata a se stessa, mentre con una seppur scarsa manutenzione poteva divenire un bel luogo di interesse paesaggistico.
Ma questo stato del luogo sarebbe ben poco, mostra non solo incuria, ma soprattutto una pessima destinazione “d’uso”, una sorta di devitalizzazione del territorio. Nel tempo vi fu creato, di lato alla strada, un vasto deposito di carbone a cielo aperto, e non so proprio da chi venne l’autorizzazione per un delitto del genere. Questo capolavoro ora risulta dismesso, è collassato su se stesso, forse per la creazione dei carbonili Enel alla Frasca e del relativo porto carbonifero, ma il fondo utilizzato dispenserà inquinamento chissà per quanto tempo ancora.
Ed allora perché meravigliarsi del prossimo megadigestore, in costruzione a Monna Felicita. Centoventimila mila tonnellate annue di scarichi romani verranno combusti. Che trionfo per la diossina! Sarà il preludio per l’utilizzo del gas prodotto dal materiale organico per le prossime 6 centrali a gas Enel, questo risulta troppo intuibile! Ma la centrale a carbone non verrà dismessa completamente, non si sa mai, in caso di blackout dei nuovi impianti questa potrà temporaneamente rifare il suo lavoro.
Poi c’è un bel progetto in mare di ben 36 mega impianti di pescicoltura!
Tutto studiato a lungo temine a tavolino, comprese le leggi che hanno escluso da tali poteri decisionali le comunità locali.
Poi ho trascurato il deposito di materiale bellico tombato, altamente tossico (iprite ed altro), nel territorio militare di Santa Lucia. Ed ancora l’alto inquinamento offerto dall’impianto di incinerazione al Nuovo Cimitero sulla Braccianese, che partito per un certo volume di lavoro, ”aumme aumme” i fautori volevano poi triplicarlo e triplicare gli impianti. E pensare che per ogni “carico” vengono utilizzati 200 litri di nafta, combustibile debellato per le automobili dato l’alto inquinamento atmosferico!
Ma ho tralasciato poi il porto con le sue navi …. ma forse meglio riprendere i sensi della mia escursione ….
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PER CHI VUOLE CONOSCERE QUALCOSA SUI LUOGHI CHE INTERESSERANNO L’ESCURSIONE…
Prefazione alla nuova edizione del Volume “Sant’Agostino alla Fontanella” di Ennio Brunori, voluta dal Parroco Don Giuseppe.
In occasione della festa patronale di Sant’Agostino (28 agosto 2017), abbiamo ritenuto di grande interesse ripubblicare il saggio scritto da Ennio Brunori, dal titolo “S. Agostino alla Fontanella”, con il quale l’autore si era proposto di presentare le testimonianze storiche ed archeologiche riguardanti il misterioso incontro di S. Agostino col bambino sulla spiaggia delle “Villette”, nel periodo in cui il Santo dottore indagava sul mistero della Santissima Trinità, opuscolo rivisto e approfondito per noi dal prof. Giovanni Insolera. “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo per possederlo”. Questa frase tratta dal “Faust” di Goethe comunica bene l’intenzione che ci ha mosso a ripubblicare lo scritto del Brunori, infatti, riprendere contatto con la Storia della Chiesa locale e le sue preziose fonti, ci permette di riguadagnarle, riscattandole dalla dimenticanza e così possederle. Una maggior consapevolezza delle nostre origini, della tradizione e la cultura da cui proveniamo, contribuiscono certamente in modo positivo alla conoscenza di noi stessi, rinnovando il nostro sguardo e la nostra creatività dentro il vissuto quotidiano. Desideriamo pertanto ringraziare la sig.ra Alida Brunori, che ci ha permesso di riprendere l’impagabile opera che il compianto marito ci ha lasciato in eredità, il prof. Giovanni Insolera, per la passione, la dedizione e la competenza con la quale si è impegnato in tale riedizione, il Sindaco di Tarquinia Pietro Mencarini, la tipografia Lamberti per il considerevole apporto tecnico e la precisione nel lavoro, la famiglia Fabbri che ci ha permesso di visionare il luogo della “Fontanella” presente nel loro giardino di casa e Alessio Natali per le foto inerenti la spiaggia ed il pozzo.
Don Giuseppe Tamborrini
BRANO
DA SANT’AGOSTINO ALLA FONTANELLA
Di Ennio Brunori
(Note del compianto Ennio Brunori del 1994 che condivise con me gli studi di Ragioneria all’istituto Baccelli di Civitavecchia. Sono tratte da una ristampa di un documento voluta da Padre Giuseppe Tamborrini della Chiesa di Pantano).
“” Alcuni storici, fin dal Medioevo, hanno sostenuto che Agostino, subito dopo il battesimo ricevuto in Milano dal vescovo Ambrogio nel 387 d.C. e prima di imbarcarsi per l’Africa nel 388, abbia voluto visitare i monasteri che erano sorti in Toscana e sul litorale etrusco, per osservarne il sistema di vita cenobitico. Tra questi vengono menzionate frequentemente il monastero di Lupocavo sul M. Pisano e quello di Centumcellae. Una diffusa leggenda popolare, riportata anche in scritti di antichi autori1), vuole che Agostino mentre era ospite nell’Eremo della SS. Trinità de Centumcellis presso Allumiere2), per ristorare il corpo e la mente, soleva a lungo passeggiare, raggiungendo talvolta il mare. Sarebbe avvenuta in una di queste peregrinazioni la famosa apparizione, nota alla letteratura ed all’arte come l’Incontro di S. Agostino e l’Angelo. Mentre Agostino passeggiava appunto sulla spiaggia vicino al Porto di Giano (poi di Bertaldo), meditando sul mistero della Trinità, gli apparve un Fanciullo che con il cavo della mano attingeva l’acqua del mare e la versava in una piccola fossa scavata nella sabbia. Alla richiesta del perché di tale azione, il Fanciullo rispose che voleva versare tutto il mare in quella piccola fossa. Agostino, meravigliato, fece notare l’umana impossibilità dell’impresa; ma il Celeste Fanciullo gli rispose con questo monito: “E’ più facile per me riuscire a versare tutta l’acqua del mare in questa piccola fossa, che per te spiegare l’imperscrutabile mistero della santissima Trinità!”. Detto ciò sparì. Questo prodigioso avvenimento è stato raffigurato in moltissime opere pittoriche da eccelsi artisti di diverse epoche, tra i quali spiccano il Botticelli, il Lippi e il Rubens. Il più antico documento, finora da noi ritrovato, che descrive l’incontro di Agostino con Gesù Cristo, nel Porto di Giano, risale al XII sec., epoca in cui fu scritta “La vita di Guglielmo” da parte del discepolo Alberto, pervenutaci in un manoscritto del XVI sec.3). 1) S. Alberto da Siena (+1181); Alberto di Padova (1269-1323); Pietro De’ Natali (1330-1406 c.); Vincent Ferrer (1350- 1419); Giacomo Gherardi detto il Volterrano (1434-1516); Martin Antonio Del Rio (1551-1608), oltre ai resoconti dei Registri dell’Ordine Agostiniano e delle visite pastorali dei Vescovi di Corneto. 2) Su questo Santuario posto tra i Monti di Allumiere a circa sette miglia dal mare, vedi: E. Brunori, Ricerche archeologiche all’Eremo della SS. Trinità di Allumiere, in Bollettino della Soc. Tarquiniense di Arte e Storia 1991: Catalogo Mostra Documentaria XVI Centenario del Battesimo di S. Agostino (387-1987), Allumiere 1987; Catalogo II Mostra documentaria “Risorge l’Eremo della Trinità”, Allumiere 1991. S. Alberto da Siena,, (+1181) Vita di Guglielmo, Ms. KVII 15, datato 1582, Biblioteca Comunale di Siena - sta in Roberto Ferretti, L’immaginario collettivo sui monti di Castiglione, Castiglion della Pescaia 1989. C’è da sottolineare che in questa prima descrizione dell’incontro non si fa cenno alla sorgente di acqua dolce che sarebbe scaturita nella buca scavata sulla spiaggia. All’incirca attribuibile alla stessa epoca (XII-XIII sec.) è un altro antico documento, venuto alla luce durante il pontificato di Clemente VIII (1593-1605), che descrive l’avvenimento riportandolo nello stesso luogo, cioè nel litorale del Porto di Giano o di Bertaldo. Si tratta di una lapide incisa con “caratteri antichissimi”, ritrovata dal Nobile cornetano Alessandro Degli Atti, proprietario del sito lungo il mare, chiamato in quell’epoca “la Fontanella di S. Agostino” dove era anticamente il Porto di Giano, poi chiamato di Bertaldo, tra la città di Corneto e Civitavecchia, mentre stava fabbricando in detto luogo, come ci attesta Mons. Ambrogio Landucci).
O M I S S I S””
Vanì, 20/02/2022. Ore 23.21
DATA: 06 Feb 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO: pda_Mod_132_v10_SSSGFR51C14H501X.pdf
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prova
DATA: 04 Feb 2022
OGGETTO: ESCURSIONE A BOMARZO DEL GRUPPO TIBURZI
ALLEGATO: BELW5792.JPG
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DOMENICA 6 FEBBRAIO 2022 ESCURSIONE
IL TIBURZI IN TUSCIA
BOMARZO E DINTORNI
INDICAZIONI … NOTE E PERCORSO STRADALE
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LUOGHI DI VISITA
TAGLIATA DUORUM DOMITIORUM
PIRAMIDE ETRUSCA
LA CASACCIA
PANO
LA TOMBA DI MUSETTO
DAL CRINALE ALL’ABITATO ETRUSCO DI SANTA CECILIA
RITORNO SUL CRINALE
PANO SU CHIA DIRUTA E VERSO LA TORRE DEL PASOLINI
IL FOSSO CASTELLO
IL PASSAGGIO TRA LE ALTE ROCCE DEL CANYON
LE MOLE ED IL PONTICELLO ETRUSCO.
*****
LE CASCATE DEL FOSSO CASTELLO
(IL GIORDANO)
OVE PASOLINI GIRO’
IL BATTESIMO DI GESU’
NELLA SCENA DEL VANGELO SECONDO MATTEO
LA TORRE DEL PASOLINI
°°°°
AL TERMINE LA SPOLA AUTO
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DAL PARK CVECCHIA AL PARK CAMPO SPORTIVO BOMARZO.
GIUNTI AL CAMPO SPORTIVO DI BOMARZO VERRA’ ORGANIZZATA LA SPOLA AUTO ONDE CONGIUNGERE IDEALMENTE ACCESSO ESCURSIONE E TERMINE,
LUOGHI NON COINCIDENTI. SI RACCOMANDA DI COLLABORARE PER DETTO SERVIZIO
DUE O TRE MACCHINE DOVRANNO PRESTARSI PER IL TRASBORDO
POSSIBILMENTE LE PIU’ CAPIENTI
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Dal Park del tribunale di CVecchia alle ore 8.30 si parte e si raggiunge Monteromano tramite A12 CVecchia Nord. Dall’A 12 si esce per lo svincolo Aurelia Bis Monteromano.
Superata Monteromano si entra nella Superstrada per Viterbo che si segue per circa 40 km., fino all’uscita Bomarzo-Soriano (oltre Viterbo). Allo svincolo si gira a sinistra verso Bomarzo. Si prosegue verso la cittadina per circa 1,5 Km. per girare a destra verso il Campo sportivo, dove si parcheggia.
Qui verranno organizzate le operazioni di spola per il recupero pomeridiano delle persone e vetture. Come indicato in premessa almeno tre macchine (compresa la mia) verranno cooptate per le operazioni di trasbordo, i due autisti delle altre vetture torneranno al Campo sportivo con la mia auto, per iniziare l’escursione.
Meteo e note utili
La giornata, inizialmente si presenterà con cielo coperto (previsto qualche millimetro di pioggia dalle ore 10 alle ore 12.30, ma niente di che), ma, verso le ore 13, dovrebbe soleggiarsi! Non è prevista alcuna sosta caffè, attrezzarsi con surrogati.
Al Campo sportivo, nel pomeriggio, non torneremo prima delle ore 15.30 (regolarsi con eventuali impegni personali).
La lunghezza del percorso non supera i 7 Km, e non presenta difficoltà particolari, soltanto un breve tratto in discesa entro la prima tagliata tufacea che occorre percorrere con attenzione, ove si raccomanda l’uso di bacchette da trek. Poco più avanti, per tornare sul crinale occorre superare una salita tra rocce di circa 50 mt.
No guadi né attraversamento di macchia mediterranea. Questa escursione, purtroppo è, generalmente, molto frequentata, anche da famiglie con bambini e persone sprovviste di riferimenti topografici, ciò potrà comportare rallentamenti. Durante la camminata, in prossimità del bosco si raccomanda di mantenere contatto fisico con il gruppo, avvertendo le guide per eventuali necessità impellenti di sosta obbligata.
Chi conoscesse già il percorso vorrà, per compiacenza, adeguarsi all’andatura del Gruppo. Vietate iniziative personali.
Un saluto,
Vanì, 04/02/2022
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Il Senatore Bellosguardo
ALLEGATO:
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fdnfh
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Prima Prova
ALLEGATO:
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TESTO
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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provaaaaaaaaaaaaaaaaaa
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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Testo di prova
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Prima Prova
ALLEGATO:
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DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Prima Prova
ALLEGATO:
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DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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Testo di prova
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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dgdfggd
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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jjj
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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PROVA
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Prima Prova
ALLEGATO:
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prova
DATA: 29 Jan 2022
OGGETTO: Prima Prova
ALLEGATO:
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ggg
DATA: 28 Jan 2022
OGGETTO: 6 Febbraio 2022 uscita alla Piramide Etrusca d Bomarzo
ALLEGATO:
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Gruppo Tiburzi Civitavecchia
Escursioni in territorio Etrusco Falisco
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Domenica 6 febbraio 2022
In Territorio Bomarzese
uscita alla c.d. Piramide Etrusca, le cui note sono state inviate con mail a parte, data la dimensione delle stesse.
Sul sito sono riportate le indicazioni ufficiali che provvedo ad ripetere di seguito.
Premetto comunque che per la giornata designata è prevista pioggia, seppur di modesta intensità, e che pertanto mi riservo di fornire, per tempo, indicazioni sulla fattibilità dell'escursione e la eventuale data d rinvio.
Orario di Partenza 8.30 ... ritrovo ore 8.15. Park solito Tribunale di Civitavecchia.
Auto proprie.
Km. 130 per raggiungere il punto di partenza escursione.
Escursione di Km. 7,5. No guadi, no macchia mediterranea, pranzo al sacco. Spola auto (punto partenza escursione e parcheggio auto non coincidenti).
Un caro saluto ... Vanì, 28 01 2022
DATA: 28 Jan 2022
OGGETTO: Tagliata dei Fratelli Domitii Piramide Etrusca Tomba di Mu
ALLEGATO: EXTD1590.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING TIBURZI
Escursioni in territorio Etruso falisco
TAGLIATA DEI FRATELLI DOMITII – PIRAMIDE ETRUSCA – ABITATO S.CECILIA – TORRENTE CASTELLO – TORRE DI CHIA
…. in punta di piedi, sorretti dalle bacchette da trek, nel silenzio del più sacro rispetto e nel timore di richiamare l’attenzione delle “guardie dei Domizi”, attraversiamo la tagliata etrusca, proprietà e patrimonio di quella ricca famiglia romana; il divieto di passaggio sulla via, ribadito dall’iscrizione scolpita sul peperino ripassata all’interno delle lettere con vernice rossa, intendeva vietare il transito a chiunque. Ai viaggiatori che dalla Valle del Tevere attraversavano la regione in direzione del “Mons Ciminus”, di “Vetus Urbis” o dei prossimi laghi e viceversa. I Due Domizi, presumibilmente fratelli, appartenenti alla potente famiglia senatoria romana, possedevano, nel I secolo d.C., almeno una fornace per la costruzione di laterizi nei dintorni di Mugnano, ciò è attestato dai sigilli apposti su tegole, mattoni e coppi di loro produzione, utilizzati anche per erigere importanti monumenti in Roma.
Il NS. PERCORSO
Il cammino ci porta ora verso altre emergenze archeologiche che, “protette” dalla fitta vegetazione, si parano improvvisamente, a spaglio, innanzi a noi. Raggiungiamo così una sorta di manufatto a forma pentagonale, dell’altezza di circa 7 metri, con una colonnina di pietra alla base. Definito “la pirimidina,” sembra avere un riferimento astronomico con “Il Piramidone”, sito poco più in alto. Emblematica quest’ultima megalitica costruzione, ricavata da un enorme “masso erratico” di peperino scivolato dall’altipiano. La facciata fruibile si pone prepotentemente avanti alla vista, un’elevata ripida gradinata conduce dalla base a due ambienti, a “cielo aperto”, da cui si dipartono due gradinate verso l’alto per raggiungere un’alta terrazza. Su un lato sono presenti alcuni intagli che scendendo quasi alla base dovevano raccogliere in alcune nicchie del liquido.
Incerta è la funzione per cui l’opera sia stata realizzata. L’imponente manufatto, di sicura matrice etrusca, potrebbe rappresentare un altare sacrificale, un ara dedicata ad una particolare divinità o addirittura potrebbe essere stata costruita per incinerare i defunti. Comunque, qualsivoglia sia l’uso per cui sia stata concepita, ne ammiriamo l’imponente struttura, a tratti simile ad alcuni altri manufatti presenti nei dintorni di Bomarzo (Sasso Predicatore 1 e 2 etc.), con qualche analogia con le costruzioni piramidali di Macchu Picchu.
