Archivio 2007-2015




















































QUALCOSA SULLE VIPERE

Caro Tiburziano,

                                 il Tiburzi ha istituito, a richiesta, un circuito di veloce comunicazione attraverso il noto social “wattsapp”. Buona parte degli iscritti al Gruppo ha aderito a questa iniziativa. Le comunicazioni sono diffusissime e noi “wattsappiani” siamo perennemente in contatto, anche dopo l’arrivederci datoci per Settembre. Da qualche giorno Salvatore Pisano ha postato su Wap due foto. E’ stato ripreso, vicino la Stazione ferroviaria di Santa Marinella, un rettile che aveva catturato un topolino,  che era caduto da un alto pino.  In Santa Marinella si asseriva trattarsi di una vipera, del tipo Berus (o Marasso di palude), di sesso femminile. La Sig.ra Di Bianco Cenzina, incredula, ha formulato il quesito  “mi dite cosa c’è nella foto? Una vipera, un altro serpente, un topo? …

      

Cara Cenzina,

                         il tuo dilemma “una vipera, un altro serpente, un topo” sulla identificazione di quell’ofide ripreso nella foto inviata da Salvatore, ed altri connessi animaletti presenti, ha giusta causa. Ringraziamo il “Tiburziano” per le interessanti immagini ed apriamo pure il dibattito alquanto interessante.  Sono episodi del mondo animale ove la vita e la morte si succedono senza soluzione di continuità dove la maggior parte delle specie, se carnivore od insettivore, sopravvivono a spese di altre, mantenendo un certo equilibrio numerico di esseri viventi senza pericolo di estinzioni. I topi sono in grado di riprodursi durante tutto l'anno. Nel caso in cui il cibo sia disponibile con continuità, la femmina può partorire e rimanere nuovamente gravida pressoché in continuazione, con un massimo di quindici parti annuali. La gravidanza dura all'incirca tre settimane, al termine della quale vengono dati alla luce un numero di cuccioli che varia fra i 3 ed i 14. 

                       Ai margini delle nostre abitazioni, seppur antropizzati, vivono tanti esseri che neppure sospettiamo e che la loro vista potrebbe anche generare sdegno, repulsione. Il genere umano si è impossessato di quasi tutti i territori della terra, inventando la “proprietà”, registrata e trascritta nei catasti. Il mondo animale vive libero la terra, senza necessità di partizioni registrate entro territori che consentono la sopravvivenza alimentare, le loro proprietà comunque vengono gestite attraverso la marcature del territorio, relazionandosi con l’ambiente attraverso “segnature” con urina o feci che emanano forti odori segnalanti. Superare certe invisibili barriere e limiti, che vengono avvertiti con l’olfatto ed anche con l’udito, in alcuni casi, può comportare seri rischi e mettere a repentaglio la propria incolumità. Se pensiamo di andare in Africa ed avvicinarsi al territorio di caccia di un leone, o sulle rive del Nilo ove spadroneggiano indisturbati enormi coccodrilli! O tentare di sfrattare le formiche dal nostro giardino..

Nelle nostre città, o campagne, o nelle are delle nostre abitazioni, sarebbe sufficiente piazzare una telecamera per verificare la presenza di un certo mondo animale particolarmente attivo di notte e di giorno.

Tornando alla nostra sospetta vipera, avevo già qualche dubbio dalle immagini, che quel rettile non fosse una vipera Berus (o Marasso di palude) come ipotizzato dal nostro amico, ma ho lasciato correre …! Ho avuto modo di vivere campagne e boschi e non ho difficoltà a distinguere un serpente da un altro.

Anche la preda che quel rettile ha catturato, è sicuramente un topolino arboricolo od un ghiro, che vivono sugli alberi, non è un ratto comune. Mentre il rettile  presenta una lunga e sottile coda, caratteristica comune delle serpi.

Ma per poter identificare con una certa sicurezza i serpenti nostrani, e rispondere sufficientemente a Cenzina, occorre esaminare le caratteristiche che differenziano le varie specie erpetoligiche. Nel  nostro caso indicherò le peculiarità delle vipere italiane, i serpenti che hanno aspetti diversi non saranno classificati come tali, ovvero animali “velenosi”.