La vista della nostra “Piramide” suscita, nell’attimo, sensazioni e vibrazioni diverse in ognuno di noi, estrapolati dagli schiamazzi del Gruppo. E’ qui che conosciamo Salvatore Fosci, ragazzo del luogo, cui dobbiamo il merito della riscoperta dell’intero sito, avendo ripulito, gratuitamente, le emergenze archeologiche invase dalla macchia e dai rovi, ma lui minimizza tutto. Lo ringraziamo per la sua modestia; il suo carattere estroverso lo porta alla conversazione con tutti noi e mentre parla del Bosco di Bomarzo, trapela dai suoi occhi, tutto l’amore per la sua terra.
Risaliamo un erto pendio fin sotto la finestraccia, una casa su due piani realizzata interamente entro un enorme masso di peperino, mentre raggiunto l’altipiano, ci imbattiamo nella stele funebre di “Musetto”” un cavallo di Bomarzo deceduto durante una competizione, qui seppellito con tutti gli onori nel più sereno camposanto del mondo. Mentre in silenzio rendiamo omaggi funebri a “Musetto”!
Percorriamo, per raggiungere la meta, un bel sentiero lungo il costone roccioso, sotto il quale si dispiega un’immensa forra lussureggiante, sulla nostra sinistra un tratto di mura urbiche etrusche, in opera poligonale, ci ricordano l’anno presumibile del loro elevato, 310 a.C., per scongiurare la conquista romana. In quell’anno i romani, seguito il corso del Tevere, avanti Orte, hanno inflitto agli etruschi, di Volsinii e Tarquinii, presso il Lago Vadimone una pesantissima sconfitta, che sancì di fatto la loro egemonia su tutta l’Etruria. Segui dopo la tregua dei quarant’anni richiesta da Tarquinia.
Scendiamo la tagliata che ci porta all’abitato etrusco di S.Cecilia. Ovunque tutt’intorno la presenza di rocce e manufatti intagliati dall’uomo. Una bella casa nel bosco prossima ad una chiesa longobarda sulle cui fondamenta sono presenti numerosissimi sarcofagi antropoidali scavati nella roccia. Tutt’intorno all’edificio di culto alcuni Menhir e varie “pestarole” che culminano con una più grande, incorporata in una costruzione complessa. Non c’è dubbio che il luogo doveva essere dedicato alla divinità etrusca del Dio Fuflun (Bacco etrusco), prima della chiara dominazione longobarda.
Non ci resta ora che percorrere a ritroso la tagliata etrusca, per riportarci sull’altipiano e prendere la direzione del Torrente Castello-Torre di Chia. Percorrendo il sentiero sul bordo dell’altipiano, ampi scenari si aprono sulla vallata opposta. Si intravede il diruto paesino di Chia, avanti l’alta Torre omonima, l’ampia valle tiberina e le colline di Giove ed Amelia.
Sul greto del Torrente incontriamo un grazioso ponte etrusco, alcuni mulini che presentano ancora le macine in dura roccia, e mentre passiamo entro una bella galleria artificiale, giungiamo avanti un’immensa piazza “fluviale” su peperino ove il Torrente ha scavato con lavorio millenario, il suo alveo dalle forme più bizzarre, a seconda del flusso più intenso centrale o delle correnti laterali. Presenti vasche, vaschette, canali, salti, tuffi di roccia fino ad una sorta di apologia alla scultura naturale, un tratto di roccia ove possenti onde sussultorie di piene hanno lasciato l’impronta del loro negativo
Proprio sotto la cascata maggiore, un cartello affisso ad un albero ricorda che le immagini del luogo furono le prime “quinte” della scena del Film “Il Vangelo secondo Matteo” del Grande Pasolini.
Terminiamo l’escursione con la visita alla immensa torre a base pentagonale, che domina sulla cascata del torrente. Fu abitazione dello scrittore, che qui si ritirò asserendo di aver scoperto il luogo più bello del mondo.
E non possiamo non dargliene atto ove si consideri che - malgrado il tempo trascorso dalla sua morte (1975), l’aggressione dei fautori delle discariche a cielo aperto, l’opera infaticabile dei fagottari, di disboscatori ed incendiari, la pubblica incuria - il luogo conserva ancora un certo fascino.
Qualcosa sui "Domitii " Proprietari della tagliata e di alcune fornaci poste poco più avanti
Quando passai queste “contrade”, almeno 15 anni fa ed oltre, fui subito colto dal desiderio di ricercare, magari con il tempo, nella vasta letteratura latina, notizie riguardanti i due fantomatici Fratelli Domitii indicati nella famosa locuzione, per capirne qualcosa, “sconfortato” dalla mia insaziabile curiosità storica. La mia attenzione si arenò presto nel prendere atto che la Famiglia “Domitiata”, “romana” lo era tanto per dire, in realtà originaria “Gallica”, entrò nel vasto scenario del mondo politico ed egemone della Roma Imperiale, in conseguenza della estesa romanizzazione attuata dal 380 a.C. in poi. Da allora, all’alba della conquista “Veiente”, e fino alla completa realizzazione dei primari progetti proiettati verso la conquista del mondo. Completata od incompletata, in relazione ai punti di vista e di pensiero ed ai termini propostisi e propositi dal conquistatore “predatore”.
Le note da me ricavate discendono da lavori letterari di anonimi autori stranieri, in particolare “francesi” preoccupati, e positivamente interessati, nell’aver aver rilevato una particolare discendenza gallica “francese” dei soggetti in argomento. O dalla vasta letteratura inglese, cui debbo attribuire e riconoscere soltanto un forte e particolare amore per tutte le storie e vicende delle popolazioni mediterranee, egemoni e non (sic… salvo non aver trovato, io, la giusta chiave di ricerca e lettura).
Non trascuro di riconoscere di aver incontrato una certa difficoltà nel riportare nella nostra lingua, le nostre storie latine, tradotte in lingue estere europee, che in alcuni punti presentano accertati strafalcioni, omissioni e/o, nei modi di dire. Allocuzioni che portano lontano, traduzioni fuori senso e significato. Altro punto di difficoltà è rappresentato dall’Istituto dell’adozione fuorviante (cfr. lunga nota unica giuridica, in fondo al testo) , molto diffuso nel mondo romano, oltre alla confusione generante, nella ricostruzione importante delle genealogie, l’uso di chiamare i figli con il nome dei loro genitori.
Ancor prima che “Lucio Domizio Enobarbo Claudio Cesare Augusto Germanico” alias Nerone, divenisse imperatore romano a 17 anni (54 d.C. 68 d.C.), succedendo a suo padre adottivo Claudio, la Famiglia dei Domizi era attiva e molto potente nella VII Regio (ex Etruria). Per riconosciuti meriti bellici, intorno al primo secolo avanti Cristo, ottenne, per disimpegno, dal Governo Centrale, numerose “terre” in provincia. Apparteneva ai “Domitii” la villa Romana nell’isola di Gianutri, quella di Baia Domizia presso Cosa, l’altra in Punicum e forse in altre località ancora.
FRATELLI LUCANO E TULLO CURVIUS (DOMITII)
NARBONENSIS
ATTIVI IN ROMA NEL PRIMO SECOLO DOPO CRISTO
Figli di Sextus Curvius Tullus ma forse di due diverse madri, Lucano di Dasumia mentre Tullus di Titia Marcella.
Sextus Curvius Tullius Padre nacque l’anno 10 d.C. nella Gallia Narbonense, posta a sud della Francia attuale corrispondente, all'incirca, alle odierne regioni amministrative francesi di Linguadoca - Rossiglione e Provenza – Alpi - Costa Azzurra, situate nella Francia meridionale. Precedentemente conosciuta come Gallia Transalpina o Gallia meridionale, prima delle campagne di Cesare era chiamata anche Provincia Nostra o semplicemente Provincia.
Lucanus e Tullus furono adottati da Gnaeus Domitius Afer, che assunsero il nome del casato dei “Domitii”. Ovvero Gnaeus Sextus Domizio Afer Titius Marcellus Curvius Lucanus e Gnaeus Domitius Curvius Tullus.
Gnaeus Domitius Afer fece del tutto per togliere i due fratelli dalla Patria Potestà del loro padre naturale Sesto Curvius Tullius.
Gnaeus Sesto Domitio Curvius Lucanus
(comproprietario delle fornaci e della strada che a queste portava da Bomarzo, compresa la Tagliata)
Sesto Curvius Lucanus nacque in una località della Gallia Narbonense l’anno 35 d.C. da Sesto Curvius Tullius e presumibilmente da Dasumia “Curvius Tullius”.
Lucanus Sposò Curtilla “Curvius Lucanus”.
Curtilla nacque nell’anno 45 d.C. I due ebbero una figlia, Domitia Lucilla Calvisius Tullius Ruso.
Lucanus fu console suffetto tra il 76 e il 78.
Gnaeus Domitius Afer, come già rilevato, espropriò la patria potestà dei fratelli al loro padre naturale, Sesto Curvius Tullius (Padre).
Dopo la sua “adlectio” senatoria Lucano (nel periodo repubblicano si dicevano adlecti i senatori di origine plebea, chiamati a far parte del senato, quando questo era ancora in maggioranza costituito di patrizî) prestò servizio come prefetto per un vessillo di soldati che facevano campagna contro le tribù tedesche, e per il suo successo ricevette “dona militaria”, o riconoscimenti militari, appropriati al suo grado.
Quindi procedette attraverso i ranghi delle magistrature repubblicane, prima come questore assistendo un imperatore senza nome, ciò perché indicato nella letteratura postuma (probabilmente Nerone il cui nome era comunemente omesso dalle iscrizioni dovute a damnatio memoriae), poi tribuno plebeo e pretore, dopo di che lui e suo fratello furono nominati legatus legionis, o comandanti, della Legio III Augusta, incarico che includeva il governo della provincia di Numidia, dall'anno 70 a 73;
Lucanus seguì la sua ammissione nel Septemviri epulonum (I septemviri epulones dal latino epulo - epulonis banchettatore, erano uno dei quattro più importanti collegi religiosi della Roma antica, insieme a quelli dei pontefici, degli auguri e dei "quindecemviri sacris faciundis - quindecenviri Collegio sacerdotale nell’antica Roma, cui erano attribuite la custodia e interpretazione dei libri sibillini e la competenza sui culti stranieri). Tale incarico, per importanza veniva subito dopo i pontefici e gli auguri.
Ordine istituito, secondo la tradizione, al tempo di Tarquinio Prisco e composto dapprima di due membri, ne contò poi 10 (5 patrizi, 5 plebei), "Essi facevano parte dei sacerdoti della religione ufficiale romana e pertanto stipendiati dallo stato, uno dei quattro più prestigiosi sacerdozi romani”.
Quindi fu nominato governatore proconsolare dell'Africa, assistito dal fratello Tullo come suo legato nell'84/85. Se Lucano e Tullo ricoprivano contemporaneamente la stessa posizione, ciò non era una prova sufficiente che questi fratelli fossero molto uniti. Così riferisce la lettera di Plinio scritta dopo la morte di Tullo, come invalido, dove fornisce un chiaro esempio di lealtà verso il fratello, avendo disposto i suoi beni in favore della nepote Lucilla.
Lucano sposò la figlia di Tito Curtilio Mancia.
Tito Curtilio Mancia era un senatore romano che ricoprì diversi incarichi al servizio dell'imperatore durante la metà del I secolo. Tito Curtilio fu console suffetto nel nundinium da novembre a dicembre 55 come collega di Gneo Cornelio Lentulo Gaetulicus.
Non si conosce nessun altro senatore con il suo gentilicium, quindi Mancia sembra essere stato un homo novus. Le sue origini non sono note con certezza; tuttavia, ci sono diverse indicazioni che provenisse dalla Gallia Narbonensis. In questo periodo provenivano da questa provincia diversi senatori, probabilmente per l'influenza del consigliere di Nerone, Sesto Afranio Burro, “narbonense” egli stesso.
Lucano ebbe una figlia, Domizia Lucilla.
Tuttavia, Mancia sviluppò un odio per Lucano e si offrì di fare di Lucilla la sua erede solo se Lucano l'avesse liberata dal suo potere di paterfamilias; ciò avrebbe impedito a Lucano di beneficiare dell'eredità della moglie Curtilia. Lucano potrebbe poi essersi risposato con Domizia Longina.
Lucano fece questo. In seguito Lucilla fu adottata anche dallo zio Tullo, beneficiando di ulteriore eredità.
Domizia Lucilla avrebbe poi sposato Publio Calvisio Tullo Ruso, la loro figlia Domizia Calvilla era la madre dell'imperatore Marco Aurelio.
Gneo Domizio Tullo
(comproprietario delle fornaci e della strada che a queste portava da Bomarzo, compresa la Tagliata)
Fu senatore romano e comandante militare attivo nel I secolo d.C. Il suo nome completo è Gnaeus Domitius Curvius Tullus. Fu per due volte console suffetto: la prima volta tra il 76 e il 79; la seconda volta per il nundinium dal 13 al 31 gennaio 98 come collega di Traiano.
Tullus era figlio di Sextus Curvius Tullius (e fratello da parte di padre di Gnaeus Curvius Lucanus) e di una donna il cui nome era probabilmente Titia Marcella.
Plinio il Giovane spiega che il loro padre era stato perseguitato dall'oratore Gnaeus Domitius Afer, che era riuscito a privare l'anziano Tullio della sua cittadinanza e ricchezza.
Tuttavia, Afer fece poi sia Tullo che suo fratello Gneo Domizio Lucano suoi eredi testamentari, lasciando loro la sua fortuna a condizione che prendessero il suo cognome come loro.
Il suo cursus honorum è registrato in due iscrizioni e fornisce uno schema della sua vita.
Tullus iniziò la sua carriera senatoriale probabilmente nella sua adolescenza come membro del decemviri stlitibus iudicandis, uno dei quattro consigli dei vigintiviri, un collegio minore che giovani i cui padri erano membri del Senato e prestavano servizio all'inizio della loro carriera.
Questo fu seguito dal servizio come tribuno militare con la Legio V Alaudae sulla frontiera del Reno, la stessa legione in cui prestò servizio suo fratello Tullo. (La Legio V Alaudae, nota anche come V Gallica o semplicemente V.
Fu questa una legione romana, creata da Giulio Cesare nel 52 a.C., composta da Galli transalpini. Il soprannome Alaudae (“allodole”) deriva dall'alta cresta, tipica dei guerrieri Galli, che decorava gli elmi dei legionari. La stessa parola usata in francese per indicare l'allodola (alouette) deriva dal latino alaudae, a sua volta termine prestito della lingua dei Galli.
Quando l'imperatore Nerone fu scelto per il senato, dietro sua interferenza, fu comandante della cavalleria e prese parte alla guerra contro gli olandesi.
Anche il fratello Lucano prestò servizio nella stessa legione.
Lucano passò poi nei ranghi delle magistrature repubblicane, prima come questore assistente del governatore proconsolare dell'Africa, poi come tribuno plebeo e pretore. Dopodiché lui e suo fratello furono nominati legatus, o comandante/i, della Legio III Augusta. Incarico che comprendeva il governo della provincia di Numidia, dal 70 al 73 d.C.
Werner Eck suggerisce che Lucano assunse responsabilità civili mentre Tullo era al comando della legione.
A seguito di questo, lui e suo fratello furono integrati nella classe patrizia dagli imperatori Vespasiano e Tito nel 72/73.
Il motivo esatto della loro promozione non è registrato né noto, ma durante la loro censura Vespasiano e Tito promossero un certo numero di persone al Senato, come Patrizi, per il loro sostegno durante l'Anno dei Quattro Imperatori.
L'anno dei quattro imperatori corrisponde, all'interno della storia romana, all'anno 69. Fu così chiamato perché durante questo anno regnarono quattro imperatori.
La vita attiva di Tullus lo lasciò "nodoso e storpio in ogni arto", per citare Plinio, il quale osserva che nella sua vecchiaia Tullo era così indebolito che poteva cambiare postura solo con l'aiuto degli altri, e aveva bisogno di aiuto per lavarsi e spazzolare i suoi denti. «Si sentiva spesso dire», continua Plinio, «quando si lamentava delle umiliazioni del suo stato di debolezza, che ogni giorno leccava le dita dei suoi schiavi».
Alcune fonti dicono che fu nominato console a 98 anni. Nell'anno 108 fece testamento e poco dopo morì!
Non sappiamo quando nacque Tullo, ma conosciamo l’anno della sua morte. Come già indicato adottò la figlia di suo fratello Domizia Lucilla, cui devolse tutti i suoi averi.
Plinio non chiarisce se Tullo avesse dei figli suoi. Dice che aveva sposato una donna "con un distinto pedigree e un carattere onesto" mentre era vecchio, paralizzato e indebolito dalla sua malattia, che era stata sposata prima ma era vedova e aveva figli dal suo precedente matrimonio. Loda la sua perseveranza per essere rimasta al suo fianco nonostante le sue condizioni, ma Plinio non ci dice il suo nome.
DATA: 14 Jan 2022
OGGETTO: Copia di una antica mappa della Tuscia.
ALLEGATO: 2560px-Map_of_ancient_Tuscia_by_Abraham_Ortelius.jpeg
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Tiburziani ...
nel pensiero di farVi cosa grata Vi invio l'immagine .... copia di una antica mappa della Tuscia di Abraham Ortelius del 1600 c.a., giacente in un museo di Londra !
Dopo aver assoggettato l'Etruria, i romani la divisero in tre grandi macro aree (mantenendole però un significativo riferimento topografico "Tuscia" ... da Tosco, Etrusco), ovvero
La Tuscia romana. Questo territorio comprendeva tutto il Lazio settentrionale ... la provincia di Viterbo, la provincia pontificia del Patrimonio di San Pietro (includeva Centumcellae) e la provincia nord fino al Lago di Bracciano, Monte Soratte.
La Tuscia Ducale, che includeva i territori del Lazio e dell'Umbria soggetti al Ducato di Spoleto.
La Tuscia Longobarda ovvero quasi completamente tutta l'attuale Toscana, che fu dominazione Longobarda.(tale termine volgarizzato nel medioevo in Langobardorum, persiste ancora oggi persino nei cognomi di famiglie Toscane, presente anche in Vetulonia, importante lucumonia etrusca, paese di nascita di mia moglie)
DATA: 13 Jan 2022
OGGETTO: Percorso Stradale per le Cascatelle di Castel Giuliano 16 ge
ALLEGATO:
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GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
ESCURSIONI ETRUSCO-FALISCHE
PERCORSO STRADALE CVECCHIA-CASTEL GIULIANO
16 gennaio 2022
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Dal Pak del Tribunale di Civitavecchia si raggiunge l'A12 per direzione Roma. Si esce a Cerveteri, all'uscita dal raccordo si gira a SINISTRA. Poco più avanti al semaforo si gira a DESTRA per la Strada Provinciale Settevene Palo. Raggiunto il suburbio di Bracciano alla prima rotonda si gira a SINISTRA per la strada Prov.le 493 Braccianese (direzione Manziana) ma dopo un paio di Km, alla rotonda si gira a SINISTRA per Castel Giuliano percorrendo quindi Via A. Perugini. Si superano un paio di rotonde per immetterci nella Provinciale omonima di Via di Castel Giuliano. Si raggiunge infine la cittadina. Si parcheggia, da qui comincia la nostra escursione. Quindi si prende tutta l'attrezzatura al seguito. Non dimenticare la MASCHERINA.
16/01/2022 .... Giornata soleggiata. Temperatura media 10° C
DATA: 08 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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BUTTARE
DATA: 07 Jan 2022
OGGETTO: PROVA
ALLEGATO:
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ghdffh
DATA: 07 Jan 2022
OGGETTO: Causa perturbazione seppur lieve Cascatelle di Castel Giulia
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
Uscite in territorio Falisco Etrusco
CASCATELLE DI CASTEL GIULIANO
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Signori Escursionisti,
la giornata di domenica 9/1 (dopodomani), nei luoghi oggetto della nostra camminata domenicale, sono previste, seppur lievi, continue precipitazioni a partire dalle ore dieci e fino al tardo pomeriggio. La particolare conformazione forratica dei versanti, l'assenza di vie di fuga, sconsigliano di onorare il dettato del programma. Comunico pertanto il rinvio dell'uscita alla prossima domenica 16/1/2022.
Un caro saluto '22 ... Vanì 07/01/2022 0re 9,41
DATA: 01 Jan 2022
OGGETTO: Cascatelle di Castel Giuliano 9 gennaio 2022. Area Bracciane
ALLEGATO:
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GRUPPO FALISCO ETRUSCO D.TIBURZI
CIVITAVECCHIA
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Gentili Signori delle escursioni …
se vi sembra giunto il momento di smaltire, con una bella camminata tra boschi, torrenti e natura incontaminata, le centinaia di calorie ingerite in occasione di queste festività testé trascorse, l’opportunità verrà offerta dal Tiburzi il giorno
9 GENNAIO 2022
Il teatro dell’escursione sarà quello delle suggestive …
Cascatelle di Castel Giuliano,
tra quinte rocciose, verdeggianti e nuvole d’acqua polverizzata.
Di seguito è posto il programma per chi di voi volesse cimentarsi in questa nuova avventura.
Ritrovo, orari … soliti.
Park Tribunale di Civitavecchia … ore 8.15 appuntamento, per partire alle 8.30. Auto proprie.
Pranzo al sacco. Escursione di km. 6 “facile”, si visiteranno tutti i più interessanti salti d’acqua del luogo, degni di questo nome.
Percorso auto per raggiungere Castel Giuliano (area Braccianese) c.a. 100 a/r.
Non ci sono guadi o macchia mediterranea da superare. Forse incapperemo in qualche tratto fangoso … se avrete pazienza!
Aggiungo che l’uscita sarà però determinata dall’imponderabile giudizio dei bollettini Meteo e Covid.
PER QUESTO VERRETE DA ME AVVERTITI ENTRO LA GIORNATA DI VENERDI’ 7 GENNAIO 2022
Ovvero ci ritroveremo all’appuntamento qualora la giornata si presenti discreta, senza rischi di pioggia.
Altresì, sarà fattibile l’escursione, quanto alla possibilità concessa nell'espletamento dell’attività fisica all’aperto, qualora la nostra Regione non venisse nel frattempo postata in zona arancione. Nel qual caso occorrerà verificare se il “passaggio” offra o disponga limitazioni previste in particolare per non vaccinati, di cui (sic) anch’io ne sono divenuto “capro espiatorio”. Sembra che siano questi - a detta di saggi politici che si atteggiano a virologi o ricercatori, ed anche a giudizio di miei stretti parenti - i responsabili della diffusione dell’epidemia, il mondo intiero ci scuserà!
Un saluto a tutti voi comunque vada …
Vanì 1/1/22
Mentre … per chi ha difficoltà a prendere sonno ….
CASCATELLE DI CASTEL GIULIANO
Graziosi salti d’acqua e fontanili naturali formati da un ampio e variegato impluvio, a sud ovest del lago di Bracciano, su tratti di una serie di fossi e torrenti e torrentelli, posti a “ragnatela”.
Questi corsi d’acqua sono alimentati superficialmente da piogge, acqua termale e forse dal naturale bacino del giusto livello idrico del lago tramite falde sotterranee od un non identificato fosso, pertanto alcuni di essi hanno “andamento” stagionale.
Non sarebbe stato sufficiente, per creare le cascate in argomento “cascate”, un territorio pianeggiante del tipo alluvionale! Qui la natura ci ha messo del suo, ed il lento logorio degli agenti atmosferici e l’impatto dei corsi d’acqua, hanno messo in luce/evidenza, elementi geologici diversi per natura e compattezza.
Dobbiamo per questo prendere in esame la stratificazione geologica del territorio, e poi dare il giusto peso agli elementi naturali e meteorologici che lo hanno profondamente modellato e determinato.
Il territorio del Lazio, come del resto quello di gran parte della penisola italiana, ha iniziato a formarsi ed evolversi circa 200 milioni di anni fa, ed è tutt’ora sottoposto a continua trasformazione, definita “instabilità idrogeologica”.
La nostra Regione si presentava dapprima come una sorta di mare paludoso, poco profondo, che si estendeva dalla catena montuosa degli Appennini fino alla attuale linea di costa del Tirreno.
In alcuni punti, come isole, per effetto di movimenti tettonici, emersero banchi di scuro basalto del tipo “colonnare”.
Il basalto è frutto del magma di antichi vulcani sottomarini venuto a contatto con l’acqua che ne ha causato l’improvviso raffreddamento e solidificazione.
In seguito queste rocce sono emerse e le loro depressioni sono state ricoperte da depositi alluvionali e da fenomeni vulcanici più recenti, ceneri vulcaniche … tufi.
I corsi d’acqua e gli agenti atmosferici hanno cominciato ad incidere e modellare il territorio così eterogeneo, asportando ciò che veniva più facilmente portato via, sabbie, argille, lapilli, ceneri e tufi, formando profonde forre.
Ma i banchi di scuro basalto, posti a diversi livelli, data la loro elevata resistenza all'usura e alla compressione, sono stati portati in luce. Sono questi che ci hanno regalato le nostre belle “Cascatelle” che, comunque, il lento logorio atmosferico ha dato vita alle sabbie scure (ferrose) presenti sulle spiagge dell’adiacente litorale, graffiate agli scuri basalti!
L’idrografia del luogo.
Il Fosso della Caldera: nasce dall’omonima pozza d’acqua termale, nei pressi di Manziana, per finire nel Fosso della Mola.
Il Fosso di Pianciano: poi detto di Monte La Guardia, genera la Caduta dell’Ospedaletto o del Moro (la 1^ - Mt. 35 c.a.), si immette nel Fosso della Mola.
Il Fosso della Mola: nasce nei pressi di Bracciano e forma la cascate della Mola (la 2^), e di Castel Giuliano (la 3^ 30 Mt. c.a.). Appena a valle dei due salti d’acqua, il fosso anzi citato è chiamato “Torrente delle Ferriere” (per la presenza di due opifici che servivano, in un recente passato, per la estrazione del ferro dalle rocce). In questo tratto del corso d’acqua si trova una cascata d’acqua, che forma un ameno laghetto, detta (Braccio di Mare – la 4^).
Poco più avanti si incontra il Fosso Vaccinella, che si immette nel Fosso principale, e presenta una bella caduta di acque così detta del “Vaccinello” (la 5^ 40 Mt. c.a.).
La suggestiva rassegna dei salti d’acqua è chiusa dalla cascatella c.d. dell’Arenile (la 6^). Mentre le peripezie del Fosso principale non si esauriscono qui! Nei pressi di Castel Dannato, riprende il suo primo nome (ma non l’ultimo), ovvero “Fosso della Mola”. Ma davanti a Cerveteri, il corso d’acqua, arricchito dai vari apporti, seppur di piccoli immissari, ricambia “generalità” e si presenta ufficialmente, non per suo volere, con il nome, ormai definitivo, di “Fosso Vaccina”.
Questi brevi cenni, forse ancora incompleti, potranno un po’ chiarire alcune lacune che generalmente affiorano nella lettura dei siti Internet analoghi al nostro, nel descrivere il luogo in esame e le sue “cascatelle”.
La storia del Borgo.
Tratto da Testo apocrifo posto a corredo dell’escursione “Tiburziana” del 9 marzo 2003
La frazione di Castel Giuliano rappresenta un interessante esempio di insediamento agricolo seicentesco: si sviluppa su tre file parallele di case a due piani costruite secondo un’unica tipologia; le case terminano su un piazzale dominato dal Castello padronale. Castel Giuliano fu feudo dell’Ospedale del S.Spirito e, in seguito, della Famiglia Patrizi.
Nel cuore di una grande tenuta, alla pendici dei Monti della Tolfa, si trova il suggestivo parco secolare di Castel Giuliano, antico insediamento etrusco e romano, divenuto proprietà dei marchesi Patrizi fin dal Cinquecento.
Dopo secoli di abbandono, i proprietari hanno voluto restituire, grazie a lunghi ed accuratissimi restauri, al Parco, al Castello ed alla Chiesa di famiglia un lustro ed uno splendore dimenticati da tempo.
Entrando in questo giardino incantato dove una natura incontaminata si fonde armoniosamente con una sapiente ricerca botanico-paesaggistica, si è subito immersi in una vegetazione dove trovano il loro posto ideale erbe aromatiche e cespugli fioriti sovrastati da pini marittimi, querce e cedri del Libano centenari che accentuano il contrasto tra la natura spontanea ed una voluta raffinatezza di toni e colori.
Ma la vera particolarità di questo giardino sono comunque le rose per cui la marchesa Umberta Patrizi nutre da anni una vera passione che le ha consentito di trasformare Castel Giuliano in uno dei maggiori roseti italiani privati. Centinaia di rose antiche si arrampicano sulle vecchie mura, altre arbustive riempiono grandi spazi insieme alle digitali, ai mirti ed agli azzurri ceanoti. Resti di tombe e magazzini etruschi coperti da felci e licheni affiorano dalla fitta macchia a ricordare il passato.
Castel Giuliano fu abitato da etruschi e romani dai tempi più remoti, dei quali ancora oggi è possibile riconoscerne le vestigia, costituite dai resti di un muro di cinta e da numerose tombe etrusche ormai da tempo violate.
Nel Medio Evo fu proprietà della famiglia Venturini (Patrizi Romani) da allora fu frazionata e passò, come bene dotale, in numerose famiglie, tra cui gli Orsini, i Massimo, i Chigi con Agostino il Magnifico. Nel 1546 tutti i lotti furono acquistati e riuniti da Giovanni Patrizi ed i suoi discendenti, comprese le tenute del Sasso e del Sambuco. Nel 1635 tutta la proprietà fu eretta a marchesato dal Papa Alessandro VII (Cardinale Fabio Chigi) in favore di Patrizio Patrizi che ricoprì la carica di Generale delle Poste e Senatore di Roma.
Le tenute di Castel Giuliano, Sasso e Sambuco, arrivarono a ricoprire 5287 ettari. Il territorio è ancora attraversato da numerosi cunicoli etruschi, alcuni ostruiti, ma altri alimentanti ancora oggi i fontanili della proprietà.
Sono rimasti dal 1500 circa, i resti di un’antica ferriera, vicino al Fosso della Caldara, proveniente dalla Caldara di Manziana, attorno alla quale si trovano ancora numerose scorie ferrose.
L’insieme dei terreni di Castel Giuliano è costituito da terre e colline di origine vulcanica; quest’ultime ricoperte da flora e fauna tipicamente mediterranea con l’eccezione di qualche intrusione di piante di castagno. Per quanto riguarda la fauna, numerosi sono i cinghiali, i daini ed i mufloni.
Alcune di queste colline boscose, chiamate “monti” sono percorribili su stradoni tracciati sia per facilitare la gestione forestale, sia per la tradizionale caccia al cinghiale, detta “cacciarella”.
L’edificio principale di Castel Giuliano è il Palazzo Patrizi, costruito in più tempi ed il cui assetto definitivo è stato portato a termine tra il ‘600 ed il ‘700 dall’arch. Cipriani, con l’aggiunta al nucleo più antico di un grande scalone e di una galleria affrescata dal Passeri.
Adiacente al Palazzo si trova la Chiesa padronale del 1700, che fu parrocchia per moltissimi anni, intitolata a S.Filippo Neri, e che è stata recentemente restaurata dal proprietario. Prospiciente al palazzo il parco dello stesso. Dal tempo della loro acquisizione nel 1546, le tenute sono rimaste, sia pur ridimensionate, alla famiglia Patrizi.
Il Parco e le sue Collezioni.
Il Parco del Castello è frutto di un’intensa opera di ricostruzione e trasformazione, la corte, dove fino a pochi anni fa i trattori percorrevano sentieri di terra battuta, è ora un giardino dove il sapiente gioco dei colori, la profusione dell’erba, l’armonioso succedersi delle fioriture al ritmo delle stagioni e la stessa abbondanza delle presenze vegetali viene percepita come lieve e leggera: da una parte vediamo rivivere le antiche ed alte mura della dimora, dall’altra si stempera e fonde con i grandi spazi circostanti.
Nel parco si possono ammirare alcune delle più belle collezioni botaniche, ecco alcuni esempi:
· Le rose antiche,moderne e botaniche, più di mille piante.
· Le artemisie.
· I cistus.
· I senecil ceanotus.
· Le salvie.
· Le clematis.
· I pelargan odorosi.
· I gelsomini helirisium.
· I viburnum e viole.
Da Vanì, 8-01-2020
DATA: 16 Dec 2021
OGGETTO: Iniziative Tiburziane Domenico Cacace ed i suoi giocattoli R
ALLEGATO: JQDW5391.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING TIBURZI CIVITAVECCHIA
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Signori Trekkisti,
Domenico Cacace, Tiburziano doc, mi prega di informarVi che dal 18/12 al 6/1/2022, esporrà presso lo studio “Storie Contemporanee” Via Poerio 16/b, i (suoi) “GIOCATTOLI IN LEGNO”
per un invito a tutti noi a visitare la sua mostra
Quando Domenico ci portò, il 21/11 u.s., presso il suo bel Resort in Tolfa, dove avremmo dovuto celebrare la nostra conviviale 2021, in una sala avevo scorto esposti un certo numero di bei giocatoli in legno, ma non avrei mai pensato che per Hobby, il nostro uomo si dilettava a progettare e costruire. Nel depliant che Vi allego potrete prendere visione dell’alta qualità artigianale di Domenico, osservando il grazioso “cavallo a dondolo” che ha realizzato, e che Vi farà tornare indietro nel tempo. Un cavallo di legno stilizzato, che sembra uscito dai cartoni animati di Disney. Questa creazione, che può far da bella cornice ed attrazione a qualsiasi negozio di giocattoli della Capitale, specialmente in questo periodo che precede la festa dell’Epifania, secondo me nasconde l'anima.
Un caro saluto a Voi , ma non posso fare a meno di complimentarmi con il nostro Caro amico Tiburziano per le sue belle creazioni.
Vanì, 16/12/2021
DATA: 13 Dec 2021
OGGETTO: Conviviale Natalizia tra i Monti della Tolfa 19 dicembre 202
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
Escursioni Tusco-Falische
Gentili Signori,
“spintaneamente”, ma consenziente, coinvolto da alcuni Tiburziani veraci, proverò ad organizzare Domenica 19 Dicembre p.v. un pranzo Natalizio rustico all’aperto, “tra boschi e valli d’or”, come recita un certo adagio e, come si conviene, a rigor di nuove normative sanitarie.