 Tutte le vipere presenti sul suolo italiano, tranne che per colore, disegni e dimensione, presentano quattro o cinque cose comuni, che le differenziano dai comuni serpenti:

CARATTERISTICHE DELLA VIPERA IN GENERE

  • la proiezione della testa della vipera ha forma triangolare (vista dall’alto o dal basso, il collo distinto da questa come la punta di una lancia, una serpe ha una leggera differenza tra la circonferenza della testa e del collo), il resto della corporatura poi è piuttosto massiccio e muscolare;
  •  nella vipera la parte terminale (coda) non si assottiglia con lenta e continua progressione, peculiarità delle serpi, ma finisce con una breve protuberanza, quasi un  coda monca;
  • la pupilla dell’occhio è verticale, come nei gatti, ed infine ha le scaglie carenate (cioè gibbose, quelle delle le serpi sono aderenti al corpo). La maggior parte di queste caratteristiche non sono abbastanza evidenti da potersi controllare da una foto, tanto meno da una fugace apparizione. Occorre vedere bene il rettile, anzi, purtroppo, talvolta risulta necessario uccidere l’animale per essere certi di una esatta identificazione, specialmente se ha morso qualcuno per somministrare il siero, che pure arreca qualche danno alla salute.

Ma esistono anche altri elementi o motivi obiettivi che consentono un sicuro riconoscimento di questi rettili. La vipera non scappa in presenza dell’uomo, la serpe si! La vipera non soffoca le prede (dall’immagine di Salvatore si vede bene che il serpente ha avvolto con una o due spire la sua preda per provocarne il soffocamento). La vipera non ha bisogno di uccidere per soffocamento le sue prede, per lei è più che sufficiente un morso, ed il malcapitato “interlocutore” resta immediatamente paralizzato o fulminato. Il suo veleno contiene sostanze emotossiche e neurotossiche. Quanto al colore della pelle aggiungo che questo negli ofidi è alquanto discutibile, ci sono specie melaniche, grigie soltanto, con o senza striature.

 Dal corso delle mie esperienze  ho notato che le vipere salgono gli alberi, come pure le altre serpi, per catturare prede, in genere nidiacei o per divorare le uova dai  nidi. Ma una volta sui rami non sono capaci di ridiscendere, così come succede ai gatti, perche a testa in giù rischiano di cadere nel vuoto. Si lanciano giù dagli alberi anche con le prede catturate, nell’impatto con il terreno o contro arbusti, non si producono alcun danno fisico al corpo.

                Le vipere sono predate da cinghiali, volpi, donnole, falchi, ricci, fagiani, galline, tacchini ed anche da altri serpenti. Sono uccise senza pietà dall’uomo. Sono molto ricercate dagli animali predatori perché molto carnose, onde la loro probabile estinzione. Una volta in prossimità di Luni sul Mignone abbiamo notato una serpe che era penetrata in una crepa rocciosa e che sporgeva fuori di circa metà della sua lunghezza. Volendola fotografare intera l’ho delicatamente presa per la coda ed estratta dalla crepa. Ebbene fuoriuscita in bocca aveva una piccola vipera, era penetrata in una tana e stava divorandone una dietro l’altra.

La vipera partorisce i viperotti, non depone cioè le uova come gli altri serpenti. E’ dunque ovovivipara. In Italia ci sono 4 specie di vipera distribuite variamente nella penisola: Vipera ammodytes (vipera dal corno, dalla livrea molto bella e di dimensioni notevoli) presente sulle Alpi, Vipera berus (marasso) presente nell’italia del nord, Vipera aspis(vipera comune) presente ovunque, e la Vipera ursinii  presente sull’Appennino Centrale (di dimensioni modeste, è la più misconosciuta ed il suo veleno è meno potente di quello delle sue altre consorelle). Il morso della vipera raramente uccide un uomo di una certa corporatura. Qualche Tiburziano ha sperimentato questo fatto perché morso da un aspide è ancora vivo e vegeto tra noi senza che gli sia stato iniettato il siero! Posso affermare questo perché il malcapitato era proprio il sottoscritto! (Per dovere di cronaca devo aggiungere che l'unica a spirare è stata proprio la povera vipera!)

                Il nostro caro amico Salvatore ci riferisce altresì che il rettile, oggetto di tutta questa discussione, era di sesso femminile. A dire il vero sono rimasto basito e  molto perplesso  di fronte a questa affermazione, avendo gli ofidi gli apparati sessuali all’interno del loro corpo, ma alla fine ho capito il perché abbia riferito ciò. Una delle due foto inviata mostra uno strano corpo, quasi una massa informe, accanto al rettile mentre ancora stringe nelle fauci il topolino.  Poi alla fine ho intuito che il rettile era stato ucciso, forse nella convinzione di eliminare un animale velenoso, dalla sua pancia è fuoriuscita placenta ed uova che avrebbe di lì a poco deposto. Aggiungo infine che il termine “vipera” deriva dalla lingua latina e per l’esattezza dalla parola ovovi… vipara, cioè che partorisce viperotti vivi. Non escludo l’ipotesi che il rettile “di” Salvatore possa anche essere stato importato dell’Africa od America del Sud, da qualche famiglia amante, poi abbandonato o scappato dalla teca. Comunque dal  morso non mortale. La sua livrea apparente non è associabile ad alcun rettile italiano, almeno dall’aspetto della foto.

Ivano 28-06-2018

 

 



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