Una conviviale povera, innocente! Un richiamo … un simbolismo di quelle passate, ma credo non altrettanto felice e spensierata, tra il tempo che passa e le querce ed i castagni del “Tecchio”, sui monti della Tolfa, ove ci accompagnerà a destino un tappeto di foglie dalle multicolori tinte autunnali.
Per partecipare non occorre dare conferme, sarà sufficiente, come al solito, presentarsi nel piazzale del Tribunale di Civitavecchia, per partire alla volta di Tolfa, mentre il programma e la logistica seguirà i seguenti indirizzi:
- Ritrovo ore 9.50. Partenza ore 10.
- Partenza auto proprie.
- Pranzo al sacco.
- Per i più accaniti trekkisti, prevista una grigliata (munirsi del necessario) per carni e castagne.
- Quanto ai dolci natalizi e bevande (vino, spumante), ciascuno dovrà provvedere per proprio conto, cercando di non eccedere, magari accordarsi a gruppetti, tra amici, sulle quantità.
- Il percorso stradale, è il solito, si raggiunge Allumiere, superata la cittadina, si gira a sinistra per l’Area di Piantangeli, che si raggiunge tramite la c.d. strada del Marano. Il parcheggio si effettuerà nell’apposito spazio di Grasceta dei Cavallari.
- Il percorso a piedi di circa 2,5, km a/r, consisterà nel raggiungere il Tecchio, prendere posto, accendere un bel fuoco “propiziatorio” per la festività, a prescindere!
- Il rientro è previsto per le ore 15.
Quanto sopra, alla luce del dispositivo del DPCN, per cui il LAZIO rimane in zona bianca. Il che vuol dire non avere problemi a svolgere la nostra conviviale domenica 19, all’aria aperta, secondo le attuali normative, senza ulteriori restrizioni.
Comunque esprimo le mie riserve, per eventuali modifiche che dovessi comunicarvi, dettate da diverse condizioni di ogni genere, ora impensabili, che dovessero verificarsi ed intervenire. La conviviale resta in ballo anche per le condizioni meteo della giornata, prevista oggi soleggiata. Ovviamente questo non è un discorso matematico! Nel caso avverso verrete altresì avvertiti per tempo con un saluto ed un augurio “mediatico”, con un arrivederci all’anno 2022, anziché sotto alberi veri, tra aliti di zeffiro all’ossigeno puro, aromi di macchia mediterranea, ancestrale profumo di legna bruciata e carni grigliate.
Un saluto,Vanì 13 dicembre 2021 … ore 10.41
DATA: 10 Dec 2021
OGGETTO: Iniziative benefiche di Associazioni partecipate da Nostri T
ALLEGATO: UULE5122.JPG
- TESTO: (leggi tutto)
DOMENICA 12 DICEMBRE 2021 - ORE 14.30
STADIO "IVANO FRONTI" SANTA MARINELLA
PARTITA DI CALCIO
"VECCHIE GLORIE SANTA MARINELLA CALCIO - NAZIONALE ITALIANA POETI"
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IL GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA, SU INDICAZIONE DEL SOCIO PISANO SALVATORE, INFORMA ....
Gentili Signori,
mi pregio segnalare alla Vostra cortese attenzione l'encomiabile iniziativa dell'Associazione della Misericordia di Santa Marinella, Istituzione benefica cittadina che opera a tutto campo nell'ambito del volontariato che, allo scopo di raccogliere fondi per l'acquisto di un Pulmino destinato ad esclusivo uso dei ragazzi disabili della zona, ha programmato l'evento sportivo indicato per le finalità meritorie tutte del Sodalizio.
Un caro saluto certo che, in quanto possibile, prenderete in considerazione l'invito formulato dal caro Salvatore.
Vanì 10/12/2021. ore 11.13
DATA: 07 Dec 2021
OGGETTO: RINVIO DELLA CONVIVIALE 19 DICEMBRE 2021
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Signori Tiburziani ... iscritti e non alla conviviale ...
con vivo rammarico partecipo il rinvio, a tempi migliori, il programmato pranzo del 19 Dicembre p.v., "Saluto Natalizio", presso il bel Resort il Casale del Clemente in Tolfa, messoci a disposizione da un buon Tiburziano. L'iniziativa contrasta pienamente con le nuove norme del DPCN 6/12 u.s.
Un fac simile di iniziativa verrà presto riproposta all'aria aperta, in una radura tra boschi ove, al momento è consentito ritrovarci, per i festivi saluti augurali, frattantoVi anticipo i miei ...
Vanì nel pallone, 7/12/2021, ore 12.38
DATA: 03 Dec 2021
OGGETTO: Uscita San Giovenale ... percorso natura ... Civitella Cesi
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
E’ CONFERMATA L’USCITA DI DOMENICA 5 DICEMBRE P.V.
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Signori Tiburziani,
se la presente informativa possa farvi piacere, vi comunico che l’ultimo bollettino meteo ha sentenziato che per il giorno dell’escursione, tra le ore 9 e le ore 20, non si verificheranno manifestazioni piovose. Il 5 dicembre non sarà certo una giornata idilliaca come quello della precedente uscita ma, tendenzialmente, apprezzabile, forse in parte anche soleggiata.
Buona visibilità, temperatura intorno ai 10° C, forse verificheremo presenza di vento che, entro le forre neanche si avvertirà, queste le principali tendenze del giorno.
Appuntamento consueto alle ore 8.15, con partenza alle 8.30. Luogo di ritrovo solito, ovvero piazzale adiacente il Tribunale di Civitavecchia. Abbigliamento adeguato alla temperatura di 8 10° C.
Per chi vorrà consumare un pasto caldo …. potrà farlo con una buona personale grigliata (se interessati munirsi del necessario). Rammento di portare al seguito buste di plastica (o stivali) per traversare un fosso due volte (anche se in sede di verifica non si sono rese necessarie per mancanza di acqua nel greto del torrente). Per scaramanzia, inserire il solito kway nello zaino, “non si sa mai”!
NOTE ORGANIZZATIVE IMPORTANTI
Quanto alla prevista spola auto … raggiunto con l’auto il luogo punto di partenza escursione, verranno lasciati tutti i passeggeri con tutta l’attrezzatura utile per la giornata (anche quella personale). Quindi TUTTI gli autisti raggiungeranno il punto di uscita escursione (San Giovenale) ove verranno parcheggiate le vetture. Soltanto una parte designata di queste tornerà al luogo inizio camminata.
Per quanto superfluo si rammenta che:
-
Per lo spostamento auto occorre procedere seguendo la vettura di testa.
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Nel corso dell’escursione non bisogna attardarsi lungo il percorso per evitare rallentamenti del Gruppo o distacchi pericolosi quanto a conoscenze del territorio.
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Nel caso di forza maggiore, parte del tratto dell’escursione potrebbe essere modificato.
-
Non risultano diramati particolari obblighi prescrittivi riguardo le attuali normative pandemiche. Comunque ciascuno può seguire precauzionalmente la propria profilassi nel corso dell’escursione, ma si sconsiglia l’uso della mascherina (per insufficiente apporto di ossigeno al corpo, utile per l’attività fisica che si va svolgendo ) quanto, semmai, si può mantenere adeguata distanza con gli altri escursionisti.
- Nessuna sosta caffè (gli habituè provvederanno con thermos)
PERCORSO AUTO
Dal Park del Tribunale di Civitavecchia si prende l’A12 Civitavecchia Nord direzione Tarquinia. Si esce però per Monte Romano. Dopo la cittadina si devia a destra verso Blera, ma si gira sempre a destra, dopo 15 km. circa, per Civitella Cesi fino a raggiungere i luoghi designati.
Un arrivederci a domenica.
Vanì 3/12/2021 ore 8.00
DATA: 01 Dec 2021
OGGETTO: San Giovenale .... Civitella Cesi 5 dicembre 2021
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO ESCURSIONI FALISCO ETRUSCHE D. TIBURZI
CIVITAVECCHIA
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Gentili Signori
causa "intemperanze" climatiche previste nella giornata di
Domenica 5 Dicembre 2021
mi riservo di comunicare la fattibilità, venerdì mattina p.v., dell'escursione programmata
al Parco Naturalistico ed archeologico di San Giovenale
Saluti, Vanì 1° dicembre 2021, ore 8.30
DATA: 23 Nov 2021
OGGETTO: CONVIVIALE NATALIZIA DEL GRUPPO TIBURZI 19 DICEMBRE 2021
ALLEGATO: 8104236-1.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
ESCURSIONI FALISCO ETRUSCHE
“D.TIBURZI” - CIVITAVECCHIA
Conviviale natalizia 2021
Domenica 19 dicembre
CASALE DEL CLEMENTE
VIA DELLA LIZZERA – STRADA VICINALE DEL CLEMENTE
TOLFA
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Signori Tiburziani,
le conviviali natalizie, iniziative ormai perpetuate dal nostro Gruppo fin dall’anno 1990, sono relegate ad un ricordo ante pandemico. Non si trova locale che sia disponibile a concedere la disponibilità ad escursionisti di “eterogenea” estrazione. Ma quasi tutti i Tiburziani ormai sono vaccinati, cedendo ad una pseudo scienza, soltanto pochi altri no, testardi all’infinito, figli di un vecchio movimento anarchico, ma questi ormai si contano con le dita di una sola mano.
Questo Natale ci ritroveremo nella regale corte di un nostro Tiburziano, che ci ha concesso “gratuitamente” l‘uso dei servizi del proprio casale. Il pranzo verrà confezionato e servito da un gruppo “logistica” tutto tiburziano e, son sicuro, che non farà rimpiangere i migliori ristoranti della zona. Pur prevedendo un antipasto “burino”, un primo casareccio, il classico maialino al forno servito con contorni freschi e/o ripassati in padella, vino ed acqua (bevande insomma). Voi non dovrete portare nulla, solo i dolci che vorrete, così pure qualche bottiglia di spumante (che sia schiumante vero!!!).
Il Casale, date le applicazioni delle norme Covid, non potrà ospitare più di 40 Tiburziani. Il pranzo sarà preceduto da una passeggiata natalizia entro il Faggeto di Allumiere, alla ricerva delle piante di pungitopo ed agrifoglio dalle rosse bacche, solo per fotografie.
All’ora di pranzo raggiungeremo il Casale del Clemente per il pranzo, ove ci intratterremo fino a termine della conviviale.
Saluti …. Vanì 23 novembre 2021
PS.
Verrà aperto un protocollo iscrizioni, con termine utile 12 dicembre 2021. Eventuali iscritti
fuori numero verranno inseriti in lista di attesa.
Non è ancora nota l’entità della spesa e quindi il costo per persona verrà comunicato
in seguito. Ma non sarà esoso come al solito!
DATA: 22 Nov 2021
OGGETTO: TERRITORIO ETRUSCO DI SAN GIOVENALE IN TERRITORIO BLERANO DI
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING ETRUSCO FALISCO … TIBURZI DI CIVITAVECCHIA
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Signori Tiburziani,
il 5 dicembre 2021 ci vedremo in quel di San Giovenale (*) … località che, nelle attuali more della caccia al cinghiale, presenta (sic!) i suoi migliori e caratteristici aspetti autunnali … pittoreschi affreschi della natura, immensa sede dei suoi ultimi e scarsi abitanti!
Quindi, prossimi alle festività natalizie, Vi preannuncio questa visita ad un interessante luogo archeologico, posto tra la ricca zona mineraria dei Monti della Tolfa, le distese dell’Etruria interna, a cerniera con il territorio Falisco.
Percorrere i meravigliosi sentieri di San Giovanale, in questo particolare periodo, significa doverli condividere con i seguaci di Diana, la Cacciatrice, luogo che, incluso in un ambito protetto, rientra nel territorio dei “Parchi Naturali ed archeologici di Norchia e San Giovenale”. Come questi signori abbiano ottenuto il permesso di esercitare il loro discutibile sport entro un'area prettamente archeologica, ancorché naturalistica, proprio non lo riesco a capire! La soprintendenza, preso atto dell’importanza del luogo e delle sue reminiscenze, proprie di una nobiltà storica, ha costruito appositi percorsi di visita e protetto alcuni reperti con imponenti strutture metalliche!
I cacciatori col presupposto che i boschi oggi strabordano di cinghiali, previa semplice apposizione, in loco, di cartelli segnalatori, possono inibire presenza e transito a qualsivoglia persona, pena fucilazione nel periodo "1 novembre 31 gennaio" ! E pensare che una proposta politica sciagurata voleva estendere a tutto l'anno tale tipo di caccia.
Vi assicuro, amici cari, che nei miei frequenti andirivieni per boschi, non ricordo più un mio ultimo contatto visivo con questi animali. Al contrario, in TV, ne vengono filmate intere famiglie con prole al seguito, presso i cassonetti della Capitale a sfamarsi. Ed io, di questo animale, oltre che apprezzarne la carni, avere simpatia per il suo aspetto aerodinamico, ne porto fieramente, dietro, anche l'epiteto.
BREVI NOTE SUL SITO
Frattanto San Giovenale, che Cortenebra dice “Livio” dei romani (forse da termine etrusco) così vivacchia nel tempo, a tratti a vista, a tratti in eterno riposo nel sottosuolo, pur con le sue peculiari emergenze, uniche nel mondo del suo popolo, a guisa di iceberg.
Le sue emergenze (e quelle di Acqua Rossa), sono gli unici ricordi abitativi di quel popolo, giunti a noi dal lontano di tutta l'intera Etruria.
E la presenza di tombe a tholos del settimo secolo a.C., su Casal Vignale, e quelle del quarto poi più comuni, a dado, figlie di una evoluzione architettonica a testimonianza di una trasformazione socio-politica del popolo Rasenna, passato da un periodo classico monarchico ad una forma di oligarchia repubblicana!
Ma ciò che più colpisce, o dovrebbe colpire, è la presenza del villaggetto costruito con massi ciclopici, in opera poligonale, connessi a vista. Dapprima considerato un aspetto abitativo del periodo, rivalutato in seguito come antico esempio di emergenza industriale. Quelle costruzioni messe in luce dagli svedesi (sic!), era laboratorio industriale, luogo adibito alla lavorazione del ferro derivante dalla estrazione del minerale ferroso (marcasite) dalle vicine miniere dei Monti della Tolfa.
Corona il luogo, l’ameno panorama sulle Gole del Vesca, il Castelletto a base triangolare dei soliti Di Vico (Prefetti di Roma), ed un silenzioso sentiero natura, quasi umana, che circonda le mura naturali della lucumonia tutta.
Cosa si può desiderare di più, proprio non riesco a pensare, ma questo, forse, vale almeno soltanto per me e per quanti ormai da tempo mi seguono! Metti una domenica a caso, in cui l’alternativa ad un contatto diretto con la natura, con la storia del nostro passato, resta impari alternativa ad un primo posto nel salotto di casa, al cospetto di una TV per assistere ad una competizione dei mercenari del calcio, o ad un filmino visto e rivisto.
NOTE UTILI
Escursione non difficoltosa, quindi accessibile alla maggior parte di voi. No macchia mediterranea.
Area di percorso (Civitella Cesi – Blera)
Km auto 55 circa
Lunghezza escursione c.a. 5,5 km
Presenza due scarsi guadi (munirsi comunque di buste edili o stivali)
Tempo previsto ad oggi … soleggiato.
Proposta grigliata sul prato, munirsi del necessario per accendere il fuoco
Utili solite bacchette equilibranti, ombrellino pieghevole ed un Kway
Vi saluto ... Ivano 22/11/2021
PER CHI VUOL SAPERE QUALCOSA DI PIU’
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“RE GUSTAVO ADOLFO VI DI SVEZIA - IL SUO SAN GIOVENALE - CIVITELLA CESI – IL VESCA "
Per descrivere le particolarità del sito odierno corre l’obbligo di presentare il “padre putativo di questo luogo”. Si tratta di un eccellente cittadino svedese, che ha operato in zona a 360°, dal 1956 al 1965, con una squadra di archeologi ed operai, mettendo in luce aspetti vari dei siti storici, di cui, a quel tempo, se ne disconosceva l’ubicazione, ma risultavano noti da fonti dirette (autori latini), od ai contadini del luogo. Il tutto poi … a spese dell’Istituto Svedese di Studi Classici con sede in Roma.
Sto parlando di quell’eccezionale personaggio che fu Re Gustavo Adolfo Sesto di Svezia, e di ciò che ha dispensato nel campo dell’archeologia.
Si deve a lui se Luni, San Giovenale, Acqua Rossa etc., sono riapparse dal nulla. Amante dell’Italia con particolare predilezione per il Mondo Etrusco, tanto si è prodigato per i nostri territori, sollevando da millenari sedimenti località storiche del lontano passato. Quante vole ho pensato quale amore spingesse quest’uomo a scavare sul passato italico!
Ma Oskar Fredrik Wilhelm Olaf Gustav Adolf av Bernadotte (Stoccolma 11 novembre 1882 – Helsingborg 15 settembre 1973), fu Re di Svezia dal 1950 fino alla data della sua morte, un uomo sempre vivo e presente nei suoi “territori etruschi”.
Durante le campagne di scavo svolte in Italia si notava spesso Gustavo aggirarsi per le forre tufacee alla ricerca di qualche indizio utile alle sue ricerche. Tanti aneddoti circolano su questo monarca archeologo ma alcuni tra i più o meno veritieri e significativi val la pena che vengano riportati.
“”Un giorno il Re venne invitato a cena da certe autorità viterbesi, ma giunto nel luogo di ritrovo non trovando tra gli invitati i suoi operai, domandò! Ma dove sono i miei operai? Quando gli fu risposto che non erano stati invitati, egli replicò: “allora non vado a tavola nemmeno io””.
“”Un’altra volta Gustavo si trovava a passare nei vicoli di Civitella Cesi, giunto avanti ad una casupola ove c’era una donnetta seduta su una sedia di paglia intenta a sferruzzare lana, la salutò chiedendole da quale parte venisse quel buon odore di cucina che circolava per il vicolo. La signora, vestita di nero come tutte le nostre nonne di paese, riferì che quel profumo proveniva dalla zuppa di verdure che stava cuocendo sul suo focolare e, se fosse tornato più tardi, gliene avrebbe fatta assaggiare una ciotola. Il Monarca, in anonimo, non se lo fece ripetere due volte, intorno alle dodici si presentò puntuale dalla donnetta. Divorò letteralmente con gusto un piatto di quell’acqua cotta, annacquata con dell’ottimo olio della Tuscia, bevve pure del buon vino, mantenendo l’anonimato anche quando la vecchietta gli raccontò che in paese si parlava che un certo re del nord Europa, si aggirava tra le campagne alla ricerca delle case degli “etruschi”, cosa impensabile per quel tempo! Al termine del pranzo ringraziò la signora salutandola a dovere, ma il giorno dopo le fece pervenire, dai suoi ambasciatori, alcuni regali di un certo pregio.””
Re Gustavo, era un uomo democratico di forti ideali, amante del mondo, con elevato senso dell’uguaglianza, che nulla aveva a che vedere con i regnanti suoi coevi, tantomeno con quelli del tempo passato! E che dire in raffronto con i nostri politici!
Gli scavi operati dall’Istituto Svedese, hanno messo in luce tutti i periodi storici e preistorici che si sono succeduti sul colle. Dai siti di capanne appenniniche sul pianoro, che nelle nostre aree appartenevano all’uomo delle età del bronzo (2000 a.C. 1000 a.C.). Delle abitazioni, ovviamente, restano solo i fondi ovali punteggiati da fori nel tufo - per l’alloggiamento dei pali di sostegno - ed uno centrale più grosso per il palo maggiore per il tetto di copertura. Sulla circonferenza l’intelaiatura dei pali era, come anticipato, a forma ovale, con andamento conico, ad una certa altezza, convergente sul palo centrale, ove si apriva un foro apicale con funzioni di “camino”. Tutto l’esterno era foderato da fascine di canne erica e fango sovrapposte, che rendevano impermeabili le abitazioni. Il fondo delle capanne con lieve incasso nella roccia ospitava un pavimento pressato di fango e ciottoli di fiume. Periodicamente tale fondo veniva ripristinato con sovrapposizione dello stesso materiale (in San Giovenale sono stati osservati ben 5 strati antropici distinti). Tale realizzazione ha consentito un’utile conservazione dei frammenti dei reperti di ogni genere nella spessa stratificazione fangosa (cocci, stoviglie, scarti dei pasti giornalieri etc.) rivelando cose importanti sul sito e sui suoi abitanti, non ultima, quale la frequenza dell’uomo per un periodo non interrotto di almeno mille anni, corrispondenti a tutte le età del bronzo come già detto. Dell’ultima facies del bronzo finale 1.100 a.C. c.a., sono apparse tracce di un incendio che deve aver devastato tutte le capanne del pianoro. Da quel momento, di ciò che storicamente “avvenne” sul sito, appare evidente dalle emergenze visibili e dai materiali archeologici rinvenuti: “abitazioni e tombe del periodo etrusco, strutture medievali (chiesa e castello).
Le escursioni passate hanno sempre preso le mosse dal Centro Antiquitates di Civitella Cesi di Angelo Bartoli, ora, causa COVID non più. Il Bartoli, uomo interessante e noto per la sua ospitalità, per la passione per la storia e per gli etruschi. Ha realizzato una mirabile ricostruzione delle capanne appenniniche, abitabili, che lui puntualmente affittava a gruppi di persone, e per la collaborazione con le università per portare avanti studi e conoscenze del mondo etrusco. Ora Angelo si trova tra i suoi simili, essendo venuto meno da qualche anno.
(*) San giovenale nome della chiesuola del XIII secolo d.C, posta sul pianoro della Civita, realizzata in luogo prossimo al castello della potente e malvagia famiglia dei Di Vico. Il luogo di culto si presenta con abside ed un’unica navata, forse realizzata su un tempio etrusco; si disconosce il motivo per cui gli fu attribuito il nome del santo, che fu il primo vescovo di Narni e si festeggia nella cittadina il 3 maggio
IL SITO ETRUSCO
Numerose le necropoli sottoposte a San Giovenale, e noi oggi, per brevità, ne visiteremo soltanto una, quella di Casal Vignale, mentre più o meno in zona abbiamo Porzarago, Grotte Tufarina, Castellina Camerata, Fosso Pietrisco, La Staffa, Valle del Vesca, Ponton Paoletto, Monte Vangone, Pontesilli. La strada che noi percorriamo dal Vesca all’Acropoli, buon mezzo di comunicazione, taglia il colle ed offre nel contempo una valida difesa da incursioni nemiche. Nel periodo medievale la doganale Tolfa-Viterbo, ora abbandonata, ha riutilizzato in quel tratto il fondo della preesistente strada etrusca
DATA: 20 Nov 2021
OGGETTO: Tarquinia gioved́ 25 novembre 2021 tra le ore 17.00 e le 19.
ALLEGATO: violenza-genere.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
Trekking Tiburzi Civitavecchia
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Amici Trekkisti,
ricevo dal carissimo Dott. Giorgio Gibertini, Tiburziano doc e Direttore del Centuplo-Roma (libera Associazione non politica), l'invito ad intervenire in Tarquinia il 25/11/2021, presso il Teatro Comunale Piazza Cavour nr. 16, per assistere alla Conferenza che tratterà interessanti argomenti riguardanti la violenza di genere (profili giuridici tecnici e psico sociali) cui interverranno qualificati oratori. L'ingresso è gratuito, necessario il green pass per accedere nella sede dell'evento.
Un caro saluto,
Vanì. 20/11/2021
DATA: 19 Nov 2021
OGGETTO: ESCURSIONE ALLO STAZZALONE, RIO FIUME, PRATO DELLA MONTAGNA,
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
ESCURSIONE ALLO STAZZALONE, RIO FIUME, PRATO DELLA MONTAGNA
DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021
Signori Tiburziani,
ricevo comunicazioni da alcuni di voi perchè non risultano loro pervenute le mail inviate riguardo l'uscita in argomento. Ho accertato che dette comunicazioni, in particolari casi, il sistema informatico le ha considerate "posta indesiderata", inviandole pertanto nell'apposito archivio di raccolta interno al relativo servizio di Posta Elettronica del PC, di cui pertanto risulta possibile prenderne visione. Considerendo ciò provvedo a riassumere, di seguito, le principali indicazioni utili per ben partecipare all'uscita della giornata, peraltro presenti sul sito internet trekking Tiburzi 2016 :
Luogo di ritrovo: Park Tribunale di Civitavecchia (Luogo fisso designato di ritrovo. Nel caso di variazione verrete senz'altro informati)
Orari: 8.20 appuntamento, partenza 8.30 (Orari fissi designati. Nel caso di variazione verrete senz'altro informati)
Spostamento con macchine proprie (idem c.s.)
Pranzo al sacco (idem c.s)
Non è prevista una grigliata per cuocere carni causa breve giornata di luce del periodo (Nel caso si preveda verrete comunque informati)
Distanza km per arrivare al punto partenza escursione A/R KM. 45
Lunghezza escursione km. 5
Presenti due guadi munirsi di stivali o buste edili
Presente una lunga salita iniziale non eccessivamente impegnativa
Molto utili le bacchette da trek.
Un saluto, Vanì 19/11(2021
NOTE UTILI E PERCORSO AUTO
IL LUOGO OGGETTO DI ESCURSIONE CLASSIFICATO COME POSTA LIBERA DI CACCIA AL CINGHIALE, POTREBBE ESSERE OCCUPATO (SABATO 20/11), SENZA CHE INCORRA OBBLIGO PER I CACCIATORI DI AVER APPOSTO CARTELLI DI AVVISO PREVENTIVO ALCUNI GIORNI PRIMA SULLE RECINZIONI – COME IMPOSTO E PREVISTO NELLE ZONE PRECIPUE DESIGNATE PER TALE TIPO DI CACCIA - BENSI’ AL SOLO MOMENTO DELL’OCCUPAZIONE. QUESTO SIGNIFICA CHE SE GIUNTI ALLO STAZZALONE DOVESSIMO VERIFICARE LA PRESENZA DI CARTELLI DI AVVISO D’OCCUPAZIONE DELLA ZONA PER TALE TIPO DI CACCIAGIONE, CI SPOSTIAMO PER PORTARCI ALLA NECROPOLI ETRUSCA DEL FERRONE, POSTA UNA DECINA DI KM. PIU’ AVANTI. LUOGO UGUALMENTE BELLO, IN CALENDARIO PER L’USCITA DEL 12/12/2021. ALLO STAZZALONE CI TORNIAMO UNA DOMENICA SUCCESSIVA.
ESCURSIONE TIBURZI 21/11/2021 “RIO FLUMEN – LO STAZZALONE”. DAL PARK DEL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA SI PRENDE L’A12 DIREZIONE ROMA. SI ESCE PER “SANTA SEVERA” E SI FA SOSTA CAFFE’ PRESSO IL BAR POSTO SULLA STRADA S.SEVERA-TOLFA OVE E’ L’EUROSPIN. SI RIPARTE IN DIREZIONE TOLFA PERCORRENDO A RITROSO LA STRADA PER TOLFA ED IN PROSSIMITA’ DEL CASALE DELLO STAZZALONE (DOPO UNA DECINA DI CHILOMETRI) OVE E’ UN FONTANILE, SULLA DESTRA, SI LASCIANO LE VETTURE PER PARTIRE PER L’ESCURSIONE. NEL CORSO DELLA QUALE SI RACCOMANDA DI: … SEGUIRE PEDISSEQUAMENTE LA GUIDA … E DI NON ALLONTANARSI DAL SENTIERO SENZA AVVERTIRE IL GRUPPO DI COMANDO
DATA: 10 Nov 2021
OGGETTO: Lo Stazzalone, Rio Fiume, il Prato della Montagna. Strada Sa
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
Gruppo Tiburzi Civitavecchia.
Escursione del 21 novembre 2021 allo Stazzalone, Rio Fiume, il Prato della Montagna. Strada Santa Severa Nord
Caratteristiche
Distanza auto a/r km. 45
Lunghezza escursione ... km. 5 . Presente una salita lunga ma non eccessivamente impegnativa. Presenti due guadi superabili con stivali buste edili. No macchia mediterranea.
Pranzo al sacco
Altre note sul sito trekking tiburzi 2016
Vanì, 10/11/2021
DATA: 10 Nov 2021
OGGETTO: Lo Stazzalone, Rio Fiume, il Prato della Montagna. Strada Sa
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
ESCURSIONE NATURALISTICA NOSTRANA
Domenica 21 Novembre 2021
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Lo Stazzalone … Rio Fiume ... Prato della Montagna
Strada di Santa Severa Tolfa
Dallo Stazzalone (o Stazzone, largo spazio tra alti colli), determinato quale ricovero di greggi ed armenti dalla notte dei tempi, ora non più per mancanza di pastori e pecore! nasce di fatto il “Rio Fiume o Rio Flumen dei romani” … di dicotomia un po’ controversa.
Qui il torrente si distende nella piana, mostrando le sue fresche, limpide e trasparenti acque attraversare rocce millenarie. Dai colli circostanti il corso d’acqua riceve tutta una serie di torrenti e rigagnoli che, riassunti in breve, comprendono il Fosso di Monte Janni, proveniente dalla destra orografica del luogo, il Fosso del Lascone - il cui nome è sinonimo di ampio - arricchito dalle acque dei fossi delle Catenare e del Vallone, quest’ultimi provenienti dalla sinistra orografica.
Il Rio Fiume una volta navigabile da piccole imbarcazioni, servì presumibilmente quale mezzo di comunicazione alle maestranze etrusche per trasportare il minerale di ferro dai Monti della Tolfa verso i porti di Pirgy e Punicum fruendo anche, dalle colline retrostanti, di tutta una serie di reticoli e sentieri.
Ormai nascosti tra vegetazioni infestanti, sono presenti piccoli pagus etruschi, disparate tombe del passato storico e qualche bella villa rustica romana; queste ultime hanno fatto la fortuna dei soliti scavatori clandestini, restituendo monete romane ed altro, anche statue in marmo che le ricche famiglie avevano posto sui bordi delle piscine e che, coll’insorgere delle invasioni di popolazioni barbare, fecero interrare, da maestranze formate in parte da schiavi, per un successivo recupero, in molti casi abbandonate.
Importanti e significativi toponimi ricordano ancora l’industria metallurgica etrusca ed altre attività agricole che si sono succedute negli anni … Grasceta delle pere, Monte Sant’Ansino, Casermetta Forestale, Pontone di Natale, Monte dell’Acqua Tosta, Monte Palarese etc. Pochi indizi per ricordare riferimenti ed attività primordiali di questo piccolo mondo antico, del resto dopo ben oltre duemilacinquecento anni … sono rimasti soltanto toponimi certi e validi quali il Ferrone, il fosso Magnaferro ed il Monte Ferrara, la dicono lunga sul loro passato!
Molto prima del popolo etrusco, il nostro territorio fu colonizzato dall’antica popolazioni dei Sicani, genti di stirpe indoeuropea provenienti dalla Spagna, che, poco più a sud, verso il Sasso, eresse Agilla, talvolta confusa con Caere. Questa ultima città eretta dai “Tirreni”, di provenienza incerta, che dettero origine alla loro splendida civiltà, si pone in epoca più tarda di dieci secoli almeno dalla precedente.
Il nostro territorio data la sua indiscussa conformazione collinare mossa, per la presenza un po’ ovunque di domi vulcanici, balze e forre, si presenta estremamente variegato e complesso. Questa particolarità ha dato origine ad una flora di rigogliosità senza pari, dagli sfondi inusitati di incomparabile bellezza. Qui il verde dei boschi e delle macchie, tutte le sue sfumature, si presentano con guazzi, aggressivi ed accecanti, da magnificare la limpidezza dell’aria circostante! Ma quando giunge autunno è tutta un’esplosione di colori. Le calde tinte rosse, ruggine, il giallo cadmio, ed ovunque le splendide livree ocra degli aceri nostrani dei Monti della Tolfa e quelle rosso fulvo degli aceri nordici che ormai paonazzano un po’ tutta la scena, a formare il bel mosaico boschivo, nella multicolore tavolozza della natura.
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Le colline della Tolfa, hanno avuto origine da un’intensa attività vulcanica, composte da lava primordiale (rocce trachitiche), ma il nostro versante è formato da deposito di argille calcaree o da più antiche sabbie compresse, risalenti ad almeno 60 milioni di anni fa, generando imponenti strati sedimentari scistosi (i macigni). Il Rio fiume mette in luce, con il suo scorrere, questa matrice di rocce e di pietre rosee di aspetto particolare, le così dette "paesine", per i disegni fantastici che appaiono su di esse (a guisa di un dipinto impressionistico dal profilo di paesi della Tuscia). Portate a mare dall’attività fluviale, queste pietre, spesso si incontravano lungo le spiagge del litorale tra Ladispoli e Civitavecchia.
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Vario l’habitat sotto i macigni e le piccole rocce sommerse dai corsi d’acqua, ricovero di un'infinità di larve d'insetti, che poi vivono o si riproducono a terra od in volo: libellule, effimere, perle, coleotteri. Nei "bottegoni" (piscine) che si incontrano lungo i reticoli fluviali, vivevano un certo numero di piccoli pesci, girini di rane, raganelle, rospi, tritoni e bisce d'acqua, per l'abbondanza di cibo reperibile in ogni stagione.
Tutto un insieme che costituisce un ecosistema complesso che si è creato man mano nel tempo, in cui trovano anche in esplosione di vita più specie vegetali quali Ontani, Salici, Querce, Carpini, Olmi, Frassini, Tamerici, l’Edera, le Viti ed il Pero selvatici e perfino i Faggi, discesi da alture al seguito delle terrestri glaciazioni. La nostra macchia mediterranea raro esempio di una vegetazione endemica, irripetibile, che man mano va scomparendo, comprende, le Ginestre, l’Erica, l’Euforbia, i Cisti, il Rosmarino, il Corbezzolo, il Lentisco, il Ginepro, il Mirto, la Salsa Pariglia, la Spina di Cristo, il Pruno Selvatico e via dicendo.
Vanì, 10/11/2021
DATA: 09 Nov 2021
OGGETTO: Invio Nota Importante A.DI.CIV
ALLEGATO: 255285623_1524586581249286_1862236599496492272_n.jpg
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Gruppo Tiburzi Civitavecchia
Dal Tiburziano Rolando Fracassa, dirigente dell'Associazione Diabetici Civitavecchia, ricevo l'invito e mi appresto a comunicarvene l'interessante iniziativa, promossa in merito a quella insidiosa patologia, riguardo lo Screening gratuito del diadete e della retinopatia diabetica, nella giornata di sabato 13 novembre 2021 (C.f.r. allegato).
Saluti .... Ivano
DATA: 04 Nov 2021
OGGETTO: Profonde note per un Tiburziano che se ne va ...
ALLEGATO: Placido Domingo - No puede ser.mp3
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Caro Alfredo il dolore per la tua scomparsa, per me, è racchiuso nelle profonde note musicali ... "No puede ser"... Vanì
DATA: 04 Nov 2021
OGGETTO: Ultima escursione per un caro amico Tiburziano
ALLEGATO: IMG_5661.JPG
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Gruppo Tiburzi Civitavecchia
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Con profondo sconforto ed estremamente addolorato che partecipo la scomparsa del caro Alfredo Corda, Tiburziano, amico di tante nostre avventure! Alcuni di Voi forse non lo conoscevano ... e lo voglio ricordare. Alfredo ha dovuto lottare contro un nemico insidioso ed inesorabile ... si era da noi ritirato in silenzio, ma non lo avrebbe voluto! In silenzio e con dignità, proprio come sempre si presentava educatamente, ha dovuto lasciare questo mondo terreno, gli affetti, la Famiglia, sopraffatto dal male, malgrado le sue indiscusse e forti qualità fisiche di sportivo, di gran camminatore ed amante della vita.
Ciao Alfredo per sempre ...
Vanì, 4 Novembre 2021
Tenterò di inviarvi una foto ed a parte una canzone che voglio a lui dedicare ... se ci riesco, ascoltatela nel supo ricordo!
DATA: 29 Oct 2021
OGGETTO: RINVIO USCITA MONTE SORATTE TRA STORIA CULTURA E NATURA A DO
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
RINVIO USCITA AL MONTE SORATTE
A DOMENICA 7 NOVEMBRE 2021
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Signori Tiburziani,
come già preannunciato, stanti previsioni poco rassicuranti per il luogo oggetto di escursione nella giornata di domenica 31/10, rinvio, senz'altro avviso, l'uscita alla prossima domenica. Restano ferme tutte le altre note ed indicazioni già diramate.
Un saluto,
Vanì, ore 8.00, 29/10/2021
DATA: 28 Oct 2021
OGGETTO: MONTE SORATTE TRA STORIA CULTURA E NATURA 31 ottobre 2021
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
MONTE SORATTE 31 OTTOBRE 2021
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Signori Tiburziani,
presumibili condizioni di mal tempo, preavviso possibile rinvio dell'escursione indicata. La conferma entro la giornata di domani 29 ottobre 2021.
Un saluto.. Vanì 29 ottobre 2021. ore 9.00
DATA: 25 Oct 2021
OGGETTO: MONTE SORATTE TRA STORIA CULTURA E NATURA 31 ottobre 2021
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
31 OTTOBRE 2021. IL MONTE SORATTE STORIA CULTURA NATURA
Signori Tiburziani
ritengo utile ripetere alcune indicazioni, presenti sul sito in merito all’’escursione in oggetto, purtroppo solo in parte apparse sulla mail già inviatavi.
Km. auto complessivi c.a. circa 190 (AR.)
Escursione c.a. 5 km. di difficoltà medio alta. Presente quindi una salita ove procedere con passo da montagna. Si sale sul monte per poi discendere.
Partenza ritrovo Pak Tribunale di Civitavecchia ore 8.15 – 8.30
Si raggiungono luoghi panoramici di un certo rilievo.
Pranzo al sacco
Possibile cenetta (solo per i volontari) al Bar di Cruscioff nel tardo pomeriggio.
Nel caso si prospettino condizioni meteo avverse verrete avvisati per tempo.
N.B. nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre alle 3.00 la lancetta dell'orologio tornerà indietro di un'ora.
Già noto …
Dal Park del Tribunale di Civitavecchia si deve raggiungere la Cittadina di Sant'Oreste inizio escursione. Il parcheggio si trova in fondo a Via Giosafat Riccioni, dove ci compatteremo per iniziare l’ascesa del Soratte.
Percorso. da CVecchia si raggiunge Monteromano e si prosegue per Barbarano romano ovvero ...CVecchia A12 - Aurelia Bis - dopo Monteromano SP 42 (girando a Destra subito dopo il paese) si prosegue e si supera Barbarano girando a sinistra per SP. 493. Si raggiunge la SP 2 Cassia e si gira a destra. Si prosegue per Sutri (superando Capranica). dopo il paese di Sutri si gira a sinistra per la SP 84. Si raggiunge Nepi e si imbocca la SP 311 quindi la SP 77 si supera Castel S. Elia e si raggiunge Civitacastellana prendendo la SP 76, quindi si entra girando a destra per la SS 3 Flaminia, che si percorre fino al Paese di Sant'Oreste e si parcheggia e si prende il caffè al Bar Ristorante Cruscioff in Via Giosafat Riccioni.
Su richiesta di una Tiburziana di cui non posso fare il nome per motivi di privacy, beccatevi questo Sermone
IL MONTE SORATTE S. ORESTE
Merita qualche cenno storico-geografico questo fossile vivente, antidiluviano sopravvissuto, posto dal “massimo fattor” in zona Antiappenninica - ben lungi da suoi consimili della maggior dorsale, che adornano l’orizzonte vaghi e soffusi verso l’Umbria, l’Abruzzo e le Marche -. Per questo più che meravigliare, stupisce e colpisce la nostra attenzione ben oltre le sue caratteristiche intrinseche e fisiche:uno sperone roccioso di appena 690 metri s.l. del mare, con pianta a forma di ellissoide avente un asse longitudinale che si sviluppa per circa 5,5 km.
E’ quindi la sua anomala posizione che ne ha decretato successo e conferita austerità, magnificandone dimensione ed altitudine oltremodo le sue modeste doti fisiche. Esso è come uno yeti che, abbandonate le sue impervie alture, abbia deciso di scendere in piazza! Enorme scheggia calcarea emersa dal profondo del mare nel periodo giurassico, eocene-cretaceo, con i suoi pinnacoli carbonatici martoriati sull’alto da litodomi, e con i suoi profondi “meri”, frutto di millenarie corrosioni di piogge acide che hanno creato innumerevoli gallerie sotterranee di cui si conosce l’accesso, ma che non si sa poi dove vadano a parare. Ma ancora il tratto est “cornicolano”, scaglioso verso S. Oreste e ad ovest tufaceo superficiale marrone/ocra, frutto di spruzzate, a tempo, dei prossimi vulcani Sabatino e Vicano, caratteristiche che ne fanno un’acqua cotta tutta nostrana! .
Ma è il suo aspetto storico, molto articolato, complesso e misterioso, che suscita maggiormente la comune curiosità e spinge avanti la fervida fantasia. I suoi stretti legami con toponimi e mitologia Sabina, Sannita, Falisca e Romana. Ed infine con ciò che, non servilmente, termini quali Apollo Sorano, Hirpi Sorani, i Meri, evocano ed altro ancora quanto vogliono dirci, continuando a sopravvivere, a guisa di punte di iceberg celando gelose la loro ampia storia e realtà soffolta. Soratte, soltanto quale luogo di culto di popolazioni etrusco-falische nel tempio di “Aplu”, eretto sulla vetta più alta per raggiungere il cielo, pur senza poter escludere, con certezze, una frequentazione continua ed evolutiva dall’uomo del paleolitico, fino ai giorni dell’era contemporanea?
Ma è la presenza di un tempio dedicato ad Apollo, tra le più importanti divinità del “Dodecatheon” greco-etrusco a disorientarci un poco. E spiazza ancora la discendenza di questo figlio illegittimo di Leto (Latona) e di Zeus (“Uni etrusco”), gemello di Artemide. Presso i Greci era ricco di attributi ed epiteti quali, ad esempio … divinità della musica, della medicina e della profezia. Ed ancora patrono della poesia e, in un successivo “passaggio” tra le divinità romane, “sol invictus”, dio del sole.
Forse è quest’ultimo aspetto ad interessarci vieppiù, giacché furono i romani a tramandare nel tempo ciò che etruschi e falisci attribuivano ad Aplu “nostrano”. E questo è sicuramente un fatto di straordinaria importanza storica ove consideriamo che alcuni etruscofili (compreso lo scrivente) ed etruscologi, ritengono che Greci ed Etruschi, quando cessarono le loro strette frequentazioni, ancor prima del X e IX secolo a.C., in altri luoghi, presumibilmente, condividevano lingua e pantheon.
Ed è allora, filtrando l’ampia letteratura “religiosa romana”, delle innumerevoli divinità pagane assorbite da quel popolo, che possiamo asserire, seppur con qualche riserva, che la maggior parte degli attributi conferiti al nostro Apollo, proviene direttamente dalla religione etrusca. Che, quanto a quel mito, non fu seconda a nessuno. Vedi il tempio di Apollo in Veio a Portonaccio. La sua straordinaria statua, esempio non comune di mega coroplastica “Vulca”. E relativamente accanto, presso Stigliano, la sua consacrazione con le fonti termali denominate “aquae apollinares”. Ma ancora Il tempio di Apollo Sosiano in Roma poi e per (non) finire il nostro tempio sul Soratte.
Edifici e località che lasciano immaginare la straordinaria importanza e potenza attribuita a questa divinità in Etruria, al pari di nessun altra.
Ma esaminiamo ancora per poco, sperando di non aver eccessivamente tediato chi tanto amabilmente ha avuto la forza di seguirmi fin qui, altri innumerevoli aspetti collegati alla divinità apollinea.
Le rappresentazioni scultoree giunte fino a noi, lo propongono coronato di alloro, sotto la cui pianta sembra sia venuto alla luce, con arco e cetra e talune volte affiancato da tripode sacrificale, con chiara allusione ai suoi poteri profetici. Era il dio di tuoni e fulmini, gli erano sacri il cigno (simbolo di bellezza), la cicala (musica e canto), il lupo (lyceios), i falchi i corvi ed i serpenti, segno di poteri oracolari (Delfi), ed il grifone. Gli era attribuito, per la bellezza, il titolo di Febo (splendente, lucente). Si riteneva che scacciasse il male (apotropaico), era patrono degli arcieri e della fondazione delle colonie greche oltremare. E qui termino l’elenco, convinto di aver comunque trascurato ancora tanti altri epiteti ed attributi conferiti alla nostra divinità, che nell’insieme lanciano un messaggio chiaro e forte … in Etruria Aplu aveva abbondantemente oscurato e superato, quanto a venerazione la figura di suo padre Giove.
Ma ora non posso fare a meno di annotare alcune mie elucubrazioni. Strane similitudini con l’associazione di “Apollo ad Oreste” della mitologia greca, con il paese di S. Oreste ed il prossimo tempio di Apollo sul Soratte.
Secondo fonti storiche il popolo falisco discenderebbe da Halesus pronipote di Agamennone. Oreste, figlio di Agamennone istigato da Apollo, attraverso la pizia dell’oracolo di Delfi, uccide la madre Clitennestra ed il suo giovane amante Egisto, entrambi rei di aver tradito, durante la guerra di Troia, Agamennone e poi di averlo ucciso al suo rientro. E’ forse impensabile e peregrino ritenere che i Micenei - giunti a colonizzare il territorio falisco come la tradizione riporta - così legati ai propri miti e divinità originari, abbiano fatto erigere il tempio di Apollo sul Soratte con accanto il prossimo paese di S.Oreste?
Ma è riesaminando più attentamente storia, mitologia, tradizioni, storia orale e toponimi, che complessivamente emergono nella zona del Soratte e dintorni, che si evince, pur in presenza di paralleli (racconti smozzicati, fatti e riferimenti slegati) e di tante altre possibili ed interessantissime interpretazioni.
La notte dell’ultima domenica di maggio, per le funzioni del mese dedicato alla Madonna, si celebra la “Fiaccolata” in processione, festa che si conclude con un immenso incendio di fascine e fuochi pirotecnici, alle pendici del Soratte. E la montagna brucia e lancia chiari messaggi all’ampio mondo circostante; la manifestazione, con chiari significati apotropaici, affonda le radici nella civiltà contadina e religione pagana.
Molto controversa, o controvertibile, è la storia che si tramanda nella zona, quella degli Hirpi Sorani (*), termine che ci viene consegnato dalla cultura locale, e così, “sic et simpliciter”... che ve la allungo. Dunque durante una cerimonia pastorale, nel corso di sacrifici animali, alcuni lupi, affamati si appropriarono di carni sacrificali. Gli animali inseguiti dai pastori si rifugiarono entro una prossima spelonca. Una cavità dei “meri”? Ma un inspiegabile “fiato” pestilenziale fuoriuscì dalla grotta pervadendo l’aria, uccidendo chiunque ne entrò in contatto. Si diffuse in seguito una grave pestilenza che, per debellarla, si rese opportuno interpellare un oracolo (**)? Ne venne fuori una lettura secondo la quale la pestilenza si sarebbe placata se i pastori superstiti avessero imitato il gesto dei lupi. Così fu fatto e da allora quei pastori vennero chiamati “Hirpi Sorani” lupi sorani (o lupi di Apollo sorano o sosiano). Ma in seguito il rito del furto delle carni arrostite, presumibilmente, rappresentato da uomini mascherati da lupi intenti al furto delle carni arrostite e dalla la loro successiva fuga entro una grotta, si trasfigurò, tramutandosi in un'altra tradizione: quella di accendere immensi falò su cui far passare i lupi (gli “Hirpi”) colpevoli del misfatto. Questa tradizione si celebrò nel luogo ciascun anno, nella coincidenza del Solstizio d’estate. Venivano allestiti enormi bracieri a giorno su cui questi “Hirpi” (lupi, sacerdoti o pastori) incedevano, cadendo per le sofferenze patite in uno stato ipnotico ed estatico.
" Hirpi Sorani, 'Soractis lupi ' , sacerdotes qui in Soracte monte supra candentes carbones salierunt. De origine huius sodalitatis fabula est: dum Soractis incolae Diti Patri sacrificium dicauerunt, lupi, qui ab igne hostiarum carnis partes abstulerunt. Sacris operantes lupos persecuti sunt, sed illi in cauerna se receperunt; a hac cauerna odor pestifer, qui cum operantes tum montis incolas occidit, exiit. Lues in ciuitate se manauit sic ut aliqui legati sortes interrogauerint: responsio similes lupis esse debere fuit: id uiuere raptis est.”
( da sito Internet: “liberarespublica .altervista .org/hirpi_soran i.htm”)
Per questo particolare rito gli “Hirpi” erano esentati dai romani dal prestare servizio nella milizia e dal corrispondere altri oneri.
- (*) – “Hirpi nella lingua Sannitica, da cui deriva il termine, significa lupo. Ma Sorano, che ha dato il nome al Monte, può derivare dalla divinità infernale etrusca Suri, alla quale era associato il dio Apollo. Ma ci sono altre interpretazioni.
- (**) – Allora perchè non pensare al tempio di Apollo con funzioni oracolari, sul Soratte?
-
Le straordinarie vie di fuga della X Armata tedesca del Feld-Generale Albert Kesselring.
Nelle ultime fasi della seconda guerra mondiale il nostro Soratte, con le sue profonde gallerie, scavate dal Genio Militare di Roma nel 1937, entra nella Storia. Il bunker realizzato con funzioni di ultimo rifugio, in caso di guerra e di lancio di armi nucleari, dei membri del Governo e del Comando supremo dell’esercito italiano, vengono occupati ed utilizzati dalle truppe della X Armata Tedesca. Lo spionaggio italo-tedesco aveva captato la notizia della costruzione americana di un’arma micidiale e di un suo prossimo lancio su Roma. Con buona pace della fine della popolazione tutt’intorno, per un raggio di 50 km. Poi di quest’arma micidiale ne fece le spese il povero Giappone, già ma questa è un’altra storia!
Ma ciò che particolarmente ci interessa raccontare, per l’occasione, non è tanto la vicenda bellica quanto, secondo le voci delle storie locali, dove abbiano sepolto i soldati dell’esercito tedesco in ritirata dall’Italia, le 68 casse piene zeppe d’oro e beni sottratti alla comunità ebraica oltre all’oro sottratto alle casse della Banca d’Italia.
Sembra che Kesselring, al comando della X Armata in in fase di ritirata nel 1944, abbia dato ordine di interrare le casse in parola entro le gallerie del Soratte dopo averle fatte minare, ma che poi, abilmente, abbia deciso in maniera diversa, tanto che ogni ricerca del tesoro nel luogo, risultò vana. Ed a pensarci bene, uno stratega come il nostro “feld” maresciallo, pur con l’acqua alla gola, non avrebbe mai potuto impartire un ordine così banale e scarsamente intelligente. Forse sarà stata diramata questa sua decisione, ad arte, in giro, in modo che da confondere le idee al nemico. Ma le sue casse, Kesselring, non le ha certo lasciate entro i luoghi ove aveva stazionato per mesi, dove anche l’uomo banale, più privo di fantasia ed immaginazione, avrebbe rovistato. E poi il fatto di minare il luogo è un vero controsenso!
Il nostro feld-maresciallo era un valido stratega militare in seno al Terzo “Reich”, forse era il migliore in fatto di logistica e tattica, e di questo se ne rese conto, tardi, anche il Furer, che gli aveva sempre preferito altri spietati generali per missioni solutive ed importanti. E a valutare bene le innumere linee di fuga di cui il generale poteva disporre, entro le aree del centro Italia, molto variegate, sicuramente scelse, per la ritirata, una direttrice veloce, per persone e mezzi, ed un’altra per far viaggiare cose di pregio e valori, pesanti ed ingombranti, ma per brevi tratti e verso un punto ove seppellirli con sicurezza, seguendo itinerari privi di logica, impensabili, munendoli di ridotte scorte militari, per non dare sull’occhio e destare sospetti alle comunità locali.
Dunque fossi stato “consigliere” di Kesselring, da buon conoscitore del nostro territorio, potendo contare sulle note consolari prossime al Monte Soratte, quali la Cassia e Flaminia, e su linee ferroviarie quali la Roma/Bologna, e le tratte della Roma/Viterbo e Civitavecchia/Orte, non avrei avuto tanti dubbi. Per non correre il rischio che le 68 casse piene d’oro finissero in mani nemiche, le avrei spedite verso i Monti della Tolfa, per sotterrarle in luogo sicuro, utilizzando tratte stradali e ferroviarie poco. Mentre la X Armata l’avrei fatta risalire, rotta nord-ovest, utilizzando i dintorni della SS. Cassia, come in effetti egli decise di fare. Ciò che invece personalmente suppongo ora, confortato da testimonianze di amici di Allumiere, è la destinazione decisa per occultare il suo bottino di guerra!
Forse è svelato il mistero della scomparsa dell’oro sottratto dai tedeschi alle popolazioni dei paesi del Lazio, agli Ebrei ed alle casse della Banca d’Italia?
La linea ferroviaria Roma/Viterbo si congiungeva in Capranica, con la (ex) ferrovia Civitavecchia/Orte,località da dove si possono risalire i Monti della Tolfa toccando le stazioni dei paesi di Barbarano, Blera, Civitella Cesi, Monteromano ed Allumiere. Proprio avanti la stazione di Allumiere si erge Monte Palano che, sul lato nord/est, presenta un declivio impervio, dalla conformazione rocciosa molto simile a quella del Monte Soratte.
In questo luogo, dai giorni successivi l’ultimo conflitto, girava la voce che i tedeschi avessero sepolto su un picco del Monte un certo tesoro (oreficeria sottratta alle popolazioni dei paesi collinari e rivieraschi, compresa Civitavecchia). Ma nessuno conosceva l’esatto posto di “sepoltura” scelto. Dovevano passare ben 56 anni circa perché i figli o nipoti di quei soldati tedeschi “tornassero” - secondo una testimonianza da me per caso raccolta tempi or sono – per recuperare quel bottino.
Un bel giorno del 1997 o ’98, alcuni fuoristrada con targa tedesca furono notati in parcheggio nei pressi della Via della Farnesiana. E ci rimasero per un paio di settimane circa. Nel frattempo il nostro testimone - peraltro moltissimo abile nei boschi tanto da poter essere un riferimento di punta per il ns gruppo tiburziano - notò, da un crinale dirimpettaio della vetta del Palano, ad occhio nudo (occhio di falco), una macchiolina gialla tra la vegetazione. Con il cannocchiale si accertò, era un casco da minatore, “antinfortunistico”, appeso ad un albero! Passò del tempo, forse sei mesi mi disse, ma roso dalla curiosità, finalmente decise di andare a vedere cosa ci fosse in quel punto del monte. Si vestì con gli abiti più adatti alla boscaglia che copre il Monte Palano, fatta da rovi immensi alti decine di metri poggianti su alta vegetazione, marruche, salsa pariglia amazzonica, peri selvatici abbarbicati su rocce e pinnacoli dolomitici instabili e tutto senza soluzione di continuità fin sulla cima, con tratti di salita franosi, dal pendio del 35 e 40% ed oltre, fino alla verticalità. E’, quel tratto, un luogo ove qualcuno, penetrandoci per caso dal versante opposto ovest per far funghi, ha vissuto il più brutto momento della sua vita: in alcuni casi si racconta delle peripezie di chi ha dovuto passare la notte entro il bosco all’addiaccio. Tanto che un giorno un amico, provetto “boscaiolo”, tal Filippetto, “buonanima”, all’anagrafe di Allumiere tal Marcoaldi Alfiero, conoscendo le mie sciagurate intenzioni di voler salire Palano, mi disse testualmente: “...a Ivà si ce vae a Palano statte attente e portite le furminante dietro, che si te perde e si ce deve passà la notte, armeno nun more dar freddo… io me ce so fregato ‘na vorta, dentro è tutto un labirinto a vorte gire gire e stae sempre lì”!
Tornando al nostro uomo “farnesiano”, non sto a raccontarvi per filo e per segno tutte le avventure o disavventure che mi descrisse dovette affrontare in quella risalita discesa del Monte, ove in alcuni momenti, legato ad una corda, si dovette lanciare nel vuoto penzolando e poi calarsi, per decine e decine di metri, entro “rovicciai” senza fondo. I panni indossati si ridussero a brandelli e finirono nel cassonetto, e la sua pelle presentava, per dire, tante ferite quanto il noto “ciuco” del pentolaio ne avesse sotto la coda”, parte più sana dell’animale, ove erano ne presenti ben 24!
Ma il nostro descrisse così il teatro di battaglia: "giunto tra quei tre picchi di granito che si scorgono proprio sotto la cima, si apre una radura ove al centro era stata scavata una profonda e larga buca. In alto erano state tirate corde che congiungevano i picchi di roccia e questo scavo, si trovava proprio al centro del triangolo così tracciato. Per quanto vagassi con molta diffidenza e circospezione nel timore di fare incontri indesiderati, si capiva che il posto fosse stato abbandonato già da tempo. Ma tutta l’attrezzeria, carpenteria (scalpelli martelli cordami), tende mimetiche, apparecchiature (trapani, gruppo elettrogeno ed altro), erano state abbandonate sul luogo. Ritrovai anche quel cappello giallo “spia” appeso ad un albero, mentre un bel pugnale da rambo, del valore di 500 euro almeno, era stato lasciato piantato nel tronco di una “cerqua”, che portai via, insieme ad altre poche cose a me utili, tenendo nel dovuto conto le difficoltà del percorso di discesa”.
Queste confidenze raccolsi durante il pasto di un’amatriciana impensabile, in un ameno casale della Farnesiana, seguito da una “scarpetta” immane, cucina e servizio del nostro Tiburziano ad honorem! Ed io, con gli occhi mezzi socchiusi dal sovraccarico del fantastico “ciliegiolo” nostrano sorbito, ma con il registratore cerebrale acceso, ascoltavo attento, avido, per non perdere alcun particolare del racconto, convinto della sua importanza storico-culturale.
E’ così, che presumibilmente (e cos’altro allora?) prese il volo il tesoro dei tedeschi, ad opera dei figli degli artefici della II guerra mondiale, dai cui padri forse entrarono in possesso di documenti, carte topografiche e coordinate ben precise, potendo ritrovare abilmente il luogo del “delitto”, ben oltre 50 anni dopo, ove non erano mai stati,!
Buon per “l’oro”!
Vanì, 25 ottobre 2021
DATA: 21 Oct 2021
OGGETTO: MONTE SORATTE TRA STORIA CULTURA E NATURA
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
IL GRUPPO TIBURZI
AL
MONTE SORATTE
(Poco oltre Civitacastellana)
DOMENICA
31 ottobre 2021
LUOGO DI RITROVO ED ORARI SOLITI (PARK TRIBUNALE CVECCHIA ORE 8.15 - 8.30 SI VA)
L’ODIERNA ESCURSIONE "
Tre escursioni sono state sufficienti per conoscere i sentieri di un territorio unico e particolare della nostra Etruria meridionale. Per muoversi agevolmente al suo interno, senza problemi di orientamento od incognite. Ma la storia del Monte Soratte, lungo sperone roccioso a guisa di scheletro di mostro antidiluviano, in massima parte riflette quella dei centri limitrofi del territorio Falisco-Capenate-Latino. Presenta specifici riti folkloristici, che affondano in una cultura perduta, che suscitano più di un’illazione e di un pensiero, che pur meritano attenta lettura delle storie “locali”. Perché questi, pur non riflettenti di luce diretta, tradiscono radici di un profondo e glorioso passato.
Tra le altre storie, negli “armadi del luogo” si cela lo scheletro dei riti degli “Hirpi Sorani (tradizionalmente lupi/sacerdoti del Soratte)”, ed alla tramandata storia di camminare sui carboni ardenti di pino, nella evocazione e rievocazione di chissà quale storia, di quale ricordo.
Dalla letteratura latina, apprendiamo che gli “Hirpi Sorani”, dove andiamo a pescare la nostra storia-cultura provinciale, erano sacerdoti del complesso del Soratte. Travestiti da lupi con modi ed atteggiamenti ferini, nelle annuali celebrazioni al dio Apollo, presso il tempio in cima al monte, accendevano un lungo falò, fatto con legna di pino e quando si erano formate le braci, ci camminavano sopra, il tutto volto al solo raggiungimento di uno stato estatico?
Il responso oracolare di Apollo aveva suggerito tale comportamento ai sacerdoti, per far si che certi malevoli e contagiosi miasmi diffusi da branchi di lupi - che avevano sottratto carni sacrificali agli altari della divinità - si potessero dissolvere, potessero far svanire una terribile pandemia.
Ma più di una versione verosimilmente circonda tale fatto. C’è chi dice che le carni poste ad arrostire sul fuoco furono sottratte dai lupi ai pastori del Monte Soratte e non ai sacerdoti. Gli animali, inseguiti, si infilarono entro le varie e profonde caverne presenti (i meri) da cui fuoriuscivano forti esalazioni malsane che diffusero una micidiale peste. L’oracolo apollineo sentenziò: “vestano i pastori pelle di lupo e si comportino come essi”. Cioè compiano razzie di bestiame! Una qualche analogia con il rito degli “Hirpi Sorani” si riscontra nelle festività che i romani svolgevano nelle “lupercalia! I “Lupercali” erano festività che si celebravano in Roma dal 13 al 15 febbraio, in onore del dio minore Luperco, protettore del bestiame caprino ed ovino dall’aggressione dei lupi. Ma è risaputo che il rispetto dei romani per le popolazioni conquistate portava, tale popolo egemone, a trasferire nella loro città consuetudini, riti e religioni, nel timore di avverse ritorsioni delle divinità dei popoli assoggettati.
Più complesso e difficile appare, invece, penetrare e comprendere il rituale del cammino sui carboni ardenti, la pirobazia. Questa particolarità rituale trova riscontro tra i Traci Anastenarides, che danzavano, tra pianti, grida e lamenti, con un ritmo monotono sui carboni ardenti di pino. Ancora oggi, tra il 21 e 23 maggio questo rito in Grecia è ripetuto in vari luoghi, nello svolgimento della festa dell’Anastenaria, ad “ Agia Eleni”, a “Kerkìni”, a Langadas e Melìki.
Per quello che ne sappiamo, nel Soratte e tutto intorno, di questi riti non v’è più traccia, tranne che, spero non per poco ancora, nella memoria orale del luogo, ma scritto nella storia di autori latini. A Sant’Oreste, nella festa della Madonna di Maggio viene proposta una bella e solenne processione che termina nel versante sud del Monte con uno spettacolo pirotecnico e con un’immensa accensione di fuochi di frasche locali. Rievocazione di un passato … effetto di cui si è perduta la causa?
Rievocazione di un’uscita del 15-04-2012
Quanto a rievocazioni? Anche noi ormai ci troviamo tradizionalmente a riesumare un passato seppur non tanto storico … Oggi, 15 aprile 2012, partiamo per una breve ma nervosa escursione, affrontando subito una discreta salita che ci porta alla estesa visione della Chiesa della Madonna delle Grazie. E già che di Grazie ne abbiamo a giusta sufficienza, contandone due nel Gruppo … Il luogo panoramico si propone improvviso, esteso, sereno. Sprigiona un mistico senso di purezza, lo sconfinato mondo sotto di noi e si perde alla vista con un senso di un infinito leopardiano. Spazio-tempo, che tutto ridimensiona, entro di noi, i valori della vita.
Procedendo oltre, verso la parte più alta del Monte, si erge avanti a noi la maestosa chiesa di S. Silvestro. Già Tempio di Apollo, al tempo dell’avvento del cristianesimo, come gli altri templi in Etruria, fu trasformato in santuario cristiano. E’ in una grotta intorno al tempio che papa Silvestro nel IV secolo d.C. si rifugiò per sfuggire alla cattura di Costantino. E furono gli infusi di erbe di questo monte che curarono la lebbra a Costantino che compensò il Papa graziandolo, ma che salvò tante innocenti vite, evitando così di fare il bagno nel sangue di fanciulli puri ed ignari, che lo avrebbe guarito dal male (?).
La vista da questo sito spazia enormemente verso il lago di Bracciano, di Monterosi, oltre i Monti Cimini e, verso nord nord-est, il Reatino e Monti dell’Appennino Umbro.
Visitiamo il santuario, realizzato in pietra locale ed apprezziamo ciò che resta delle antiche pitture, scendiamo una cripta, dal basso soffitto, che denuncia un chiaro rimaneggiamento delle strutture e della dimensione della Chiesa.
Non ci resta che affrontare il tortuoso percorso verso la Casaccia dei Ladri, ove a nostro agio, ma rischioso sentiero, consumeremo il lauto pasto. Le rocce che intorno ci accompagnano, sono segnate da fori di molluschi marini litofagi, e fa una certa impressione pensare che una volta si trovavano in fondo al mare.
Rientriamo seguendo un impercettibile tratturo sotto il bosco, deviando a sinistra, attraversando il “Sentiero dei Carbonari”. Puntiamo quindi diritti al comodo stradone dedicato al “Percorso Atletico” che, in breve, ci fa scendere al livello stradale del Paese di Sant’Oreste, cosa che raggiungiamo comodamente incrociando un anfiteatro tra rocce, ove qualcuno immerso in spirituali esercizi di yoga sta “volando”, nel profondo silenzio, prima che arrivassero i caciaroni!
Vanì, 15-04-2021
PERCORSO STRADALE
Dal Park del Tribunale di Civitavecchia si deve raggiungere la Cittadina di Sant'Oreste inizio escursione (Ritrovo Bar Pizzeria Alessio Piazza Giosafat Riccioni senza numero Civico ... parcheggio nei pressi)
Percorso. da CVecchia si raggiunge Monteromano e si prosegue per Barbarano romano ovvero ...CVecchia A12 - Aurelia Bis - dopo Monteromano SP 42 (girando a Destra subito dopo il paese) si prosegue e si supera Barbarano girando a sinistra per SP. 493. Si raggiunge la SP 2 Cassia e si gira a destra. Si prosegue per Sutri (superando Capranica). dopo il paese di Sutri si gira a sinistra per la SP 84. Si raggiunge Nepi e s mbocca la SS 311 quindi la SP 77 si supera Castel S. Elia e si raggiunge Civitacastellana prendendo la SP 76, poi si gira a destra per la SS 3 Flaminia, che si percorre fino al Paese di Sant'Oreste, girando a sinistra per la SP 21 A. Si parcheggia nei dintorni e ci si ritrova avanti l Bar Pizzeria Alessio Piazza Giosafat Riccioni snc. con l'attrezzarura per l'escursione.
DATA: 14 Oct 2021
OGGETTO:
ALLEGATO: IMG_20211013_213946.jpg
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI PERCORSO PER PARK DIOSILLA DOMENICA 17 OTTOBRE 2021
Da Park Tribunale Civitavecchia a Parcheggio Diosilla (Canale Monterano)
Si sale verso Allumiere girando per Via Terme di Traiano – si continua per via Braccianese Claudia (SP. 3a). Si supera Allumiere girando poi a sinistra Circonvalazione Polveriera Via della Concia Ragano (Area Sosta Pullman) quindi in fondo si svolta a sinistra per la SP. 3° (Strada per Rota – Manziana etc) che si percorre per vari chilometri fino a superare Stigliano. Giunti in prossimità di Canale M. si gira a sinistra entrando nel paese x SP 7a (Via Manziana) poi a sinistra per Via Monterano (ove c’è il Bar per caffè veloce ma se ci sono molti partecipanti si continua per la destinazione) quindi si gira a sinistra x Via Case Nuove poi a destra per Via Solfatara poi ancora a destra per via Secchineto e poi subito a sinistra per una strada senza nome che porta direttamente al Parcheggio della Diosilla. Si consiglia di non distanziarsi dalle vetture di testa. Al limite raggiungere il Park Diosilla seguendo le indicazioni stradali.
DATA: 07 Oct 2021
OGGETTO: Rovine di Canale Monterano 17 ottobre 2021
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TIBURZI CIVITAVECCHIA
Prendete nota che l'escursione alla Rovine di Canale Monterano si effettuerà
Domenica 17 ottobre 2021
La data dell'uscita indicata nella mail precedente (21/10/2021) è stata inspiegabilmente indicata dal sistema informatico. Le altre note della giornata sono riportate sul programma del sito, che ricalcano esattamente quelle di default (il è pranzo al sacco).
Saluti .... Vanì
DATA: 07 Oct 2021
OGGETTO: Escursione alle Rovine di Monterano in area Canale Monterano
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
GRUPPO TREKKING TIBURZI
ESCURSIONE ALLE ROVINE D MONTERANO
21 OTTOBRE 2021
La presenza di numerose caverne naturali ed artificiali (Greppa dei Falchi e lungo le valli del Bicione e del Mignone), ed il rinvenimento nel comprensorio monteranese di reperti archeologici dell’uomo dell’età della pietra (lame di selce, punte di frecce), testimoniano una frequentazione umana preistorica, favorita dalla presenza di boschi ricchi di fauna, di un fiume, di innumerevoli differenziati torrenti e fossi, che in tutto il corso dell’anno, alternativamente, assicuravano un consistente fabbisogno idrico. Non risultano condotti a termine sistematici studi sui periodi della pietra, quantomeno non noti perché non ancora pubblicati, disponiamo invece di maggiori certezze di presenza umana dell’appenninico e dell’età del rame.
Monterano, quella che ora ci appare e che conosciamo noi, è stata distrutta nel 1800 ad opera dei falsi amici francesi. Invasori nel nome della Liberté, dell’Égalité e della Fraternité, che senza pietà alcuna e plausibile, per una banale motivazione hanno compiuto uno scempio inqualificabile. Circolano varie ipotesi sull’increscioso fatto, ma io, in modo particolare, accredito una certa ritorsione operata verso un episodio che riguardò indirettamente questi galli moderni, che avrebbero potuto risolvere la querelle con pene più lievi. Veniamo ai fatti come li racconto io … gli agricoltori tolfetani sarebbero stati la causa indiretta della distruzione del paese. I monteranesi non consentirono loro di macinare il grano nella Mola sul Mignone c.d. di Ceccarelli. I Tolfetani, dopo il rifiuto, investirono i militari francesi, che avevano nel 1800 il comando sul territorio e sulle città montane. La mancanza del macinato, metteva in dubbio la somministrazione gratuita, tra l’altro, del pane quotidiano per l’intera truppa, quale diritto dell’ invasore egemone.
La condanna esemplare di questi giacobini non tardò a mostrare il pugno di ferro e tutta la loro ferocia, a sfruttare l’opportunità gratuita e sfogare l’odio innato e generalizzato verso tutte le popolazioni della Penisola.
La macchina bellica d’oltralpe si mise in moto! La distruzione della cittadina fu quasi completa e letale. Unico gesto di magnanimità … l’avviso alla popolazione di abbandonare le loro case prima che iniziasse il bombardamento e fossero completamente demolite. Ma radere così al suolo un paese non equivale ad una condanna a morte per tutti gli abitanti? I quali con la santa pazienza lo ricostruirono con inimmaginabili sacrifici poco più avanti, con il nome di Canale di Monterano! Tutti scapparono portandosi via dalle abitazioni, in fretta e furia, quel poco e stretto necessario che potevano portare al seguito. Restarono in Monterano soltanto un paio di Monaci nel Convento di San Bonaventura. Dopo aver dato mano al saccheggio di ogni cosa, quale diritto di conquista, l’artiglieria francese posta sul colle della Madonnella-Greppa dei Falchi, distrusse, con orientamento sud-ovest, tutto il paese, che dovette apparire, il giorno seguente, come colpito dal passaggio di un violento uragano. Non paghi, questi conquistatori, con cariche di dinamite demolirono le case superstiti, che miracolosamente erano scampate alla distruzione. E vedremo noi l’immagine di Monterano the day after della sua tragedia, dopo l’incuria umana e gli agenti atmosferici.
Il Colle frequentato fin dalla civiltà appenninica, potrebbe riservare interessanti sorprese archeologiche. In particolare reperti del periodo etrusco si potrebbero rinvenire sotto i ruderi delle abitazioni. Non risultano effettuati scavi ufficiali, nella vasta piazza ove sorgevano le abitazioni, agli strati di humus appartenenti a quel periodo.
Monterano poggia su un altipiano di tufo difeso naturalmente su tre lati, classica e nota disposizione dei centri etruschi, ed era accessibile attraverso quattro porte urbiche, ricalcate nelle successive fasi storiche, tuttora evidenti. Le tombe erano poste nella falesia sotto il perimetro della città, mentre nella parte alta, inequivocabile, sorgeva una vasta acropoli, ove è stato edificato il palazzo baronale. Due templi erano sicuramente presenti ove sono erette la cattedrale altomedievale di S.Maria e la chiesa di S. Bonaventura.
Una fiorente economia, fondamentalmente agricola e pastorale, consentiva un discreto commercio con i vicini centri minerari, attraverso alcune strade, ed il bacino interno Falisco-sabino, la Via Clodia e le sue diramazioni principalmente. Mentre altre due vie di comunicazione si dipartivano verso ovest per raggiungere Cere e la Tulfa.
Lungo le rocce scoscese sono ancora presenti vari sentieri di rapida evacuazione e di non facile identificazione, che gli etruschi avevano opportunamente realizzato anche con vie cave… alcune porte urbiche citate, erano ben controllabili e scendevano in queste tagliate, naturalmente difese. Altre erano protette da imponenti mura (porta Romana, Porta Gradella). |Tutte portavano il loro accesso a valle, al passo del Canalicchio ed oltre verso il corso del Bicione o verso il tratto medio del Mignone.
Dopo la dominazione romana la popolazione di Monterano fu deportata nella vicina colonia di Forum Clodii. L’abbandono della città conseguente il latifondismo sprofondò il territorio nel caos e nel più completo isolamento. Fatto globale e generalizzato, la deportazione, colpì tutta l’Etruria, o per meglio dire la c.d. VII Regio. In questo contesto degli etruschi tutto si perse e di alcune lucumonie se ne disconobbe anche l’ubicazione. Della loro storia, lingua, religione, sappiamo qualcosa soltanto dalla compiacenza di alcuni autori greci, o da partigiani latini o dalle eloquenze delle loro necropoli. Molti usi, costumi, in particolare arte bellica e parole sopravvivono, anonimamente entrate, non so grazie a quale arcano mistero, nell’uso comune del nuovo popolo egemone, che poi fu ugualmente etrusco.
Intorno al IV secolo d.C., le invasioni di popolazioni germaniche spingono il vescovo e gli abitanti della prossima Forum Clodii, ad abbandonare la città per riportarsi opportunamente sul colle monteranese. Luogo più sicuro ove rifugiarsi (periodo così detto dell’incastellamento). Vennero sistemate le preesistenti vie di comunicazione, presumibilmente costruito l’acquedotto, edificate le abitazioni e le chiese su precedenti strutture templari etrusche, sistemata una sede vescovile e costruita la cattedrale di S. Maria.
Nel 1527 Papa Clemente VII, in viaggio per Bracciano da Allumiere, percorrendo a cavallo una strada ora scomparsa, così descrisse la sua avventura: … cavalcando per chine scoscese, passato il Mignone, che con chiare acque attraversa quelle montagne, entrammo nel vago e dilettevole paese di Monterano, famoso per gli ottimi vini (alicante), verdeggiante e per gli spessi e foltissimi grani.
Nella Diocesi monteranense, in base ai concili romani risultano essersi alternati i seguenti vescovi:
·Reparato 649
·Esilarato 680
·Opportuno 721
·Donno 761
·Bono 769*
·Teodosio 826*
·Teodoro 853
·Floro I 869*
·Floro II ----
·Giovanni I 964*
·Martino 967
·Giovanni II 998
L’ultimo vescovo è risultato Giovanni II (998), nell’anno 1000 la diocesi di Monterano passa sotto quella di Sutri.
Emilio Bonaventura Altieri, papa Clemente X, al soglio pontificio nel 1670, acquistò i feudi di Monterano, Oriolo e Viano (Veiano), fece poi eseguire molti lavori in Monterano, giovandosi del migliore artefice del Barocco romano, Gianlorenzo Bernini. L’architetto progettò la chiesa ed il convento di S. Bonaventura, la fontana ottagonale, riordinò mirabilmente la facciata del palazzo baronale, collegando le due torri di diversa architettura, da una loggia a sei arcate, sotto cui, sfruttando le rocce esistenti, realizzo la bella cascata del Leone.
Mentre in seguito venne edificata la piccola chiesa di S. Rocco, a fianco del palazzo baronale, dedicata al Santo dopo che in paese venne sconfitta una violenta epidemia di peste. Ed è noto che il Santo è il protettore degli appestati, dei contagiati in genere da morbi (quindi anche dal COVID), dei pellegrini, dei farmacisti e dei becchini, in alcuni luoghi anche dei lavoratori delle pelli e, per finire, dei nostri più fedeli amici a quattro zampe, i cani. Ma quanti dicasteri!
CRONACA DI UNA PASSATA ESCURSIONE
Domenica 15 novembre 2009: finalmente riusciamo a sgranchirci le gambe e le articolazioni rugginose e crocchianti, dopo un forzato riposo quindicinale imposto da Giove pluvio. L’escursione oggi è notevole, e sarebbe già sufficiente percorrere soltanto i due eccezionali percorsi natura del Parco per appagare le lunghe attese del Gruppo. Questo grazie alle cure dell’Ente gestore del sito, e bisogna riconoscere che questo non teme confronto con altri parchi presenti nel Lazio. Un appunto? Il divieto di accesso entro il palazzo Ducale, nella Chiesa di San Bonaventura e nel Cavone etrusco.
Il cielo coperto al punto giusto, luci soffuse ed aria ovattata di novembre, lasciano intendere che oggi il bosco natura ci renderà i più bei colori e le migliori sensazioni proprie autunnali.
Giù dal parcheggio, scendiamo il ben restaurato sentieretto per portarci sotto la gradevole cascata della Diosilla, ove un tempo perse la vita una ragazza del luogo, tal Deosella, posta sulla confuenza del Fosso della Fonte del Lupo e del Torrente Bicione, che oggi si presenta a noi con scarsa portata di acque. Ma l’effetto vista è compensato dai colori delle rocce, affioranti sull’alto della cascata e nella sottostante pozza, che si mostrano con i loro forti colori ruggine del minerale di ferro e blu primario cyan dello zolfo, contornate da verde intenso degli abbondanti muschi. Ovunque a strapiombo, nei ritagli scenici della cascata, si affacciano, abbarbicate sulle rocce, felci, capelvenere e piccoli arbusti riparali. Non c’è alcun dubbio che qualsiasi impressionista non sarebbe in grado di superare, con la propria arte pittorica, immagini così belle come quelle che la natura dispensa, ovunque, senza neanche un po’ di vanità e presunzione.
Sarà attendibile la mia supposizione che il Bernini, sul luogo per volere di papa Clemente X Altieri, abbia tratto spunto da questa modesta ed umile cascatella, per progettare la Fontana del Leone in Monteranno e quella di Trevi in Roma?
Proseguiamo oltre per il sentiero natura il cui fascino sconfinato è così immenso come immenso è il suo meraviglioso dono. Ed ovunque, ove il torrente va serpeggiando a valle intersecando il nostro cammino, opportunamente sistemati, simpatici ponticelli in legno, ci permettono di superarne agevolmente il greto. Il sentiero procede addossato sulla sinistra del canyon dell’alta parete di tufo, ricoperto da un tappeto di foglie d’acero, ricco di colori giallo fulvo, mentre accidentalmente dagli elevati e frondosi alberi filtrano raggi di sole, lasciando innalzare, lentamente, passo dopo passo, piccole nuvole di vapore ed un intenso profumo di sottobosco, micelio di sconosciuti funghi che vanno a sintetizzare le piante morte. A tratti ci si alza dal greto del Bicione che si lascia piacevolmente intravedere con le sue ridenti cascatelle variopinte, mentre alcuni enormi blocchi di tufo caduti dall’alta costa, interdicono il passaggio, costringendoci a chinarci sotto autentiche forche caudine che fanno trasferire altrove i nostri pensieri. Poi ancora avanti grotte, naturali o scavate dall’uomo, un tempo relativamente recente, per graffiare e predare minerale dalle viscere della terra, mentre un intenso, pungente acre odore di zolfo sparso nell’aria, lascia supporre la presenza di una vena di minerale affiorante. E’ qui che usciamo all’aria aperta avanti un bianco paesaggio lunare, spettrale, ove ci accolgono tondi ciottoloni grossi anche due o tre volte un pallone di calcio. Un silenzio spettrale ci assale, siamo or ora penetrati nel regno di Manturna o Mania etrusca, regina degli inferi, che ha conferito il toponimo al luogo. Rappresentò quella divinità, molto più tardi, la Dite dei Romani, che dette spunto a Dante per dare nome alla città infernale ove ha sede il Sesto Cerchio dell’inferno, abitata dagli eretici (epicurei): Epicuro, Farinata degli Uberti, Cavalcante dei Cavalcanti, Papa Anastasio II, per citare i più noti e maggiorenti ospiti.
E’ qui, in Monterano, che le manifestazioni del vulcanesimo si fanno più presenti ed ove gli etruschi ritenevano più breve la strada per raggiungere gli inferi, che avrebbero percorso un dì per ritrovarsi e congiungersi con i loro cari defunti e le divinità dell’oltretomba: Tukulca, Charun, Vanth, Le Lase, ragazze rappresentate nelle tombe di Tarquinia vestite con una minigonna retta da bretelle incrociate ed una torcia nelle mani. Ma ho l’impressione che quelle divinità, dai nostri padri etruschi non fossero ritenute loro avverse, ma che accompagnassero, amorevolmente, nell’aldilà, l’uomo nel suo cammino per l’eternità. Non c’é alcun motivo che l’uomo, nel suo cammino per l’aldilà, si affiancasse a divinità avverse. Mente locale, l’odore di zolfo non giustificato, non è frequentemente associato alla presenza di Satana? Poco è cambiato dagli etruschi alla nostra concezione del mondo ultraterreno!
….. Ci portiamo ora verso la mofeta che ovunque, tutt’intorno a se, ha sparso secolare cenere bianca di zolfo. Posta proprio sotto due caverne preistoriche. Qui il solito scherzo dell’acqua bollente ed ormai quasi nessuno più ci casca, un po’ come la storia del Maone di Angelo. Poi la visita alla casa appenninica, per raggiungere, dopo un breve pendio il suggestivo cavone etrusco, che percorrerlo suscita le più diverse impressioni e sensazioni. Già per alcuni, il tempo, il costo del carburante fin qui impiegati, risulteranno ben spesi. Ma questi trekkisti non hanno ancora fatto i conti con il fascino delle rovine di Monteranonesi! Le suggestive case dirute, i resti del campanile della Cattedrale di S.Maria, le chiese di San Bonaventura e di San Rocco, il Convento di S. Bonaventura, l’acquedotto medievale a doppie arcate, altre, tante anonime emergenze che appena si affacciano dal suolo. E per finire il castello baronale degli Altieri con le sue due torri asimmetriche, la loggia a sei arcate e la sottostante Fontana del Leone. Una notevole statua del felino realizzata in pietra locale, rappresentato mentre colpisce le alte rocce con una zampata, facendo sgorgare uno zampillo d’acqua, che andava a formare una suggestiva cascata d’acqua sui tormentati massi giù nel basso, finendo entro una vasca semicircolare per l’uso potabile dei Monteranesi. Chiara è l’allegoria del leone con il signore, il principe del luogo, che probabilmente finanziata l’opera, aveva donato l’acqua agli abitanti del colle, qui portata da Monte Monastero.
Dopo il frugale pranzo ed una lauta distribuzione di anonimi dolci e caffè, ripartiamo per il bel Fosso Rafanello, ingresso di ulteriori e future escursioni del Gruppo. Quindi il rientro.
Vanì, 15-11-2009
DATA: 01 Oct 2021
OGGETTO: ANELLO DI PALANO .... 3 OTTOBRE 2021 ... ALLUMIERE NEI MONTI
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
CONFERMA USCITA GRUPPO DOMENICA 3 OTTOBRE 2021
Signori Trekkisti del Tiburzi,
le perturbazioni previste, nel territorio oggetto escursione, per domenica 3 ottobre sembrano ormai scongiurate, al massimo si potrebbe verificare la caduta di qualche lieve “spruzzatina” di pioggia, quindi il solito Kway od ombrellino al seguito. Non più l’ipotesi di anticipo dell’uscita alla giornata di sabato, che seguirà le indicazioni di massima a Voi tutti note ribadisco (Repetita iuvant ):
appuntamento Domenica 3 ottobre alle ore 8.20 al Park del Tribunale di Civitavecchia, partenza ore 8.30,
destinazione “Palano” - area Via della Farnesiana - Allumiere. (Caffettarsi in anticipo!) non faremo la consueta sosta “Caffè”, nella fattispecie in loco ... Comune montano, per difficoltà parcheggio auto.
Mi è gradito l’incontro per inviarVi i miei saluti.
Vanì, 1° ottobre 2021 ore 9.27
DATA: 29 Sep 2021
OGGETTO: ANELLO DI PALANO .... 3 OTTOBRE 2021 ... ALLUMIERE NEI MONTI
ALLEGATO:
- TESTO: (leggi tutto)
"ANELLO DI PALANO SUI MONTI DELLA TOLFA 3 OTTOBRE 2021"
PROBABILE ANTICIPO DELL'ESCURSIONE
ALLA GIORNATA DI SABATO 2 OTTOBRE 2021
Signori Tiburziani,
i siti meteo da me ad oggi visionati indicano, per l'intero arco della giornata di domenica 3 ottobre 2021, un possibile peggioramento delle condizioni meteo con piogge diffuse, seppur di entità contenuta. Di conseguenza, per mantenere attivo il programma diramato, Vi preavviso un probabile anticipo dell'escursi |